venerdì 15 agosto 2014

Di chi vive soltanto un paio d'ore.

Io non piaccio al caldo ed il caldo non piace a me. E' inutile.

Ha sempre avuto un ascendente negativo, quest'aria calda che non solo mi impigrisce, mi toglie voglia di fare ma soprattutto mi rende più intrattabile del solito. Diventa una tortura starmene seduta anche solo a pensare, se l'aria non è piacevolmente fresca. O tendente, quantomeno, al non bollente. Solo l'acqua raggiunge, anche d'agosto, una temperatura tanto alta da lasciarmi un tipico rossore sulla pelle a fine doccia. Ma c'è differenza tra i due elementi.

Tuttavia, Agosto mi riserva uno dei momenti più belli dell'anno: la notte di San Lorenzo.

La aspetto come aspetto il Natale, non c'è nulla che tenga; non c'è sonno che mi spiazzi; non c'è nuvola che mi faccia desistere. Cascasse il mondo, io devo essere col naso all'insù a spiare queste lucciole infuocate che siano veloci, lievi o ben definite.

L'anno scorso le guardai da sola, sul piazzale di casa mia, seduta sul cemento che mi pizzicava la pelle nuda delle gambe.
Tutto buio, come rito prevede. Un vento leggero che muoveva le foglie degli alberi folti, qualche cane lontano cui rispondevano i miei. Rumori che, un po', inquietavano la mia solitudine ma che non scalfivano la voglia che credo io abbia sempre avuto di guardare la volta nera ricoperta di puntini bianchi.

L'anno scordo le guardai con un pensiero ben preciso in mente, ma contemporaneamente con tanta di quella confusione che a rifletterci ora, mi ci perderei di nuovo, mi ritroverei e mi direi 'brava, che hai combinato?'.

L'anno scorso le guardavo e ignoravo che qualcosa stava già cambiando.
Avete presente quella scena in cui Aldo del famoso trio comico spiega al pubblico la teoria del piano inclinato?Ecco.

L'anno scorso il mio piano, praticamente davvero in questi giorni, si inclinò neanche di mezzo grado e la pallina cominciò inesorabile la propria corsa.

Quest'anno le stelle le ho cercate di nuovo da sola. La prima cadente l'ho vista guardando casualmente la SuperLuna, nonostante il bagliore di quest'ultima. Una stella bellissima, di quelle che hai il tempo di osservarle per bene perché non scappano, relativamente, subito.

Così come una delle ultime che ho visto, esattamente nello stesso punto ed esattamente con la stessa casualità. E, anche se praticamente quest'anno è stato più o meno inconsistente il numero delle Perseidi avvistate, quelle due mi hanno ripagata dell'attesa col naso in su.
E del mini infarto procuratomi da uno stormo di volatili non meglio identificati che si è alzato all'improvviso dai rami dell'albero a me frontale.

Però non sono d'accordo.
'Ma per fortuna gli uomini non sono palline: basta un gesto, un'occhiata, una frase qualsiasi a fermare il corso delle cose'.
Non siamo palline, di certo, ma a mio avviso è il gesto, lo sguardo, la parola qualsiasi a far cominciare il corso di qualcosa. Il fermarsi è solo conseguenza dell'inizio.

Il bello è che le due cose sono tanto sfumate da confondere l'occhio che le guarda e quindi te ne stai lì a pensare che qualcosa è al traguardo ma non ti rendi conto che basta un salto ed arrivi al nuovo punto di partenza.
Sempre e comunque.

Ed è bellissima quell'inconsapevolezza. Quel non sapere cosa sta per succedere ma infondo siamo già su una corrente fortissima che ci trascina. E te ne rendi conto solo quando sbatti contro uno scoglio e non hai il tempo neanche di avvedertene che hai percorso già metà strada ed allora non puoi che farti coraggio, prendere i tuoi remi e prendere il controllo.

Poi fa tu se vuoi tornare indietro, allo start vecchio, o se arrivi al traguardo e comprendi che è ora di una nuova corsa.

Il risultato alla fine è uno solo: la felicità.

Anch'io finito il mio cammino, mi accascio e vado verso il mio destino. Che è quello di chi inizia e già finisce, sboccia e dopo un attimo appassisce, di chi vive soltanto un paio d'ore, sperando in un applauso e dopo muore.


Un buon ferragosto, a chi non è come neve...