venerdì 15 maggio 2020

When I go flying off the edge

Credo che queste due settimane siano state, ufficialmente e per tutti, quelle in cui si è cercato di tornare alla normalità in un contesto che di normale probabilmente non ha ancora nulla.
Il 4, come previsto e come ho tanto atteso, ho rivisto le mie sorelle ed i miei bimbi. 
Quando ho sentito le loro voci dalla mia camera da letto e mi sono affacciata dalla finestra mi si è sciolto il cuore a vedere quelle piccole sagome che negli ultimi due mesi sono cresciute più del previsto, lontane da me. Siamo stati comunque tutti molto responsabili e non c'è stato alcun contatto fisico, così come siamo stati attenti a stare abbastanza distanti tra noi e, una volta nella stessa stanza e non all'aperto, ad indossare la mascherina.
È stato bellissimo ma molto triste e fuori dal normale stare tutti insieme senza però avere un minimo di contatto fisico.

La settimana dopo, e quindi questo lunedì, ho messo per la primissima volta -da quando tutto è cominciato- il piedino fuori dalla porta perché ho iniziato di nuovo ad andare in ufficio.
Anche in questo caso siamo stati tutti responsabili e muniti di mascherina (la mia rosso fiammante, eh!), guanti e disinfettante come se piovesse.
È stato particolare il rientro perché quasi, quasi la non normalità era diventata la quotidianità ed il primissimo giorno dietro la scrivania mi son messa a pensare "invece questo è quello che dovrai fare per un bel po' di anni (si spera, almeno)".
Oggi che la settimana lavorativa è finita, invece, è come se in realtà fossi ripartita da dove avevo lasciato.
Come se i due mesi chiusa in casa non fossero mai esistiti.
Ma questo è un modo molto comune che ho di vivere il trascorrere del tempo, e forse è comune anche a voi.

E, sempre a proposito di tempo, ieri mentre aggiornavo la mia agendina quotidiana ho sfiorato con le mani i fogli compilati fino ad ora e, sentendo lo spessore non indifferente della carta accumulata, mi son resa conto di quanto questo anno stia letteralmente volando. E di quanto poco, forse, ce lo stiamo godendo. O meglio, di quanto abbiamo dovuto imparare a godercelo in un modo tutto nuovo, da una prospettiva diversa da quella che ci eravamo immaginati.
Ché la vita comunque e tutto sommato, va sempre così, per i fatti suoi.

Ho deciso di lasciarmi qualche post-it per la stanza, sullo specchio, sugli armadi. Non so perché non ci ho pensato prima. Ho scelto meticolosamente l'ordine ed il significato degli scritti.
Ovviamente il primo è stato riempito con la mia frase di Tiziano.
Il secondo è una citazione tratta dal libro "Castelli di rabbia"

"Dev'essere così, questa cosa dei figli, pensò Horeau: nascono con dentro quello che nei padri, la vita ha lasciato a metà. Se mai avrò un figlio, pensò Horeau tagliando meticolosamente una sottile fetta di carne in salsa di mirtilli, nascerà pazzo."

Una buona giornata, a chi non è come neve...

43 commenti:

  1. Diciamo che il padre vede spesso nel figlio il mezzo per raggiungere quello che lui ha lasciato a metà o non ha raggiunto.
    Ed è una cosa piuttosto pericolosa, secondo me.
    L'anno sta terribilmente volando, i primi di marzo sembrano l'altro ieri...
    Una quasi normalità sta tornando, è tornata e tra un paio di giorni potremo anche rivedere gli amici.
    Intanto mia mamma è uscita dal cancello di casa dopo 68 giorni: è andata alle poste a ritirare la pensione!
    E lunedì andiamo a fare un bel giro in auto, dove ci pare, senza quell'assillo dell'autocertificazione.
    Per inciso, per me è più pericoloso in ottica covid-19 andare in piazza a prendere il giornale, che prendere l'automobile e farmi 40 km andata e ritorno sulla Marecchiese, senza scendere...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È bruttissimo quando i genitori riversano sui propri figli le proprie aspirazioni, perché tengono a caricarli di aspettative che invece non appartengono a loro. A me per fortuna non è capitato: i miei ci hanno sempre lasciate libere di scegliere e sbagliare, anzi, ci hanno sempre tranquillizzate sul fatto che c'è sempre una soluzione da qualche parte :) ma mi rendo conto che questa è una fortuna, appunto, che capita a pochi.
      Quanto al ritornare alla normalità, a parte per chi non decide comunque di rimanere cauto, la mia città sembra tornata al prima come se nulla fosse: il primo giorno in ufficio, passata davanti ad un bar, ho visto c'era un sacco di gente! Le strade sono vive come prima, i negozi più o meno pure. L'unica cosa che ho notato con piacere è che quasi tutti rispettano il dovere di indossare la mascherina ed i guanti :)
      Si, decisamente meglio in macchina che a contatto con un sacco di gente per strada

      Elimina
  2. Non dovrei dirlo, ma io sono fatto in un certo modo. Nel tuo scritto c'è un velo di tristezza ed è anche giusto che ci sia.
    Ciao Paola.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Gus, puoi dire tutto quello che vuoi :)
      Comunque ti ringrazio dell'apprensione però non son triste ^^ a me piace tenere botta, chi m'ammazza! :P ti abbraccio e ti ringrazio con sincerità :)

      Elimina
  3. Dev'essere stato atroce non poter abbracciare i tuoi nipoti.
    Io mia madre l'ho stretta eccome. Avendo rispettato la quarantena entrambe perfettamente, non potevamo contagiarci.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo il brutto di questo virus è che non si è mai certi al 111% di essere non pericolosi, anche solo per essere usciti a far la spesa. Comunque, alla fine è dopo settimane dal via libera, anche io li ho riabbracciati: per cause di forza maggiore sono stati insieme a me ed era impossibile continuare a mantenere le distanze :) certo siamo più cauti di prima: non beviamo dagli stessi bicchieri, niente forchetta condivisa ecc xD

      Elimina
  4. Libertà che riacquistiamo mano a mano, e sì, capisco cosa hai provato coi nipotini ma soprattutto tornando a lavoro.
    Anche io, recandomi nel mio "ufficio" ho trovato tutto fermo al 5 marzo. E tanto sporco...
    Ce la godremo dai. In modo diverso, ma ce la godremo^^

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come ho scritto a Riky, dopo un bel po' di giorni dall'apertura ho constatato che sembra davvero non sia mai successo nulla perché la mia città è viva esattamente come prima che fosse tutto chiuso. E per ora sembra anche che i casi siano pressoché inesistenti per fortuna :)
      Diciamo che quando avremo la libertà di camminare anche senza mascherina e guanti sarà davvero tutto come prima :) nel frattempo facciamo i responsabili più che possiamo :) un abbraccio :)

      Elimina
  5. L’anno che stiamo vivendo ci fa percepire il tempo in un modo davvero particolare, tutto sembra fermo e tutto corre velocemente.
    Ritornerai a riabbracciare sorelle e nipotini, dobbiamo crederlo, dobbiamo avere almeno questo piccolo progetto. Buona notte:)
    sinforosa

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come detto, alla fine abbiamo dovuto e potuto cedere :)
      È strano aver aspettato tanto e poi, al momento giusto, tutto sembra però lì, al solito posto, come se non si fosse mai mosso. Eppure cavolo, sono passati due mesi pieni in questo modo! Ci devo riflettere su :)
      Un abbraccio :)

      Elimina
  6. awesome article guys :)
    have a nice day

    RispondiElimina
  7. E pensa che siamo già a metà maggio, giugno e l'estate è praticamente arrivata, quest'anno tuttavia è meglio che passi presto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Guarda, lasciamo stare ché sto 2020 sta veramente vincendo l'oscar come l'anno più del cacchio!

      Elimina
  8. ho letto il commento da me e sono venuto a leggerti...beh, te forse hai vissuto la "ripartenza" meglio di me, se dici che hai chiuso la settimana lavorativa come fossimo a febbraio. io purtroppo non posso dire altrettanto. il mio lavoro si basa sulla "fiducia", se viene a mancare è oggettivamente un problema. cerchiamo di cantarcela e suonarcela, ma sper l'appunto di questo si tratta. anche quando arrivano le notizie positive che pure arrivano, sia chiaro.

    sui legami familiari c'è un altro bel punto interrogativo. ma siamo lontani anni luce da ciò che eravamo.

    per il resto come va, se posso chiedere?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Francesco :)
      Allora, innanzitutto assolutamente, non c'è paragone tra la nostra situazione e la vostra: qui da noi, tutto sommato, la paura secondo me non ha accompagnato molti dei miei cittadini mentre immagino da voi sia tutto molto più graduale. Come ho scritto su, praticamente se tu oggi vieni nella mia città pensi non sia successo nulla, giusto noti le mascherine e il fatto che si cerca di non stringere la mano o dare un bacio sulla guancia per salutarti.
      A lavoro sono fortunata perché il nostro ufficio non è molto frequentato, lavoriamo molto al telefono e al pc, e quando qualche cliente necessita della presenza, il mio capo è assolutamente preciso e prende (e fa prendere) tutte le misure al venuto (ma in realtà devo ammettere che solo una persona, da quando abbiamo riaperto, si era presentato senza mascherina, incivilmente, tutti gli altri molto precisi).

      Quanto alla tua domanda, ti devo confessare che mi ha fatto molto piacere averla letta, penso sia una cosa molto carina da parte tua e di voi lettori in genere :) va tutto bene, ci sono momenti in cui si è un po' più tristi, anche perché quest'anno sta riservando più di un imprevisto spiacevole, però a me piace essere positiva, sentirmi capace di controllare anche l'incontrollabile e in grado di trovare una soluzione a tutto, finché si può :) quindi la risposta per me sarà sempre tutto bene e ci credo davvero :)
      Grazie Francesco, veramente :)

      Elimina
  9. Di sicuro, fino ad adesso, tutti ci siamo goduti poco il mondo esterno. E piano piano è anche giusto ritrovare quella quotidianità che il primo giorno di lavoro ti è sembrata strana, mentre l'ultimo della settimana ha quasi rimesso al suo posto ogni cosa. Non penso che ci affanneremo a recuperare, dovremo essere attenti e magari imparare a godere di più dei momenti che spesso e volentieri diamo per scontati.
    Non abbiamo ancora smesso di camminare sul filo e questo al di là del momento difficile, ma abbiamo bisogno di metabolizzare e ci vuole tempo. Che bella la tua idea dei post-it, io una volta usavo le polaroid, le scattavo e poi scrivevo nello spazio bianco la data. Andavo a piazzarle ovunque, nei libri che leggevo, nei cassetti della cucina o le appiccicavo al frigo. Erano momenti belli, da tenere a mente.
    Chissà cosa ci ricorderemo un giorno di tutto questo. Io spero di ricordarmi l'emozione che mi darà rivedere tutta la mia famiglia, sparsa in Italia e che mi manca sempre. Ma il mio è un vecchio rumore sordo, che ogni tanto torna violento da quasi trent'anni. Lo accolgo e aspetto che se ne vada lasciandomi intatto quel buco che non si riempie mai.
    Grazie per il post, non sai quanto mi ha fatto bene.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho sempre amato le Polaroid, per me che sono una impaziente cronica che cosa c'è di più bello che non aver immediatamente una immagine che si è deciso di immortalare? E poi la possibilità di scriverci sopra una frase...bellissimo *.* E poi magari, quando le nascondevi, te ne scordavi e le ritrovavi per caso dopo chissà quanto tempo come una piccola sorpresa fatta a te stessa :)
      Lo capisco bene quel buco, mamma mia quanto l'ho sentito fortissimo anche io quel vuoto...ma io non ho resistito, non ce l'ho fatta. Ci vuole tanto coraggio a restare e chissà quanto ce ne vuole invece per andare...
      Però l'importante è stare bene con sé stessi, quello altrimenti sarebbe la vera voragine... Spero che il momento in cui potrai tuffarti tra le braccia della tua famiglia arrivi presto e duri a lungo :)
      Intanto da qui ti abbraccio io forte, forte e ti ringrazio :-* Grazie a te per i tuoi bellissimi commenti (a cui rispondo colpevolmente in ritardo ma queste settimane sono state pienissime ed io sono stanchissima xD) <3

      Elimina
    2. Mi ricordavo delle mie polaroid solo quando le ritrovavo e mi piaceva così. Un paio poi, sono rispuntate al momento opportuno, dovrei scriverci su, per raccontarvelo.
      Ci vuole tanto coraggio ad andare, così come ce ne vuole a decidere di tornare. Trovare quella forza non è facile, nel bene e nel male quella decisione cambia la vita.
      Con il senno di poi non ho rimpianti, solo quel buchetto sempre aperto che ogni tanto torna a trovarmi.Ho scritto un post sui questi mesi e sulla mancanza della mia famiglia, se lo leggerai mi farà piacere.
      Ti abbraccio forte anche io, ragazza bella.

      Elimina
    3. Certo che vengo a leggerlo :-*
      Un abbraccio forte, forte a te :-*

      Elimina
  10. Continuerà ad andare meglio Paola e potremo anche abbracciarci: coraggio!

    RispondiElimina
  11. Cara Paola,
    anche per me è stato strano quando ho rivisto mio padre, sua moglie, mia sorella, suo marito e la mia nipotina.. visti a distanza senza poter abbracciarli. Ha fatto un po' male a tutti. Pensa che mio padre che non è da abbracci (anche se nell'ultimo periodo prima della quarantena a volte si era sbilanciato) ha proprio detto che gli faceva strano questa distanza, senza alcun contatto fisico. Però come hai fatto tu e la tua famiglia è giusto continuare con le misure precauzionali. Bravi!
    Sul fatto del tempo che è trascorso mi trovo d'accorso. Siamo già quasi a fine maggio e mi sembra che il tempo sia volato senza aver fatto nulla.
    Adesso piano, piano è giusto tornare alla normalità anche se con qualcosa di diverso. Sicuramente questa pandemia ha lasciato e lascerà il segno. Ma andremo avanti e un giorno, potremo tornare ad abbracciarci.
    Intanto mando un abbraccio virtuale a te.
    Laretta

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Laretta,
      io alla fine ho dovuto e potuto cedere, come ampliamento detto agli altri. Questa distanza ha sciolto il cuoricino anche dei più duri, non c'è proprio da discutere...siamo così (per fortuna) abituati alla vicinanza delle persone che amiamo, anche quando non sono geograficamente prossime a noi, che essere stati costretti così...ha lasciato decisamente il segno.
      Non vedo l'ora che tutto sia finalmente finito, non avere più questa ombra pesante che ti viene dietro anche se a volte sembra quasi non sia mai successo nulla.
      Un abbraccio :-*

      Elimina
  12. Eccomi a leggerti e a leggere le tue riflessioni su questa quarantena. Non posso che condividere questa sensazione di stranezza nello stare davanti alle persone che ami ma non poterle abbracciare ... inoltre limitata a poter solo osservare lo sguardo. Una riflessione che ancora non avevo fatto invece è su quanto sia passato veloce il 2020... già, dobbiamo imparare a goderci quello che ne rimane muniti di mascherina, distanziamento sociale e tanto buon senso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il buon senso (e soprattutto la civiltà) spero che sia sempre la guida per tutti e per tutto. Per ora la mia città si è risvegliata, rendendo quasi tutto normale alla vista, ma rispettando le regole, per fortuna- A parte qualche eccezione, rarissima, sono stata felice di aver visto che i miei concittadini non hanno sottovalutato la situazione, seppur da noi non siano praticamente casi (e quei pochi che ci sono stati mi sa che sono tutti guariti, ma erano letteralmente un paio).
      Speriamo ogni giorno sia un piccolo passo in più verso la VERA normalità :)
      Un abbraccio :-*

      Elimina
  13. Interessanti riflessioni Paoletta mia comuni un po' a tutti noi. Io che vivo e dovrei dico dovrei perchè le mie idee si sono notevolmente accorciate in questa lunga quarantena essere abituata alla casa e quindi aver sentito meno degli altri andare fuori come la maggioranza fa. Mi è pesato non poco, vuoi per difficoltà pratiche familiari , per infinite cose da sistemare( chissà quando e chissà se si faranno) penso a te e alla fatica di rivedere i tuoi cari senza sfiorarli , mantenendo quelle distanze che sembrano kilometri. Il tempo vola hai ragione e allora andiamo avanti , certi della nostra forza.
    Ti stringo forte

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Nellina :-*
      Io credo che sia stato proprio il sapere di NON potere a rendere tutto più difficile, anche per chi in teoria magari era abituato ad uno stile di vita simile a quello vissuto in quarantena. Proprio il fardello di non avere una certa libertà di scelta fa sempre male.
      Mi auguro che il peggio sia passato e che presto potremo chiudere definitivamente questo capitolo surreale, sistemando anche tutte le cose che abbiamo lasciato in sospeso :)
      Ti abbraccio fortissimo anche io :-*

      Elimina
  14. E' una normalità strana, alla quale non eravamo abituati.
    E' un graduale ritorno a quella che è stata la nostra vita, ma con l'aggravante di non poter davvero fare quello che facevamo. Abbracciare genitori e amici. Sostenersi fisicamente oltre lo sguardo.
    Facciamo che per adesso va bene così.
    Un abbraccio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si, per adesso va bene così perché quello che abbiamo avuto fino a qualche settimana fa per due mesi era davvero troppo poco, quindi bisogna ricominciare ad apprezzare anche le piccole conquiste :)
      Un abbraccio a te :-*

      Elimina
  15. Ciao tornerà tutto come prima, tranne per chi da questo avrà compreso qualcosa.
    Abbraccio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Speriamo le cose comprese siano state quelle giuste :)
      Un abbraccio :-*

      Elimina
  16. Buonasera Paola!
    Inizio dalla fine.
    Siccome non conosco "Castelli di rabbia" mi chiedevo: perché il personaggio dice che probabilmente il figlio nascerà pazzo?
    Hai parlato di post-it, però perché inserisci questa frase proprio in questo tuo scritto? Che attinenza c'è?
    Scusami, il fatto è che proprio non ho compreso. Colpa della mia imbranataggine. Ma se non vuoi non sei obbligata a rispondermi eh!?!
    Abbiamo assaporato tutti, con gran prudenza, questo nuovo periodo di uscita libera. Almeno per noi è stato così.
    Credo però di aver accettato tutto con gran serenità e le nuove abitudini non mi spaventano. Nella mia vita ho avuto tanti di quei cambiamenti che bisognerebbe scriverne un romanzo...😁
    Ci adatteremo, basta non pensarci troppo e continuare il nostro cammino.
    Comunque volevo anche comunicarti che ho scaricato l'app che mi avevi suggerito.
    Ora sto imparando ad usarlo. Mi piace e volevo ringraziarti.
    Ti abbraccio forte, ciao.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Pia,
      in primo luogo ti risponderei volentieri alla domanda su Castelli di Rabbia però ti contro-chiedo: sicura di volerlo sapere e di non volerlo leggere tu stessa? Perché è un libro meraviglioso (anche se Mariella non apprezzerà questo mio giudizio, me lo disse già xD), te lo consiglio davvero (e tra l'altro mi sa che lo trovi anche gratuitamente su internet, se non te la senti di comprarlo alla cieca :D). In caso contrario sazierò io la tua curiosità a riguardo :)
      Ti ringrazio per la domanda che mi hai fatto sui post-it, in realtà non sei imbranata tu: il fatto è che mi piace il modo in cui la mente mi suggerisce di dire delle cose in un momento piuttosto che in un altro e mi piace che questa attinenza non sia visibile magari a chi mi legge; non è un dispetto ai lettori, ovviamente xD è più una specie di "ho tutto in testa ma non riesco a dirlo"...sai, quando c'è qualcosa che proprio non sai spiegare però sai che c'è ed è chiarissima per te? Ecco, questo mi guida quando scrivo. Che poi è lo stesso modo in cui scelgo i titoli per i post: sono sicura che sembrino scelti a caso, invece sono proprio ricercati appositamente tutte le volte :)
      Sono contentissima tu abbia accolto il mio suggerimento, quella app è strepitosa, ci sono un sacco di impostazioni che puoi regolare *.*
      Adattarsi al nuovo non è per tutti, bravissima :-*
      Un grandissimo abbraccio :-*

      Elimina
    2. Ma alla fin fine Castelli di Rabbia erano tanti racconti di uno scrittore sconvolto, non è di mio gradimento ma è un gradino sotto rispetto agli altri nella mia lista dei libri evitabili ahahahah Ma si sa, io e Baricco abbiamo in comune solo Novecento:-)

      Elimina
    3. Ma conoscendo Pia dici a lei potrebbe piacere? Io lo amo troppoooo lo rileggo random continuamente *.*

      Elimina
  17. Ciao Paola,che bello il tuo blog...mi sono unita ai lettori.
    Questo post è molto toccante. Hai scritto cose vere, siamo già a metà anno e indifferentemente da ciò che accade il tempo non si ferma e siamo noi ad adattarci a lui e non viceversa.
    Tenaimo duro e non molliamo che i sogni si realizzano senza paura e con il sole!
    Se ti va ho un blog anche anche io. Sarai la benvenuta.
    Buona serata

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Sily, benvenuta e grazie di essere qui :-*
      È vero noi dobbiamo per forza di cose adattarci al tempo che passa, però quanto è bello sapere che alla fine possiamo anche essere in grado di gestirlo come noi vogliamo e non abbandonarci all'idea che sia lui a gestire noi?
      Passo sicuramente da te e ti ringrazio ancora :-*

      Elimina
  18. Ciao, è la prima volta che passo da te. Anch'io ho fatto fatica a tornare fuori. Mi sono abituata così tanto a stare in casa, che quasi non volevo più uscire. Questa "non Normalità" stava diventando una normalità. Comunque questi due mesi sono volati, pensavo non dovessero più passare !!! Deve essere stato bellissimo rivedere i parenti, speriamo che si possa continuare sulla buona strada. Saluti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Benvenuta :)
      Esatto, il trascorrere del tempo è stato particolare negli ultimi due mesi. Da una parte sembrava non arrivasse mai il momento di uscire, dall'altro sembra non sia mai successo nulla e che tutto sia ricominciato da un giorno all'altro.
      Lo speriamo tutti...la vera normalità :)
      Un abbraccio e grazie :)

      Elimina
  19. Riflessioni interessanti. I miei post-it sono mentali. Quando una frase mi colpisce cerco di capirla profondamente, di farla mia come un'esperienza emotiva. Così imparo e non dimentico la lezione! ;-)
    Buona serata.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Una bellissima cosa, lasciarla impressa nella mente :)
      Io amo però proprio vederla scritta tra le mie pagine più preziose...sia mai che la memoria giochi brutti scherzi :-P

      Elimina

Io credo soltanto nella parola. La parola ferisce, la parola convince, la parola placa. Questo, per me, è il senso dello scrivere.