giovedì 12 dicembre 2019

I miei occhi chiusi

Quanto fa male guardarsi allo specchio e non riconoscersi nel proprio riflesso?
Quanto costa scoprire che quello che siamo non è quello che vorremmo essere?
Me lo sono chiesta esattamente qualche giorno fa e non a caso.
Non mi sono risposta, perché in realtà le risposte le conosciamo già, ma ci ho riflettuto distrattamente a lungo lo stesso.
Cercherò di farla semplice, perché quello cui ho pensato semplice non è.

Pensavo di essere in grado di fare una cosa. Una cosa per me. E il fatto di essere in grado di farla avrebbe comportato necessariamente anche il fatto che io fossi in un certo modo. E che questo modo fosse il modo in cui io mi vedevo. In cui io volevo che gli altri mi vedessero. Il modo in cui io avrei voluto essere.
Ho fatto dei passi per muovermi verso questa direzione, convinta di essere pronta, poi quando l'occasione si è presentata davanti a me non ho avuto il coraggio di fare quello decisivo. E quindi, il fatto di non essere stata in grado di agire ha comportato necessariamente la presa di consapevolezza che non sono quella che credevo. Non sono come mi vedevo.
Questa scoperta, devo ammetterlo, mi ha resa triste e non ho fatto nulla per evitare che questa tristezza si trasformasse in goccioline salate sulle mie guance.
Poi, quando ho smesso, ho cominciato a farmi delle domande. Diverse da quelle due iniziali.

Perché ho fissato di me una immagine che non mi rispecchia? Perché desidero a tutti i costi essere quella che per ora non sembro essere? Perché vorrei avere a tutti i costi il coraggio di fare una cosa quando, a rigor di logica, una cosa "giusta" per noi non dovrebbe causarci tutta questa tristezza ma venire semplicemente naturale?

A questi interrogativi non ho dato alcuna risposta e probabilmente per un po' non ci riuscirò. Forse ha tutto a che fare con i sogni. Forse ho semplicemente ambizioni troppo grandi per me, almeno per la me di adesso, che non riesco a seguire. O forse al contrario, queste ambizioni non sono abbastanza grandi da spingermi ancora oltre. Ancora ed ancora.
Ho letto spesso che tutto quello che vogliamo è dall'altra parte della paura. Forse semplicemente quello che voglio è più piccolo della mia paura o, ancora, forse quello che voglio non è quello che voglio davvero.

"Forse l'ho persa io in quei giorni confusi
la chiave per aprire..."

Una buona serata, a chi non è come neve...