giovedì 30 marzo 2017

Ci vuole coraggio

Ogni volta che ho la fortuna di fare quel pezzo di strada, il mio pensiero è sempre lo stesso. E la sensazione è sempre la stessa. Tu che credi di essere nel posto più bello del mondo perché puoi guardare il London Eye, il Colosseo, la torre di Pisa o quella Eiffel, menti. Perché non hai idea di quello sui cui si posano i miei occhi per quei pochi minuti che ti aprono il cuore finché non ne sei distante chilometri.

Che vorrei sempre scattare una fotografia ma mi freno perché penso che sia troppo riduttivo fermare tutto in una posa statica. Perché un semplice scatto toglierebbe qualcosa ad un momento che è mio e me lo godo in quanto tale, non perché debba farlo o perché qualcuno me lo chieda.

Sono stati giorni pieni, questi. Di corsi non numerosi ma comunque ricchi di cose da imparare e capire. Ma sono stati anche giorni di passeggiate finalmente sotto un clima diverso, quasi estivo nelle magliette a maniche corte addosso ai passanti incrociati per strada. Sono stati giorni in cui ho riso molto con i miei colleghi e con le mie coinquiline, con le mie sorelle ed i miei nipotini.

Ho dovuto macinare tantissimi chilometri e sopportare innumerevoli ore di viaggio per assecondare eventi importanti: matrimoni, battesimi, compleanni.

E poi oggi pomeriggio dal sedile del pullman (che era particolarmente comodo, lo devo ammettere) sono passata direttamente ad una doccia lampo per presentarmi ad una visita di controllo.

Era da tantissimo tempo che non andavo in ospedale, direi fortunatamente. E quando ci sono stata il più delle volte è stato per la cosa più bella del mondo: la nascita di un bambino. Ma oggi mi ci sono presentata con mio padre per una piccola visita, appunto. Non era e non è stato nulla di che; perché io non sono proprio la tipa che corre mai dai medici di alcun tipo e per nessuna ragione.
Era una di quelle cose che ogni tanto è bene fare anche se sai che non c'è nulla, però se decidi di farla, devi ammettere a te stessa che un pochino stai sentendo che un campanellino, seppur flebile, ti suona.

Ed infatti io, dentro di me, lo sapevo che non c'era assolutamente nulla ed anche che se ci fosse stata, avrei fatto in modo di vincere io. Però per qualche momento la paura l'ho sentita.
Quella mi ha colpito, più che il sentore di una eventuale malattia.

Percorrendo quei pochi metri che ti portano dalla strada all'entrata della struttura, il mio cuore è impazzito. Non per me, non per la visita che stavo per fare -perché vi ripeto che non era nulla di che e non ho assolutamente nulla- ma al pensiero di chi, quel pezzo di terra, lo percorre sapendo in cuor suo, invece, di star per ricevere la notizia che gli cambierà la vita.
Mi ha quasi asfissiata quel momento, quel pensiero di poter toccare solo per un minuto la sensazione che qualcun altro potrebbe sentirsi addosso, come un fantasma, proprio ora o domani o ieri.

Mi sono detta che, se il medico fosse stato abbastanza vicino al mio petto, avrebbe potuto sentire il mio battito e probabilmente avrebbe creduto di trovarsi di fronte ad una babbea.
Per fortuna quella vicinanza non c'è stata, perché gli è bastata una occhiata poco invadente per tranquillizzarmi sul fatto che andava tutto bene.

Ho normalizzato lo stato del mio batticuore, però lo ammetto: in quei pochi metri fatti a piedi ho toccato come poche altre volte la paura. E mi ha spaventata tantissimo. Perché non era la mia.


Buona serata, a chi non è come neve...

24 commenti:

  1. Una riflessiore particolare, la tua.
    In sostanza ti sei messa per un secondo nei panni di tanta gente. Non si dovrebbe MAI attraversare quell'ingresso con paura...

    Moz-

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    1. Si, esattamente ho fatto quello.
      In particolare ho pensato proprio non ad una malattia specifica, ma a quello che si potrebbe provare all'idea che la tua vita potrebbe star per cambiare.

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  2. Anche a me gli ospedali danno quella sensazione. E ogni volta è pura angoscia. In quelle stanze si respira una sofferenza autentica e spesso devastante, come poterne rimanere indifferenti? io davvero non ci riesco.
    Un abbraccio.

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    1. A volte si è indifferenti perché si pensa che quello che succede là dentro è qualcosa di lontano da noi, quindi non si tocca con mano neanche la possibilità di una sensazione fuori dagli schemi...
      Un abbraccio anche a te e grazie del commento :)

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  3. Ciao Paola è qualcosa che ben comprendo. nella tua stessa situazione mi faccio i miei film e ho i tuoi medesimi pensieri.
    Sono comunque felice che stai bene :-), e so cosa sia provare quella profonda paura che porta i battiti a mille e ti verrebbe voglia di scapppare.
    Un abbraccio.

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    1. Penso che sia una sensazione comune a tutti. A volte si ha paura per sé stessi ma credo che quella più grande la si provi per le persone che si amano. In ogni caso, grazie mille e ti abbraccio :-*

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  4. "Non devo avere paura. La paura uccide la mente. La paura è la piccola morte che porta con sé l'annullamento totale. Guarderò in faccia la mia paura. Permetterò che mi calpesti e mi attraversi. E quando sarà passata, aprirò il mio occhio interiore e ne scruterò il percorso. Là dove andrà la paura non ci sarà più nulla. Soltanto io ci sarò."

    -cit.-

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    1. Bellissima, Nocchiero. Te la rubo e me la ricorderò sicuramente da ora in avanti per situazioni simili. Ti abbraccio e ti ringrazio

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    2. Ma io me la ricorderò per il tuo commento xD
      Comunque grazie ancora ^.^

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  5. Ah, l'angoscia! Che spiacevole compagna di viaggio...

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    1. Ciao Roberta e grazie del passaggio, benvenuta :)
      Si, l'angoscia è decisamente peggio di qualsiasi altra sensazione, più della paura stessa

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    2. La paura alle volte ti salva la vita! Invece l'angoscia è un veleno subdolo :-(

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    3. Hai ragione pienamente! È quello che ho pensato leggendo il tuo commento. La paura è più forte come emozione, ma sicuramente più costruttiva. L'angoscia è proprio più..fastidiosa

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  6. Io che ho attraversato varie volte tanto per non smentire di essere figlia di uN chirurgo.ti dirò che ormai ci sono abituata...ma capisco quanto sia penoso, stressante , e ti porti sul filo persino della vera paura l'attraversare quei corridoi e presentarti" davanti all'esecuzione"...poi finisce a volte bene (per fortuna) a volte no...
    Sei più bella di prima lo vedo e lo sento!
    Bacissimo

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    1. Infatti scrivendo ho pensato sia a quanti post toccanti hai scritto tu, sia a chi in effetti non riceve belle notizie come invece accaduto a me.
      Però bisogna essere pronti e forti in ogni situazione, tu sicuramente lo sei stata e lo sarai :-* Grazie per il "bella" ^.^ tu lo sei sicuramente come persona :)
      Un grande bacio a te :-D

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  7. Gli ospedali non danno mai un senso di tranquillità. L'unica occasione, credo, è durante la nascita di un neonato: allora sì che i visitatori e i diretti interessati, nella maggior parte delle volte almeno, sono felici di entrare in un ospedale.
    Un sorriso per la settimana.
    ^____^

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    1. Si, infatti io ci sono stata diverse volte per questo evento per fortuna, tra nipotini e figli di miei amici :)
      Un abbraccio a te :)

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  8. "come ti comprendo" potrei dirti serenamente, visto la recente scorpacciata di ospedali, visite, diagnosi e compagnia bella... la paura ci accompagna silente sempre.. ci sarebbe solo l'incoscienza altrimenti, a vanificare ogni coraggio...

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    1. Infatti Franco immagino quanto hai sofferto e magari soffrendo ancora ora tu...Anzi, spero ti senta meglio e che la tua odissea sia giunta al termine!
      Bellissima la tua ultima frase, sei un saggione :-D

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  9. Vedo che tutti parlano di ospedali.. io sono stata colpita di più dal commento che hai fatto sulla tua incantevole vista.
    Anche a me capita spesso di godere di bellissimi panorami e di pensare di fotografarli ma poi mi accorgo che la bellezza è un fatto interiore, una sensazione che vivo in quel momento e non ha senso distrarmi per immortalare quello che vedo con gli occhi.

    Buon divertimento con le coinquiline & Co..
    Ciaoooooo, Barbara!

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    1. Benvenuta Barbara e grazie di essere passata :)
      Hai fatto bene a spaziare sulla parte del post che più ti ha colpito e mi fa piacere :) Hai espresso proprio bene il mio pensiero, non avrei potuto dire di meglio!
      Un abbraccio ^.^

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  10. E' vero il London Eye, il Colosseo, la torre di Pisa o quella Eiffel, sono bellissimi posti ma magari ognuno di noi ha, nel cuore, tutt'altri luoghi spesso sconosciuti ai più e, ancor più spesso, con una "bellezza" che magari vediamo solo noi, estramemente soggettiva. Ma ci sta, è giusto e normale sia così, fermo restando poi che è pure bello vedere ciò che "universalmente" è riconosciuto come tale, ma quello che accende il nostro cuore, i nostri pensieri, la nostra fantasia può essere, davvero, invisibile agli occhi degli altri.
    Il titolo di questo post mi porta, non so poi perchè ma forse sono retaggi della scuola, ad una canzone di De Ansrà. Anche se poi, a pensarci, effettivamente anche lì si parlava di paure, timori, emozioni umane e autentiche come quelle che hai provato tu, quando hai sostenuto questa visita.
    E si, ce ne vuole di coraggio per affrontare queste situazioni, ne deve avere molto chi ci si trova dentro e in quei casi se non ce l'hai, questo coraggio... devi fartelo venire, perchè è necessario.
    La speranza è, ovviamente, di stare il più lontano possibile da quelle cose, noi e chi amiamo, poi però capita di ritrovarcisi e, allora, occorre essere forti, lucidi, soprattutto onesti credo, con se stessi e con gli altri.
    In ogni caso, per te è stato solo un momento, un attimo, ma è bello (e denota la tua profondità d'animo) che ti sia immedesimata in chi "convive" nel quotidiano con queste cose, è anche un modo per diventare, noi stesso che possiamo dar loro una mano, più sensibili a questo tema, più vicini a queste persone.

    :-*

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    1. Non mi dilungherò in questo commento. Ti dirò solo che ti amo e che se tu ci sarai avrò sempre il coraggio che mi serve. ❤

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Io credo soltanto nella parola. La parola ferisce, la parola convince, la parola placa. Questo, per me, è il senso dello scrivere.