sabato 28 gennaio 2017

Che fine hai fatto anche tu?

Nel 2001 ero una bambina di otto anni.
Ero timidissima, di una timidezza imbarazzante. Di quelle per cui si arrossisce a qualsiasi parola, a qualsiasi sguardo.
Ero fortemente introversa, assolutamente fuori posto in mezzo agli sconosciuti, tanto che non ho mai voluto frequentare neppure l'asilo.
Strettamente legata alle mie cose, alle mie persone ed alle mie mura, dipendente dalla famigliarità, ero però follemente gelosa della mia indipendenza emotiva ed intellettuale.

Propensa ad imparare e memorizzare in fretta, ero sempre molto ben vista dalle insegnanti che probabilmente avevano capito che usavo un po' meglio degli altri miei compagni la mia capacità di pensiero.
Una bambina diligente, per quanto possa esserlo poi una di quella età, che mai si ribellava alle regole ma che con tutte le proprie forze odiava e si scontrava con le imposizioni, gli imperativi, gli obblighi.

Ero, ancora per poco, lontana dallo scoprire che non tutto quello che luccicava era oro. Vivevo di tutte quelle convinzioni che solo l'ingenuità di quella età può regalarti, pensavo che io crescendo non le avrei perse come tutti gli altri.

Ora, 16 dopo, non sono più così timida. Me ne sto al mio posto finché qualcuno non decide, malauguratamente, di darmi fastidio. Non arrossisco più così tanto, eccetto rare occasioni che posso tollerare, tutto sommato.
Ancora introversa nelle mie cose, sempre restia a dire completamente quello che provo e perché, conservo gelosamente il mio paradosso: ho bisogno di sentire rumori che conosco, di vedere panorami che sono sempre stati davanti ai miei occhi -anche se sono diventata più brava a staccarmene per seguire le mie orme-, ma difendo con le unghie e con i denti la mia mente, senza lasciare a nessuno la possibilità di dirmi cosa pensare, come pensarlo, quando farlo.

Sono sempre fedele alle regole ma ho acuito ancor di più la propensione a gestire gli altri piuttosto che a farmi gestire. Mi sono guadagnata il mio posto nella mia vita, anche a costo di passare spesso per quella senza cuore o per quella egoista e disinteressata dei sentimenti altrui. Quella che le  Myers-Briggs avrebbero definito "tipo thinking".
In realtà chi pensa che io sia davvero così di marmo, non ha semplicemente capito nulla di me. O magari non si è guadagnato la possibilità di guardarmi più da vicino. Ed in ogni caso non sono problemi miei.

Quelle convinzioni così ingenue non ci sono più, sono diventata leggermente più maliziosa e più consapevole del fatto che non esistono solo cose belle e non ci sono solo persone buone.

Se la me di adesso potesse tornare indietro a quando avevo otto anni, probabilmente mi guarderei con tutta la tenerezza del mondo e senza dire nulla mi abbraccerei. Solo un abbraccio e me ne andrei, lasciandomi il tempo di godermi quel momento.

I'm soul-dier in my life 
Within the limit of this time 
I fight for...

Buona serata, a chi non è come neve...



27 commenti:

  1. La porti con te quella bambina di otto anni, quella imbarazzata e gelosa, curiosa e con quelle convinzioni che luccicano di ingenuità dolcissima.
    Ora stai diventando tosta e sai benissimo dove vuoi arrivare.
    Ma è quella bambina che abbraccia te, e ti tiene stretta, aggraziata tra le venature di marmo... ;)

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    1. Le venature mi piacciono un sacco; anzi, forse dovrei imparare a portare addosso più spesso la collana - col ciondolo di marmo, appunto- che ha fatto personalmente papà per noi figlie, giusto per ricordarmi sempre di...me ^.^
      (Ed anche perché è stupenda :-P)

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  2. Grazie! Io ti conosco poco ed è stato bello sapere qualcosa in più che viene dai ricordi.
    Mi piacerebbe conoscere il posto dove è nato il desiderio di raccontare quel preciso momento della tua vita. Perchè credo che in qual posto si celi la bellezza. E' quello che ha generato quella sinapsi che ci rende splendidi.
    Grazie.

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    1. Ciao Stefano e grazie a te ^.^

      In realtà la risposta alla tua domanda è proprio sotto ai tuoi occhi. Era da un pochino che avevo questa idea e quindi mi ci sono messa. Forse non sono stata chiarissima, ma magari potrò esserlo piano, piano con altri post ;)
      In ogni caso ti ringrazio di cuore per quello che mi hai scritto, perché sei andato oltre le parole del mio post -in realtà lo hanno fatto tutti quelli che hanno fino ad ora commentato- ma purtroppo c'è anche chi, per un motivo o per l'altro, si sofferma solo su mezzo rigo e trova gusto nell'usarlo "contro di me" (storpiandone pure il senso, ovviamente). È una cosa molto triste, soprattutto perché il mio blog è una parte molto sincera di me, e pensare di doverla magari "aggiustare" per il gusto altrui o perché altrimenti chissà che cosa interpretano erroneamente di me...

      Ma va beh, sto divagando mi sa :-D
      Ti ringrazio davvero e ti abbraccio :)

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  3. Si cresce e si cambia, è normale, e so perfettamente anch'io che da piccolo è tutto diverso, io per esempio ero molto estroverso, ma dopo i problemi la timidezza e la paura hanno preso il sopravvento, anche se io per chi mi conosce rimango sempre quel vivace bambino ;)

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    1. E dovresti esserlo sempre perché da quel che leggo di te, da te o qui, mi fa pensare che tu sia una persona splendida. E mi dispiace se la vita ti ha portato magari a chiuderti un pochino, però penso che tu possa dare davvero molto anche a chi ti conosce meno bene.
      Ti abbraccio :-*

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  4. Mi ritrovo molto nelle tue parole.
    Neppure io sono andata all'asilo e, ad oggi, mi chiedo se questo ha contribuito al mio "amore" per la solitudine.
    Non che passi la mia vita da sola, ma non amo molto stare fra la gente. Soprattutto se nuova. Sto bene nel mio cerchio ristretto di persone.
    Sto bene se non sono al centro dell'attenzione.
    Sto bene a casa a vedere un film con lui.
    Sto bene a leggere un libro.
    Sto bene quando non devo dare tante spiegazioni.
    Anche se ogni tanto il mio essere così introversa mi crea un po' di disagio, ho imparato a conviverci.

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    1. Che bello, non ho mai conosciuto nessun altro che non è mai stato all'asilo ^.^ Infatti quando lo dico sembra chissà che stranezza XD

      Io col tempo sono cambiata davvero molto sotto questo aspetto; prima davvero, ero proprio intimidita quasi dagli sconosciuti o dalle situazioni nuove. Ora sto sempre ancora un po' in disparte ma ho imparato anche a muovermi meglio "nel mondo".
      Sarà che crescendo impari o sarà stato anche il fatto di essere andata all'università completamente sola e quindi "obbligata" a gestire anche questa parte di me e degli altri.
      Certo non so se, anche guardandomi indietro, mi definirei proprio "a bassa voce" perché la voglia di far sentire sempre la mia opinione l'avevo anche mentre arrossivo per un semplice ciao ^.^ ed ovviamente molti criticano questa parte di me, ma che posso farci? Io sono così, chi vuole qualcosa di diverso sicuramente non vuole me, quindi...
      Un abbraccio :-*
      Ps. Le ore a leggere libri sono le migliori

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    2. Comunque neanche io sono stato all'asilo. E ringrazio mamma ;)

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    3. Che bello, personalmente non conosco nessuno che non ci è mai stato ^.^

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  5. Cambiamo. Semplicemente. Varia la nostra mente e il corpo prepara la strada, insieme. Variano le esperienze e i sentimenti. Mai uguali e sempre gli stessi.
    Un sorriso per la giornata.
    ^___^

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    1. Mai uguali e sempre gli stessi forse è quello che serve essere più di tutto

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  6. ad 8 anni ero, invece, una bambina estroversa e lontana mille miglia dalla timidezza...
    oggi di lei rimane poco, troppo poco, la leggerezza che aveva, la gioia che esprimeva nelle parole e nei gesti...
    io...

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    1. Penso che quella leggerezza rimanga veramente poco ed a pochi, quando si cresce

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  7. Nel 2001 ero già separato. Quanto meno alla fine del 2001.

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    1. Ed io ancora probabilmente nel 2001 non capivo bene la definizione di divorzio

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  8. Ciao Paola, posso comprendere, le similitudine che ci riguardano ogni sbucano fuori, quindi posso capire e da semprè so che non sei marmo tutt'altro.
    Tante volte avrei voluto incontrare me bambina per potergli dare quell'abbraccio e rassicurare solo di una cosa 'che andrà sempre e comunque tutto bene'.
    Un abbraccio.

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    1. Credo che sia un gesto dolcissimo e comune a tanti, avere il desiderio di rassicurare sé stessi bambini. E' molto indicativo..un abbraccio anche a te

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  9. Bella la mia piccolina che se potessi averla qui la ricoprirei anch'io di abbracci.
    Logico crescere prendere coscienza di molte cose, cambiare qualche atteggiamento, stare sulle difensive a volte (che non fa mai male) dire ciò che si pensa( rarissimo) ..insomma si cresce e la mia bimba è diventata una donna e che donna con i fiocchi e i controfiocchi!
    Ti stringo forte!

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    1. Ti ringrazio per la fiducia che mi dai sempre, Nellina :-* Non so se sono poi così vicina ad essere la donna che con dolcezza mi indichi di essere, ma per ora mi vado bene così, forse adesso più che mai vicina alla me del 2001.
      Sono però certa che tu lo sia davvero, dolce e forte come dimostri nei tuoi commenti e nei tuoi post :-*
      Un abbraccio infinito

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  10. Ho visto tante tue belle foto di quell'età lì, e anche di qualche anno prima e dopo. E sicuramente nell'aspetto ti somigli, anche tanto, pur con qualche differenza, ma il faccino quello era, assolutamente, e pure le espressioni. Sul carattere beh, è normale cambiare nel tempo e col tempo, anche proprio per le naturali fasi della vita dove "passiamo" e che ci modificano inevitabilmente.
    In ogni caso sarebbe certamente particolare incontrare se stessi da piccoli, chissà se ci riconosceremmo, se il "piccolo noi" riuscirebbe a capire chi siamo. Io credo di si, no? che almeno gli risulteremmo "familiari".
    Comunque sia tu sei come sei, oggi, anche per quello che sei stata ieri, questo ricordalo sempre, anche se poi non deve diventare nemmeno un "limite" questa consapevolezza. E allora, se è davvero così, faresti bene ad abbracciarti, l'unica differenza è che, magari, io al posto tuo rimarrei un pochino di più, perchè andartene senza dire una parola, potresti anzi ri-imparare tantissimo da quella te, ci scommetto :)

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    1. Penso, forse non solo io, che io da me non abbia poi troppo da imparare. Quindi grazie della tua fiducia, ma si, penso che mi limiterei ad abbracciarmi solamente, che a volte serve solo quello e sicuramente a quella bambina lì servirebbe il suo silenzio, per collegarmi ad un altro commento ed un altro post.

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  11. Arrivo in ritardo con lo scrivere, ma arrivo. Leggererti è, sempre, un vero piacere, per svariati motivi, ma leggere che non sei andata all'asilo ha scaturito una bella risata piena di incredibile, perché ho capito il perché e da dove avevano inizio le tante cose che ci accomunano caratterialmente. Ringrazia tanto tua madre per il bellissimo dono che ti ha fatto: da adulta l'ho ringraziata tante volte, perché è stata brava e generosa nel capire e nel regalarmi quello che mi serviva, in quel momento. A differenza di mia sorella, che correva felice all'interno dell'asilo, (tantissime volte l'ho accompagnata) io adoravo rientrare a casa, mano nella mano, con mamma. Un abbraccio.
    Paola

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    1. Anche a me piace tanto, ed addolcisce ancora di più, leggere che ci sono molte cose che condividiamo.
      Non ho mai pensato, in effetti, di ringraziare mia madre per la concessione che ha reso a me -ed a mia sorella minore, anche, mentre le altre 3 ci sono andate tranquillamente- ma penso che dovrei davvero.
      E' bello sentire che qualcuno capisce quello di cui abbiamo bisogno e che, nonostante i sacrifici che comporta, decida di farci felici lo stesso.

      Ti mando un grande abbraccio e ti ringrazio, come sempre

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  12. Anche io ero timida, ma all'asilo non ho rinunciato. Mi a poi aiutato l'Università a sanare questa situazione che mi allontanava tanto del mondo.

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    1. Ha poi aiutato...scusa ho sbagliato

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    2. Io invece mi sono presa da sola il giusto tempo per "esplorare" i confini e decidere quando oltrepassarli nel modo giusto. I luoghi come l'asilo o peggio il catechismo mi hanno sempre messo una certa ansia :-/

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Io credo soltanto nella parola. La parola ferisce, la parola convince, la parola placa. Questo, per me, è il senso dello scrivere.