martedì 25 febbraio 2014

Più in la di ogni domani

Sto precipitando amore mio
come la pioggia sul tuo viso,
come il cielo quando crolla all'improvviso.
Se la tua bellezza è furiosa e nobile
e' qualcosa che somiglia alle parte migliore di me.


Ho chiesto 'che colore pensi ti darei?'.
'Il verde, forse il rosso'.
No, il blu.

Dal verde scorgere il blu. Dal marrone scorgere il blu. Dal blu scorgere il blu.
In altri termini, da uno sguardo intravedere l'immenso.

Il blu per eccellenza, il mio blu per eccellenza, è il cielo.

Un cielo aperto fa paura. Immenso come null'altro al mondo, tanto da essere quasi claustrofobico. Nessun punto di riferimento; puoi al massimo affidarti a qualche nuvola, ma quelle sono leggere, si fanno portare via dal vento, e a furia di seguirle ti perderesti ulteriormente, trovandoti ovunque ma in nessun posto.

Un cielo aperto fa paura. Ti incanta con le sue stelle, ti offre la luna nella quale specchiarti, ma all'improvviso si strappa i pezzi di se in fulmini e tuoni. E potresti chiudere gli occhi e cercare di fuggire la paura, ma sai che non potresti mai prevederli prima che loro sorprendano te.

Un cielo aperto fa paura. Non ha certezze nella sua statica dinamicità. Sai che è li, sai che può essere limpido, freddo, rosso, coperto, squarciato. Ma mica puoi prevedere quando decide di essere come.

Per questo uno pensa che sia meglio rimanere a terra e godersi lo spettacolo da un prato, al sicuro.

Un giorno, però, guardi il verde e (oltre a pensare che sia una delle cose più belle che tu abbia mai visto), senza prevederlo, ti rendi conto che sei veramente oltre.

Allora potresti scegliere il rosso che è amore e passione, invece è il blu che sceglie te.

Sceglie te perché sa che è il momento adatto; sa che sei pronta. Vede le tue ali e ti insegna che un cielo aperto può essere percorso senza nuvole che ti sorreggano, senza stelle di riferimento che ti guidino. I tuoi passi si muovono quasi automaticamente perché la distanza è poca, hai tutto sotto controllo, l'angolo è quello che hai sempre circoscritto con le dita a mezz'aria.

Ti chiedi se sia possibile che qualcosa di concretamente minuscolo ti apra la porta verso un luogo diametralmente opposto; incroci di nuovo quello sguardo e pensi che si, tutto è possibile. Questo è possibile.

L'ho scoperto un giorno in cui ho scritto ed ho ricevuto risposta; l'ho scoperto a notte inoltrata quando il led lampeggiante segnava una mail non letta, poi un'altra, poi un'altra ancora...; l'ho scoperto un pomeriggio in cui un pavimento raccoglieva le mie lacrime, mentre mi chiedevo se stessi commettendo un errore più grande di me; l'ho capito durante un viaggio che mi portava lontana da casa mia ma mi avvicinava a qualcun altro che dalla parte opposta si allontanava da casa propria.

L'ho confermato nelle risate di una voce strana. Nei gesti inizialmente impacciati di un ex sconosciuto. Dentro una bufera che mi aveva fatta sua e che non faceva più danni, ma spostava le cose troppo ingombranti che io non avrei mai potuto sollevare da me.

Oggi il cielo aperto fuori ha il sapore di estate, ha un sole caldo che dalla finestra non mi da tregua.
Mi da la sensazione di 'domani'. Domani io ci sono, e non solo io. Domani io posso, e non solo io. Domani è tutto scritto ed io leggo una pagina al giorno, e non solo io.

Tutto qui: non solo io.

Non chiunque altro, insieme a me, ma tu.

''Tu che sai leggere nei miei pensieri.
Tu che sei la cosa che più mi spaventa.
Tu che mi ricordi che rivivo in tante cose.
Tu che sei uguale a me. 
Tu che sei il mio cielo.
Tu''


Che sei TU.

Ritrovarti in ogni canzone che ascolto, in ogni citazione che leggo, in ogni rigo che scopro. Associarti a qualsiasi concetto, a qualsiasi formula, a tutte le soluzioni adottabili. 
Perché sei TU. 
Qui dove tutto iniziava, li dove tutto continua.


E ti amerò più in la di ogni domani, più di ogni altro, di ciò che pensavi.  

Un buon pomeriggio, a chi non è come neve...

venerdì 21 febbraio 2014

Sarà il vento, sarà il tempo, sarà il fuoco?

Studenti universitari, smettetela di credere che gli esami si possono preparare in due settimane.
Paola, smettila di crederlo anche tu, che poi quando finisci la mente ti si riempie di cose strane.

Ad esempio, strano è stato il mio viaggio di ritorno.
Avete presente quando una persona saluta e non siete convinti al 100% che si stia rivolgendo a voi?Ecco, a me è capitato proprio sul pullman, perché il ragazzo in questione lo avevo davvero visto l'ultima volta diversi anni fa e non ci siamo mai rivolti la parola.
Solo che poi anche alla fermata mi ha risalutata quindi PENSO di aver scampato la figuraccia.

Però ora non so perché stia parlando di questa scena. Ma così è iniziato il mio viaggio. Mi siedo comodamente ed attendo mezzora che inizino le mie 3 ore di autostrada.

Penso a non so cosa. Alla settimana appena finita (che, tecnicamente parlando è appena iniziata); all'esame che mi ha mandata non poco in ansia; alla strada che ha qualcosa di diverso oggi. Penso al perché mi son seduta di nuovo sulla parte sinistra del pullman, che io preferisco la destra.

Poi odio, cavolo odio. E spero che chi occupa il posto subito dopo il mio non se ne accorga. Non so perché ho questa cosa nella testa e lascio che scorra dove vuole.
Io la conosco la soluzione al mio dilemma. Che dilemma non è.

Sento un bisogno quasi fisico di ascoltare un po' di musica. Qualche nota sale dal fondo del mezzo, ma è troppo lieve, non ne godo fino in fondo, quindi mi ributto indietro, sul sedile.

Mando un messaggio alle mie amiche, dico loro che sto sfogandomi, non chiedendo e ricevo quello che già so. Lascio che la mente corra dove deve; che facesse quello che vuole, in fondo torna sempre.

Senza sapere come, sorrido per un pensiero sciocco: è divertente pensare a come ci salviamo da noi stessi, senza accorgercene.

Come quando sentite quella vocina che vi dice 'va tutto bene, sei felice, sei contenta, ci sei, ma questo traguardo non lo tagliare ancora. Non avere fretta, può arrivare un momento migliore'.
E quando quella situazione finisce, quando tutto cambia, capisci che quella vocina, tra le righe, ti diceva 'tu non lo capisci, ancora, ma non è la felicità che ti appartiene, non è la contentezza che ti accompagnerà come desideri. Aspetta'.

Salvati.

Mi sono salvata. E mi son divertita a rendermene conto. Poi ho odiato di nuovo.
Però ho anche amato: in un flash mi son ricordata che avevo messo le cuffiette nel taschino della valigetta del PC. Quindi gioisco e chiudo gli occhi.

Scrivo alle mie sorelle. Sono ad un'ora e mezza da casa. Andrò a prendere il mio nipotino a scuola calcio insieme alla sua mamma ed incontrerò l'altra mia sorella in un negozio, con Scarabocchio e nonna.

Lo stesso pensiero che mi ha incatenata un po' durante il viaggio mi accompagnerà buona parte della notte. Ma la mattina tutto sparisce con l'alba.

Ognuno si salva come può.

Buona notte, a chi non è come neve...

sabato 15 febbraio 2014

... è così semplice, è così profondo che azzera tutto il resto ...

E' curioso pensare a quanto le persone che ci stanno vicino influenzino o modifichino le nostre abitudini al punto che, prendendone atto, ci si accorge che non si può praticamente più tornare indietro, come se quello che adesso ci appartiene e ci ha modificato sia da sempre parte di noi. Volendo fare un esempio probabilmente di quelli non indimenticabili ma che almeno aiutano a capire forse il concetto, è un po' come quando per una vita hai sempre lasciato asciugare naturalmente i tuoi capelli senza utilizzare il phon e adesso invece non dico che sia la prima cosa che pensi appena hai finito di far la doccia perchè mentirei, non è neanche la seconda o la terza, ma almeno valuti seriamente la possibilità di farlo, e poi il più delle volte lo fai. E lo fai perchè qualcuno ti ha fatto notare con premura che "poi sennò prendi freddo", e quindi cedi nonostante le iniziali ritrosie a simili delicatezze che non fanno parte della tua natura e malgrado quella sensazione quasi scocciante di esser messa in discussione tipica di noi Spartane toccate nell'orgoglio delle nostre tradizioni ed usanze più tipiche. Che poi in realtà lo sai che freddo non lo prenderesti comunque anche se non li asciughi, va così da sempre e di influenze non ne hai mai viste, eppure accontenti questa richiesta e quasi ne sorridi al pensiero, in barba alla fiaba della rana e dello scorpione che da sempre è il manifesto della tua vita: mia la vita, mia la natura, mie le regole, this is Sparta!

Ora, mi rendo conto che l'esempio sia davvero quello che è ma forse nella sua estrema essenzialità rivela qualcosa di importante: nella semplicità di un gesto e soprattutto nel realizzare ciò che ci porta a compierlo si possono trovare le risposte più vere, su di noi, su ciò che siamo e su quello che conta davvero. Perchè un cambiamento, anche il più semplice, voluto, causato o implicito che sia, è sempre frutto di una causa scatenante, di un motivo, nulla accade per caso e niente si modifica senza una ragione. E allora se ti rendi conto che anche la più banale delle cose della tua vita è stata modificata puoi star certa che dietro c'è sempre una motivazione, piccola o grande che sia, si tratti dell'uso di un phon o della decisione più importante da prendere. Tutto sta a scorgerla.

Nel tempo la vita di ognuno di noi cambia continuamente, così velocemente che a volte neanche ci accorgiamo quanto, e oggi siamo certamente diversi da quello che eravamo ieri e quindi un po' più simili a ciò che saremo domani, e se non simili sicuramente più vicini, almeno temporalmente. Ma ciò che più importa è che i cambiamenti che affrontiamo e che saggiano la nostra pelle e la nostra anima ci portino sempre più a conoscere noi stessi ed a toccare con mano le più piccole sfaccettature che ci appartengono. E se in tutto questo riusciamo a scorgere e ad identificare quello che muove le nostre abitudini e scelte di ogni giorno, dal gesto apparentemente più insignificante alle grandi decisioni, allora probabilmente siamo a buon punto per provare a capirci davvero qualcosa.

Anche se ovviamente non è sempre facile avvedersene, talvolta un cambiamento viene compreso a fondo solo svariato tempo dopo, oppure in altre circostanze è talmente repentino e quasi automatico da non venire per questo subito realizzato completamente. Ma al dunque rimane il fatto, tangibile, che è avvenuto, e che ci ha indirizzato come tutto quello che ci capita da sempre in una direzione ben precisa, che è la nostra. Basta solo accorgersene e scegliere di percorrerla senza farle inutile resistenza, e la riuscita dipende dagli occhi di chi guarda. Probabilmente davvero tutto tutto dipende dagli occhi di chi guarda.

Si, forse oggi ho filosofeggiato un pochino troppo e di certo oltre il necessario, ma nel Paese è tempo di crisi e nel magico mondo universitario di esami, dove anzi il più delle volte le due cose si fondono perfettamente assieme e questo è proprio uno di quei casi. E poi ho un babbonchio chiacchierone che mi ha fuso il cervello più dello studio stesso cui fare da badante e quindi mi auguro di venire compresa se questo pezzo, a conti fatti, dica davvero quasi nulla di sensato e sia scritto in un modo talmente differente dal solito da far quasi dubitare me stessa di averlo scritto proprio io *_*

Una buona serata, a chi non è come neve...


lunedì 10 febbraio 2014

Mentre chi odia trema

Ho passato tanto tempo a chiedermi se la mia felicità valesse la tristezza altrui.
Ho fatto scelte, chiuso porte, strappato fogli e poi mi son chiesta se fossi un'egoista irriconoscente.

Così silenziosamente, perché dicono che si può soffrire anche così, mi son portata dietro un peso che non doveva essere mio ma che non sapevo a chi affidare.

Ho taciuto parole, disperso pensieri, cancellato scene perché non erano parte del mio spettacolo e ho invitato gli spettatori a salire dietro le quinte perché li ero io, io veramente.

Fuori è rimasto chi non voleva vedere quello che avevo da mostrare perché troppo attento ai dettagli. Ed i dettagli ti fregano sempre. Ti fregano perché non tutto è come sembra.

E quindi ho passato momenti interminabili a guardarmi dietro le spalle con tutto quello che non avevo scelto e non mi davo pace perché mi sentivo imperfetta.
Incapace, forse, di ringraziare chi mi aveva assicurato parecchio?

Mi dicevo che non era colpa mia. La vita va così. Le mie scelte condizionano quelle degli altri e quelle degli altri influenzano le mie. Era giusto, ma io non ci credevo troppo perché, dove guardavo, io ero sbagliata e loro l'oro (tanto per citare Tiziano).

Finalmente, l'ultima volta che mi son guardata alle spalle, tra le altre cose, ho intravisto la mia schiena nuda. E ci ho trovato i miei segni. E li ho amati profondamente e mi son vista bellissima perché non erano i miei occhi a guardare, ma gli occhi più belli del mondo. E ho guardato quelle linee e quell'inchiostro; le sfumature e gli angoli più netti ed erano e sono il tatuaggio più bello che potessi lasciare indelebilmente li.

Chissà se chi ha trovato la porta chiusa adesso mi odia? Chissà se sarò una pagina da non leggere mai più?
Io non lo so, ma stasera sono felice. Non sono io a dover sostenere questo esame. Non sono io a dover rispondere a queste domande.

Non lo sono mai stata, in realtà.

Tutto il giorno ho canticchiato queste quattro parole.
Mentre chi odia trema
Solo loro, senza motivo, senza completare la frase come faccio ogni volta, e non ci vedevo nulla di memorabile. 

Poi ho acceso il computer senza voler scrivere, canticchiando ancora quella frase a metà ed ho capito.

Ha ragione il cantautore che amo.

Ridere di ogni problema mentre chi odia trema.

Io sto ridendo. Se scorgete qualcuno che trema...adesso saprete il perché.

Mi hanno detto che quando scrivo tendo ad essere criptica. Penso che questo sia uno dei post più strani che abbia mai ideato, anche per me che mi capisco. Ma sono in assoluto le parole più semplici che potessi dirmi. Sorrido (davvero, non poeticamente, eh), mi so di matta.

Una buona serata, a chi non è come neve...

domenica 2 febbraio 2014

Tutto sembra, sembra niente e niente c'è

Come quando ti svegli una mattina e ti accorgi che un'altra vita condivide il tuo stesso orizzonte e sta percorrendo le tue stesse strade. 
Un po' come quando ascolti una canzone con una cuffietta perché l'altra 
l'hai appena porta al tuo compagno di viaggio seduto al tuo fianco.


Si. Un po' così.

C'è la mia scrivania dietro cui sto tanto, tanto bene. Ha diversi cassetti ed io li apro quotidianamente. Conosco benissimo il loro contenuto, quasi a memoria.
Una mattina, sorridendo, in uno ci scopro un dettaglio interessante. Dettaglio scontato, ma sempre interessante. Sul fondo, ben nascosto ma non invisibile, trovo un sogno.
Immotivatamente me ne compiaccio. Non ce l'ho messo io. Ma è come se ne fossi l'autrice.
Mi sorprendo, ma chiudo il cassetto ancora col sorriso. Non lo scruto. E' come se sapessi già cosa vedrei pur non avendolo mai immaginato.

Chissà se c'è sempre stato ed io non ho mai guardato bene. O non ho mai voluto vederlo e lo ricoprivo con cartacce e libri.


Perché quando ti svegli quella mattina, proprio dopo aver scoperto una sorpresa nel cassetto della scrivania, cominci a pensare a quanto sia strano che la tua vita sia legata a quella di qualcun altro.
Vedi il suo riflesso sul finestrino e la trasparenza proietta quel viso sul paesaggio che ti scorre davanti. E pensi che sia una bella metafora, perché nel concreto, anche senza finestrini e riflessi, il viso del tuo compagno di viaggio te lo immagini ovunque.

Te ne stai su questo sedile scomodo, ad ascoltare la canzone che chissà da chi dei due è stata scelta e non puoi isolarti perché, con una cuffietta sola, non puoi non sentire tutto quello che ti sta attorno. Ed uno ti chiede 'Ma chi te la fa fare quando potresti startene comoda, sola, scegliendo le note che più desideri solo per te?'. E tu non puoi rispondere. 
Non puoi spiegare la bellezza di sentire la tua mano stretta ad un'altra che ha la pelle della morbidezza perfetta per sfiorarti. Non puoi spiegare il fatto che sentire una testa poggiata sulla tua spalla non pesa per nulla, ma, al contrario ti libera in un attimo.
Non puoi e non devi spiegare che va bene ascoltare una canzone 'a metà' constatando che la melodia più bella non ha spartiti né note.


Un po' come quando scatti una foto. Non sei da sola e, volente o nolente, quell'immagine rimarrà li per chi la vorrà tenere. Magari tu la strapperai con la rabbia di farla sparire per sempre, ma altrove ci sarà chi la conserverà. 
E tu non potrai farci nulla.


Si. Un po' così.

Ed è strano ma bello. Bello per chi ha la forza di vederci la magia nascosta. Perché alcune cose le dai per scontate. Svegliarti e trovare un SMS col buongiorno è la cosa più comune del mondo. A meno che tu non ti metta a pensare che il mittente del messaggio appena aperti gli occhi pensa già a te ed inizia a comporre frasi, quasi poesie, per dirti 'Io ci sono anche alle 6.00 del mattino. E ci sono per te'.
Premere un pulsante ed immortalare un momento è quasi automatico. A meno che tu non ti metta a pensare che quella foto è stata scattata per non dimenticare più. Comunque vada, qualsiasi cosa accada, c'è chi vuole ricordarti per sempre. Perché una foto è per sempre, non un gioiello.


E' la consapevolezza più bella, complicata ma semplice del mondo.

Io ci sono, tu ci sei. 

Ci sono gli occhi più belli del mondo che si spalancano a guardare i tuoi e ti perdi in tre puntini più scuri in tutto quel verde, come ad esaltare la purezza della visione che stai ammirando.

Ci sono i gesti più dolci del mondo che ti vengono regalati per il semplice fatto che esisti, come se la tua vita fosse chissà quale capolavoro; come se avessi chissà quale missione da portare a termine e devi essere ricompensata di ciò.

Ci sono i 'si' più sinceri del mondo che ti senti in risposta a tutte le tue richieste, pur assurde che siano. E ci sono, ancora, le risate per una battuta che si capisce solo in due; c'è la complicità di un momento che dura più di un secondo.

Ci sono i km che pesano appena un passo; ci sono i treni sempre in ritardo e le cene ed i pranzi improvvisati che sanno di stella Michelin; ci sono peluche su un tavolino, CD su una mensola; ci sono profumi che ne creano uno singolo; ci sono fogli nascosti e bigliettini sparsi.

Ci sono cinque lettere e due parole. Ed un nome. Meraviglioso.

C'è tutto dove non niente c'è.

Se potessi far tornare indietro il mondo
Farei tornare poi senz'altro te.
Per un attimo di eterno e di profondo
In cui tutto sembra, sembra niente e niente c'è.

Tenersi stretto, stretto in tasca il mondo
Per poi ridarlo un giorno solo a te.
A te che non sei parte dell'immenso
Ma l'immenso che fa parte solo di te.
Solo di te...

Una buona serata, a chi non è come neve...