giovedì 15 ottobre 2015

Nei dettagli, nei disordini, tu no.

Sarà il tempo (quasi libero) che ho, sarà semplicemente il senso di colpa per aver molto rallentato nel blog negli ultimi tempi, ma in questi giorni ho una voglia di scrivere incredibile.

Che appena ho pubblicato l'ultimo post ne ho pensati altri mille e ne avevo uno in bozza quasi pronto, aspettavo il momento di pubblicarlo, ma sembra che ogni giorno ci sia qualcosa che plachi il mio entusiasmo. Perché a me in realtà le cose programmate non piacciono e così, se già mentalmente ho un intero post in testa che però non rispecchia il mio umore attuale, lascio cadere tutto e preferisco il silenzio piuttosto che sporcare la mia rabbia, la mia felicità e quant'altro con parole che poco si abbinano a loro.

Comincio a pensare che qualcuno trami alle mie spalle, altrimenti non si spiega perché debba piovere (talvolta diluviare) proprio quando devo uscire io di casa.
Forse, probabilmente, è solo questione di statistica.

Ho passato dei giorni intensissimi, coi miei nipotini. Di nuovo mio cognato fuori per lavoro e di nuovo una mini villeggiatura a casa loro per non lasciare mia sorella completamente da sola.
Che Scarabocchio mi faceva una tenerezza pazzesca, prima perché pensava che io e l'altra mia sorella (tenete il conto, su) non saremmo andate a dormire da loro e buttava lì un "chi vuole venire a dormire a casa mia?" e poi perché "zia, guarda che se vuoi dormire nel mio letto non c'è problema, io dormo per terra o sulla sedia che sto anche più comodo", solo per stare nella stanza insieme a noi.
Ma non lasciatevi intenerire, perché sono stati monelli dietro al viso d'angelo, e praticamente i momenti di quiete sono stati apprezzati da noi come l'oro.
E d'oro dovrebbe essere anche la medaglia da regalare alla loro mamma che riesce a trovare il tempo per fare tutto quello che fa, con quei diavoletti urlanti per casa.

Non parliamo, poi, di Pastrocchio e di Lulla. Il primo è un piccolo matto gelosissimo della seconda, la quale, a sua volta, è diventata una testona. Se non si fa quello che dice comincia a sbraitare ed alla fine, vuoi o non vuoi, non resisti a quelle lacrime (o a quelle urla, meglio) e la accontenti.
Poi ha cominciato con le prime parole, che sono poche però si fa capire bene e fa tanto ridere quando imita gli animali, fa i versi del mostro o quando muove quelle manine cucciole per indicarti o chiamarti vicino a lei.

La cosa che più amo dei bambini è quando ti stringono la mano.
Quando con quel gesto in fondo ti dicono 'Mi fido di te, tienimi tu ed io posso tutto'. Ci penso spesso quando lo fanno spontaneamente, quando lo fanno quasi automaticamente. Mi chiedo se in effetti ci si renda davvero conto di cosa significhi un qualcosa di così naturale.
Una stretta di mano non è mai una: c'è quella appena conosci qualcuno, che il più delle volte è solo una formalità; c'è quella data per promessa, per accordo, che in fondo è puramente dovuta per rito, che se vuoi fregare qualcuno, lo freghi e basta; c'è quella tra fidanzatini, dolce e tenera anche quella, da molti sottovalutata perché non amano il contatto costante, ma che io amo perché è un dirsi ti sono ancora accanto e ci voglio stare anche così.
Ma quella di un bambino, no, quella va oltre.

Ho due settimane di tempo per accontentare i tre mostriciattoli (in realtà, logisticamente, i due più grandi ma chi sono io per escludere la marmocchia?) ed organizzare insieme alle mie sorelle anche quest'anno la festa di Halloween.
Se il premio saranno le risate che ancora si fanno ripensando allo scorso 31 Ottobre, non possiamo che metterci sotto e magari cercare di iniziare leggermente prima i preparativi.
Si eccettuano eventuali consigli per il trucco, magari un personaggio psicopatico così posso immedesimarmi anche oltre il viso, eheh.

Direi che il mio post non programmato l'ho buttato giù in fretta e non posso che essere contenta del filo non logico che ho seguito.

...Non so come fartelo capire, ma qui si vive al riparo. E non è una cosa spregevole. E' bello.
..E poi chi l'ha detto che si deve proprio vivere allo scoperto,
sempre sporti sul cornicione delle cose..
A. Baricco.

Una buona giornata, a chi non è come neve...

martedì 6 ottobre 2015

..Che non fu addio..

Il mio momento di gioia è finito in fretta: qualche ora per l'esattezza, il tempo di rendermi conto che forse non era sufficiente vedersi il libretto completo di tutti gli esami in carriera.
E' iniziato il conto alla rovescia, fiato sul collo, per arrivare neppure io so dove.
E se all'inizio la cosa mi portava il cuore in gola all'idea di essere ad un passo e forse non farcela comunque, soprattutto non per colpa mia (non direttamente o unicamente, almeno), adesso la cosa mi è indifferente.

Che a volte ci speri così tanto, che veder anche la minima possibilità di fallimento prenderti crudelmente in giro ti porta al va beh, sai che c'è, io il mio l'ho fatto, più di così non posso.
Molto più oggi, in cui a tutto penso meno al fatto che domani mi tocca correre all'Università per la tesi e Giovedì a consegnare dei documenti che forse neppure saranno pronti prima che io salga sul pullman.

E mentre io mi affretto e trovo anche il tempo per la medaglia d'oro come persona più cattiva dell'anno (che fa molto metafora, ma non lasciatevi ingannare dal limite temporale o mi offendo), qualcosa invece si è fermato sei anni fa, in una sera che ormai ripercorro ogni anno (questo leggermente in ritardo, ma non è una data a fare la differenza, non quando comunque il risultato è sempre lo stesso: loro non ci sono più).

E' sempre lui, il ragazzo dagli occhi verdi che a scuola chiedeva alla prof quando avrebbe dovuto ridere se non allora, che non era neppure maggiorenne e non lo è mai diventato.
E' strano, ogni anno inserisco il link del loro post precedente, come una catena di riletture per far capire, a chi si prende la briga di tornare indietro, come tutto è iniziato.
O meglio, come tutto è finito.
E per rileggere io, per cercare di ricordare qualche dettaglio che l'anno prima mi è sfuggito di loro, di lui.
E quest'anno non è diverso, sono tornata qui ma mi fa un effetto nuovo; come se avessi scordato quello che avevo scritto e stessi scoprendo per la prima volta quanto possa toccarti nel profondo una perdita che in confronto a quella subita da chi con lui viveva ogni ora del giorno, non è davvero niente.

Che di incidenti così ce ne sono stati ancora, già solo in questi ultimi mesi; come quello che mi ha fatto gelare il sangue questo inverno, annunciato al telegiornale mentre io ero sul letto della casa all'Università: non c'erano visi, non ci sono stati nomi per diverse ore, tanto è stato difficile il recupero dei resti delle vittime. C'era solo il nome della costa, di due città, quella prima e quella dopo la mia, ed il numero dei corpi scaraventati sull'asfalto.
E lo scoppio furioso del mio pianto isterico chiamando la mia amica "E se è qualcuno che conosciamo?!"
Che in quel momento ho provato una paura indescrivibile anche solo all'ipotesi di non poter rivedere questo o quel viso, di poter perdere ancora qualcun altro, stavolta magari ancora più vicino a me.

Ed il sospiro a scacciare gli occhi rossi quando all'appello non mancava nessuno ed il pensiero egoista del mio Dio, meno male dimenticando solo per un attimo che quel meno male altre famiglie, altri amici, altri fidanzati, semplicemente altri, non lo hanno esclamato.

Quello è il terrore che mi ha aperto il cuore e che lo ha spaccato a chi non ha mai più ricevuto risposta ad un telefono squillante invano.
Quello è il terrore che credo non si possa affievolire neppure dopo sei anni da una sera che, pur sbarrata sul calendario, è destinata a rimanere dov'è.
Com'è.

...Trattengo il tempo per tenerti qui 
E tremo dentro e ormai pochi minuti 
E poi davvero dovrò dirti addio, angelo mio...

Buon pomeriggio, a chi non è come neve...

sabato 26 settembre 2015

Che il cielo è leggero però non è vuoto

Si, ragazzi, se la mia assenza non vi avesse fatto dormire la notte, potete tornare a stare tranquilli!Sono qui!

Adesso vi racconto le ultime due settimane.

Ripartiamo dalla foto dell'ultimo post. Parlavo di una intensissima estate di studio ed in effetti il mio Agosto è trascorso all'insegna delle pagine da studiare, leggere, ripassare, memorizzare..
Fin qui nulla di strano, se non fosse che le ultime due settimane, appunto, ho avuto un crollo di nervi.
Diciamo che sicuramente il fatto che gli esami in questione non fossero i più semplici/corti della mia carriera non ha molto aiutato, ed in effetti dopo aver sostenuto il primo dei tre l'attesa (che si è protratta per circa 10 giorni) del risultato è stata sfiancante.
Immaginatemi tutto il giorno e tutta la sera ad aggiornare la pagina Internet finché finalmente quel voto non è comparso.

Fuochi d'artificio nella mia testolina e poi la paura per gli altri due.
Ora, io non sono una tipa ansiosa generalmente agli esami, ma per questi due...non avete idea delle lacrime e della disperazione che mi hanno colta gli ultimi pomeriggi di studio.
Ci ero stata così tanto su quei libri, che avevo la nausea anche solo a vedere le parole che avevo letto per più di 40 giorni, tutti i giorni.
Metteteci pure che li ho dovuti sostenere entrambi a poche ore di distanza (per gentilissima concessione del professore che mi ha permesso di posticipare il suo al pomeriggio, altrimenti sarebbero stati alla stessa ora) e che il primo è iniziato alle 9.30 ed io ho dovuto aspettare il mio turno fino all'ora di pranzo.
Mi promuove con un bel voto. Respiro, scrivo alle mie sorelle ed al mio amore che fino ad allora avevo assillato con la mia ansia.

Pizza velocissima seduta al tavolo sola col mio libro per l'ultimo disperato ripasso, ho tempo fino alle 14.00
E poi arrivo all'aula. Spiego che sono 'quella della mail' e mi siedo per l'interrogazione. Credo mi abbia tenuta in tutto un'ora, ma è stato meno terribile di quello che mi aspettavo, complice anche il fatto di aver superato l'altro egregiamente poco prima e che l'atmosfera è abbastanza cordiale, atteso che gli altri ragazzi sono là per la correzione dei compiti insufficienti.

Poi finalmente arriva. Mi scrive il voto sul compito e mi chiede la firma per accettarlo.

E' andata.

Ho concluso finalmente tutti gli esami della mia carriera. Mi si apre un sorriso enorme in faccia, mi sento leggera come una piuma.
Avevo sperato così tanto di farcela, avevo investito così tanto tempo ed energia, che se non ci fossi riuscita penso mi sarebbe pesato fino al prossimo appello.
Invece no, sono stata ripagata e lo scrivo a tutti: di nuovo alla mia famiglia, di nuovo al mio amore e poi a due dei miei amici, chiamo la mia ex coinquilina e infine tutti gli altri.

E' bellissimo. Adesso tesi, parte burocratica e finalmente laurea.

Che non mi importa niente neanche del voto, voglio solo la corona d'alloro a pizzicarmi tra i capelli e scegliere il vestito e stressarmi per la vergogna della discussione e compilare la domanda per la magistrale, promettendomi che non rifarò gli stessi errori della triennale.

Adesso mi godo questo fine settimana completamente libera da ogni pensiero e lunedì potrò ricominciare con le mie paure sul non fare in tempo a consegnare i documenti necessari alla scadenza richiesta.

Ma non importa, perché tanto ho chi sa prendersi cura di me e ritornare a farmi respirare. Che è stato un angelo davvero a sopportare i miei
-Non ce la faccio;
-Mi viene da piangere;
-Io non ci vado. Non mi importa, io sto a casa;
-Tanto mi boccia;
-Ho un vuoto di memoria, farò scena muta.
Ed affini.

E se pensate che io sia fortunata, pensate bene. Se invece pensate che sia un matto a sorbirsi le mie lagne..beh, vi ricordo che alla mia laurea (quando sarà, ma spero prestino (NB. Vedi sopra ansia scadenze burocratiche)) ci sarà lui e ci sarà la mia famiglia. Quindi a quel punto immagino le ansie partiranno non da me :-P Mi pare equo!

Ma è ancora più giusto ringraziarlo come si deve e quindi lo farò presto, prima a parole, con le migliori che riuscirò a trovare, e poi a gesti, coi più dolci concessi a Sparta (ti sarai mica illuso, babbonchietto mio?).

Ed a tutti voi, intanto,

Buona giornata, a chi non è come neve...

martedì 1 settembre 2015

Il mare invece il letto

Settembre è arrivato, non servivo certo io a farvelo sapere e l'Estate è davvero con le valigie alla porta, pronta a lasciare il posto all'Autunno.
La mia è riassunta in una foto.



Libri.
Tantissimi libri. Che ho certe scadenze che desidero rispettare ed allora ho predisposto uno di quei piani che alla fine non si rispettano mai, ma che io ho seguito quasi alla lettera. E quindi si, tristemente nel caldo d'Agosto mi sono rinfrescata sfogliando pagine su pagine da memorizzare e ripassare. Ovviamente in questo ambito non poteva mancare la calcolatrice, che amo e che tratto meglio di molte altre persone, eheh.

Tiziano.
Tantissimo Tiziano. Che in realtà lui è presente in ogni fase della mia vita ormai da anni, ma particolarmente in questa Estate la sua presenza è stata rimarcata anche dal dolore di aver dovuto rinunciare al suo concerto, sempre per rispettare certe scadenze.
E quindi mi sono ritrovata davvero tante volte in solitudine, con le sue note sparate nelle orecchie. Tra l'altro l'amore per la sua musica, come avevo già accennato, la sto trasmettendo al mio nipotino 
più grande, con cui non perdo occasione di condividere questa o quella notizia su di lui. Un orgoglio, insomma, per me.

I miei nipotini.
Appunto. Che ho passato più tempo con loro che con i miei amici, senza dubbio. Mattinate a sgridarli mentre litigavano e si davano un sacco di botte l'un l'altro o a correre dietro la bambina che, appena non ottiene quello che vuole, attacca col piagnisteo sempre efficace.
Tra l'altro sempre grazie alla suddetta spincia, mi ritrovo da due giorni circa il braccio sinistro macchiato di un bel rosso, perché la tipetta ha pensato bene di approfittare di un attimo di distrazione dell'altra zia per versarsi addosso una boccetta di colorante alimentare, e quindi, nel tentativo di limitare i danni sottraendoglielo, ho accentuato anche io la mia non abbronzatura con questo metodo alternativo. Non avete idea della resistenza di sta tinta. Provare per credere.

L'agendina.
Che anche se non ho scritto molto sul blog, ho sporcato di nero molte pagine della mia agendina marrone e gialla, bellissimo regalo di un'anima sensibile e dolce come solo quella che mi accompagna da tanto tempo, ormai, può essere. In realtà ho avuto modo di scrivere soprattutto nei giorni no, che ammetto non sono stati pochi data la mia anima perennemente in tempesta, pare, ed avevo voglia di dire senza essere fraintesa e senza ferire chi non meritava di esserlo.

Nella foto non c'è, invece, il costume da bagno perché di mare ne ho visto proprio poco. Forse meno che nelle altre estati. Ma poco mi importa, che tanto ormai sapete tutti quanto poco mi piaccia.
L'ultima volta che ci sono stata, però, è stato davvero tanto piacevole. Ero con le mie due amiche, un giorno in cui il cielo prometteva tutto meno che sole ed il mare era tutto tranne che in pace, ma dall'acqua caldissima, come mai avevo sentito prima. Abbiamo passato più della metà del tempo a sguazzare tra le onde, a ridere, programmare, commentare, e poi le ore rimanenti sdraiate a mangiare schifezze come se fossimo là solo per quello. Abbiamo scattato anche qualche foto in cui sono venuta talmente decente da essere finita direttamente nella lista di quelle utilizzabili come foto del profilo su WA. 

Nella foto c'è, invece, il mio mazzo di chiavi. Quello della casa in cui sto per studiare.
E c'è perché ho passato tutto il mio tempo libero a pensare a due cose.
Col nuovo anno universitario, infatti, cambiano le mie coinquiline e mi chiedo come saranno quelle nuove. Che in realtà penso di potermi trovare bene con tutte, con la mia immensa bontà, che ne dica qualcuno.
Ma soprattutto, aprire le porte di quella casa vorrà dire tornare nella mia quotidianità, quella che spero in un certo senso di cambiare a breve per più motivi e su più fronti.
E farlo comporta anche ricominciare, tra quelle mura piene delle nostre foto, a contare i giorni al contrario per la data in cui potrò finalmente riaffondare i miei occhi in quelli verdi, meravigliosi, di cui sono follemente gelosa.
Quindi in questa Estate ho aspettato, aspettato tanto, qualcuno che in realtà sarebbe potuto essere già qui se io avessi fatto in modo che la cosa si realizzasse nel momento giusto. Ma il tempo ormai è passato e la nostra asticella resta ferma ad un giorno che tanto era quello da sempre prestabilito e che in fondo può andare bene davvero.
E poi per le cose belle non si deve avere fretta. L'ho imparato proprio con lui: bisogna respirare piano, mettere con calma e precisione ogni tassello avendo cura di agganciarlo a quello prima ed a quello dopo, che a buttarli alla rinfusa certo si finisce prima, ma si rischia di avere un disegno confuso, dalle linee tutto meno che definite ed io di una opera d'arte mal riuscita me ne faccio poco.
Allora procediamo un passo dopo l'altro ed un passo dopo l'altro siamo arrivati a Settembre che sarà decisivo per tante cose. Proprio tante.
Quindi respiro a pieni polmoni perché ne avrò bisogno per affrontare la lunga apnea che mi attende e che però posso condividere con qualcuno di molto speciale. Sempre Lui.

Tra qualche giorno potrò farvi sapere se quello che spero è ancora realizzabile, ma soprattutto potrò dirvi quanto sono felice di aver ritrovato chi in realtà non mi ha lasciato mai. E che io non ho lasciato mai.

Intanto un buon inizio Settembre, a chi non è come neve...

venerdì 14 agosto 2015

..mai più negli occhi la mia gelosia..

Credo basti leggermi un paio di volte soltanto per capire che sono una di quelle persone che aspetta la notte delle stelle cadenti come un bambino aspetta di vedere Babbo Natale calarsi dal camino la notte di Natale.
Una di quelle che legge a tempo debito l'ora, la data e la direzione più adatta per vederne a bizzeffe e che ben sopporta ore silenziose in solitudine col collo dolorante rivolto verso l'alto.

Eppure quest'anno c'è qualcosa di diverso.

Il momento migliore sarebbe stato la notte scorsa, tra il 12 ed il 13, ma il meteo ha deciso per me di no. Così per la prima volta dopo moltissimi anni, almeno che io ricordi, ho passato la mia ricorrenza preferita davanti ad una finestra aperta ai fulmini, ai tuoni ed alla pioggia. Ed in quel momento, per una serie di coincidenze astrali (perché è in tema) ho sentito fosse comunque la notte perfetta, da incidere in una e-mail da recapitare al destinatario giusto.
Ho poi salutato il nuovo giorno con il cielo ancora grigio che però, pian, piano, si è schiarito fino a lasciarmi la vista di un bellissimo manto blu, e mentre le luci della città si spegnevano, altre mille si accendevo più su.
Ho pensato fosse un buon compromesso, vista la notte precedente e quindi mi sono data appuntamento sul balcone qualche ora più tardi, per il mio rituale magico.

Eppure stavolta qualcosa non c'è.

E l'ho capito quando in balia del buio per un attimo ho sostituito il pensiero che fosse quasi un dono assistere ad un fenomeno tanto semplice, quanto suggestivo col pensiero che ci sia qualcosa di, in fondo, molto triste nell'accontentarsi di una scia di qualche secondo; nel rallegrarsi per qualcosa che non tocchi, non ascolti, che non hai neppure il tempo di descrivere che è già sparita. E mentre ci penso, mi rendo conto che l'odore di buono che sto sentendo da quando sono là, è quello del bucato pulito steso a poco da me.
E mentre ci penso le sento, gocce copiose cadermi addosso. Passare indifferenti sulle labbra, accanto, spinte dal collo in posizione perfetta per loro. Le sento invadere la mia maglietta, per poi assecondare le curve del mio seno ed essere fermate finalmente dalla stoffa colorata di bianco e di rosa che lo ricopre. Lo rivivo di nuovo, di nuovo, di nuovo finché decide da solo di smettere.

Ed intanto le vedo 3 stelle cadere, quasi inseguendosi, decise, veloci, profonde. Segnano con forza il loro passaggio, forse a volermi smentire, forse arrogandosi il diritto di essere quello che sono a prescindere da me, che non posso toccarle, sentirle, che non ho neppure il tempo di descriverle che sono già sparite.

Eppure d'istinto lo esprimo un desiderio.

Eppure mi fa così male pensare che questa sia una "estate prima di..".
..prima di tante cose importanti, ed io mi distruggo da sola perché per qualche malsano motivo decido di farmi compagnia con i miei mostri e fantasmi. E quando provo a liberarmene sembra che non faccia altro che assecondarli. E quando chiedo aiuto sembra che non faccia altro che aggredire.

Comincio a pensare che il desiderio dovrei esprimerlo a me stessa. Comincio a pensare che i miei mostri e fantasmi in realtà siano solo me. Perché se mi guardo allo specchio non vedo che i miei occhi, che il mio viso. Ed allora mi chiedo perché gli altri non mi vedano. Ed allora mi chiedo quand'è che sarò in grado di mostrare quello che non riesco a dire, a plasmare con le mani.

Non posso pensare di essere sempre e solo io a voler correre da sola.
A volte sono gli altri ad avere il fiato corto, ma se non lo vedono non è in mio potere mostrar loro la verità.
Ed è lecito tirarsene fuori ad un certo punto, lo capisco, mi ci arrendo ma ho bisogno di difendermi. Allora mi chiudo a chiave, stavolta mi chiudo a chiave, perché se non ci stai più io non posso tenertici per forza e non posso (nè ho mai provato a) farnete una colpa. Se questo è il tuo limite io non posso prevaricarlo. Sarò io a venire dall'altra parte della linea quando sarò pronta, perché in fondo abbiamo ammesso e capito che è un passo che spetta a me, solo a me.
                                                     
Di nuovo il collo, di nuovo il seno, di nuovo la stoffa colorata di bianco e di rosa.

Eppure stanotte non piove.

Buona notte, a chi non è come neve...

mercoledì 29 luglio 2015

Full of stars

Se la sveglia suona alle 5 del mattino e tu sorridi, può essere solo perché quel giorno sai succederà qualcosa di speciale.

Caccio via il sonno dai miei occhi e nel giro di pochi minuti rifaccio il letto, sistemo la camera, mi vesto, mi lavo ed ho tempo per sedermi e realizzare.
Realizzare che i verbi appena citati non sono in realtà al singolare.

L'aria è meravigliosamente fresca, camminiamo mano nella mano ammirando la quasi desolazione della città che si sta mettendo in moto. La sveglia presto mi ricorda l'inverno coi pullman caotici, e l'inverno mi ricorda, a sua volta, le gite che facevo da bambina con la scuola.

I biglietti sono stati già sapientemente comprati, quindi non ci resta che attendere il treno ed i vari cambi. Le ore sono sicuramente molte rispetto alla meta che in realtà è solo una provincia un po' più in là, ma non c'è alcuna fretta.
Istantanee di sorrisi, baci ed occhi accesi mentre l'aria condizionata del treno disperde un gelo quasi eccessivo per le mie gambe e braccia scoperte e che ben si contrappone al caldo che, con le ore, fuori comincia a farsi spazio.

Sembra interminabile, gli ultimi venti minuti sono i peggiori. Mi rialzo dopo aver lasciato la testa china tra il suo collo e la sua spalla e mi scopro d'improvviso nauseata. Forse il viaggio, forse la colazione, forse l'ansia. Non lo so, ma mi lascio prendere dal panico. Non posso proprio sentirmi male un attimo prima di scendere dal treno. Respiro mentre Lui mi guarda, ride e mi chiede di stare tranquilla e non pensarci, di alzarmi poco prima di arrivare e sentire come sto. Impreco mentalmente contro la stazione che sembra non avvicinarsi mai.

Ma ci siamo. Non so ben dire come mi sento. Credo come prima di un esame: durante l'appello è una tortura, appena ricevo il compito con la traccia o mi siedo di fronte al docente, tutto passa.
Ed infatti appena metto piede sulla terraferma ed incrocio un paio di occhi verdi, più chiari di quelli cui mi sono dolcemente abituata, passa tutto. 
Mi presento, ricevo in cambio un nome che già in realtà conoscevo, una mano ed un bacio. La guardo bene; se non avessi saputo che è lei, l'avrei comunque riconosciuta: Maurizio le somiglia tantissimo.
Qualche passo dopo mi aspetta un uomo. Una voce forte, un'aria simpatica.

Raggiungiamo la macchina e la mia mano non lascia mai la sua. Sto in silenzio, è tipico di me: quando non so che dire, soprattutto se non posso guardare in faccia l'interlocutore appena conosciuto, sto in silenzio. Ma la mia timidezza è rinomata, in modo che non venga scambiata per altro.
Siamo a metà dell'opera, mancano la dolce metà degli occhi verde chiaro e quella della voce forte appena conosciuti.
Ed eccoli.
Lui mi colpisce subito. Una di quelle persone che a pelle mi ispira dolcezza. Le adoro quelle che cercano di metterti subito a tuo agio con naturalezza. Di quelle che non parlano a caso pur di non stare zitte o che non cercano di farti ridere per forza; di quelle che ti parlano come se non fosse la prima volta.
A quadro completo (o quasi, mi manca il fratello, ma per questa occasione non c'è stata la possibilità di incontrarlo), mi spiego molte cose. O meglio, confermo che una persona meravigliosa non può che discendere da persone altrettanto belle.

Nelle ore successive si rafforza la mia convinzione ed i miei silenzi sono un pochino meno frequenti. Ci rubano dolcemente anche qualche foto, in cui esco sicuramente malissimo ma è tanto bello l'intero contesto ed essere là per Lui, con Lui, che non mi importa di altro.
Non è certamente vincolante, ma voler conoscere la famiglia della tua controparte e vedere quest'ultima felice di accontentarti credo sia indicativo. 

La prendo un pochino come una promessa tacita tra di noi: non avremmo fatto mai una cosa del genere, per come siamo noi, per il rispetto delle persone che abbiamo accanto e che si sono fatte coinvolgere con entusiasmo da questo incontro che poi è anche un po' stato casuale, se non fossimo stati sicuri di quello che abbiamo costruito fin qua. Se non fossimo sicuri di essere pronti ad avanzare l'uno nella vita dell'altra.

Così ridiamo, mi permettono una confidenza tale da fare anche una battuta allo zio che un pochino si sorprende e si compiace. E mi compiaccio anche io: non sono la più esuberante del gruppo, solitamente, ma ci tengo a dire quelle due o tre parole che permettano di far capire che non sono solo eventualmente carina. 
Spero e credo di aver fatto colpo, il contrario vale sicuramente.

In realtà il tempo vola più velocemente di quanto non mi sarei aspettata ed arriva già il momento di tornare a casa. Saluto ringraziando della loro immensa gentilezza, rinnovando il piacere della conoscenza.
In fondo sapevo che sarebbe andato tutto bene, anche se già da un mese prima ho cominciato a farmi qualche paranoia, tanto che, simpaticamente, su WA è stato creato un gruppo (a due, ovviamente e rigorosamente) appositamente per la mia follia del caso. Il clima era più o meno questo..
 E sicuramente rischio anche la denuncia per violazione della privacy, ma voglio rischiare, sono imprudente e spocchiosa!

E' stato davvero tutto semplicemente naturale. Nessuno è stato fuori luogo (spero neppure io, eheh), nessuna domanda invadente, nessuna pressione.

Certo sto sorvolando su qualche scena dietro le quinte.
Tipo il dramma del decidere cosa indossare e le maledizioni per non aver nulla che mi soddisfasse.
O quello pre-pasti, che i miei gusti in fatto di cibo sono particolari ed esclusivisti.
O ancora, i 'Come mi stanno male i capelli!Ma dici che il costume mi sta bene?!Ma non è che pensano che vado sempre in giro vestita così?!Ma dici che piaccio loro?!E se sto loro antipatica?!Dici a tutti che sono bellissima, magari si aspettavano chissà quale meraviglia e presenti me!Ma con sta faccia mi hai fatto uscire?!"

Che se ci ripenso ora posso solo riderne, perché l'espressione paziente di lui che mi abbraccia e mi dice di star zitta, mentre di nascosto sbuffa ridendo, non ha prezzo.

Il ritorno è rilassante, mi rammarico solo di non avere delle cuffie per condividerle con Lui.
Non ci stacchiamo mai l'uno dall'altra per tutte le ore che ci aspettano su quel treno. Ridiamo, ci coccoliamo (sempre con discrezione, eh, non ci piace dare scandalo), ci prendiamo in giro a vicenda.
E stiamo anche in silenzio, perché come qualcuno ha detto meglio di me, basta guardarci negli occhi per capire tutto.
E' una vittoria saper di poter essere coccolati senza dover pensare ad altro; è una vittoria averlo accucciato al petto ed accarezzarlo come un bambino.
E' soprattutto una vittoria essere sicura che quello che hai è vero davvero. Non è artefatto, non è solo belle parole. Non c'è nessun altro oltre a Lui, nella mia vita; non c'è nessun'altra nella sua, oltre me.
Mi chiedo se questo sia arrivato a chi ci ha guardati non lasciarci mai le mani, tanto da farmi notare ridacchiando che 'se lo lasci guarda che non scappa'; a chi ha anche ascoltato di abitudini, 'usanze' molto diverse dalle loro e quindi, forse un pochino più difficili da comprendere ed interpretare nel modo giusto.

La verità è che qualsiasi sia la risposta, a me basta quella che ci siamo dati in questo anno e mezzo ed oltre, da quando Lui mi chiese 'tu pensi che io e te potremmo stare davvero insieme?' ed io ho risposto 'Si', mentre tutte le circostanze ci dicevano di no. E da lì è stato tutto quello che conoscete e che vive attraverso le nostre righe su righe e non solo.

La verità è che quello che abbiamo fatto è semplicemente una naturale conseguenza di quello che siamo diventati, cambia solo la circostanza particolare in cui tutto è nato, si è evoluto e sta avvenendo.

Ed io non avrei potuto chiedere di meglio.

Una buana giornata, a chi non è come neve...



lunedì 6 luglio 2015

Collo, spalle, mento.

Lo so. Lo so benissimo. Se fare la blogger fosse il mio mestiere, a quest'ora sarei stata licenziata un milione di volte e con ragione. Ma dovete credermi, Giugno è stato a dir poco frenetico, dal punto di vista universitario.

Ebbene si, io sono una di quelle che il 99% degli esami li prepara all'ultimissimo e darne cinque in un solo mese (passandoli pure con voti decenti, eh) è stato da matti.
Non provo neppure a descrivervi gli sbalzi d'umore che mi hanno accompagnato per buona parte del tempo, ma ora siamo a Luglio ed io sono positiva, nonostante la mole di lavoro non si sia assolutamente ridotta, anzi. Ma devo farcela, ho un progetto e presto ve ne metterò a parte (giusto il tempo di costruire delle basi solide che non siano solo nella mia fantasia).

Quindi Giugno è stato un mese molto importante per la mia carriera, ma è stato anche quello della Nostra prima volta.
Si, lo so che non ve lo sareste mai aspettati, in fondo io ed il Romano razzista stiamo insieme da un bel pochino, eppure non era mai successo perché ci siamo sempre ripromessi di farlo nel momento migliore, non tanto per fare e non per caso.

Ed il momento giusto è giunto in uno degli ultimi, caldissimi, pomeriggi del mese appena trascorso.
E quindi entusiasti e felicissimi, mano nella mano, siamo saliti sul treno verso la città vicina per goderci il Nostro primo giorno di mare insieme.

Ora. Dovete sapere tante cose su di Noi.
O meglio, no, non dovete ma ormai che siete qui che vi costa leggere?

In primo luogo io ed il mio splendido amore abbiamo una caratteristica in comune: la pelle bianchissima. Si, dai, avete presente quel tipo di persone che se le metti accanto ad un muro bianco scompaiono mimetizzandosi perfettamente?Ecco, siamo noi.
E beh, se avete presente quanto appena detto, saprete anche che tipi come noi non si abbronzano mai. No, mai.
Al massimo passano da 'mozzarella da antipasto casereccio' a 'gamberetto fritto da cocktail serale'.

Pertanto, siccome siamo avventurieri ma responsabili, siamo partiti assolutamente privi di qualsivoglia riparo (che ok non avere l'ombrellone, ma pure due frasche per me avremmo potuto portarle con noi) ma muniti di crema solare apposita (sull'etichetta c'era proprio scritto 'adatto per gli sfigati senza ombrellone') e di una freschissima bottiglia d'acqua, sgorgata dalle incontaminate terre Calabresi.

Raggiungiamo il posto e camminiamo dieci minuti sul lungomare per cercare un pezzo di spiaggia il più isolato possibile.
E qui subentra la seconda cosa che sono sicura vi interesserà moltissimo: io sono una ragazza assolutamente normale. Non ho tre occhi, non ho abitudini strane, ho anche un fisico niente male. Ma no, io in spiaggia in mezzo a tremila persone non riesco a stare. Sarà che sono asociale, sarò che ho manie di persecuzione, ma io gli sguardi indiscreti (soprattutto quelli maschili) non li reggo.

Quindi, una volta adocchiata la zona a me più congeniale, ci avviciniamo alla riva per stendere i Nostri teli (in questo caso, aggiungerei un 'Nostri un cacchio', erano miei e li ho pure dovuti lavare io a mano, grazie alla lavatrice rotta) e per spogliarci dei nostri abiti facendo spazio alla meravigliosa figura dei nostri costumi...

Ed anche qui, dovete sapere la terza cosa: il costume per me, è un tasto molto dolente.
Non sono una tipa difficile di gusti, sono molto classica.
E questo, non so perché. è diventato un problema enorme, data la moda degli ultimi tempi.
Io NON amo le fantasie. No. Non amo i fiori, non amo duemila colori, non amo pois, quadrati, righe.
Io AMO il colore unico. E da trovare nei costumi è una impresa ardua.
Soprattutto perché dovete combinare i miei gusti ad un problema ben più grande: quello della taglia.
Ora, io non entrerò assolutamente nel merito del mio fisico, ma molto generalmente sappiate che sono magra ma lontana dall'essere informe, quindi mettete insieme le due cose e cercate di immaginare il dramma della ricerca.
Alla fine, però, ho optato per un bellissimo due pezzi a righe viola (si, so che avevo detto di non amare le fantasie, ma stavolta ho potuto fare una eccezione) che potrò sfoggiare con vanità nelle spiagge in mezzo al nulla.
A quanto pare, però, non sono l'unica difficile in quanto a costumi, quindi anche il pretenzioso Romano di cui sopra ha gironzolato per sfoggiare un bel paio di bermuda blu, preoccupandosi di abbinarli anche a scarpe e maglietta.

Comunque, dopo aver superato anche questo ostacolo, ci addentriamo nelle acque del Tirreno (ci tengo a precisare che non è il mio mare e che sono fortemente affezionata alla mia provenienza Ionica) e là scopro la quarta cosa che sto per annunciarvi.

Avete presente quando nei film si vede il babbonchio di turno che, buttato in acqua, non sa stare a galla e si dimena come un forsennato in modo tutto meno che aggraziato?
Ecco. Mettetegli addosso un accento Rrrromano (ed un paio di bermuda blu) e vedrete la stessa scena cui ho assistito io.
Un piccolo sirenetto dagli occhi verdi che si dimenava come un farfallino in mezzo ai campi fioriti. Ha pure bevuto due litri di acqua salata dandomi la colpa, come se abbracciarlo al collo ed usarlo come traino per tornare a riva potesse davvero mettere a rischio la sua vita!
Passato un bel po' di tempo in acqua, diamo inizio alla nostra frittura sotto al sole ed io mi prodigo anche per passare la cremina sul mio sirenetto, con tanto di massaggini che Lui MAI mi ricambia e di poesie d'amore recitate a menadito solo per rinnovargli il mio amore.
Ricevo anche un 'Bravissima e bellissima' da un venditore ambulante che mi lega al polso uno di quei braccialetti portafortuna, tutti colorati, che gentilmente mi dona il mio amato.

Trascorrono in modo piacevole e divertente le successive ore, finché alle 19 circa decidiamo che è ora della merendina e qui..ebbene si, qui...una rivelazione a dir poco sconvolgente.
Per ben 29 anni il mio fidanzato ha vissuto senza aver mai allietato il suo palato con la brioche (o briochina, come la chiamo affettuosamente io, perché siamo in confidenza con la specie *.*) gelato.
Minuto di silenzio.
Sguardo di disgusto e disapprovazione verso il mio Uomo.
Fase di recupero tempo perso, mangiando tutte le briochine che ha evitato nei suoi anni da ignorante in materia.

Ad ogni morso a quella meraviglia, i suoi occhi verdi, a mo' di cagnolino bastonato, sembravano a tratti ringraziarmi per quella stupenda scoperta ed a tratti chiedermi perdono per la sua vita fino ad allora (e quando dico 'fino ad allora' intendo fino al momento in cui mi ha conosciuta) sprecata.
Pagato il conto, passeggiamo un altro pochino e guardiamo il tramonto, per poi tornare in stazione (mentre lui si compiaceva della gente che lo invidiava della maestosa bellezza che aveva al fianco (no, scherzo, questo l'ho appena inventato io adesso, ihih)) e raggiungere casa con l'aria decisamente più fresca e piacevole.

Ci prepariamo la cena e ci abbracciamo mentre riguardiamo le nostre fotine in cui sono uscita malissimo ma estremamente dolci perché mostrano benissimo quanto siamo carini insieme, nonostante tutte le nostre diversità.

E poco importa se la notte stessa le spalle del sirenetto lo hanno torturato perché, come previsto, belle rosolate e, di conseguenza, lui ha torturato me con le sue lagnoline.
La Nostra prima volta è stata meravigliosa ed ha aperto la strada a moltissime altre ancora.
E presto, sempre che nulla cambi i piani, potrò scrivere di un'altra prima volta importante e sicuramente interessante.
Ma per ora vi lascio così.

Nuvola a forma di cavallo con tanto di cavaliere pazzo, avvistata dal sirenetto.
Si, ha problemi, lo sappiamo già

Briochine OVVIAMENTE al cioccolato
Mare non Ionio che non sarà mai al primo posto del mio cuore.

Una buona notte, a chi non è come neve...