giovedì 14 aprile 2016

Che tu puoi contribuire con un verso

In questi giorni non ho mai avuto voglia di scrivere, eppure non ho fatto altro.
Pagine di diari, di agende, di quaderni.

E' stata una settimana particolare, perché quando incomincia in un modo sembra che debba andare per tutto il restante tempo così.
E' sempre strana la sensazione di non essere compresi.

Siamo come tanti libri, banalmente; quando decidiamo di farci leggere ed aprire le nostre pagine, pensiamo che il lettore in questione recepisca le nostre frasi, i nostri capitoli, allo stesso modo in cui noi crediamo di averli scritti.
Poi però può capitare che avvenga il contrario, che una delle nostre citazioni venga letta in un modo che noi non avevamo neanche preventivato e ce ne sorprendiamo.
Tutte le volte in cui ho avvertito questa sensazione mi sono chiesta il perché; perché la persona a cui ho permesso di sfogliarmi adesso mi legge così?
Molto più difficile, e molto più raro, è stato chiedermi come mi facessi leggere io.

Perché c'è una grande differenza tra quello che diciamo e quello che crediamo di dire, tra come lo diciamo e come crediamo di dirlo.

Non è mai facile comunicare con qualcuno che non siamo noi, perché il più delle volte lo è anche con noi stessi.
Molto peggio è accettare i punti di vista altrui, la loro visione differente e la loro percezione di noi.
Fa sempre piacere sentirsi dire "sei una persona dolce, sei intelligente"; non metteremmo mai in discussione questa opinione di noi, ma quando si aggiunge anche un semplice "a volte sei poco delicata, sei testarda" facciamo più fatica ad ammettere che potrebbe essere la verità.

Forse perché non è tanto vero che, banalmente, siamo tutti come tanti libri in grado di farsi leggere dagli altri.
Immaginate poi la fatica nel dover scegliere il nostro titolo?
Io chi sarei?
Magari "La bella e la bestia" insieme, o qualcosa di simile..

C'è di buono che, in entrambi i casi, ho sempre accanto qualcuno in grado di farmi ridere anche nel bel mezzo di una litigata che continuava da giorni, alla sua lettura di me "la cosa buona è che quando ti arrabbi è come quando scrivi, non smetti più di parlare!"

"Noi non siamo veri e propri romanzi,
noi non siamo veri e propri racconti.
Noi siamo opere complete."
G. Zevin.


Una buona lettura, a chi non è come neve...

22 commenti:

  1. Hai proprio ragione, non è mai facile farsi capire o essere capiti, anch'io certe volte ho pensato la stessa cosa di quello che scrivo...il mio libro potrebbe essere Peter Pan ;)

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    1. Grazie per aver aggiunto il tuo libro alla mia personalissima libreria ^.^

      Quindi abbiamo Peter Pan e (forse, mo vediamo se cambio, ihih) La Bella e la Bestia :-D

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  2. Quello da te esposto è uno dei motivi che mi vede sempre più convinto a non contraddire mai mi di che sono.... boh.. così...così...o colì. Come anche anche trovo sempre più adatta la risposta "come mi vedi tu" alla domanda tipica domanda..."E tu come sei?" ;)

    Abbiamo tutti dentro un mondo di cose,ognuno col suo modo di vedere e sentire le cose. E allora signore,come potrò mai farvi intendere il mio modo di vedere e sentire le cose per il mio mondo se voi le percepirete nel vostro modo di vedere e sentire le cose?
    Vuol dire che non ci intenderemo mai!

    "Sei personaggi in cerca d'autore" di Luigi Pirandello

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    1. Bellissimo il tuo commento e la citazione, quindi anche la scelta di che titolo avresti tu, devo dedurre :-)

      Comunque è vero, la comunicazione e quindi il fraintendimento dipende proprio dal modo diverso di sentire le cose rispetto al modo in cui vengono comunicate. Una grande ruota :-D
      Un abbraccio e benvenuto :)

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  3. per me la scrittura è una poderosa e potentissima valvola di sfogo, e proprio per questo mi appare evidente che anche quando non ne ho voglia, la cosa che faccio di più è scrivere scrivere scrivere...

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    1. Io piuttosto evito di scrivere in quei momenti, perché sono una tipa molto irruente, quindi sai..si dicono/scrivono cose di cui ci si pente in quei momenti là :-P

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  4. A volte mia cara Paoletta stentiamo a capire noi stessi, crediamo di essere chiari e invece ci nascondiamo in modo tale che gli altri facciano fatica a scoprirci... Siamo umani d'altronde , spesso pretendiamo che vedano dentro la nostra anima, ma è impossibile..Solo chi ci vuole bene veramente può entrare , scrutare , vedere, parlare , aprirsi e comprenderci veramente. E avere già una sola persona così , è un grandissimo tesoro , credimi!
    Ti stringo forte!

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    1. Lo sai, la frase che hai scritto "ci nascondiamo in modo tale che gli altri facciano fatica a scoprirci" mi fa tornare in mente una cosa proprio simile detta dalla "persona così" (il mio ammmore, insomma) riferendosi alla mia scrittura. Vediamo se la ricorda da solo o lo devo punire :-D
      Ciò significa che è proprio vero, siamo tutti fatti così, chi più e chi un po' meno.

      Sempre saggia e dolce, tu, cara Nella.
      Un abbraccio grande anche a te :-*

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  5. La scrittura è condivisione di emozioni, sensazioni e intimità, mettere a nudo la propria essenza.
    Un abbraccio

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    1. Bentornato, mio caro :-D

      "Questo per me è il senso dello scrivere", no? ^.^

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  6. "Perché c'è una grande differenza tra quello che diciamo e quello che crediamo di dire, tra come lo diciamo e come crediamo di dirlo".
    Quanta verità in queste parole! Io, invece, dico sempre che c'è una grande differenza tra fare ed essere convinto di fare..e leggere da te un pensiero simile un po' mi tranquillizza. Grazie! A presto!

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    1. Si, effettivamente anche questo fa la differenza. Ma forse quello è più facile da vedere.
      Un abbraccio, a presto

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  7. Ciso Paola non è facile farsi capire spesso neppure oralmente.In effetti non siamo libri aperti,neppure quando crediamo di esserlo, nel senso che è soggettivo quello che qualcun altro può percepire di noi.Per percepire chi sono davvero gli altri bisognerrebbe essere tanto bravi da lasciar cadere tutto: quello che pensiamo, quello in cui crediamo, giudizi di vario genere.ecc....solo così leggiamo davvero non quello che è nelle righe ma quello che sta fra le righe.
    Un abbraccio.

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    1. Ed io sono proprio la meno adatta, forse, a lasciare andare via i miei giudizi..
      Un abbraccio!

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  8. A quale libro può aggrapparsi qualcuno che vive seguendo la mera casualità?
    Probabilmente sono solo un personaggio dei libri di Douglas Adams di cui non ha avuto il tempo di scrivere in modo esaustivo.
    Mi piace l'ieda di essere un personaggio, più che un libro.
    In fondo la nostra vita è composta anche da ciò che ci accade intorno ed è grazie ad essa se noi siamo chi crediamo di essere.

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    1. Credo di averci definiti anche personaggi, in un altro post molto più datato.
      Alla fine saremmo mica tutto e niente?

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  9. Io preferisco immaginarmi come un diario, scritto da me ovviamente. I deliri di venere, da quando ho trovato questo titolo penso sempre che l'unico libro che potrei scrivere merita questo titolo, perchè infondo i miei sono solo deliri.

    Però a me hai sempre dato l'impressione di essere molto dolce e paziente, ma è ovvio che (come nelle lucine di sfondo) sarai ben altro.

    Un bacino

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    1. Bentornata, Venere. Potresti sorprenderti nel conoscermi personalmente ma ti ringrazio dell'idea che hai di me.
      E' particolare, il diario personale non lo avevo proprio preso in considerazione..buffo, chissà perché!Un abbraccio ^.^

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  10. Mettiamoci in pari anche qui...
    e anche se è passato un pochino di tempo, quei giorni di cui qui parlavi non sono poi tanto diversi da questi. Nel mezzo ci siamo ri-visti e abbiamo trascorso delle belle giornate piene di foto con te splendida e luminosamente bellissima, momenti intensi, anche molto "forti" nel senso più ampio del termine, e vario... insomma, non ci facciamo mai mancare niente, noi.
    Ma in fondo quel che conta forse è semplicemente che io e te siamo "noi", che io e te possiamo definirci una cosa sola pur essendo due entità distinte... se ci rifletti, non tutti possono pensare a un "noi", nella loro vita, o perché non c'è proprio o perché pur avendo qualcuno non riescono ad arrivare a quel livello.
    Io e te, invece, a quel livello ci siamo arrivati come, pure, molto oltre. Tu sei tutto per me e io lo sono per te, esistiamo e abbiamo il dovere di difendere quello che abbiamo trovato, alimentato, costruito assieme con tanto amore, impegno, pazienza... è assolutamente quanto di più prezioso abbiamo e, dico io, avremo mai nelle nostre vite, a volte forse non ce ne rendiamo conto e ci troviamo a scontrarci, anche in malo modo... ma spero che prevalga, sempre, la consapevolezza di avere tra le mani una meraviglia forte come il mare che si infrange sugli scogli ma, pure, delicato come una farfalla, che per tenerla in un pugno non puoi certo stringerla.
    Sei tutto quello che ho, che voglio, che amo... mi dispiace per i momenti difficili che puoi aver passato e nei quali magari non sono stato quello che ti aspettavi fossi, non dandoti quello di cui avevi bisogno... Sappi però che non c'è nulla nel mio mondo che conti più di te, e che per tutto ciò che non è stato ci sarà modo di fartelo avere, con impegno e amore...
    So che non è tanto, ma è una certezza... io per te andrei ovunque, farei qualsiasi cosa e, in fondo, cambierei pure... se servisse...

    Ti amo

    p.s: ed è bello quando ridi... è una sinfonia meravigliosa... è la musica che preferisco...

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  11. Ribadisco anche qui la bellezza delle tue parole.
    So benissimo quanto tu sia in grado di amarmi con la dolcezza che qui fai presente e fai ben leggere.
    Dispiace anche a me per i momenti difficili che in questo periodo spesso sicuramente ho causato io e che non ho saputo mitigare, ma anzi, a volte come ti ho detto poco fa nell'altro commento, ho accentuato perché ho bisogno di cose fatte nel modo in cui me le aspetto. Questo non ti obbliga a nulla nei miei confronti, ma ecco...Diciamo che esserne (io) consapevole è il primo passo..
    Comunque ti amo e ti amerò sempre e ti ringrazio sempre e comunque per queste belle parole che riservi solo a me.
    Ti amo, tantissimo. Spero ti basti sempre.

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Io credo soltanto nella parola. La parola ferisce, la parola convince, la parola placa. Questo, per me, è il senso dello scrivere.