sabato 27 febbraio 2021

Sta quasi per piacermi

Il primo passo è spogliarsi.

Sbottonare insicurezze, una dopo l'altra, sentire l'addome e le spalle alleggerirsi, e scoprire che anche così non fa poi proprio così freddo.

Slacciare le paure legate alla vita, ai fianchi, che ci fanno sentire bene perché proprio su misura per noi, quasi disegnate addosso. Abituati ad averle lì, come nodo sicuro a cui aggrapparci, non ci rendiamo conto di quante volte siano più un cappio che una boa.

Sfilarsi i pregiudizi, partendo dai piedi, scivolare sulle caviglie sottili e scoprire poco a poco quanti ne avevamo addosso, come collant invisibili infilati uno sull'altro.
E rendersi conto, con sorpresa, che la maggior parte di loro era verso noi stessi, non verso gli altri.

Togliersi di dosso quel velo di inquietudine adagiato sulla pelle ed accarezzare il mondo con il proprio corpo nudo.
Accarezzare il corpo nudo con il proprio mondo.

Il primo passo è spogliarsi.
Riconoscere le proprie sfumature, le luci e le ombre, i lividi -le mie gambe ne son sempre piene- e non aver fretta di coprirsi ancora.
Ché solo così si può essere certi di poter scegliere, poi, i capi più adatti.

Il primo passo è spogliarsi.
Chi sei davanti allo specchio?

A chi non è come neve... 

sabato 6 febbraio 2021

In piedi sulle porte

Mi lecco le ferite ma non sono un talento in questo. Ogni tanto la mia lingua è come il sale; più mi sfioro e più mi faccio male.

Qualche giorno fa la mattina mi è esplosa all'altezza del cuore: un cielo meravigliosamente azzurro come l'anima dei bambini ed un freddo a schegge che fumava instancabilmente il fiato.
Ho passato tutto il tragitto verso il lavoro a giocarci, sovrappensiero. Potessero anche le mie paure volare via così: come mini esplosioni di vapore schiuse tra le labbra.

È che per costruirsi ci vuole tempo.
Non è che possiamo spacchettarci come se nulla fosse e poi iniziare ad intersecare tasselli senza nemmeno leggere le istruzioni.
È che per coltivare il sole ci vuole dedizione.
Non è che ci si possa aspettare di aprire la finestra e trovare costantemente bel tempo.
Non è che si possa pretendere che qualcuno soffi via nuvoloni al posto nostro.

Ma non è detto che non vada poi bene anche camminare appesi ad un filo.
Di neve.

Oggi m'è venuto da scrivere in punta di tastiera.
Ero partita con l'idea di frantumare pezzi di vetro ed invece ancora prima di toccare terra si sono trasformati in piume.
Bianche e leggere, si sollevano ad ogni passo. 
Pensare che al loro posto avrei trovato decine di piccole schegge conficcate nella pelle.
Vedi a volte il sapersi prendere cura di sé.

Vedi a volte mettere lo zucchero al posto del sale.

A chi non è come neve...