domenica 4 giugno 2023

Destri

Avrei voluto avere la bussola di Jack Sparrow.
Quella che punta verso la direzione in cui c'è ciò che il tuo cuore più desidera al mondo.
L'avrei voluta per avere almeno la speranza di potermi orientare.
Di poterla davvero raggiungere, prima o poi.

Ed invece qui, sulla terraferma, il percorso mi sembra impossibile.
Solo mare e cielo azzurro all'orizzonte e nessuna seconda stella a destra e dritti fino al mattino.
Mi sembra assurdo che sia proprio io a scriverlo ma nella vita non si sa mai ed infatti io non so.

In questi ultimi mesi non so descrivere il livello di sofferenza a cui mi sono condannata.
Ho passato notti a piangere così tanto da aver avvertito il bisogno di mettermi a pregare per trovare una parvenza di sollievo. Una liberazione da quel peso sul cuore.
Ma la mia fede negli ultimi anni si è un po' persa e mi sarei sentita ancora peggio, così ho lasciato perdere e son rimasta zitta e da sola con le mie lacrime.
Non so da dove cominciare per spiegarmi perché mi son fatta tutto questo.
Probabilmente diamo sempre la colpa a qualcun altro, cercando cause e motivazioni per scricchiolii che in realtà ci portiamo dentro da sempre e che cercano solo una scusa per uscire.

Però qualche giorno fa, quando mi son detta per l'ennesima volta che non potevo più continuare su questa strada, sono stata colpita da un bel fulmine. 
Mi sono chiesta sinceramente il perché.
Perché ti fai questo? Che colpa pensi di aver commesso per arrivare a sentirti così sbagliata?
Quale peccato stai cercando di espiare? Tutti i difetti del mondo, tutti gli errori che hai commesso, tutte le mancanze che come qualsiasi essere umano ti allontanano dalla perfezione valgono davvero tutto questo senso di inadeguatezza che ti sta logorando giorno dopo giorno?
Ed altrettanto sinceramente mi sono risposta.
No.
Non ho fatto niente di male per sentirmi così. Non ho tolto nulla a nessuno con la mia imperfezione.
Non è colpa mia avere tempi diversi. Essere sempre l'ultima a raggiungere quel che agli altri viene così naturale. Non è colpa mia. E non è una colpa.
La mia unica colpa è stata convincermene, quello si.
O lasciare che gli altri mi ci convincessero.

È stata una liberazione incredibile rendermene conto.
E dirmi 
Ti perdono
Mi perdono
Per non essermi sentita all'altezza
Per i paragoni
E le punizioni
I pensieri
La concentrazione su quel che mi sembra di non avere
Ignorare quel che di buono ho fatto
Il sentirmi difettosa, un giocattolo rotto.

E non è facile ricominciare da qui ma è un passo che mi era indispensabile per lasciar andare qualcosa.
Per comprendere che la prima persona da cui devo ricevere quel che penso di meritare sono io.
Che nessuno verrà mai a riportarmi il pezzo mancante, sarò io a rimboccarmi le maniche e spostare tutti i mobili per scoprire sotto quale di questi si sarà infilato.
E poi tutto sarà completo davvero.
Un quadro dopo l'altro.


Era da un po' che non mi vedevo
Era da un po' che non mi fermavo
Non sono bello come credevo
Ma voglio ricominciare da capo


A chi non è come neve...