Diciamocelo, che siano metaforici, mentali, materiali, continui, solitari, rari..tutti affrontiamo un viaggio.
Ce ne sono di quelli fatti per andare e tornare; quelli solo andata, quelli solo ritorno.
E poi ce ne sono altri, anzi, ce n'è un altro, che non importa come sia, si fa una sola volta nella vita.
Si, uno di quelli che tu decidi di intraprendere, lo affronti, ed una volta finito resta unico per sempre. Potrai farne altri, certo, ma non saranno mai, mai, mai uguali al primo.
E' allora fondamentale stabilire certe regole.
Viaggi così, per persone come me, si programmano per bene. Quasi spendendoci il tempo di una vita, perché la fretta, si sa, è cattiva consigliera e rischierebbe di rovinare tutto.
Allora è necessario capire quando si è pronti a partire.
Ma bisogna capirlo davvero, non è sufficiente essere spinti solo dalla voglia di non rimanere fermi.
Puoi arrivare in stazione, guardare il treno e decidere di non salire tornandotene a casa mille e mille volte, non importa. Una volta salita devi essere libera, senza bagagli pesanti, senza rimpianti. Devi essere sicura al 111% che guardando dal finestrino non avrai alcuna voglia di tornare immediatamente a casa. Guardando e ripensando alla destinazione che avrai raggiunto una volta scesa, dovrai dirti convinta e sicura che quello è stato il viaggio più bello della tua vita.
E volete che una cosa tanto importante si affronti da sola?
Esatto.
Di pari importanza, se non di più, al decidere quando partire lo è decidere con chi.
Nella vita capiterà, forse, di incontrare innumerevoli potenziali compagni di viaggio.
Che tu ne conosci uno e dici potrebbe essere lui. Però arrivi alla stazione e non hai voglia di partire. Decidi di aspettare ancora un pochino, che tanto il treno ripassa sempre.
In realtà quello è solo un modo per salvarti e tu non lo sai. E' una di quelle cose che scopri dopo, quando resti da sola.
In un attimo capisci che il profondo amore e significato che attribuisci a quella partenza è esattamente ciò che ti ha portata a non andare, perché sentivi che non era giusto.
E quando arriva un altro potenziale compagno di viaggi ricominci tutto da capo. Soppesi ogni singola cosa di colui il quale ti sta accanto.
Lo guardi mentre lui, a sua volta, guarda quello stesso treno e ti rendi conto che avete lo stesso sguardo, la stessa luce negli occhi.
E quando succede immagino che ti scatti qualcosa dentro, forse la consapevolezza che se vuoi andare adesso non sei più sola. Per davvero.
Quindi arriva il momento di fare il biglietto, perché non si può partire senza. Quello credo che sia il momento di non ritorno.
Se fai il biglietto hai deciso.
Quando.
E se hai deciso quando significa che non sei sola, che hai deciso anche con chi.
Questa è una consapevolezza meravigliosa.
Così inizia l'emozione della programmazione. Perché in fondo, quando parti, quando hai deciso tutto bene e sei sicurissima di dove andrai, ti sembrerà tutto così veloce che realizzerai molto probabilmente solo dopo quanto è accaduto.
La programmazione, invece, hai tutto il tempo per godertela.
Ti immagini seduta al tuo posto sorridente come solo certe cose nella vita possono farti sorridere, mentre stringi forte la mano della persona che ti accompagna. La immagini con lo sguardo che ti sei sempre detta avresti dovuto trovare; quello che non ti lascia alcuna ombra di dubbio ed infatti ancora una volta ti pensi a ripeterti che è giusto. Assolutamente giusto.
Hai la pelle d'oca già solo così ed immagini che quando andrai sarà un milione di volte più intenso.
E' qualcosa di inspiegabile ed allo stesso tempo soddisfacente. Ti piace la maturità che sai di avere, la lucidità che sei riuscita a mantenere nonostante una decisione tanto importante. Nonostante un viaggio del genere.
Certo, se ben ci penso, niente mi obbliga a continuare una volta messo il piede sul treno.
Sarebbe comprensibile un pochino di paura. Come quella che si prova su una giostra all'urlo del voglio scendere.
E certamente il tuo compagno di viaggio, poiché sei assolutamente sicura sia quello giusto, sarebbe in grado di sorriderti comunque e dirti che va tutto bene e non c'è problema.
Ma allora a che servirebbe tutta questa attesa, tutta questa attenzione ad ogni minimo dettaglio, se poi la paura vincesse su tutto?
Che in fondo, diciamolo, in molti non stanno davvero là a farsi tutti i conti che faccio io.
C'è chi, per un motivo o per l'altro, decide di voler partire e pazienza quando si torna, perché in quel viaggio non ci vede nulla di speciale.
Ma io non ho bisogno di muovermi solo ed esclusivamente perché non mi va di stare ferma, è stata la mia premessa principale ed iniziale.
Ed allora parto. Io il biglietto l'ho fatto.
E se l'ho fatto ho deciso quando e con chi partire.
Poi si, potrebbero succedere tante cose fino a quel momento. Potrebbe esserci troppa gente alla stazione che renderebbe il viaggio diverso e potremmo decidere di cambiare orario.
Potrei semplicemente decidere che voglio ancora altri 10 minuti per far scivolare via l'ultima traccia di paura che mi rimane addosso, e per quei 10 minuti perdere il treno corrente.
Non lo so.
Però il biglietto è il punto di non ritorno ed io l'ho fatto. E se l'ho fatto mi basta un passo.
Solo un passo. E non ci sono mai andata così vicina a quel treno. Questo significa solo una cosa.
Io parto.
Buon viaggio, a chi non è come neve..