lunedì 27 settembre 2021

Una nave in fondo al mare

 Se riuscissi a diventare specchio, forse mi guarderei con altri occhi.

Se riuscissi a diventare acqua, forse imparerei a nuotare.

Se riuscissi a diventare mare, forse non avrei paura di annegare. 

Se riuscissi a diventare cielo, forse non avrei bisogno di delle stelle. 

Se riuscissi a diventare fango, forse mi saprei sporcare. 

Se riuscissi a diventare buio, forse ti saprei spiegare. 

Se volessi diventare sole, forse ti saprei mostrare.

Ho l'umore perennemente in tempesta, mi inquieta ogni singola incrinatura dei miei pensieri. Rincorro incubi che mi impongo e ricaccio lacrime disperse come oasi nel deserto. Mi ero ripromessa di non cascarci più ma poi mi son ricordata che chi nasce scorpione non può morire rana. 

E chi l'ha detto che il tuo posto sia necessariamente dall'altra parte della riva? 

Se riuscissi a diventare specchio, forse non avrei bisogno di guardare.


Buon pomeriggio, a chi non è come neve... 

giovedì 9 settembre 2021

Un assolo di chitarra

Ci è voluto un pochino di tempo perché io venissi a prendermi.

Le mie ferie estive sono state le ferie meno ferie della storia delle ferie estive.
A parte il caldo atroce che, come anticipato, mi aveva appesantito l'anima già a Giugno, sono stata piacevolmente impegnata a fare da vice-mamma alla neonata e pre-annunciata Ludovica.

Mia nipote è nata, dopo un inaspettato parto cesareo -ché ha deciso di non girarsi e la sua scelta l'ha portata avanti fino alla fine, (brava amore della zia, poi di sta cosa ne riparliamo a tempo debito)- esattamente il giorno del compleanno di sua mamma, facendole il regalo sicuramente più bello della terra -ché le cose o si fanno in grande o non si fanno (segna anche questo, amore della zia, tra le cose da discutere quando sarai più grandicella).
Ed io, per ragioni logistiche che non sto qui a spiegarvi, ho passato quasi un mese a casa sua, meritandomi, si spera, almeno la nomina al concorso delle zie migliori del mondo.

E' stata decisamente l'esperienza più stancante, terrificante e stupenda della mia vita fino ad ora.
Mi sono sentita terrorizzata come una bambina il primo giorno di scuola; avevo paura di non essere d'aiuto a mia sorella, di non essere utile ad uno scricciolo di bambina -che, per la cronaca, è praticamente una bomboniera in miniatura- e di non saper regolare la stanchezza, dal momento che venivo già da notti insonni e giorni un pochino così.

Invece, una volta vista quella nana spelacchiata, tutte le paure, le insicurezze ed i dubbi si sono sciolti come burro al sole.
Ho re-imparato a tenerla in braccio, facendo attenzione alla testolina, alle manine morbide, ai piedini scalcianti; perché quando sei abituato ai bambini ormai cresciuti sembra quasi che quei momenti in cui sono così fragili, così piccoli, siano chissà quanto lontani, magari mai esistiti.
Ho passato notti sveglia insieme a lei ed alla sua mamma a cullarla tra pianti, pannolini e poppate andate a vuoto; ho sonnecchiato pomeriggi sul divano con un occhio sempre vigile perché il primo mini-infarto dovuto al rigurgito del latte durante il suo sonno in culla ci è bastato da lezione; ma ho anche lavato piatti, passato aspirapolveri ed intrattenuto i fratellini più grandi perché anche solo alleggerire mia sorella da piccoli impegni quotidiani ha significato tanto per me.

E' stato così bello, così intenso, così nuovo che quando è arrivato il momento di tornare a lavoro mi sono sentita malinconica e triste, come quando si prepara la valigia prima di un viaggio importantissimo.
Ma d'altronde è questo quello che fanno le zie, le sorelle che ambiscono ad essere le migliori del mondo, arrivano quando serve e vanno via quando serve.

Che tanto la scricciola è ad un passo da me;
Che tanto, come tutti gli altri nani della mia famiglia, me li porto nel cuore ovunque vada;
Che tanto, il test è superato.

Ci è voluto tempo, ma sono tornata a prendermi.
Ho bisogno di restare, adesso.

Una buona serata, a chi non è come neve...