giovedì 20 dicembre 2018

It's Christmas time: i miei Natali del passato

Credo sia la prima volta in cui Moz mi tagga per qualche gioco e quindi come avrei potuto dire di no?
Le regole le conoscete e sapete già che tanto le disattenderò:
1- Elencare tutto ciò che è stato un simbolo dei nostri Natali del passato, in base ai vari macroargomenti forniti;
2- Avvisare Moz dell'eventuale post realizzato, contattandolo in privato o lasciando un commento a
3- Taggare altri cinque bloggers, avvisandoli.

I miei Natali del passato

Giochi
I giochi da tavola nella mia famiglia sono un tasto dolente ed ora vi spiego perché. Noi siamo numerosi, tra sorelle, fidanzati, nipotini, consuoceri e spesso durante le feste cerchiamo di riunirci quanto più possibile; penserete che quindi siamo perfetti per i giochi di società...ed invece no ragazzi. Per colpa di questi momenti più di qualcuno ha rischiato il divorzio. Siamo tutti molto competitivi e quando si cerca di stare calmi c'è sempre qualcuno che aizza alla rissa!
Generalmente le liti venivano scatenate, in passato, da giochi di carte. Mi ricordo per esempio il piatto, il gioco in cui si puntavano soldi dentro un piatto (che sorpresa, eh?) mentre, sorprendentemente, pochissime volte abbiamo usato la tombola. Solo recentemente è tornata alla ribalta perché piace ai miei nipotini.

Film/televisione
A parte l'ovvio Mamma ho perso l'aereo, per me il film di Natale per eccellenza è il Grinch. Lo amo proprio. È divertente, tutto in rima ed ha anche un bel significato.
Non mi piace, invece, una poltrona per due ed ormai neanche lo ricordo più.

Canzone
Natale è Michael Bublé, ma quando ero piccola non lo conoscevo ancora. Per me le più belle canzoni di Natale, da piccola, erano quelle delle recite che facevamo a scuola....eeeh, come risuonano nella mia memoria bene ancora :-D

Cibo
In Calabria col cibo non si scherza, anche se io non sono una buona forchetta devo dire.
Comunque tipicamente si mangia-va: stocco e baccalà, gamberoni, grandi piatti di pasta col pesce e poi le zeppole (non quelle dolci), buonissime e che a quanto pare non sono molto famose risalendo per l'Italia. Tra i dolci, oltre al panettone (che non mi piace per i canditi) ed al pandoro (generalmente col gelato) la buonissima pignolata, che altrove è chiamata cicerchiata mi sa, le sammartine, i mustaccioli e le nacatole.

Luoghi
Il Natale per me è casa ed in passato infatti li ho trascorsi ho a casa mia o da mia sorella oppure dai suoceri di quest'ultima. Tutti rigorosamente insieme.

Libri
Nonostante io legga molto non mi viene in mente un libro propriamente natalizio. Però ho un ricordo di un libricino scritto a grandi caratteri che c'era a casa mia fino a qualche anno fa. Aveva una copertina rossa, morbida, con il titolo scritto o in nero o in oro, non lo ricordo. E mi pare che parlasse di un fiocco di neve però non ne sono certa al 111%. Non so che fine abbia fatto ma ora che mi è tornato in mente sarei felice se lo ritrovassi per rileggerlo.

Life
Per eccellenza, come vi ho detto, per me il Natale è decisamente la mia famiglia. Quando ero piccola mi è rimasto in mente l'immagine del nostro albero di Natale che allora si faceva rigorosamente vero. Mi ricordo distintamente il suo profumo, inimitabile direi, la consistenza dei suoi rami ed anche il fatto che probabilmente era pure spennatello perché è difficile trovare abeti veri e belli gonfi. Mi ricordo anche che una volta non si era attenti alle mode e la palline erano spesso impresentabili, grandi e con colori accozzati un po' qui e là. Per questo io ogni volta che faccio il mio albero di Natale ci metto dentro tanti colori, con stile ma anche tradizione.
Tra l'altro uno degli abeti della mia infanzia è stato piantato dietro casa mia, c'è ancora ed è più alta dei due piani della mia abitazione.
Un altro ricordo del mio Natale siamo io e mia sorella, entrambe piccole, che nella nostra ingenuità pensavamo ai regali da fare ai nostri genitori (e, sempre ingenuamente ma con tanta dolcezza, re-incartavamo oggetti già in casa da donare loro e mettere sotto l'albero).

Foto di un Natale passato
Nella foto che metterei c'è il mio papà giovanissimo che mi tiene in braccio piccolissima, con dietro l'albero agghindato. Io sono pienotta, con le guance colorate e quasi pelatina con un biondo che nel tempo si è scurito e mi ha lasciato i riflessi dorati. Lui è super riccio, super bello (si, ho preso da lui) e con una maglia a maniche corte (si, a maniche corte). Ha un sorriso bellissimo ed anche io me la rido sprezzante del mio doppio-mento da bambina pacioccosa. Sono vestita in modo discutibile (ma lo siete stati anche voi in quegli anni, non si scappa) e sono tanto felice (di essere la sua figlia preferita, ssssh)

Tag: non pervenuti.
Approfitto invece per fare a tutti i miei auguri di Natale perché probabilmente non avrò modo di scrivere altri post appositi. Spero sinceramente per ognuno di voi che le feste vadano al meglio e che sotto l'albero troviate qualche pensierino gradito perché i regali, quelli belli, invece non si possono scartare.
Vi auguro tanto amore, tanti abbracci, tanti dolci buoni e tante risate.
E se proprio volete, vi auguro una bella vincita alla tombola.

Una buona serata, a chi non è come neve...

venerdì 14 dicembre 2018

Ero sempre con me.

Ho 25 anni e qualche giorno fa ho preso per la prima volta il treno da sola.
Lo so, sono vecchia ormai, avrei dovuto farlo prima però a mia discolpa posso dire che essendo le linee ferroviarie della mia città semi-abbandonate non ne avevo mai avuto la necessità/il modo. Anche perché fino ad ora i viaggi verso Roma erano sempre stati organizzati in due.
Ma comunque, non ci distraiamo.

Il viaggio è iniziato ancora prima di iniziare.
Innanzitutto non so perché tra le mie sorelle e le mie amiche aleggiava il intrenodasola?!.
Ed in particolare le mie amiche si sono premurate di consigliarmi capi d'abbigliamento che dessero poco nell'occhio, come se di solito andassi in giro vestita in modo vistoso :)
In secondo luogo dovevo decidere se passare quelle sei ore e mezzo in un vagone semi-pieno, vuoto o semi-vuoto.
Ovviamente non volevo essere isolata da tutti, che non si sa mai quanta fiducia si possa dare all'umanità, ma non volevo neanche avere tutti attorno a me così ho cercato la via di mezzo.
Peccato che poi, il giorno della partenza, ho verificato che nonostante il vagone fosse semi-vuoto tre persone avevano deciso di circondare proprio la sottoscritta.
Sono così partite le scommesse su chi sarebbero stati i compagni di viaggio.

Arrivata in stazione (40 minuti di macchina dopo con papà perché come vi ho detto i treni della mia città sono un miraggio e quindi bisogna andare altrove; tra l'altro siamo arrivati praticamente per un pelo all'orario giusto) ho atteso il treno constatando che il solito maniaco che gira tra i binari con le mani sempre là dove potete immaginare non c'era ed ho sperato che fosse di buon auspicio.
Ma d'altronde se sono sopravvissuta cinque anni tornando dall'università da sola percorrendo una stradina isolata e senza luce...
Arrivato il treno e salutato papà, mi accomodo al mio posto; situazione vagone:
posti subito vicini a me vuoti; i posti sulla fila destra occupati da una coppia di coniugi piuttosto adulti e di fronte a loro un ragazzo probabilmente poco più grande di me. Penso di essere stata fortunata fino ad ora ma dopo un po' arriva il primo compagno di viaggio.
Un ragazzo ben vestito (per i gusti di mia sorella, a me non piace quello stile) che sta viaggiando per lavoro e che ha un accento terribile.
Fa amicizia con i coniugi accanto parlando delle solite cose: degli immigrati che ci rubano il lavoro, dei politici che sono tutti schiavi del potere e discorsi affini.

Siamo in viaggio da poco ma ho già capito tutto di tutti:
-la signora della coppia mi fa antipatia, è una di quelle che sparla un sacco di tutti;
-suo marito non pervenuto, infatti dormirà per tutto il tempo lanciando qualche frase di circostanza ogni tanto;
-il ragazzo di fronte a loro è un medico della mia Provincia, entrato da poco nel mondo del lavoro. Mi sembra un bravo ragazzo, non partecipa ai cori razzisti e si limita a sorridere ed a rispondere lo stretto necessario;
-il ragazzo accanto a me mi sa proprio di Calabrese tipico, comunque scende prima di tutti noi e non ci siamo scambiati neanche una parola.

Ed ecco che arriva la seconda coppia. Inizialmente penso che siano anche loro marito e moglie, poi ascolto un po' e capisco che sono madre e figlio. Sono molto grandi di età entrambi, lui ha un paio di occhiali spessi e già a pelle mi fa tanta tenerezza. Avrò modo di scoprire che non è del tutto auto-sufficiente e dipende molto dalla madre ma parla un italiano perfetto.
È molto garbato, comincia chiedendomi dove vado e da dove vengo, scusandosi se è troppo indiscreto. 
Chiacchiera molto e mi si riempie il cuore perché noto che è felicissimo di avere qualcuno con cui farlo. Racconta di conoscere tante città di Italia perché ha molti famigliari ed amici qui e là ed in particolare che ama Napoli. Mi sembra una persona molto buona, molto simpatica e si accende quando mi racconta di quanto ami cantare, di quanto i suoi amici siano felici della sua compagnia e della sua passione per il calcio.
Ed in tutte queste parentesi con tanto dispiacere noto che la signora che mi sembra antipatica conferma la mia impressione facendo delle battutine tra i denti che dimostrano una insensibilità già disegnata sul suo volto.
Invece io non ci trovo niente di criticabile in quello che il signore (che si chiama A) sta dicendo o facendo.
Parlando di musica mi chiede cortesemente se posso fargli sentire una canzone molto vecchia ed io la metto su YT; ne ascolta i primi secondi e fa per ridarmi il telefono ma io gli dico gentilmente che può sentirla tutta e lui ne è molto felice. A me che è costato?Niente. E lui quanto è stato contento? Tanto.

La mia gentilezza probabilmente è apprezzata perché finisce per darmi la mano e presentarsi ufficialmente dicendomi anche che ho un bel nome. Ne ho la conferma definitiva quando mi chiede il mio cognome perché in estate vorrebbe venire nella mia città e gli farebbe piacere incontrarmi di nuovo.
Ora dovete sapere che io generalmente sono molto restia a condividere le mie informazioni personali: pensate che non lascio la mia email a nessuno, figuratevi il mio nome e cognome. Eppure A mi sembra così genuino che gli concedo questa (per me preziosissima) informazione ed anzi, gli do' anche un importante indizio che sarà inequivocabilmente fondamentale per trovare la mia famiglia di origine.
La signora acida fa una battuta anche su questo ed allora io con nonchalance semplicemente le rispondo che può venire anche lei a trovarmi, che tanto siamo vicine e che ci ritroviamo tutti lì.
Non so se non se lo aspettava o se nella mia voce c'era un tono antipatico che non volevo mai lei incassa e non sa cosa dire, si rivolge ad A e cambia discorso salutandolo calorosamente.
In realtà devo dire che non è stata indisponente per tutto il tempo e che anche lei è stata alla conversazione ma non mi ha fatto comunque simpatia.

Alle 17.30 passate siamo a Termini, ci salutiamo e A, così come  la madre che è stata altrettanto di compagnia per tutto il viaggio, mi dice che sono stata molto gentile e simpatica rinnovandomi la sua voglia di venire a trovarmi l'anno prossimo.
Scendo dal treno con la mia piccola valigia che fa tutto tranne che seguire la direzione che le sto dando, tra la folla ho già perso A e la madre ma dall'altra parte, dietro un muro di gente, vedo invece un viso famigliare; quello che mi porta a Roma ormai a cadenza regolare e che ogni volta la rende un pochino di più casa mia.

Una buona giornata, a chi non è come neve...

venerdì 30 novembre 2018

...And it's made it's home inside...

Si dovrebbe già sapere, qui sul mio blog, che io sono una di quelle persone che sogna ogni notte e poi al risveglio si ricorda tutti i particolari. E dovrei avervi detto che a volte è capitato di sognare numeri di telefono che sono riuscita anche ad annotarmi una volta desta (e si, grazie alla magia di WhatsApp uno di questi ho scoperto essere davvero esistente (e poi, grazie alla magia di Internet sono anche risalita al proprietario)). Ma questa è un'altra storia.
Perché molto più spesso faccio incubi la cui trama è più o meno ricorrente. Ed accanto ai veri e propri incubi (di quelli che ti fanno svegliare sudata, con la pelle che brucia ed il cuore a mille) ci sono anche i brutti sogni, quelli che non ti fanno proprio paura però ti lasciano un bel po' di fastidio addosso.

È di uno di questi che voglio parlarvi adesso.
Ormai non conto più le volte in cui l'ho fatto: i contorni tutti intorno non sono importanti, perché cambiano più o meno sempre ma a rimanere uguale è un dettaglio preciso. Sogno spesso, infatti, di avere dentro in bocca qualcosa di pastoso che non mi permette di parlare bene.
Non è che non riesca proprio ad aprire la bocca ma mi viene difficile scandire le parole e soprattutto, la cosa che mi da più fastidio, è la sensazione quasi fisica che provo nell'avere questa sostanza che mi riempie tutto il palato.
Non so identificare che cosa sia, è come un chewingum ma un po' più duro; non so dirvi di che colore sia e come ci finisca nella mia bocca, non lo vedo mai. Quello che vedo sempre è che non riesco a guardarmi allo specchio per scoprire di cosa si tratti, me lo chiedo anche nel sogno, però provo a toglierla e questa cosa un po' si sfiletta e mentre la tiro sento proprio che si stacca dal mio palato e però più la tolgo più sembra che non finisca mai. Alla fine mi sveglio ma senza aver adempiuto al mio scopo, quello di liberarmi finalmente di tutto.

Le prime volte che ho fatto questo sogno ero parecchio infastidita dal senso di disgusto che mi assaliva perché, come detto, era come se, durante il sonno, sentissi proprio davvero la bocca impastata e bloccata. Poi con il tempo ci ho fatto l'abitudine perché sognarlo a cadenza regolare un po' ti assuefa.
Ho cercato su Internet per curiosità ed ho scoperto essere un sogno che ricorre comunemente tra le persone. Dicono anche che sia una manifestazione del dormiente dell'incapacità di comunicare bene con l'esterno. E per quanto io sia una scettica per natura sono abbastanza affascinata dal mondo onirico e dai suoi potenziali significati.
Che io non sia una grande comunicatrice ormai si sa, soprattutto per chi mi conosce nella vita reale. Non perché non abbia cose da dire e non perché non troverei le parole adatte per farlo, nel caso.
È solo per mia natura, forse mischiata ad un po' di timidezza e ad un po' di riservatezza. Delle volte, dopo aver fatto questo sogno, mi sono detta "è vero, volevo dire quella cosa in più e non ci sono riuscita"; altre volte, invece, almeno consciamente ho deciso che no, il sogno non stava rispecchiando il mio stato d'animo del momento.
E non ho utilizzato una parola a caso nella riga precedente perché, andando oltre con le ricerche, ho trovato una domanda precisa di una signora che diceva esattamente di sentirsi invece schietta e portata alla comunicazione e l'esperto le chiedeva di valutare se ciò fosse vero anche nell'inconscio.

Per quanto io sia molto introspettiva non mi va e non mi è mai andato, per ora, di scavare per vedere se fosse davvero così fino in fondo. Forse anche perché alla fine mi basta quello che dico e quello che non dico. Ed almeno da sveglia la mia bocca è libera di esternare quello che sento e che preferisco.
Magari prima o poi mi sveglierò felice finalmente di aver tolto questa maledetta sostanza appiccicaticcia dai miei sogni. O magari quella sarà più testarda di me e mi costringerà a fare un giretto nel mio io più intimo. Ed allora mi perderò sicuro, che io ho un senso dell'orientamento pari a zero, peggio di quello solo la mia ignoranza in geografia.
Ma mica posso essere perfetta in tutto, no? L'importante è andarci vicino.

Una buona giornata, a chi non è come neve...

lunedì 19 novembre 2018

Il sorriso bellissimo che dico io

Siete stati tutti dei tesori, devo dirlo, perché siete tornati a farmi gli auguri di buon compleanno ed io invece un po' un mostriciattolo ad avervi risposto così tardi. Ma vediamo se so spiegarvi perché e com'è andata!

Innanzitutto, il mio compleanno è iniziato con il primo regalo dal mio Rrrrromano che a mezzanotte precisa mi ha consegnato una scatolina con dentro ovviamente dei dolci (nello specifico gli ovetti Kinder) e poi, dato che sa che mi fa sempre tanto ridere, i biglietti per andare a vedere lo spettacolo di Pintus. Se non sapete chi è, non siamo più amici.
Al mattino, invece, è arrivato il regalo da parte della madre: dovete sapere che la poveretta, inizialmente, aveva avuto la cattiva idea di portarmi al centro commerciale a fare shopping, ma come vi avevo detto nel post precedente questo giro è stato in incubo; così si è rassegata anche lei e mi ha regalato una busta con dentro la possibilità di comprarmi quello che avrei voluto.

Il pomeriggio è trascorso vivendo una esperienza che volevo provare da un po' ed il mio fidanzato premuroso se lo è ricordato, quindi ci ha regalato (eravamo io, lui, i miei cognati ed un nostro amico dolcissiiiiimo) l'ingresso ad una escape room, il cui tema si addice perfettamente ai miei gusti splatter: zombi infettati da un virus.
Devo dire che la mia vena competitiva si è trattenuta tantissimo e non ho insultto o litigato con nessuno! Stavamo chiusi in questa stanza con enigmi difficilissimi e cercavamo le soluzioni varie per aprire le porte intermedie e poi quella finale e devo dire che, contro ogni pronostico, ce l'abbiamo fatta quasi per un pelo.
Siamo dei geni, diciamoclo (soprattutto io, muahah).
Tornati a casa, dopo una lunghissima telefonata con mamma ed una delle mie sorelle, il mio fidanzato ha avuto la malsana idea di giocare a Taboo. E lì niente, la mia vena competitiva è uscita eccome.
Urla, squalifiche, penalità. Pane per i miei denti.
Eravamo donne contro uomini ed indovinate quale squadra ha vinto? E nonostante gli imbrogli del Rrrromano (che si, è un imbroglione ma io sono furba come una volpe).
Prima del gioco avevano cercato di addolcirmi con il regalo dei miei cognati e del nostro amico, una borsa bellissima completa di portafoglio, porta documenti ed ombrello. Però no, come avrete capito non è servito (seppur il regalo sempre bellissimo è stato).
Infine, la serata si è conclusa nella mia pizzeria preferita dove ho mangiato la mia pizza preferita (che tanto io mangio solo quella, quindi) e dove abbiamo preso anche due dolci buonissimi.
Una giornata bellissima nella quale mi mancava solo la presenza della mia famiglia però a quello potrò rimediare presto sicuramente. Magari ci scappa la seconda festa muahaha.

Questo fine settimana invece siamo stati a Gaeta a vedere le luminarie. Innanzitutto, minuto di silenzio perché era così vicina a Latina...
E due, minuto di silenzio per il freddo che c'era; un vento terribile, mi si è congelata anch l'anima!
Le luci però bellissime, purtroppo non le abbiamo viste tutte perché faceva troppo freddo anche se io un altro po' avrei resistito nella mia giovinezza dal momento che ne valeva davvero la pena. Però è stato carino lo stesso, ve lo consiglio se siete vicini.
Adesso ho un paio di appuntamenti di cui vi parlerò presto perché mi piace tenervi un po' sulle spine (non è vero), per cui ho il tempo non scandito precisamente, ma un po' a sorpresa. Poi cercherò di tornare in Calabria nel momento adatto perché devo fare taaante cose. Ma figuratevi se non saprò organizzarmi bene!
Adesso vi saluto, vi ringrazio ancora per gli auguri che mi avete fatto e vi abbraccio forte!

Una buona giornata, a chi non è come neve...

venerdì 9 novembre 2018

E dopo quegli autunni ci piacevano da matti

Avrei tantissime novità da raccontarvi, però le scriverò quando saranno tutte completate.
Al momento mi trovo a Roma (quando tardo a rispondere ai commenti è soprattutto per questo, ormai lo avrete capito) ed ho con me solo metà dei vestiti che mi servirebbero perché sono partita senza ritorno e quindi non ho messo in conto il cambiamento climatico che invece sta arrivando.
Se il vostro consiglio è quello di mandarmi a fare shopping sappiate che siete delle persone cattive perché i negozi ce l'hanno con me e non hanno capi che mi piacciono.

Che cosa sto scrivendo in questo post, quindi?
Che domani la sottoscritta compie gli anni. E non un compleanno qualsiasi, uno di quelli che se fosse un matrimonio avrebbe pure un proprio colore. L'argento. Come quello che colorerà i miei capelli a breve visto l'inesorabile scorrere del tempo.
Tragedie a parte, non fatemi gli auguri oggi perché porta male e semmai siate cucciolosi e tornate domani (lo so, sono diventata pretenziosa). Piuttosto mi è venuta in mente una cosa da chiedervi.
So che molti di voi sono più adulti di me e mi è sempre piaciuto questo potermi rapportare con voi proprio per questa possibilità di leggere idee diverse e, soprattutto, per la possibilità di guardare da vicino molti modi diversi di vivere la vita.
Perché poi, ogni cosa, vi ha portato ad essere come siete solo perché avete vissuto esperienze che sono solo vostre e che vi rendono diversi da qualsiasi altra persona al mondo, anche da quella con cui vi sentite più simili.
Allora oggi sarei felice di leggere che cosa voi avreste voluto fare prima o durante i vostri venticinque anni; qualsiasi cosa, dal bagno a mezzanotte nell'oceano, al bungee jumping al rubare l'insegna del kebabbaro, al dormire tutto un giorno di fila.
Qualsiasi cosa, e per me sarà un regalo bellissimo leggere e magari ridere con voi delle vostre idee matte (oppure prenderne spunto, perchè no!).
Ovviamente l'invito vale anche per i miei coetanei o chi è più giovane di me, che mica sono una brutta persona che esclude le persone in base all'età :-D

Insomma un post breve che però vorrò riempire, stavolta, con le vostre di parole!
Vi ringrazio tanto, vi lascio riflettere e vi auguro una buona giornata.

A chi non è come neve....

mercoledì 24 ottobre 2018

Per distrarre la mia voglia di tornare

Ci sono tante cose su cui mi scappa da riflettere durante la giornata.
Chi di voi non hai mai pensato ai "se"? Credo che nessuno, anche il più bravo a resistere ai rimpianti, possa dire di non essersi mai trovato almeno una volta a chiedere ad uno specchio "e se quella volta?".
Io sono terribile col passato; non sono una di quelle che sorridendo dice "ma in fondo siamo qui anche grazie al passato". No, no. Io odio gli errori, non mi serve neanche addolcirmi la pillola dicendo che almeno ci hanno insegnato qualcosa; se l'ho detto probabilmente in quel momento potrei averci creduto ma no, sappiate che la vera me è questa qui.
Io cambierei tutte le cose che adesso, guardandomi indietro, non mi piacciono più.

E no, non sto ovviamente qui a creare una mappa temporale in cui cerco di predire il modo in cui questi cambiamenti avrebbero creato uno scompenso spazio/temporale tra ieri ed oggi.
Io vorrei non aver fatto o aver fatto delle cose a prescindere poi dall'essere qui.
Per esempio, la cosa che mi fa più rabbia è il pensiero del tempo perso; delle paure che si sono accavallate per colpa di questa o quella situazione.

E poi che cos'è una paura? Soggettivo.
Per me la paura è tutto quello che non posso controllare. Mica poco.
E di conseguenza, spesso, quello che non conosco.
C'è chi ha l'animo propenso all'avventura e poi però ha paura del giudizio degli altri, per dire, e chi a prima vista sembra un cucciolo impaurito incapace di camminare per strada da solo ma poi, al momento adatto, ti tira fuori due artigli così.
Io si, non amo perdere il controllo di quello che mi sta attorno; non mi faccio prendere dall'ansia se mi chiamano a svolgere un certo compito perché sono sicura di avere tutto quello che mi serve per riuscire con successo però allo stesso tempo ho mille e più paure che mi fermano pur avendo le carte giuste per andare.

E da dove vengono queste paure? Già.

Il più grande errore è mollare la prima volta. Molla quella singola volta e creerai un precedente; molla quella singola volta e penserai di poterlo/doverlo fare per sempre.
Ho deciso di non mollare quella prima volta ed oggi non ho più paura.
Ho mollato una volta ed ancora quelle paure mi perseguitano; però ho imparato che la prossima volta non ci sarà mai più una prossima volta.

Buona giornata, a chi non è come neve...

giovedì 18 ottobre 2018

Vorrei dirti, vorrei

Stavo pensando di voler scrivere, però non so che cosa. Ho tanti post che aleggiano un po' nella mia mente ed un po' tra le mie bozze ma non è quello che mi va.
Il meteo degli ultimi tempi riflette bene il mio umore recente.
Piove spesso all'improvviso, quasi sempre il cielo notturno è coperto da nuvoloni ed inavvertitamente, di notte, i fulmini squarciano il cielo accompagnati da tuoni lontani. E poi però c'è tempo anche per il sole che, diretto, brucia la pelle neanche fossimo ancora ad Agosto.

Ieri stavo sistemando i vecchi libri di scuola miei e delle mie sorelle, che io sono una di quelle che difende con forza i ricordi scritti e quindi ogni volta che mia madre mi paventa la possibilità di liberarci almeno dei libri inutili che nessuno userà più per fare spazio, io sfodero il mio ringhio famoso a tutta la famiglia ed i libri tornano al proprio posto.
Comunque, riordinando negli scatoloni ho ritrovato uno dei miei quaderni delle elementari. Non so se anche da voi si faceva così, ma la mia maestra di Italiano ci faceva attaccare i quaderni uno sull'altro, di modo che quando uno finiva avesse quello nuovo come naturale continuazione e così "non ci dimenticavamo delle cose studiate".
Quindi quello che ho trovato è stato un malloppetto di tre/quattro quaderni a righe saldamente incollati tra loro per immortalare praticamente un anno intero di scuola.
Mi ha fatto molto ridere quello che ci ho trovato dentro, perché uno degli esercizi che ci facevano fare spesso era il "penso e scrivo", quindi davo libero sfogo alla fantasia (anche se questa traccia in realtà è nata verso la quarta elementare, prima la forma era diversa ma non la sostanza).
In particolare, nelle pagine che ho letto parlavo di un mio peluche dicendo testualmente che la mia cuginetta "non poteva giudicarlo", di una formica che rientrava nella schiera dei miei animali domestici e della descrizione di una foglia in autunno che "aveva l'olfatto (non il profumo) di foglia".

Mi ha fatto tenerezza non quello che avevo materialmente scritto, quanto piuttosto l'immagine di come fossi arrivata a quelle idee.
Come fa un bambino a partorire certe frasi, certe idee? Come si formano nella sua testolina? Come si plasma un carattere?
Perché io sono diventata come sono, e voi invece siete diventati come siete?
È una cosa che mi affascina parecchio. L'inclinazione personale, l'indole.
Un po' conta l'ambiente, certo, ma molto ce lo mettiamo noi, diciamocelo.
Se io fossi nata là piuttosto che qua, sarei diversa.
E se avessi conosciuto loro piuttosto che loro, sarei diversa.
Ma forse mica tanto.

A proposito di bambini, in questi giorni ho passato tantissimo tempo con la mia nipotina con la quale ormai ho un rapporto bellissimo e fortissimo, senza mai nulla togliere ai maschietti.
Sono molto contenta del modo in cui mi cerca e del modo in cui anche un po' mi "teme", perché quando vorrebbe fare qualcosa che sa che non mi piace, anche se glielo lasciano fare i miei genitori o le mie sorelle, mi guarda per vedere se ha il mio consenso.
Mi ha anche rivelato un segreto che non sa nessuno e mi ha fatto tanto ridere perché è riuscita a rispondere anche alle mie domande "da grandi" senza scomporsi.
Però non sono la sua migliore amica, perché sono già zia quindi le due cariche si sovrappongono, suppongo; tuttavia spero che quando sarà più grandicella si potrà ricredere su questa storia.
In ogni caso siccome le permetto di darmi i pizzicotti che tanto ama penso che un po' me lo meriterei pure. Tratteremo la cosa e vi farò sapere.

Vi sto scrivendo con la mia bella lampada-luna la cui luce interrompe il restante buio continuo della stanza e non mi fa pensare ad altro se non alla bella doccia cocente che sto per fare.
Già sento le narici ed i polmoni inebriarsi del mio buonissimo bagnoschiuma verde che sa di abete, di bollicine e di infanzia, tanto per rimanere in tema.

Allora, mentre io mi godo almeno la restante parte della mia, auguro una buona serata a chi non è come neve...

mercoledì 10 ottobre 2018

Musica più forte

In questi giorni ha piovuto tantissimo. Anche ieri pomeriggio, nonostante una porzione di cielo fosse completamente libera di nuvole, ha cominciato a piovere senza sosta.
Ieri sera, invece, nel buio completo le stelle brillavano di una luce meravigliosa.
Mi sono sdraiata sul divano con le finestre del balcone completamente spalancate, con una vista mozzafiato; inconfondibile dietro la casa di fronte a me stava cominciando a salire la cintura di Orione. L'ho fissata muoversi lentamente, quasi impercettibilmente, ma inesorabile. Come la vita.
Con gli occhi gonfi ed il mal di testa pulsante.

Mezz'ora prima, nello stesso buio della stessa notte, abbiamo scoperto che il cuoricino della mia cagnolina aveva messo di battere.
Laika era decisamente anziana, ma questo significa che è l'amica più di lunga data che avevamo io e mia sorella.
Se pensate che alle elementari avevo già foto di lei, potete constatare che siamo cresciute praticamente tutte e tre insieme.
Ricordo distintamente il giorno in cui mamma e papà la portarono a casa -regalataci da un amico che li addestrava per la Guardia di Finanza, ce l'aveva nel sangue la disciplina, nonostante non si fosse mai arresa all'idea di farsi insegnare dei semplici trucchetti da animale domestico.
Io e mia sorella eravamo fuori, sul tavolo di granito bianco che stava proprio davanti la porta, emozionate per l'arrivo di questa cagnolina coi colori tipici del pastore tedesco ed incuriosite perché, nonostante prima di lei ci fossero stati altri cagnolini in casa mia, era la vera, prima volta in cui noi sentivamo di avere un animale domestico tutto nostro.
Da lì in poi non ho una vera e propria cronologia dei ricordi insieme, ma tanti piccoli frammenti che ripercorrono quasi una vita intera fino ad oggi.

Ci passavamo pomeriggi interi, con questa cagnetta dalla pazienza disarmante; per un certo periodo riusciva a sopportare anche altri cani ed i gatti però poi col tempo era diventata più territoriale e sopportava solo quelli di propria discendenza (ed infatti ci ha regalato Tiger, che ora è diventata di diritto la capostipite del branco -perché si, ho un branco di cani a casa!), bandendo quindi i felini.
Era la più protettiva verso la nostra famiglia e la nostra casa ed anche se negli ultimi tempi la vecchiaia l'aveva ovviamente impigrita, continuava a dettare legge su tutti gli altri componenti del branco, che la temevano e si rimettevano al suo essere lei, la regina.
Anche se a ben pensarci, regina non è il modo in cui definirei la sua indole.
Elegantissima nei movimenti, come lo sanno essere solo le femmine di una specie; educata senza mai scordarsi completamente del proprio istinto selvaggio, se decideva di volere qualcosa, che fosse essa stare dentro casa, o rannicchiata in un punto piuttosto che in un altro, non ci rinunciava a meno che non ricevesse in cambio qualcosa di ugualmente profittevole per lei.
Quindi c'era una regola implicita per cui lei, fino all'ultimo giorno nonostante l'età, quando approfittava del portone aperto al nostro rientro a tarda ora per infilarsi dentro casa, era disposta ad uscire solo previa ricompensa alimentare da parte nostra (generalmente preferiva le sottilette). 
Qualche volte saltava l'accordo e con un balzo afferrava il cibo direttamente dalle mani, poi tornava in cucina con noncuranza, con la consapevolezza che tanto ci saremmo stancate prima noi di lei e quindi si preparava alla doppia razione di fuori pasto.

Aveva perfino superato un incidente (ovviamente involontario) con l'auto, che l'aveva costretta a letto per un po' di giorni e che, alla fine, le aveva regalato semplicemente un'andatura meno precisa. Per questo non era decisamente una regina, era una vera guerriera. È in quel momento che abbiamo creduto si stesse arrendendo e che ci siamo rese conto di quanto sia vero che i cani hanno assolutamente un'anima; quando da quegli occhi usciva una richiesta di aiuto silenziosa e noi l'abbiamo fatto, chiamando il miglior veterinario e comprando tutte le medicine necessarie perché avesse modo di rimettersi in piedi.
Questa volta invece non c'è stato modo di farlo, perché non esiste cura contro il tempo e contro la vita stessa.

L'unica cosa che ci resta davvero, per quanto banale, è il ricordo.
È per questo motivo che ho scritto questo post, seppur un po' con gli occhi lucidi; non per tristezza, non per raccontare, solo per ricordare. 
E sicuramente tra tanti, tanti anni avrò modo di ricordarmi dell'amica a quattro zampe più fedele per me e mia sorella, l'unica che ha riempito tutta la nostra infanzia di affetto, divertimento e giochi senza chiedere assolutamente niente in cambio, solo altro tempo per giocare.

Una buona serata, a chi non è come neve...

martedì 25 settembre 2018

Ma il silenzio fa rumore e gli occhi hanno un amplificatore

In questi giorni dire che sto dormendo poco è essere ottimista.
Sono sempre stata abituata a questi ritmi incoscienti, eppure ultimamente ho gli occhi appiccicati che non vorrebbero arrendersi alla luce del mattino non mi danno tregua.
La mancanza di sonno, o meglio la recente incapacità di conciliarlo, è compensata da questa irresistibile voglia che ho di fare la doccia.
Praticamente in questi ultimi quattro giorni sono stata più a contatto con l'acqua che col cuscino. 
Neanche il tempo di asciugarmi la pelle che già avvertivo il desiderio crescente di ritornare a farmi avvolgere da quel manto bollente.
Quasi a volermi lavare via di dosso anche i pensieri.

Comunque non ha funzionato, perché alla fine ho continuato a pensare.
Per esempio, mi è venuto di pensare alla solitudine.
Di pensare che io non ho mai sofferto di solitudine.
Nel senso che non mi ha mai ferita il fatto di stare da sola.
D'altronde, per mia personale opinione, ritengo che le persone possono essere divise in due categorie, a tal proposito: quelli che non soffrono la solitudine perché sono sempre stati soli in fondo e quelli che non soffrono la solitudine perché, in fondo, non sono mai stati soli.

In mezzo ci sono tutte le altre persone. Per esclusione.
Quelli che hanno il bisogno costante di avere amici ovunque, per ogni occasione.
Quelli che appena lasciano il partner devono assolutamente trovarne un altro.
Quelli che non riescono a mangiare da soli.
Quelli che non vogliono sedersi senza avere un conoscente accanto con cui chiacchierare.
Quelli che non sopportano di stare dentro la propria casa senza avere attorno il suono di almeno un'altra voce.

Io non ho mai avuto molti amici. O meglio, sono una di quelle che partiva sempre facendo parte di una compagnia ampissima e poi, però, perdeva pezzi per strada.
Chi mi conosce può decidere di definirmi in due modi: o selettiva o stronza (quest'ultimo credo che prevalga per più di qualcuno).
Personalmente credo che una cosa non debba escludere necessariamente l'altra.
Comunque, sta di fatto che quando ero alle superiori ero parte di un numeroso gruppo di ragazzi e ragazze. Adesso solo tre di loro posso considerarli amici.
Stessa storia all'università, invece di tre solo una.
Ma questa cosa già la sapete.

Eppure io non ci trovo nulla di male. A stare soli, intendo. Ad avere pochi amici.
A mangiare da sola, a scegliere un posto a caso nelle aule dell'università, a rimanere pomeriggi interi senza nessuno con cui chiacchierare.
Che detta così sembra la cosa più triste del mondo, ma che c'è di male in fondo?
E che c'è di triste.
Alla fine la paura della solitudine risparmia quelli che non soffrono perché sono sempre stati soli e quelli che non soffrono perché non sono mai stati soli.
La differenza è che siamo solo noi a scegliere a quale categoria appartenere.
Per questo io non ho paura, io ho già scelto.

Una buona serata, a chi non è come neve...

giovedì 20 settembre 2018

...I saw so many places, the things that I did...

Stavolta non potete dirmi che non mantengo le mie promesse e che non sto adempiendo al mio dovere di narratrice delle mie tappe estive (no, Maurizio, non sono io la tappa!)
Vi ho raccontato per sommi capi com'è stata la stagione che sta lentamente lasciando il posto all'Autunno e vi ho detto con critica precisione del concerto del mitico (non più di te, Tizianooo) Gazzè. 
Adesso, invece, è arrivato il momento di parlarvi di altri momenti molto belli e culturali trascorsi in quel di Roma ma vi regalerò anche un bonus più "intimo" che sarà, per voi, spero divertente quanto lo è stato per noi.

In primo luogo, vi avevo detto che per la notte con la famosa eclissi avevamo in programma di partecipare ad un evento organizzato in cui spiare il nostro satellite con dei telescopi professionali. Ebbene, purtroppo non avevamo calcolato la fila che praticamente, in proporzione, era il triplo di quella che si crea di solito davanti agli Apple Store quando sta per uscire il nuovo telefono di turno e te stai lì bello pronto con il tuo rene in mano per pagare. Quindi, lo spettacolo ci è saltato però ho potuto scattare delle bellissime foto del Colosseo serale (che è una delle mie mete preferite della Capitale, anche se ho odiato andarci durante le infernali giornate estive) in cui, modestamente, non sono venuta niente male neppure io.
Siccome, come detto, odio il caldo, tutte le nostre uscite sono state organizzate possibilmente di sera e quindi abbiamo praticamente bruciato le nostre arterie con tonnellate di burro e pop-corn* al cinema, dal quale siamo usciti quasi sempre soddisfatti anche dei film.
*In realtà l'ultima volta che ci siamo andati, Maurizio ha fatto cadere praticamente metà confezione per terra ed addosso a me, per ben due volte, dando sempre la colpa a me, ovviamente, che ero ferma ed immobile.

Ora, dovete sapere che, al di là di tutto, a me piacciono tantissime le cose disorganizzate (quando le posso disorganizzare io ovviamente) ed una di quelle che ho sempre desiderato fare (ma che non avevo mai provato, alla fine) era mangiare la pizza in maniera barbonesca. Dunque, dopo aver finito uno dei tanti film al cinema il mio fidanzato premuroso mi chiede "allora, dove andiamo a mangiare?" ed io, con la mia voce soave "TI HO DETTO CHE VOGLIO MANGIARE LA PIZZAAAA SUL DIVANOOOO MENTRE GUARDIAMO UN PROGRAMMA SPAZZATURA, NINIIIIII DAI NINIIII, NINI OH NINI, NINI, NINI, NINI, OH NINI". 
Così, con la solita calma che lo contraddistingue (e tutta l'ansia del mondo che gli preme sulle spalle quando dobbiamo andare da qualche parte) si avvia alla ricerca di un posto decente in cui acquistare la nostra pizza da portare via.
Via verso un divano in camera da letto che, al nostro arrivo, sembra dirmi "hai fatto la scelta giustaaa"*.
Insomma, alla fine il mio desiderio è divenuto realtà ed abbiamo visto un vero film cult, mangiando in mutande e reggiseno (non lui, ovviamente :-P) una buonissima pizza margherita e facendoci però anche un po' schifo (ma con tanto amore).
*Qui è la parte in cui Riccardo legge e sviene 

Concludo questo post sconclusionato con la cosa spero simpatica di cui ho accennato all'inizio del post, nel caso fate finta lo sia davvero. 
Allora miei lettori, dovete sapere che quando io dormo nel letto Rrrrromano ho bisogno di due cuscini uno dei quali, non so perché, mi piace tenerlo o stretto a me, oppure semplicemente a fianco. Pertanto, molto spesso ci siamo ritrovati a dormire così: Maurizio a destra, cuscino nel mezzo, io a sinistra. La cosa che però fa sempre ridere Maurizio è il modo in cui io dormo; per esempio, mi giro molto durante il sonno ed ho il vizio di portare con me il cuscino in questione finendo, spesso e volentieri, per sgomitare sul povero Rrrromano dormiente.
Ma una delle cose che più mi contraddistingue durante il sonno è il fatto che ho bisogno di rannicchiare le gambe, stenderle e...muoverle.
Ebbene, il giorno in cui stavamo sul treno per la Calabria il mio Rrromano ridendo se ne esce con un "ma lo sai che stanotte hai fatto una cosa strana?!". Io lo guardo e gli chiedo che cosa per poi scoppiare a ridere insieme a lui durante il suo racconto.
Pare, infatti, che mentre dormivo (rigorosamente a pancia in giù) ho sollevato le gambe ed ho cominciate a muoverle avanti ed indietro moooolto lentamente.
Non so se si capisce bene la dinamica: io stesa a pancia in giù, con le gambe adiacenti al letto fino alle ginocchia e poi invece la parte dalle ginocchia in giù le muovevo lentamente suuuu fino a quasi la schiena e giuuuù fino a stenderle sul letto.

Praticamente io non ero assolutamente cosciente e lui, invece che scappare perché magari ero impossessata da un fantasma, stava là a ridersela.
La prossima volta che mi si dirà che sono pigra gli ricorderò quanto invece mi tengo in movimento anche durante il sonno!

Una buona giornata a chi non è come neve...



venerdì 14 settembre 2018

Per esempio, non è vero che poi mi dilungo spesso su un solo argomento


Vi avevo anticipato che vi avrei parlato di cose viste e fatte questa estate, prima che passasse un mese, ed io mantengo sempre le mie promesse soprattutto quando mi va.

Una cosa bellissima che ho visto e sentito durante la stagione afosa è stata il concerto di Gazzé. Io e Maurizio volevamo tanto andarci, ma alla fine non avevamo preso i biglietti e quindi la cosa era caduta un po' nel dimenticatoio. Finché mia cognata non mi scrive che, a causa del suo rientro per le ferie, non avrebbe potuto partecipare all'evento e quindi le avrebbe fatto piacere dare a noi i suoi biglietti proprio per il suddetto concerto.
Ovviamente ho fatto tutti i complimenti del caso perché mi sembrava non carino approfittarne, ma poi il Rrrromano ha accettato al mio posto e così concerto è stato.
Per goderci al meglio lo spettacolo abbiamo deciso di non ascoltare nulla dei brani che avrebbe presentato (in realtà anche la scaletta l'ho letta solo un'ora prima di uscire di casa) e devo dire che è stata una scelta ottima perché forse avrei perso qualcosa...
Invece è stato fenomenale.
Per descrivere la magia dovete immaginare le Terme di Caracalla di sera, con luci colorate e le note di un'orchestra dal vivo e, magari, la persona che amate al vostro fianco.


Non è stato uno spettacolo per tutti; sicuramente bisogna essere predisposti a voler ascoltare qualcosa di particolare soprattutto perché la prima parte è stata un inedito susseguirsi di brani esoterici, legati da un filo logico e dalla volontà di raccontare una storia. Il tutto con delle narrazioni qua e là di Tognazzi (che non mi sta simpaticissimo, devo dire)
La seconda parte, invece, ha visto la presentazione dei suoi brani più o meno recenti (soprattutto meno) rivisitati appositamente con l'orchestra.
E devo dire che c'è solo una parola per descrivere quello che ne è venuto fuori: eccezionale!
Da quel giorno non posso fare a meno di ascoltare a raffica i suoi brani, alcuni più di altri, anche se le mie sorelle e le mie amiche non sono state altrettanto entusiaste quando gliele ho presentate.
Ma come detto, è una musica che ha bisogno dell'orecchio giusto.


Una cosa che mi ha fatto molto piacere scoprire, oltre alle melodie nuove, è stata la simpatia di Max. Lo immaginavo (non avendolo mai visto dal vivo) più timido e riservato, magari silenzioso, ed invece è apparso come una di quelle persone che dice poco ma lo fa nel modo giusto e con la giusta ironia. Ci ha strappato più di una risata e credo che questo sia stato il pensiero generale di tutti. È stato carino anche constatare che comunque c'erano anche altri ragazzi della nostra età, segno del fatto che la buona musica non viene rimpiazzata dai soliti tormentoni senza capo, né coda che fanno capolino ogni anno nelle nostre radio.

Questa perfetta giornata si è conclusa con un bel gelato fresco che il mio Rrromano mi ha offerto nonostante l'ora tarda (in realtà abbiamo mangiato anche altro, ma il gelato è stata la parte migliore, tanto che poi è stata ripetuta con gioia) e nonostante il cielo promettesse pioggia (anche durante il concerto i fulmini hanno attentato alla mia vita).
Una di quelle giornate semplici ma che ti fanno comprendere che davvero basta poco per un sorriso inaspettato, o per collezionare un aneddoto interessante da raccontare.
Consiglio vivamente, quindi, di ascoltare la playlist di Alchemaya perché tra tutte troverete sicuramente qualche canzone che vi entrerà in testa, magari pur contro la vostra volontà. E ne varrà la pena decisamente.

Una buona giornata, a chi non è come neve...

giovedì 6 settembre 2018

Come l'edera

Sono tornata con il buon proposito di aggiornare almeno a cadenza settimanale.
Probabilmente non andrà così ma è Settembre ed a Settembre si propongono sempre dei buoni piani da disattendere.
La mia estate è stata molto lunga e, devo dirlo, da privilegiata. Ho fatto tantissime cose e visto tanti bei luoghi con tante belle persone.
Però, siccome sarebbe lungo tutto in post solo e siccome mi serve una motivazione per tornare a scrivere non tra un mese, facciamo che ve le racconto tra un po'.

Ed adesso invece vi parlo dell'altra parte dell'estate, quella più importante in cui non sono serviti bei posti da vedere o cose da fare, e neanche tante belle persone perché ne è bastata una soltanto, bellissima, meravigliosa.
È stato il periodo più lungo, fino ad ora, che ho passato insieme al mio Rrrromano ininterrottamente.
Mesi in cui abbiamo fatto praticamente tutto insieme: pranzi, cene, docce, sonnellini, uscite.
Non è stato sempre semplice, devo dirlo. Perché io ho questo caratterino un po' così, molto incline alla rabbia e strettamente bisognoso di avere tutto sotto controllo. E sapete bene che, ciclicamente, esplodo un po' ed impazzisco. Ci sono state giornate un po' grigie, qualche gelosia di troppo, qualche parolina pesante buttata là... però poi, come sempre, è tornato il sole.
Soprattutto negli ultimi giorni, vuoi perché precedentemente mi ero già sbizzarrita abbastanza con la mia ira, vuoi perché cresceva la consapevolezza dell'arrivo del treno ad un biglietto solo per Roma, siamo stati benissimo l'uno con l'altra.

Abbiamo riso come babbei e per questo devo ringraziare la mia buona stella che mi ha dotato di una spiccata capacità di inventarmi le cose peggiori nei momenti peggiori. Per esempio, alle due di notte chiedere a Maurizio di ascoltare la mia spiegazione sul codice binario. Oppure chiedergli opinioni sulla mia capacità di fare beatbox e scratchare e poi costringerlo ad imitarmi o darmi delle opinioni finte sulla mia finta bravura. Per non parlare della mia mania ossessiva di ascoltare sempre le stesse cose oppure fissarmi con qualcosa in particolare, quindi tutte le docce le abbiamo passate con le stesse canzoni in sottofondo in loop e poi, finite quelle, attaccavo io a cantargli nell'orecchio strofe natalizie. Ma non con le parole, solo intonando "nininininini" all'infinito.
Ed ovviamente in coro ringraziamo tutti Maurizio per la sua pazienza, che qualche giorno sicuro mi chiuderà in bagno finché non giurerò di smetterla di stressarlo eternamente (se leggerete di una certa Paola S. sul giornale sarò io).

Ed oltre che per la sua pazienza lo devo assolutamente ringraziare perché (lo è sempre stato, ma in particolare) nell'ultimo anno si è rivelato essere il fidanzato migliore del mondo. Ma proprio il migliore. Che mi ha accompagnata ovunque, non mi ha fatto sentire mai sola, mi ha riempito di pensierini dolcissimi, di parole stupende, mi ha comprato tutti i miei dolci preferiti, ha imparato ad imitarmi quando piagnucolo ed a farmi morire dal ridere con le sue brutte smorfie, ha sottolineato ogni volta il mio essere più bassa, mi ha incoraggiata ad uscire fuori dai miei schemi sicuri per realizzare i miei sogni, ha assecondato i miei orari sballati, ha cucinato spesso per me, ha fatto il perfetto gentiluomo, ha fatto da baby-sitter ai miei nipotini e mi ha aiutata tanto, tanto con la mia nonnina. E quante altre cose che ha fatto per me, non basterebbe l'intero blog per elencarle tutte...
Magari un giorno lo farò o magari le terrò un po' per me.

Per ora mi basta che sappiate, che sappia, che sono in assoluto la persona più fortunata del mondo in amore perché mai, mai, mai ho conosciuto qualcuno in grado di amarmi ed amare in quel modo incondizionato che si incontra una volta sola; in quel modo che ti fa sentire la persona giusta, al momento giusto. E che è in grado di compensare tutte quelle volte in cui non sono capace di mostrare, almeno a parole, la mia gratitudine, la mia gioia ed il mio profondo amore ricambiato con almeno egual forza.

E solo a pensarti lo sento 
Che i venti, la polvere, il mondo,
L'oceano, l'idea di un'amore stupendo, tutto è dentro te.
È come un distacco dal tempo 
E l'astratto dio dell'universo 
Che appare attraverso 
Quel lampo di sole se guardi me


Una buona giornata, a chi non è come neve...

venerdì 27 luglio 2018

I swear I

Stasera ci sarà una imperdibile eclissi lunare ed io godrò del panorama Romano per assistervi.

La settimana in Puglia è stata molto carina. Innanzitutto, il posto in cui abbiamo allogiato era molto grande, molto pulito e accogliente. Cosa non irrilevante è che i pasti erano a buffet ed io ho quasi sempre trovato cose di mio gradimento (che ormai avrete capito non è una cosa assolutamente scontata).
Ci ha assistiuto un buon meteo, che vedendo quello che sta combinando in giro non è per niente una notizia banale, ed anche il caldo è stato perlopiù sopportabile. Le uniche note dolenti dell'esperienza condivisa con il mio Rrrromano sono state: 
1. La sveglia obbligatoriamente presto perché altrimenti ci saremmo persi la colazione. Voglio aprire un dibattito su questa storia: possibile che solo per me "vacanza=dormire fino a quando voglio"? Sto pensando di avviare una petizione per abolire questa scelta incivile della colazione limitata a certi orari! Firmatela con meeee.
2. Il viaggio, sia andata che ritorno, della durata interminabile. E quando dico interminabile intendo 10 ore a botta!Considerate che io vengo dalla Calabria profonda e quindi sono abituata ai viaggi lunghi, ma così tanto non me lo aspettavo neanche io! Metteteci anche che era un viaggio organizzato e quindi quasi tutti sconosciuti gli altri passeggeri...e molto chiassosi!
3. Il mare. Ebbene si, io sono nata e cresciuta sullo Ionio quindi sono molto snob ed esignte verso i mari altrui ed il pezzo in cui siamo stati noi non mi è piaciuto per niente. Troppe rocce, tante che l'unica volta in cui sono stata in spiaggia sono pure caduta (mi piace pensare elegantemente ma non lo sapremo mai). Per questo motivo il resto della settimana lo abbiamo passato a sguazzare nell'acqua della piscina. Lo so, lo so, è un'eresia andare in piscina con il mare a due passi ma non potevo permettermi di morire uccisa da uno scoglio 😁.

Sono diventata l'incubo di tutti gli animatori perché io sono la persona più asociale che vi possa capitare e quindi non ho mai accettato alcun invito a partecipare ai giochi organizzati. Praticamente ero tra le più giovani del villaggio ma nel contempo la più vecchia nell'anima :-D
È stato però molto divertente stare insieme al mio fidanzato ed a mio cognato, con i quali mi sono anche sbruciacchiata sotto il sole: da che ho memoria, è la prima volta che mi vedo quasi abbronzata! Però no, non sono assolutamente diventata amica del sole.
Abbiamo visitato tre città diverse molto, molto belle.
Immancabile, prima di tutto, Alberobello con giro in mezzo ai trulli: veramente bello, anche se in questo caso abbiamo dovuto camminare sotto il sole. Siamo stati ospitati in una bottega per assaggiare dei prodotti tipici e la proprietaria quando ho scoperto che sono Calabrese ma non mi piace il piccante mi ha teso un tranello e mi ha fatto bere al vetro un nonsocosafosse piccantissimo. Stavo per morire dentro, però ci ha detto che era una delle 100 cose da fare in Puglia e quindi sono stata contenta lo stesso.
Le altre due visite invece sono state, per fortuna, serali: prima Lecce, bellissima, piena di Barocco e storia...e poi papà ci ha fatto il militare da giovane. Poi Ostuni, la città bianca, molto, molto bella e  caratteristica, che mi ha ricordato anche un paesello vicino al mio con caratteristiche molto simili. Mi è piaciuto particolarmente ed infatti è proprio qui che abbiamo scelto la cartolina per Moz.

Una volta terminata la vacanza siamo rientrati a Roma, ma siccome non ci piace che i nostri vestiti stiano più nell'armadio che in valigia dopo qualche giorno siamo ripartiti per il Sud in grande fretta: purtroppo, stavolta, per una notizia meno bella e rilassante. Abbiamo dovuto fare diverse volte il tratto miacittà-ospedale di Reggio Calabria perché nonna è caduta e si è rotta il femore. Non una passeggiata, sia perché la strada da percorrere non è stata poca (praticamente questa estate il tratto minimo fatto è stato un'ora e mezza solo andata, per ora), sia soprattutto per lo spevento che ci siamo presi. 
Per fortuna, però, la situazione è tornata più stabile e quindi siamo potuti, per l'ennesima volta, tornare ancora qui, da dove vi sto scrivendo.

Insomma, non stiamo mai fermi ormai, a dimostrazione che si può andare in vacanza ma la vita ed i suoi imprevisti non possono fare lo stesso.
L'importante è non darsi mai per vinti, no?

Spero che anche le vostre vacanze stiano o vadano bene.
Io non vedo l'ora che arrivi stasera...per poterci fare un altro bel post :)
Una buona giornata, a chi non è come neve....

martedì 17 luglio 2018

Tag: conosciamoci un po' meglio.

Praticamente io resuscito per i tag di Riccardo, anche se avrei potuto scrivere tanti di quei post in questi giorni...è che in estate la voglia di mettersi davanti ad un pc (non mio, in questo caso, essendo stata a Roma) cala pericolosamente 😃 ma ecco, ora ci siamo.

Le regole sono quattro ed io mi appropinquo a violarle tutto o in parte:
1. Seguire il blog che ti ha nominato: Il bazar di Riky, NON seguitelo, mi raccomando, NON seguitelo 😁;
2. Rispondere alle sue 10 domande;
3. Nominare a tua volta altri 10 blogger -Non lo farò perché tanto tutti siete stati nominati, quindi se volete rispondete nei commenti :);
4. Formulare altre 10 domande per i blogger nominati. Le domande possono essere su VITA PRIVATA, VIAGGI, CINEMA, MUSICA, SERIE TV, LIBRI e CIBO -Vediamo se lo farò, perché se non nomino nessuno forse nessuno risponderà muahah;
5. Informare i blogger della nomination;
6. Taggare il blog che ti ha nominato nelle risposte.

Ed ecco le domande di Riccardo con relative mie risposte:

1 CIBO: chef Rubio ti invita a mangiare con lui e in compagnia di un camionista, in trattoria. Quale primo scegli tra pasta cacio e pepe, pasta e fagioli, pasta alla carbonara e pasta con ragù alla romagnola? (Ovviamente porzioni abbondanti!).
Non sono una buona forchetta perché mangio poche cose (ma quelle che mi piacciono le mangio con piacere, soprattutto i dolci) e di questi piatti non mi piacerebbe nessuno. Diciamo che se dovessi sforzarmi sceglierei la seconda ma non mangerei con gusto! Meglio un mega piatto di lasagne.

2 CIBO: qual è il ripieno preferito per la tua piadina? (Se non hai mai mangiato la piadina, qual è il tuo panino preferito?).

La piadina professionale non l'ho mai mangiata, se esco preferisco mangiare sempre e comunque la pizza. Quando la preparo a casa sto molto leggera: tonno, mozzarella, mais, fine. Il panino sempre e solo con la cotoletta di pollo (anche se la carne commerciale se posso la evito).

3 CIBO: ho parlato prima di tartufo, nelle risposte a Silvia. A te piace? In particolare abbinato a cosa? (pasta, frittata, carne).
L'ho provato ad assaggiare col risotto e non mi è piaciuto; ha un sapore ed un odore molto forte ed a me non piacciono questi generi.

4 LIBRI: qual è il libro o fumetto più 'hot' che hai letto? (io 'Viaggio a Roma' di Moravia).Non credo di averne letto nessuno. Forse una volta mi è capitato per le mani la biografia di Melissa P., ma non l'ho letta tutta, ricordo giusto qualche parte; ero piuttosto piccola quindi non mi è interessato molto.

5 LIBRI: quale libro o fumetto mi regaleresti?Penso che un buon libro sia sempre un bel regalo. Ci sono dei testi che credo vadano bene per tutti a prescindere, solo per il gusto di leggere qualcosa di veramente bello. Per questi motivi la prima cosa che mi verrebbe in mente è "Se questo è un uomo". Pesante, certo, però io sarei felice di riceverlo perché è una lettura che tutti prima o poi dovrebbero dedicarsi.

6 MUSICA: se ci fosse il Festivalbar, chi sarebbe per te il vincitore dell'edizione 2018?Tiziano Ferrooooooo. Se dovessi escludere lui, Ermal Meta mi sta piacendo molto.

7 CINEMA\SERIE TV: in quale film o serie tv mi vedresti bene tra i personaggi? O quale personaggio sembra il mio gemello? (Big Bang Theory non vale come risposta!).Dalle risposte che ho letto a questa domanda vedo che tutti si sono trovati in difficoltà per l'esclusione di TBBT, ma io non vedevo l'ora perché so quale personaggio dovresti essere: Ted di How I met Your Mother. Se non hai visto la serie GUARDALA, guardatela tutti. Il perché lo spiegherò nei commenti per non fare eventuali spoiler!

8 VITA PRIVATA: il luogo del primo appuntamento con la tua attuale metà del tuo cuore (o con quella che lo è stata per ultima).
È stata la città in cui studiavo, Cosenza. Che non è granché romantico però...Lui potrà dire di aver avuto un primo appuntamento in un posto lontano km dalla propria città :)

9 VITA PRIVATA: se tu fossi un giornalista, di cosa ti piacerebbe occuparti? (suggerimenti: sport, calcio, cronaca nera, interviste a personaggi famosi, spettacolo, ambiente, cinema, musica, politica, produzione di fake news).
Musica, così aumenterebbero le possibilità di incontrare il mio Tiziano! A parte questo, sono una che si interessa più o meno a tante cose quindi non avrei grossi problemi (non è vero, se mi prende male comincio ad odiare tutti).

10 VITA PRIVATA: scrivi un motivo per cui ti piacerebbe conoscermi dal vivo.
Penso che non rischierei di venire uccisa da te e questo è già un buon motivo :)
A parte questo, credo che dopo un iniziale mio imbarazzo (perché in fondo sono timida), rideremmo del più e del meno, parleremmo di cose stupide e passeremmo un buon pomeriggio io a convincerti che mangiare schifezze è la cosa giusta e tu a strapparmi di mano il millesimo gelato.

Mi sono convinta ed ecco le vostre 10 domande al volo, rispondetemi tuttiiii:
1. Chi o cosa porteresti sull'isola deserta? Solo una scelta!
2. Quale sarebbe la canzone colonna sonora della tua vita?
3. Quali sono le tre priorità della tua vita? (Es. lavoro, famiglia, soldi, salute, divertimento, sport, cibo xD)
4. Il personaggio storico/immaginario che avresti voluto essere e perché?
5. La cosa più imbarazzante che ti sia mai capitata con una persona dell'altro sesso?
6. Se fossi un criminale, a quale categoria apparterresti? (io sarei una di quelle che aizza le risse al bar xD)
7. Una follia per amore che vorresti facessero per te?
8. Sei una cicala o una formica: è vero che chi più spende meno spende o sei un cane da tartufo per le mega offerte?
9. Tre cose che vorresti fare prima di morire?
10. Se io chiudessi il mio blog all'improvviso il mio blog, penseresti che mi hanno arrestata? Piangeresti tutte le tue lacrime e verresti a cercarmi in capo al mondo?

Una buona giornata, a chi non è come neve...

sabato 23 giugno 2018

Che tutto è sempre uguale, cioè che tutto può cambiare

Piove. Ed era da tanto tempo che non guardavo piovere così.
Non ci sono fulmini, non ci sono tuoni. C'è solo la pioggia che scende giù silenziosa; la si avverte appena sulle foglie degli alberi, sulla terra che lascia andare quel tipico profumo che precede la vista.
Piove.

In un altro momento l'avrei trovato soddisfacente, probabilmente romantico, adesso invece mi sembra solo uno spreco di acqua, uno spreco di tempo, lo spreco di un momento. Non mi sembra più neanche l'estate, solo i miei pantaloncini tradiscono la stagione perché fosse per la mia testa saremmo già in autunno.
Mi sembra di sentirmi come quando stavo per iniziare un nuovo semestre; come quando stavo per aprire per la prima volta quel quadernino a quadri con la copertina rossa; come quando controllavo se il giorno seguente avrei dovuto aprire o meno l'ombrello e se questo sarebbe poi bastato.
Invece non c'è nulla di tutto questo a ripetersi, nulla di famigliare.
Solo il mio pc, la pioggia ed i miei pensieri.

La verità è che a volte basta un niente per cambiare tutto. Basta una frase per convincerti a salire su un aereo, basta un si o un no per lasciarti portare dall'altra parte del mondo, basta un forse per chiuderti dentro una stanza vuota.
A volte mi è piaciuto starci, altre volte ho sofferto essermici trovata.
Altre ancora ho desiderato non esistesse nessuna stanza.
Però purtroppo nella vita quella stanza ce l'abbiamo sempre dentro. C'è chi è bravo ad imparare ad usarne la serratura, chi è bravo a nascondere la chiave, chi a lasciare la porta sempre aperta dando piena fiducia all'esterno.
Io stavolta mi accontenterei semplicemente di non avere paura, né di quella stanza, né di quell'aereo, né di quei si, no o forse.

La verità è che a volte basta un niente per cambiare tutto.
A me basta un po' di pioggia per tornare qui.

Buona notte, a chi non è come neve...

domenica 17 giugno 2018

La notte fonda e la luna piena

In questa estate volta al divertimento sto imparando tante cose.
Per esempio che i pipistrelli hanno un manto morbidissimo, molto più di quello di cani e gatti! Provare per credere!
Ho scoperto che se vado ad Ostia Antica nel bel mezzo di una giornata soleggiata mi ustionerò le spalle e la parte della schiena scoperta dal top, mentre a Maurizio diventerà fosforescente il collo.
Ho imparato che se lascio il telescopio mezzora fuori a raffreddare per avere immagini più nitide devo valutare la possibilità che intanto Saturno si abbassi e diventi impossibile da vedere.
Ho imparato anche che trovare un costume da bagno che mi piaccia equivalga a trovare il Sacro Graal (ma in realtà questo lo sapevo già).
Ho scoperto che io e il Rrrrromano non siamo proprio in grado di utilizzare gli Smartbox che possediamo ormai da un paio di anni perché non troviamo un posto da visitare che ci piaccia.

Sto trascorrendo una bella estate, all'insegna della scoperta di nuovi posti, nuove cose o visitando ancora posti bellissimi che avevo conosciuto già.
Non sono un'amante del mare ma quest'anno che vorrei portarci dopo tanto tempo Maurizio il tempo non fa sconti. Però potremo, spero, rifarci con una settimana in Puglia a Luglio; perché se uno è in vacanza deve essere una vacanza vera e propria!
Insieme a pochi altri, abbiamo partecipato ad un convegno tenuto da un astrofisico Italiano il cui curriculum farebbe arrossire il buon Rajesh, e proprio la poca affluenza ci aveva fatto credere, invece, che davanti avessimo un esperto di stelle qualunque. La scoperta del contrario ci ha fatto un po' riflettere.
Ho trovato un'altra pizza, a Roma, che è entrata di diritto nella mia top 3 anche se è fatta da una catena di ristorazione Emiliana, quindi non so se vale.
Abbiamo capito che non ci piace il bird-watching perché ci vuole una pazienza che io non ho ed un binocolo che è pesante da portarmi dietro. 
Abbiamo visto una mostra fotografica bellissima nella quale era esposta anche la foto impressionante di Ronaldo Schemidt e poi, in una mostra diversa, ho visto un quadro stupendo che mi è rimasto nel cuore realizzato da Giorgio Regoli e che vi posto direttamente perché su Google non sono riuscita a trovare.

Mi sono riempita di pop-corn al burro e di film al cinema più o meno carini: per esempio, per me grande flop "La truffa dei Logan" per il quale avevo grandi aspettative e parecchio simpatici "Game night" e "Giù le mani dalle nostre figlie" che, invece, mi sembravano due scemenze.
Mi sono riempita, in generale, anche di dolciumi vari tanto che infatti credevo di aver messo su un po' di peso ed invece niente, tornata a casa la bilancia non si è schiodata di un grammo.
Ho constatato con gioia un notevole allungamento dei miei capelli fluenti.
Sto passando tanto tempo insieme alla mia nipotina che quando ero a Roma chiedeva spesso del nostro ritorno e che probabilmente tornerà a farlo anche quando risalirò alla capitale. 

Per quanto riguarda il futuro immediato, appunto, oltre alla settimana in Puglia ho in programma un bel po' di tempo a Roma nella quale mi toccherà anche un caldo matrimonio: questo comporterà, ovviamente, una ricerca dell'abito e delle scarpe adatte. Ed una nuova sessione di lezione di trucco per il quale sono negata.
Per il resto, l'ingrediente più importante sarà ancora e come sempre la presenza del mio dolce fidanzato che sta facendo di tutto per farmi felice e contenta e, come potete ben intuire da questo breve riassunto, ci sta riuscendo benissimo.
Spero anche voi stiate passando una estate carina e piacevole, vi tornerò ad aggiornare presto!

Quadro meraviglioso che ho fissato per minuti e minuti


Una buona giornata, a chi non è come neve...

mercoledì 23 maggio 2018

Hall of fame: B.B.B. Award

Avrete capito che manco dal blog da un pochino di giorni (in realtà credo quasi un mese, non ho controllato) ma avevo annunciato che sarei partita, quindi non dite che sono scomparsa senza avvisare.
Sto passando dei giorni bellissimi, pieni di amore e di attività interessanti tanto quanto i progetti che ho in cantiere per l'immediato futuro. E nonostante la mia testolina ed i miei giorni siano appunto pieni di questo ed in dolce compagnia del mio Rrrromano perfetto, ho comunque avvertito l'esigenza di tornare almeno per dirvi che vi penso e che sono ancora viva :)

Però, dal momento che non ho moltissimo tempo per aggiornare per ora, preferisco lasciarvi un piccolo e gradito tag del buon Riccardo che ormai tiene bene a mente la mia frequenza di pubblicazione e mi dà buoni pretesti per tornare dalle tenebre quando ci scompaio dentro per un po'!
E quale miglior modo di tornare se non per parlare di una delle mie grandi passioni, ossia la lettura?
Il tag consta di due semplicissime regole:

1. Ringraziare chi vi ha dato il premio e prendere il banner (spero che quello sopra valga come adeguato ringraziamento, ma nel caso di nuovo grazie Riccardo!);
2. Rispondere alle domande.

1- cosa sono per te i libri?
Per me, sono dei fedeli compagni di vita che ho scelto praticamente quando ero piccola. Non so perché la lettura mi abbia presa tanto fin da quando ho imparato a leggere, ma so che è una di quelle passioni che vorrei avessero anche i miei figli, un giorno.
2- consiglieresti mai un libro?
Si, anche se devo dire (e con rammarico) che, nella vita reale, ho pochissime conoscenze che amano leggere!
3- copertina, titolo, numero di pagine: ti fai influenza da questi tre elementi nella scelta di un libro?
Si, molto spesso mi influenzano i primi due elementi nel senso che scelgo sempre a pelle quello che voglio leggere, quasi più della descrizione della trama. Anche se dicono che non si dovrebbe giudicare un libro dalla copertina è sicuramente la prima cosa che salta all'occhio e che ti attira o meno, così come il titolo. Le pagine, invece, non mi influenzano, anzi, più sono e meglio è per me!
4- autori nuovi: sì o no?
Si, perché no? Ho letto proprio recentemente dei libri di autori emergenti e non mi sono spiaciuti. Credo che la bravura non dipenda necesariamente dall'essere conosciuto. Tra l'altro (forse purtroppo) preferisco più i recenti che le grandi opere classiche (quelle che spesso ti fanno studiare a scuola, per intenderci)
5- libri semi/auto pubblicati: sì o no?
Ancora si, per lo stesso motivo di cui sopra: è una possibilità in più per chi cerca di farsi strada nel proprio sogno.
6- leggi più libri insieme o uno alla volta?
Mi piace iniziarne uno solo per volta, anche perché io leggo davvero velocemente quindi non trovo neanche utile iniziare più libri tutti insieme. Per mia considerazione personale, poi, ritengo che leggere un libro sia un modo anche per entrare dentro una storia nuova, sconosciuta e da scoprire poco alla volta; leggerne di più nello stesso tempo credo che possa farti perdere qualcosa.
7- il libro che vorresti aver scritto?
È una domanda difficile, ne ho letti davvero tanti bellissimi...credo qualcuno di Giorgio Faletti che è stato davvero geniale in molte occasioni!

Adesso, quindi, invito a tutti quelli che lo desiderano a far girare il suddetto tag e ringrazio ancora Riccardo per averlo passato a me!


Immagino che sia questo il banner :D


Una buona giornata, a chi non è come neve...











giovedì 26 aprile 2018

E gli rubava l'anima

Qualche mattina fa mi sono svegliata con un sonno pesantissimo addosso. Credevo, ero assolutamente convinta, che sull'orologio avrei trovato almeno l'ora di pranzo ed invece avevo dormito appena quelle otto ore che consigliano gli esperti.
Stavo sognando di fare la doccia, lo desideravo proprio, e mi sono catapultata nella realtà con così tanta fatica che, nel quasi meccanico gesto di prendere il telefono, ero convintissima di starmi sporgendo per prendere la cornetta della doccia (si, si chiama proprio cornetta!).

Non è stata una grande giornata, quella. Ero nervosissima, di quella rabbia che ti fa esplodere al minimo pretesto, che quasi anzi cerchi di proposito così da avere modo di farla traboccare. Sapete, quella cosa che ti fa ricordare che non hai un piano e che quello che avevi forse faceva acqua da tutte le parti? Bene, traslatela ad una che invece la mania del controllo ce l'ha cucita addosso ed immaginate la catastrofe.
Però, il giorno seguente è migliorato un po' e non so neanche io perché.
Forse il fatto di aver trovato un pretesto stupido -bikini e Batman- per fare pace con il mio Rrrromano, forse la consapevolezza di essermi sfogata abbastanza.
Metteteci anche che, non so come, hanno iniziato a succedermi cose belle.
O io ho iniziato a vederle io.

Per esempio, quando sono cominciate a sorpresa le prime note di una canzone che amo. Che istintivamente mi viene da chiudere gli occhi e di muovere la testa leggera, per assecondare la sua melodia. Quelle volte che la senti proprio con tutto il corpo, la canzone, non con le orecchie semplicemente.
Per esempio, quando ho divorato un libro dietro l'altro, e tra questi ne è uscito uno, un monologo, che avevo sempre desiderato acquistare e non lo avevo mai fatto ed ora invece è nella mia libreria virtuale e mi rende felice la consapevolezza, forse, di averlo letto nel momento giusto.
Per esempio, aver visto per la prima volta Giove con il mio telescopio. Non mi ero accorta che fuori, quella sera, non facesse per nulla freddo; non mi ero accorta neanche che il pianeta fosse finalmente in un punto visibile. In realtà stavo semplicemente guardando una stella, Arturo, perché Sirio non la potevo prendere, ed all'improvviso ho notato quel punto fermo. Sono scattata proprio entusiasta perché una stella brilla, un pianeta resta immobile nella propria luce, ed allora mi è bastato poco per riconoscerlo.
Credevo sarebbe stato complicato, perché io non è che abbia una grande mira, ed invece mi ci è voluto un attimo. Ero emozionata, anche se io mi emoziono sempre di fronte al cielo notturno; c'è poco da fare, è una cosa che amo e che mi rende felice come poche altre. Ero curiosa di scoprire, in primo luogo, quanto potessi vedere con la potenza del mio telescopio. Non per la paura di essere delusa, né col desiderio di vedere di più. Solo pura curiosità per la piccola scoperta personale che stavo per compiere.
Mi è piaciuto tantissimo. 
Non è possibile, con quello che ho ora, vedere proprio i colori esatti del pianeta, ma concentrando la vista si possono scorgere le striature che lo contraddistinguono. Soprattutto quello che mi ha lasciata appiccicata allo spettacolo notturno è stata la parvenza di sospensione di Giove dentro i propri satelliti.
A vederli sembrano quattro stelle qualunque, ma si distinguono nitidamente e si comprende subito, invece, la loro natura. E dicevo, appunto, sarà per la loro posizione, sarà per i miei occhi, che sembra che Giove sia sospeso tra di loro. Proprio come se fosse possibile disegnare, per uno sguardo a migliaia e migliaia di km, la distanza tra questi quattro corpi celesti; come se quello che dovrebbe essere il protagonista della scena, in realtà, fosse stato calato con un filo invisibile solo in un secondo momento e fosse rimasto là, fermo al proprio posto, galleggiante. Come se ci si aspettasse, da un momento all'altro, di vederlo muovere al pizzico del filo invisibile che lo sostiene per magia, appeso al tetto dell'universo.
Ho provato a scattare una foto di quello che stavo vedendo, ma l'obiettivo non riusciva a restituire la bellezza che, almeno io, ho scorto in quell'angolo nero così distante da noi. In realtà non mi è neppure dispiaciuto; è come quando si ha un tesoro prezioso e non c'è bisogno di mostrarlo a tutti, lo si tiene solo per sé, per non sciuparlo.

Ed infine, per esempio, quando ho potuto programmare finalmente il prossimo incontro con il mio Rrrromano che per me è satellite, pianeta, cielo ed universo intero. Perché quando nonostante tutto si ha la prospettiva di quello che potrebbe essere, di quello che sarà, allora anche quello che ancora non è, è bello più di prima.

Una buona serata, a chi non è come neve...

venerdì 20 aprile 2018

Di un battito nel petto

Qual è il sapore della rabbia? Ed il colore della tristezza, la consistenza della felicità? Le ho provate tutte, queste emozioni, ma quella che so riconoscere meglio con un senso in particolare è la nostalgia.
Sono sicura di averlo detto già, se non qui nei miei diari, ma non mi importa. È una cosa che sento il bisogno di ripetere ciclicamente, che mi parte proprio da dentro e non mi sorprenderei se, andando a sbirciare indietro, scoprissi di aver usato le medesime parole.

La mia nostalgia ha l'odore della primavera, dei gelsomini che amo annusare fino a riempirmi l'ultimo centimetro libero dei polmoni. Ha il colore delle belle giornate che entrano dalle persiane delle mie finestre accompagnate dal canto degli uccellini, ogni tanto intervallato dal passaggio delle macchine nella strada quasi sempre deserta che fiancheggia il verde che fa da sfondo al retro di casa mia.
Non so quando questa emozione, questo sentimento, ha assunto queste caratteristiche per me. Mi ricordo il motivo, però. Mi ricordo quanto desiderassi con tutto il cuore cambiare una certa parte della mia vita, tornare indietro e rimettere a posto dei tasselli che erano rimasti invece sparpagliati e che mal si addicevano alla mia mania di controllo e ordine.

Mi fa sorridere pensare a quanto fossi piccola, perché in realtà lo ero davvero. Quando credevo che fosse già tutto scritto ed invece tutto sarebbe cambiato davvero e stavolta non più tornando al passato anche se, pure per quello, avrei avuto modo di chiudere il cerchio che sentivo era rimasto ancora incompleto.
Non ero ancora vicina a quello che sono poi diventata, neanche sapevo di volerlo in realtà. Però quel profumo mi suggeriva da lontano che sarebbe poi arrivata quella ventata improvvisa di vita di cui avevo necessità. Come quelle vocine che partono da una parte lontana e nascosta della tua testa e ti guidano quando pensi che tu stia procedendo a caso, senza conoscere la strada. Solo che io non avevo le vocine, avevo questo profumo. E forse allora si potrebbe pensare che non si tratta di nostalgia, ma per me è quello.
Avevo nostalgia per qualcosa che non sapevo ancora avrei vissuto, per qualcosa che non avevo neanche mai immaginato seppur adesso mi rendo conto di quanto già la volessi con ogni fibra del mio essere.

Credevo che a questo punto della mia vita, visto che il conseguimento della laurea finale ti porta necessariamente di fronte a delle nuove strade o comunque ti obbliga a lasciare quelle vecchie che fino ad ora avevi percorso, sarei stata nel pieno degli attacchi di panico. Con le crisi esistenziali a tenermi sveglia ed a portarmi domande senza risposte sospese in aria, proprio come quando stavo per iniziarla, l'università, ed erano cominciate le paure, i pianti perché sentivo di essere impreparata a quella indipendenza, a quella necessità di poter contare solo su di me in una città così lontana dalla mia famiglia, dalle mie sorelline. Invece giorno dopo giorno ho capito che amavo i miei spazi, che non ero sola e non lo ero anche perché potevo fidarmi di me stessa ed ogni volta che salivo su quel pullman, che mi faceva tanto paura pure lui perché potenziale mezzo in grado di farmi perdere, mi sentivo un po' più grande e orgogliosa di quello che stavo facendo. E pazienza se quasi tutti gli altri sembravano più avanti, più a loro agio, più preparati. Io ho imparato poco a poco e questo non mi ha fatto mai sentire "meno", anzi.
E, dicevo, oggi quella consapevolezza di aver imparato come si procede a crescere, mi fa avere un po' meno paura e mi fa pensare che posso anche permettermi di sbagliare, purché serva ad insegnarmi qualcosa in più di me, del mondo, della vita.

Però certo, ovviamente è meglio se riuscissi al primo colpo senza errori ma chi lo dice, poi, cos'è uno sbaglio?
Intanto mi godo questo profumo che sa di cose che conosco già e che, soprattutto, sa di cose che sto per fare ed imparare senza conoscerle, forte della consapevolezza che non sono sola ma, soprattutto, che non lo sono grazie alla persona giusta.

Una buona serata, a chi non è come neve...


martedì 17 aprile 2018

Trama sintetica di una giornata storica 2.0

La sveglia non ha fatto neanche in tempo a suonare perché i miei occhi erano chiusi ma la mente attiva da un po'. Un bel po'. Ma non c'era assolutamente spazio per la stanchezza, bisognava lasciare tutto lo spazio possibile a calma, trucco e parrucco.
Colori leggeri sugli occhi e vestito sobrio, come richiesto dalla circostanza. E poi ore in macchina per raggiungere il punto di arrivo.
Viaggio condiviso in macchina con mio cognato alla guida, mia suocera, mia sorella ed il mio fidanzato, per lasciare il resto della ciurma nell'altra auto.
Molta agitazione, ché dovete sapere che quando mi sveglio ed è ancora praticamente notte il mio stomaco reagisce peggio dei miei occhi e il senso di fame senza appetito mi risale addosso sotto forma di una sensazione terribile. Infatti le ore in quella macchina sono state terribili per me, passate provando a gestire il respiro con il nodo in gola che faceva su e giù fino al cervello a riscendere i piedi.

Abbiamo sbagliato strada, beccato un incidente, ma questo ci ha rubato solo pochi minuti di ritardo perché l'arrivo è stato puntualissimo. Ed in quel momento, quell'esatto momento in cui il mio piede si è posato sul suolo universitario è stato come risvegliarmi. Nessun senso di malessere, solo la calma più assoluta.
Siamo stati chiamati in ordine alfabetico, con un ordine ed una organizzazione assolutamente migliore della volta scorsa. Prima di entrare per la discussione vera e propria siamo stati accomodati in una stanza e siamo stati chiusi a chiave dentro (si, a chiave e non so perché). Mi sono sembrata la più tranquilla dei presenti, dichiaratemene ma anche dentro.
Ero sicura di me, felice di quello che stava per succedere. Non avevo ripassato né il giorno prima, che era stato sfruttato per un altro mini (insomma mini!) viaggio in macchina con la famiglia del mio Rrrromano per andare a vedere i bellissimi Bronzi di Riace, né quello prima ancora però ero lo stesso tranquilla e mi sentivo comunque ferrata su tutto. Sul mio lavoro svolto con dedizione e piacere, impegno e sacrificio. Non ero più neanche preoccupata del voto finale, pensiero che invece mi aveva tormentato per tutti i giorni prima.
Mi era pure tornato l'appetito.

Sono stata chiama, ho sentito il mio nome ed ho indossato la toga. Sono entrata sorridendo, davvero felice, ho salutato la commissione, ho sorriso a ognuno di loro ed a tutti quelli che erano là per me, amici e parenti, durante il tragitto per sedermi.
Alla triennale sentivo la mia stessa voce tremare; ieri invece ero assolutamente a mio agio, non avevo il cuore a mille e sentivo di star facendo una cosa davvero bella. Ero felice anche di vedere la mia relatrice serena e di vedere annuire un altro membro della commissione in particolare.
Quando i docenti sono usciti per decidere il voto finale sono rimasta seduta e mi sono voltata a ridere con le mie amiche, a mettermi in posa per le foto ed a controllare che ci fossero tutti. Ho anche scorto la commozione negli occhi di una delle mie sorelle. Se una di loro non fosse rimasta bloccata a lavoro (questa è stata l'unica pecca della giornata) probabilmente ne avrei scorte ancora di più.
E poi finalmente il momento più atteso. Il presidente è entrato ed ha pronunciato le parole, e soprattutto, i numerini magici.

"...Dottore Magistrale in Economia Aziendale con punteggio 110 su 110..." ed il mio cuore si è fermato un attimo finché non è arrivata la parte finale "con attribuzione della lode".
Ed allora si, in quel momento anche il mio cuore ha fatto una piccola capriola e l'emozione è uscita con una piccola lacrima che però si è fermata proprio in tempo per non sbavarmi la matita (che già non so metterla) e per lasciarmi firmare i documenti ufficiali.

Da qui in poi gli auguri delle persone più importanti della mia vita, tra amicizie e famiglia, foto su foto in cui chissà come sono venuta, corona d'alloro in testa alternata anche al tocco, toga più bella di quella usata per la discussione, pasticcini, bottiglie da bere.
E poi un altro viaggio di ritorno, un pomeriggio in cui avrei voluto dormire ma non c'è stato il tempo necessario, un cambio di abito perché stavolta era concesso uno stile più sbarazzino ed addirittura un cambio di trucco per lo stesso motivo.
Una cena per festeggiarmi, ancora foto stavolta con tutte le mie sorelle al completo ed i bambini, l'apertura dei regali, una lettera dolce da parte del mio papà: poche parole, scritte praticamente mentre stava lavorando nelle poche ore intercorse tra il ritorno da Cosenza e la cena, ma che mi hanno trasmesso quello che dovevano.
Un video simpaticissimo da parte del mio Rrrrromano, che però mi ha anche romanticamente regalato dei palloncini col mio nome, delle cornici con le nostre foto, le scintille cuoriciose oltre, ovviamente, al regalo ufficiale.

Insomma, una giornata davvero storica e ricca di aneddoti che non faccio in tempo proprio a raccontare in un unico post. Vi basti pensare che è stato tutto bellissimo, che sono stata circondata da amore e felicità, risate ed attenzioni da parte della mia famiglia stupenda e dei miei amici sinceri. È stato intenso e gratificante e mi ha fatto sentire importante e fortunata come nessuno al mondo.
E spero di aver fatto sentire così anche le persone che erano accanto a me.

Ed anche a voi che in minima parte coi miei post vi siete sorbiti le mie ansie e le mie introspezioni grazie di aver letto anche questo 😊😊😊

Una buona giornata, a chi non è come neve...