martedì 17 maggio 2016

Sono sicuro di sapere che so

Va tutto bene. Finalmente va di nuovo tutto bene.

E' tornata la ventata di buon umore ormai da un po', dopo un periodo (forse il più lungo da ormai anni) di discussioni, incomprensioni e piatti e bicchieri volanti (virtuali ^.^).
L'aiuto è arrivato soprattutto dal fatto che qualche giorno fa il mio bellissimo fidanzato ha compiuto gli anni, aggiungendo così diverse rughe in più sul suo viso ormai lontano dall'essere adolescenziale. Ma cosa volete che vi dica, a me la maturità affascina. Quindi non ti preoccupare, amore!

E quindi dicevo, neanche una cattivona come me poteva permettersi di fare la lagna e la folle durante uno dei compleanni tra l'altro più significativi di questo lungo percorso chiamato vita ed ho deciso di tornare a calmarmi.
La ciliegina sulla torta (e mai metafora fu più azzeccata per il momento in questione), è stata l'illuminazione per il regalo perfetto (o almeno si spera, quindi capite bene che ancora non lo ha ricevuto e non posso spoilerare) e per dei piccolissimi pensieri simbolici dedicatigli a partire da poco più di una settimana prima, in modo da raggiungere puntualmente la data più importante, quella del 14, con una lunga (e prevedibile e-mail, ammetto, ma sempre con parole ricercate) per rinnovargli quanto io lo ami a prescindere dai momenti no che possiamo o potremo mai avere.
Perché in fondo è con le piccole cose, con il tempo dedicato a cercarle unicamente per Lui, che lo si fa sentire una persona speciale ed unica.

In secondo luogo, anche se il meteo sembra non voler ritornare stabilmente primaverile, all'Università le lezioni, seppur ormai quasi arrivate alla fine, si fanno più sopportabili; il tempo trascorre meglio e soprattutto c'è sempre un motivo per ridere e sorridere.

Metteteci anche che, ormai, in casa con le non-più-nuove-coinquiline le giornate trascorrono più leggere. In particolar modo (e non lo dico solo perché sono impiccione e mi leggono) tra me e le due N (le chiameremo così perché fa molto duo VIP) credo si sia instaurata una confidenza ed un affetto molto forti.
Pensate che, una sera di quelle no di cui ho accennato poco su e nel post precedente, una delle due è venuta ad offrirmi il suo conforto mentre io stavo rinchiusa in stanza a praticare il Voodoo con la bambolina dalle sembianze di Maurizio (eheh, amore, ora hai capito perché avevi sempre dolori qui e là?:-P), mentre l'altra (che pure si era carinamente preoccupata per me) poche sere fa, uscendo tutte insieme sotto il diluvio universale e la desolazione di una città universitaria la domenica, mi ha comprato una brioche gelato che era a dir poco meravigliosa, una delle più buone mai assaggiate fino ad ora (e solo chi ha assaggiato il gelato artigianale di Pizzo può capire di cosa sto parlando).
Infine, sempre tutte assieme, abbiamo deciso di avviare un nuovo programma salutare: niente Nutella (no, scherzo, io di nascosto la mangerò a palate come sempre), niente cibo spazzatura (vedi parantesi precedente), solo allenamento serale (finché non collassiamo a terra, verosimilmente, eheh) per ottenere i muscoli più tonici che abbiate mai potuto immaginare sopra una che il massimo movimento che fa è raggiungere a piedi l'Università a tre km da qui.

In sostanza, quindi, si. Va tutto finalmente bene.

Ed andrà ancora meglio quando potrò riabbracciare, ormai tra pochissimo, il mio fidanzato, riservandogli qualcosa di carino che possa farlo sentire celebrato come la meraviglia che è. Fino ad allora prometto che cercherò di fare la brava.

Una splendida giornata, a chi non è come neve...

domenica 1 maggio 2016

Trovarsi accanto il traguardo

Da quando basta correre per arrivare primi?

Stanotte durante il mio non sonno ho scritto un post, che poi ovviamente è rimasto sospeso nel buio e nel silenzio, dissipandosi gradualmente fino a scomparire definitivamente con l'arrivo dell'alba.
Immotivatamente iniziava con la domanda poco su.

Il mio entusiasmo è direttamente proporzionale al malumore che arriverà subito dopo. E' statisticamente provato che più io sono entusiasta, più è probabile che accadrà subito dopo qualcosa che mi farà mettere il broncio. E tale broncio, appunto, sarà tanto più grande quanto sarà stato grande l'entusiasmo.
E quando dico statisticamente, intendo sempre.

Quale modo migliore se non lasciare che tutto venga accompagnato da pioggia e probabilmente tempesta da stamattina in poi?

Ora vi svelo un segreto. Io vivo di ossessioni e convinzioni, un mix letale.
Perché quando arriva qualcosa io lascio che la stessa mi ossessioni, correndo per sapere/conoscere/scoprire. E quando sono ossessionata poi mi convinco di aver saputo/conosciuto/scoperto. La cosa fondamentale è che il qualcosa in questione ovviamente non può essere un qualsiasi qualunque.
Mica posso lasciare che tutto mi corroda il cervello, potrei anche impazzire!

Per la settimana non ho programmi chissà quanto dettagliati od organizzati. In realtà stamattina appena sveglia mi son detta che, andando assolutamente contro la mia famosa natura da sguazzo-meglio-dentro-il-conflitto-e-la-battaglia, avrei semplicemente voglia di sopravvivere alla permanenza qui, per poi forse trovare voglia e movimento una volta tornata a casa mia.
Intendiamoci, non è che io sia una di quelle passive alla vita, che si piange addosso o che pensa che il dolore nobiliti l'uomo. Al contrario, sopporto con pazienza dovuta chi trova problemi ad ogni soluzione, chi invece che stringere i denti e sorridere perché sta scalando una montagna anche se ripida e aspra, non fa altro che lamentarsi della scarpinata. Li sopporto con pazienza dovuta, si, ma cerco anche di scuoterli e svegliarli dal mondo di drammi in cui vivono che a me fa mette tanta rabbia, chissà perché.
In un altro contesto qualcuno mi direbbe che ho una sensibilità diversa, forse tacendo che io di sensibilità potrei non averne.
Che potrei essere una di quelle che resta impassibile di fronte a delle lacrime o che si arrabbia ancora di più nel vederle scorrere.

Ma stavamo dicendo solo che il mio sopravvivere alla settimana in questione non comporta necessariamente un crogiolarsi nel tempo che passa come una ameba incapace di muoversi per controllare quello che accade e che si accontenta di farsi controllare. Piuttosto oggi ho pensato che forse non mi va più di arrabbiarmi con tutto quello che ho intorno quando le cose non sono come io vorrei, anche se ieri o due giorni fa invece avrei scatenato l'inferno, per citare uno dei miei film preferiti.

Chissà che non scopra che poi, sempre statisticamente, il malumore diventi direttamente proporzionale all'entusiasmo che verrà.

Per ora mi lascio così.

Un buon primo Maggio, a chi non è come neve...