venerdì 23 settembre 2016

Se ci sei tu a difendermi

A Settembre iniziano sempre tante cose.
Inizia la scuola, inizia il lavoro, iniziano i primi giorni freddi.
Io quest'anno inizio il mio ultimo primo giorno di lezione. E questo significa che tra poco più di tre mesi, per me, inizierà un anno nuovo in tutti in sensi. Potenzialmente, tra 365 giorni (uno in più, uno in meno), la mia vita sarà cambiata o starà per farlo.
E dirlo ad alta voce un po' fa paura, ma sussurrandolo è anche emozionante ed entusiasmante.

Nuove strade da percorrere, nuove persone da conoscere, si spera nuovi compiti da portare a termine, che magari non avranno a che fare più con lo studio di libri e manuali.
E poi, soprattutto, potrei essere al traguardo cui ambisco da ormai quasi tre anni: Lui. O meglio, più vicino a lui.

Se proprio, però, mi si chiede di rimanere ad un passo da oggi, va ancora sempre bene, dato che, come ormai ben sapete, il mio quotidiano altro non è che ancora Lui.
Recentemente ci sono stati giorni un po' più difficili. O meglio, io sono stata più difficile del solito. E dato che ormai mi conoscete, sapete quanto possa essere difficile superarmi di volta in volta.
Eppure stavolta c'era qualcosa di diverso, di irresistibile. Paradossalmente proprio quando avevo più paura, ho capito, ancora una volta ed ancora di più, quanto mi risulti inutile il mio orgoglio quando accanto ho qualcuno così in grado di starmi accanto e di amarmi come fa Lui.
In effetti ed in tutta sincerità, conosco poca gente che sarebbe in grado di sopportarmi così. E, meglio, di supportarmi anche quando forse meriterei una tirata di orecchie.

Ora invece va tutto bene, di nuovo tutto meglio di prima. Perché avere la persona giusta accanto comporta imparare dagli errori, salire sempre più in alto, piuttosto che lasciare che le cose regrediscano come invece accade nelle storie destinate a fallire. E questo mi dà sollievo e fiducia.
E nelle notti insonni mi porta a riflettere sul fatto che, anche per i grandi passi non così tanto lontani da me, non sono sola e non sono con una persona qualunque.

Quindi si, a Settembre iniziano tante cose ed in questo in particolare, continuano i miei progetti che sono forti, stabili ed intensi. Non importerà se ci saranno venti che proveranno a soffiare un po' più forte per portarci via; non importa se ogni tanto il grigiore delle nuvole proverà a nascondere i mie colori accesi e caldi. Importa che io da qui non mi muovo, perché questo è il mio posto. Il nostro posto. E se pensate che sia una battaglia, vi sbagliate: io la mia guerra l'ho vinta nell'esatto momento in cui il mio cuore ha iniziato a battere un po' più forte per quegli occhi verdi ed ho deposto le mie armi quando questi hanno deciso che si sarebbero posati, da quel momento in avanti, solo su di me.

Buon inizio, a chi non è come neve...

giovedì 15 settembre 2016

Dall'altro ieri, invece da domani non lo so.

Ho perso un pochino l'abitudine di stare senza studiare. Ma una sessione iniziata (e quindi terminata) praticamente subito, questa volta me lo concede.

Stavo pensando. No, io penso sempre. Tutti pensano sempre.
Ma io penso un po' diversamente.
Stavo pensando che quando ero piccola ero affascinata dai gessetti. Non quelli colorati, quelli bianchi, semplici, che stridono sul nero della lavagna se sono appena stati presi dalla scatola, con quel rumore che ti fa accapponare la pelle.
Per questo quando li avevo a disposizione anche a casa li usavo dove potevo, dicendomi che un giorno probabilmente sarei diventata una maestra.
Forse lo pensano tutte le bambine.
Ma poi crescendo mi sono accorta che non ho quella pazienza necessaria per farlo.

In realtà io di me mi sono stranamente accorta un po' tardi. Forse non ha molto senso per voi che leggete ma è la verità.
Per accorgermi di me, ho dovuto spesso aspettare che fossero gli altri a farlo.

"Che bei capelli lunghi che hai!", per accorgermi che i miei capelli erano (sono) davvero belli e lunghi.
"Com'è acceso il bianco dei tuoi occhi!", per accorgermi che forse non è come quasi tutti gli altri.
"Più che gestirti bisogna capire come farsi gestire da te", per capire che probabilmente il mio carattere era diverso da quello che vedevo io.

E di certo non è perché io in vita mia mi sia guardata poco. Forse è perché quando guardi sempre la stessa cosa, così a lungo da farci l'abitudine, dai per scontato che tutto sia così anche per gli altri e che quella sia la normalità.

Un po' come quando ordini la tua pizza preferita, rendendoti conto con sincera sorpresa che fuori dai tuoi confini quell'accoppiata di ingredienti veramente semplicissimi, risulta invece così tanto bizzarra.
O come quando ascolti la tua canzone preferita e ti chiedi come facciano gli altri a non provare quella stessa emozione che trasmette a te.

Oggi mi sono seduta sul divano a guardare fuori dalla finestra ed ho sentito fortissimo la voglia di scrivere. Non di scrivere qui, così, ma di prendere la mia fedelissima penna nera e lasciarla andare su un foglio vero.
Però non l'ho fatto. Perché a volte si ha paura di scrivere qualcosa oppure perché a volte il desiderio di farlo è così forte da colmarsi praticamente semplicemente con sé stesso.
Poi mi sono ricordata che stanotte ho fatto un sogno strano. C'erano le mie sorelle e c'era un mio amico. Poi c'era un ascensore ed io ci restavo bloccata dentro. Quello continuava a scendere come se stessimo cadendo nel vuoto però cercavo di rassicurare mia sorella, suonando l'allarme da cui usciva la voce di un uomo che mi diceva di stare tranquille, che probabilmente si sarebbe aggiustato tutto da solo.
Avevo paura di quella discesa inesorabile e di quello spazio ristretto, del buio, dei numeri che segnavano il piano impazziti. Però poi ho semplicemente provato ad aprire le porte e quelle si sono aperte.
Semplicemente.

Forse dovrei scrivere oppure dovrei tornare a guardare dalla finestra oppure potrei aprire le porte.
Nel primo caso starò attenta a scegliere la mia penna preferita, nel secondo a non perdermi nessun dettaglio e nel terzo starò attenta a non rompermi un'unghia.

Buona giornata, a chi non è come neve...

mercoledì 7 settembre 2016

Piccola, inattaccabile felicità

La cosa bella di essere innamorati di una persona diversa da te è che puoi convincerla a fare qualcosa che non farebbe mai altrimenti, o lasciare che a convincerti sia lei.

Per questo un pomeriggio caldissimo d'Estate ci ritroviamo in macchina a percorrere una stradina sterrata e sconosciuta a chiederci "ma sei sicuro che non sia un assassino?", "ma chissà dove siamo finiti!".
Invece finiamo di fronte ad una bella veranda dalla quale si affaccia un uomo dal braccio malridotto che, sorridendo, ci invita a salire.

Franco lo avevo visto in una frazione di video un po' di tempo fa. Il giusto lasso di tempo per permettermi di avere più o meno il suo viso in mente, ma lasciandomi comunque col dubbio di "ma è lui?!" se lo avessi incontrato per strada.
Mentre Maurizio parla, perché abbiamo implicitamente deciso da sempre che il chiacchierone della coppia è lui, ho il tempo per pensare "oddio, da buona terroncella vorrei dargli del voi, ma non posso proprio dopo esserci scritti tanto!". Poi interrompe i miei pensieri e mi chiede ridendo se anche io parlo ogni tanto.

E' molto divertente, Franco. Sorride sempre e ci mette a nostro agio. Ride alle nostre battute e capisce subito quanto sia brava a punzecchiare Maurizio e quanto lui sia paziente con me.
In realtà me lo ricorda un po', soprattutto quando mi presenta la sua dolce metà.
Il tempo non è stato tantissimo, ma a pelle lei mi è sembrata una persona molto forte, razionale e risoluta. Una di quelle donne che forse ti mette un pochino in soggezione ma poi ti sorride e si scioglie in una piacevole chiacchierata con due sconosciuti che le sono piombati in casa e stanno mangiano i buonissimi gelati che ha preso per noi.
Ed invece Franco no. Lui ha l'aria di qualcuno che vuole dimostrare che le cose belle ed impensate possono accadere; che delle persone conosciute da dietro uno schermo possono coltivare un rapporto fuori, senza nessun doppio fine.

Ridiamo veramente tanto e ci raccontiamo di come l'Estate sarebbe dovuta andare ed invece è, di come io e Maurizio ci siamo conosciuti e di come abbiamo conosciuto le rispettive famiglie, di quanto sarebbe carino incontrare anche quell'altro blogger e quanto immaginiamo sia simpatica l'altra ancora.

Non saprei ricordare quanto siamo stati insieme, forse un paio di ore, ma sono sincera nel dire che sono volate e sono trascorse con tutta la naturalezza di questo mondo.
Così una volta arrivati in macchina ci chiediamo insieme "Allora, che ne dici?!".
Ed ovviamente la risposta non può che essere stata "Hai visto?Avevo ragione, come sempre!E tu che volevi fare l'asociale. Siamo ancora vivi (:-D) ed è stato bello e divertente!".

E come premio del mio buon suggerimento, mi sono beccata un lungo giro in un immenso negozio di giocattoli ed un regalino che desideravo da tanto. Perché alle persone buone succedono cose buone
:-P

Allora, dopo questa esperienza tanto positiva torno a casa felice, sicura di aver collezionato nell'arco di un pomeriggio, ben più di un puzzle fluorescente tra le mani.

Una buona giornata, a chi non è come neve...