lunedì 22 maggio 2017

Inclusi quei tre, quattro stronzi infelici

Sabato la pallina gonfia sotto l'ascella -e relativa ricerca su Google- mi avevano avvisata del fatto che o stavo per morire (ma com'è possibile che il motore di ricerca ti porti a pensare che per un colpo di tosse hai probabilmente 30 malattie rare?) o che stavo per soffrire. Ed infatti alle 2 di notte mi sono svegliata con la gola gonfissima ed in fiamme, dolore al petto, aggiungendo durante la giornata mal di testa, mal di schiena, sensazione di avere la testa sott'acqua o dentro una grande bolla di sapone. Però non sono morta.

E' per questo che oggi, invece di essere nella città in cui studio a pranzare per la lezione delle 14 sono sul mio letto a scrivere questo felice ed interessantissimo post.

Alle bolle di sapone ci penso spessissimo.
Penso che se dovessi mai chiudere questo blog e ne volessi aprire un altro, non penserei ovviamente più alle stelle o alla neve, ma alla bolla di sapone.
Penso che tante volte, come stanotte in particolare, mi ci sia sentita io, una bolla di sapone. Penso a come sia facile farle sparire per sempre, basta poggiarci un dito e quelle scoppiano esplodendo in piccolissime e quasi invisibili goccioline di acqua e sapone.
Penso a come sia la stessa bolla di sapone invisibile.

E' facile pensarci spesso, sentircisi spesso.

E poi ieri una frase, una sola frase tra tutte, mi ha come destata da un sonno profondissimo cui mi ero costretta come per istinto di sopravvivenza catapultandomi come per magia verso un mio vecchio post che, manco a dirlo, parlava di esplosioni ma non di bolle di sapone.

Non riporterò la frase in questione, né chi l'ha detta e perché. Che in realtà non era nulla di offensivo, solo una descrizione molto sintetica di un fatto di dominio pubblico che non ho mai nascosto neanche sul blog, anzi.

Vi dirò quello che ho capito io di me, però. Che non ha niente a che fare con nessun altro, se non con me, per cui porto le mani avanti prima dicendo che è tutto solo mio, nessuno può mettere voce in capitolo.
Ho capito che non è possibile che io mi fidi del resto del mondo se per prima sono stata inaffidabile io.
Che probabilmente quando mi faccio i miei film mentali non faccio altro che riflettere sugli altri qualcosa di mio.
Che mi sono sempre sentita nella condizione di giudicare gli altri nascondendo sotto il tappeto, però, la mia stessa polvere.
Che non ho mai pensato di aver sbagliato il fine, o che chi ha ricevuto non lo abbia meritato, ma quelle semplici parole hanno riaperto il sipario su un aspetto che avevo cercato di oscurare perché tutto era andato comunque come doveva: il mezzo ed io soprattutto, siamo stati sbagliati.

Tutto quello che mi resta, adesso, è prendere coscienza di me, smettendola di guardare gli altri che non fanno nulla di male, e smetterla di farli pagare per mie colpe, per i miei, di tradimenti. Migliorare, svegliarmi e crescere. Anche in ordine diverso.


E comunque, per farvi capire l'intensità della mia vita sociale, sono quasi le 13 e solo ora ho parlato con qualcuno per la prima volta nella giornata rendendomi conto che ho perso la voce.

Una buona giornata, a chi non è come neve...


31 commenti:

  1. Eh no quando si sta male, non bisogna scrivere :D. Si è sotto l'influsso della malattia (ps, auguri di prontissima guarigione).

    Poi se ci metti che altrove leggi post da "male di vivere", poi il risultato è questo :D.

    Spero comunque che la frase non sia mia XD, se lo è dimmelo pure :D.

    Migliorare, svegliarmi e crescere: sì, anche a me capitava, nei periodi di malattia, di fare un po' il punto della situazione e di promettermi di fare meglio. Il fermarsi a letto, in queste circostanze, invita a fare bilanci, molto più del compleanno e del capodanno.

    RispondiElimina
  2. Puoi stare tranquillo, nonostante il male fisico non c'è nulla che abbia "compromesso" la lucidità dello scrivere questo post, anzi.

    No, la frase non è tua assolutamente, tranquillo. Avresti sentito la mia ira, semmai, senza alcun dubbio :)

    Ma comunque non si tratta veramente della malattia, il tutto è nato da quelle parole che, ripeto, non addossano la colpa a chi le ha pronunciate perché erano solo la verità ma mi hanno svegliata e fatto comprendere. Non avrebbe fatto differenza se fossi stata anche fuori dal letto.

    RispondiElimina
  3. Le prese di coscienza servono. Sono come nodi del karma che arrivano a farci capire che cambiare fa bene, almeno un po'.
    Su quel tetto hai compreso questo.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Manderò il tuo karma all'infermno (Cit. Riky Oh) XD

      Elimina
    2. mi è partita una "m" in più, pardon...

      Elimina
    3. Miki, quando pensi di aver capito tutto in realtà non hai capito niente. È tutto quello che ho capito fino ad ora.

      Riky, il karma manderà noi tutti all'inferno :-/ spero che non esista oppure comincio a scrivere testamento.
      I miei CD di Tiziano li lascio al mio nipotino, la mia corona d'alloro la voglio nella tomba con me, il blog rimarrà a memoria di tutti

      Elimina
    4. Oggi ho ricevuto il mio primo oggetto da e-bay rotto :D e mentre mi stavano cambiando uno dei neon, esso è caduto al suolo spargendo pezzi ovunque, potevo morire :D

      Fortunatamente l'oggetto da ebay era una cosa da 4,99 euro :D

      Elimina
    5. A tutti gli esami i professori mi spostano perennemente alle prime file. Non ho mai copiato e non ho mai voluto farlo perché lo trovo offensivo e fortunata come sono mi beccherebbero subito, ma pensa comunque la fortuna di essere beccata sempre io.
      Il giorno di Pasquetta il mio telefono è morto all'improvviso senza darmi la possibilità di trasferire i miei files che sono periti quasi tutti, il giorno dopo mi si è bruciato il caricabatterie e ieri si è bruciato un altro.

      La vita ci sta suggerendo qualcosa?

      Elimina
    6. La vita suggerisce che hai un telefono di pupu' :D

      Elimina
    7. Te lo dico in dialetto o in italiano?

      Elimina
    8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    9. In entrambi i modi. Come posso capire la lingua del tuo paese? E' peggio di quando il Moz faceva la voce stile Nano di Twin Peaks :D

      Elimina
    10. "Chistu passa u cumbentu"
      "Questo passa il convento"

      Era facile però. Molto fine, pure

      Elimina
    11. ahahah, ti sei contenuta XD pensavo in qualche insulto

      Elimina
    12. Noooo ^.^ di parolacce non ne dico abitualmente e poi in questo caso non ti sei meritato insulti. Ma se vuoi ritenta, magari sei più fortunato :-D

      Ma l'amica non ti parla dialetto?

      Elimina
    13. ahaha, no per fortuna :D

      Elimina
  4. I blog servono anche a questo, a sfogare gli stati d'animo negativi e/o preoccupati. Li abbiamo tutti, sono parte integrante delle nostre vite: andrà meglio.
    ;-)
    Un sorriso per la giornata.
    ^____^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, la vita è fatta così, di alti e di bassi ^.^ giusto per non essere monotoni, ma è sempre meglio essere in alto :-D
      Un abbraccio :)

      Elimina
  5. Vedere gli altri è sempre più facile che vedere se stessi.
    Scriviamo anche per questo: perché quando scriviamo, lasciamo che le dita scorrano sulla tastiera "alla velocità del pensiero" (-cit.-) senza soffermarci troppo su cosa stiamo dicendo davvero.
    Poi all'improvviso, scopriamo di noi stessi qualcosa di talmente lampante e chiaro, che non possiamo fare a meno di chiederci come sia rimasto nascosto tutto questo tempo, pur essendo esattamente davanti ai nostri occhi.

    Capire se stessi è il primo passo per crescere.
    Chi non si sforza di capire se stesso, rimane fossilizato in uno stadio di esistenza destinato a non evolversi mai.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo che nascondiamo alcune cose con l'idea di meritarcelo o che lo meritano gli altri. Per farci meno male, magari..
      È difficile capire gli altri, capire sé stessi invece è una vera impresa; il che è paradossale perché conviviamo con noi stessi sempre...e per sempre..

      Elimina
  6. A volte è meglio non conoscere certi lati nascosti, fanno solo male, ma a volte è meglio il contrario, per capire qualcosa in più di te stesso ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A volte quello che non capiamo noi lo capiscono gli altri e noi continuiamo solo a fare finta di niente..

      Elimina
  7. E' un'autoanalisi assolutamente condivisibile. Tante volte, quando pensiamo all'agire altrui, in realtà stiamo guardando noi stessi. Noi che siamo al pari degli altri esseri in grado di sbagliare, di non capire, di girarci dall'altra parte. E' umano...ma capirlo e cercare di rimediare è sempre un bel passo avanti.
    Baci.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Dama del bel commento. È così, vediamo una riflessione nostra sull'agire altrui ma questo significa che gli altri quando guardano noi vedono se stessi...non tutti ci riflettono..
      Un abbraccio

      Elimina
  8. Siamo comunque spesso inaffidabili con noi stessi, come pretenderlo di esserlo al cento per cento con gli altri? Certo di solito c'è qualcuno che ha puntato tutta la sua vita su di noi.. e se noi abbiamo accettato la sfida, dovremmo tendere a non deludere questa persona, questa e questa soltanto però. Per tutte le altre, io faccio mie tutte le attenuanti generiche o specifiche del caso ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bravo Franco, il tuo commento è perfetto.
      Noi siamo inaffidabili con noi stessi, ciò significa che lo siamo tendenzialmente verso gli altri, io l'ho capito, questo ho scritto, ed allora perché dovrei credere e star sicura del contrario?
      Per me la delusione deriva dall'aspettativa che ho che tutti siano come me: sinceri fino all'osso, anche brutalmente. Lo sono sempre stata, invece c'è chi preferisce "velare" quello che può portare ad una discussione o che può essere fastidioso per gli altri. È una cosa che non mi dà alcun beneficio, anzi. Personalmente più si tenta di far finta che alcune cose non siano mai state dette per evitare "problemi", più in me viene meno un pezzetto di qualcosa. Ma tanto come la metti, metti finisce sempre che sono io a non capire, travisare, interpretare male. Non capisco come sia statisticamente possibile, ma bah, amen se deve essere così. Resterò coi miei dubbi.

      Comunque grazie perché hai scritto un commento che mi serviva e mi fa capire che hai capito davvero.

      Elimina
  9. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  10. Questo tuo scritto è così bello che dovrebbero metterlo in una grande bacheca e mostrarlo a tutti coloro che non conoscono gli altri e tanto meno se stessi.
    Ormai mi conosci bene, se voglio dire una cosa la dico, non giudico o almeno non desidero giudicare mai (e se l'ho fatto non volevo assolutamente ciò), lo faccio per conoscere principalmente me e cercare di capire il mio agire tra gli altri.
    Forse molti lo fanno ed anche in malafede, non mi interessa ciò...e con questo chiudo.
    Le bolle di sapone le amo moltissimo, sono un grande esempio di come tutto può sparire con un pufff...anche se di grande bellezza ed intelligenza.
    Tutto cambia, noi, gli altri, la natura, lo spazio.
    Ciò che non dovrebbe e quasi certamente non cambiano sono i nostri valori fondamentali. Le persone che maggiormente amiamo e rispettiamo ce lo insegnano...ma anche loro possono avere delle cadute rovinose ed allora noi, che sempre li avremo nel cuore, faremo di tutto per ricordarglielo.
    È il percorso della vita che mai può essere sempre uguale.
    Ma poi mai bisogna pensare alla morte ma succede, è normale credo (io dico sempre che sulla mia di tomba dovrebbero esserci tanti fiori...quelli che io amo di più. Infatti li nomino spesso così che tutti sappiano...eheheheheh) soprattutto quando la salute ci fa lo sgambetto e ci riporta alla realtà. Ma poi sogniamo di guarire e così ecco che ci troviamo forti a combattere per trovare una via per ottenerla. E poi ecco tutto finisce in un puffff...e come dici a volte anche tu, almeno da me...mai rinunciare ai sogni, comunque sia.
    Ciao e ti abbraccio strettissima...ma lascio un pizzico di spazio per il respiro. Bacio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Pia, bentornata da queste parti :)
      Hai scritto un ottimo commento e per questo ti ringrazio.
      Hai toccato ogni punto del mio post e lo hai snocciolato benissimo per questo motivo non potrei aggiungere di meglio o di più.

      Però hai ragione, tutto cambia: noi, le persone intorno, la strada. Restano i valori che sono come un punto fermo intorno al quale noi giriamo senza perderci mai. E' l'unica cosa che conforta in tutto questo tram-tram che è la vita.

      Ti mando un grande abbraccio e ti confermo che, nonostante tutto, non si può smettere mai di sognare, sperare, credere...

      Elimina
  11. Mi ricordo questo post, il momento in cui l'hai scritto, a cosa era legato ecc...
    Per fortuna poi tutto si è risolto, ed hai potuto realizzare che non c'era, ne c'è, nessun problema, perchè alla fine quello che conta è essere nel giusto. Io credo che tutto quello che tu hai fatto sia stato nel giusto, tanto nel ruolo attivo quanto in quello passivo, le tue azioni, tutte, sono state mosse da una motivazione giusta. E questa è la cosa che davvero conta, a volte non bisogna guardare il mezzo ma il fine.
    Se tu senti, anzi sai, e io direi che lo sai, che il fine è il migliore che potessi trovare... allora non serve pensare a null'altro. Solo a proteggere quello che hai, perchè è tanto e perchè non sarà mai in grado di farti del male, ma anzi, direi, solo l'opposto.
    :-*

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche io ovviamente mi ricordo perché e quando.
      Ed anche io so che quello che è successo è stato giusto; non me ne sono mai pentita e né ho mai avuto dubbi a riguardo, voglia di tornare indietro ed affini. Lungi da me, anzi.
      E' stata quella frase che mi ha fatto domandare se non fosse il contrario; se non fosse per chi l'ha detta un problema.
      Ma comunque è tutto al proprio posto, va tutto bene e solo questo conta, non i se o i ma.
      Quindi grazie e lo so che non mi ferirà(i) mai. Ti amo

      Elimina

Io credo soltanto nella parola. La parola ferisce, la parola convince, la parola placa. Questo, per me, è il senso dello scrivere.