martedì 7 luglio 2020

...Run for something

Ieri mattina sono dovuta uscire di casa molto presto, così presto da poter invitare il mio migliore amico a fare colazione insieme prima di entrare in ufficio.
Ci siamo seduti al nostro bar preferito, quello nella città accanto alla nostra, con le grandi vetrate a vista ed una sala grandissima.
Un anno fa, esattamente nello stesso giorno, casualmente, io e lui eravamo seduti alla stessa ora, nello stesso bar, a fare la stessa, identica cosa.

"Ieri" di un anno fa era sabato, stavo lavorando già da più di un mese a Roma ed avevo deciso di scappare per un weekend folle a casa mia, giù al Sud.
Ero partita venerdì sera, senza dire niente a nessuno, per arrivare nella mia città al mattino, dopo una notte in pullman completamente insonne.
Il mio migliore amico (l'unica eccezione al "non lo sapeva nessuno") si era offerto di venirmi a prendere alla stazione così da permettermi di mantenere la sorpresa fino all'ultimo e, prima di portarmi a casa, mi aveva offerto la colazione esattamente in quel bar, seduti allo stesso tavolino di ieri. 
Sono arrivata a casa e mio padre stava già fuori, nel cortile. Mi ha guardata a bocca aperta, mi ha abbracciato forte e mi ha detto "che cosa stai facendo qui? Quanto puoi rimanere?". Un colpo al cuore quella che sarebbe stata poi la stessa risposta per tutte le altre successive volte "domani pomeriggio devo ripartire". 
Sono entrata in casa e sull'uscio c'era mamma. Stessa aria stupita, si è commossa e mi ha detto "ma non ci avevi avvertiti!". 
Ho fatto le scale letteralmente a due a due per poi piombare nella camera di mia sorella che ancora stava dormendo. Ho aspettato un po' che avvertisse la presenza di qualcuno nella stanza, appena socchiusi gli occhi mi ha detto "ma che ca!!!" e l'ho abbracciata ridendo. Lei con gli occhi di una appena sveglia, dopo una notte di riposo, io con quelli di una sveglia da più di 24 ore, dopo una notte di viaggio.

"Ieri" di un anno fa mi sembrava di non avere più il pieno controllo di quello che stavo facendo, sapevo che non stavo percorrendo la strada lavorativa giusta, lo sentivo ogni mattina che timbravo il mio badge e però facevo di tutto pur di non arrendermi, pur di non mollare. Il mio amico mi chiedeva "è tutto ok? Che stai combinando?" anche se sotto, sotto sapeva già che cosa gli avrei risposto.
Un anno dopo, incredibilmente, la sua domanda non è cambiata troppo -"è tutto ok? Che cosa è successo in questi giorni?".
È la risposta ad essere cambiata, stavolta.

Un anno fa uscivo da quel bar con il sole in attesa fuori, cocente, ed entravo in macchina con il magone sapendo che, nonostante fossi appena arrivata, era già cominciato il conto alla rovescia per la ripartenza.
Un anno dopo sono uscita da quel bar con la pioggia che cadeva a dirotto e l'aria fresca. Sono entrata in macchina con il sorriso perché all'inizio di una nuova settimana lavorativa.
Un anno fa entravo in camera mia, chiudevo tutte le finestre e la porta dietro di me per recuperare un po' di sonno perso.
Un anno dopo dietro di me ho chiuso la porta del mio ufficio, con in mente la mappa di tutte le cose da fare e consegnare entro le successive ore.
Un anno fa mi chiedevo che cosa avrei fatto da lì a qualche mese, persa tra mille dubbi, tra tutte le incertezze che ti lascia la consapevolezza di non star facendo la cosa che vuoi davvero; di star facendo una cosa che non ti appaga, non ti soddisfa.
Un anno dopo sorrido tutte le mattine, anche quelle in cui ho mal di testa e magari vorrei rimanere ancora accoccolata a letto a dormire. Sorrido perché le ore successive so che starò facendo una cosa forse stressante, magari in grado di mettermi addosso la giusta quantità di ansia, ma comunque buona a farmi pensare "io questo lavoro lo adoro".

Un anno fa non sapevo quali fossero le risposte giuste da darmi; un anno dopo non ho bisogno nemmeno delle domande. Un anno dopo, per quanto imprevedibile possa essere la vita, ho già programmato i due Esami di Stato da sostenere nel futuro prossimo.

Un anno fa mi perdevo tra dei sentieri che mai avrei pensato nemmeno di disegnare a matita ed un anno dopo, invece, mi rendo conto che quel sentirsi persa mi è stato indispensabile per ritrovarmi oggi.
Ed oggi lo so davvero dove sono.
Sulla strada giusta.

Buon cammino, a chi non è come neve...

29 commenti:

  1. Sono felice che tu ti senta sulla strada giusta, non solo professionalmente parlando.
    Forse è giusto che quel che è stato un anno fa rimanga chiuso a chiave, mentre quel che è oggi possa definire la donna che sei e sarai.
    In ogni caso, in bocca al lupo!

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    1. Quella professionale è l'unica strada che sto percorrendo, al momento, diciamo così :)
      Mi è venuta in mente questa frase, leggendo l'ultima parte del tuo commento: "Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno, ma ciò che farai in tutti i giorni che verranno dipende da quello che farai oggi".
      Grazie mille :-*

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    2. Ciao Paola, ti leggo oggi per la prima volta e non poteva andarmi meglio: in poche righe mi hai presentato la Paola di oggi e quella di un anno fa!
      Buon cammino,

      EM

      P.S. Scrivo qui, in una sub-risposta, per dirti che mi è piaciuta molto anche la frase che hai citato nella risposta qui sopra. Dovremmo averla sempre tutti bene a mente...!

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    3. Ciao EM, benvenuto qui e grazie di essere passato :)
      Si, in effetti il post in questione ha descritto bene la mia vita negli ultimi 365 giorni, quindi quale miglior modo per capire con chi stai parlando xD ma non so quanto sia una fortuna per te esserci capitato :D
      La frase in questione l'ho trovata proprio per caso, leggendo un libro scaricato a caso sul mio Kobo :D

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  2. Nel nostro cervello c'è una stanza dedicata alle "decisioni da maturare". Eventi, fatti, pensieri, considerazioni vanno in quella stanza .Lì dentro c'è grande movimento, e quando la decisione è matura si apre la porta della stanza e la decisione si manifesta. Così, tanto per dire, io riconoscevo ogni cosa che entrava nella stanza. Un anno per la fermentazione è il tempo giusto.
    Ciao Paola.

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    1. Che bella immagine che hai reso. In effetti è un buon modo per descrivere quanto succede in questi casi, perché anche quando non siamo proprio certi di quello che sta succedendo dentro quelle quattro mura riusciamo comunque a percepirlo. E poi, quando siamo invitati ad entrare...Lì è tutta un'altra storia :)

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  3. Cioè quindi hai svegliato bruscamente tua sorella? :D
    A parte le battute, mi fa piacere sentirti così determinata. E soprattutto, mi piace quella cosa di non farsi domande. Io ultimamente me ne sto facendo più del solito. E non fa bene.

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    1. No, sono stata dolce e delicata con la mia sorellina, come sempre xD
      Secondo me, va bene alternare momenti in cui ci si chiedono tante cose a momenti in cui si sta più leggeri.
      Non si può essere sempre e solo in un unico modo. Quindi prendila nel miglior modo possibile aspettando la fase successiva :)

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  4. La sensazione della "strada giusta" è una gran bella sensazione, a patto di sviscerarne davvero l'essenza, anche - e perché no - alla luce delle esperienze passate.. ;)

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  5. Credo che una delle più belle sensazioni che si possano vivere sia questa. La consapevolezza di essere nel posto giusto, su una strada che ci appaga e che ci soddisfa, quella che ci fa stare bene.
    Mi fa piacere leggerti con questo sorriso, lo si percepisce anche attraverso la scrittura.
    Un caro abbraccio.

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    1. Anche secondo me è una sensazione bellissima, soprattutto quando la vivi dopo aver sperimentato il contrario.
      Speriamo vada sempre meglio :)
      Un abbraccio ^.^

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  6. Un anno, un giorno, un secondo, basta poco ;)

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  7. Ho registrato qualche informazione: vivi a Roma, come me; torni al sud, come me; viaggi di notte, come me (l'ultimo l'ho fatto con flixbus); fai sorprese a casa, come me. Abbiamo un paio di cose in comune ^_^
    La speranza per il futuro. Pure quella! Incrocio le dita per me e per te :)

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    1. Ciao Irene,
      si, molto in comune ma solo una piccola correzione: abitavo a Roma, ci sono stata per un po' ma alla fine dell'anno scorso sono tornata giù; l'anno scorso a quest'ora ero lì a fare tutt'altro rispetto ad oggi ed ecco perché ho fatto questo parallelismo nel post. Mi sono cambiata la vita due volte in poco tempo, in pratica :D
      Ho tantissima fiducia anche io, sono ottimista sempre ^.^
      Un abbraccio :D

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  8. In un anno alla tua età può cambiare di tutto

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  9. Quanta vita in questo anno appena trascorso, quanti cambiamenti e quante decisioni prese.
    Sei tornata infine a casa. Lì dove vuoi stare.
    Buona domenica.

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    1. Tutti i cerchi si sono chiusi, no?:)
      Un abbraccio :-*

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  10. Mi sembra di capire che non hai più il moroso?
    Beh..dai morto un papa se ne fa un altro!
    Sul discorso professionale non c’ho capito tanto..ma se posso darti un consiglio pensa solo a realizzarti e poi il resto verrà da se.
    Mi ricordo un vecchia massima di una infermiera verso le sue colleghe più giovani : ricordate che l”unica cosa che rende veramente libera una donna è il lavoro.
    Ciao

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    1. Si, Max, dopo diversi anni ho chiuso la mia relazione.
      Comunque quella è assolutamente la cosa più importante: lavorare, evolversi ma, soprattutto, farlo in un ambito che sentiamo davvero nostro. Diciamo che questo era proprio il sunto del mio post :)
      Un abbraccio :)

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Io credo soltanto nella parola. La parola ferisce, la parola convince, la parola placa. Questo, per me, è il senso dello scrivere.