martedì 27 febbraio 2024

Riempire gli specchi

Ho la voce di Bersani che mi scioglie il cuore da tutto il fine settimana.
E se c’è Bersani deve esserci per forza anche quel film, è matematico.
Anche quello mi scioglie sempre il cuore, pur facendomi tanto ridere.

Oggi è Lunedì.
Peggio. È il Lunedì dopo un pessimo fine settimana.
Ma è una bellissima giornata. Fuori, è una bellissima giornata.
Il sole si allunga nonostante l’orario, il vento s’è portato via la tempesta dei giorni scorsi ed io ho da ieri un desiderio pazzesco di uscire a riveder le stelle.
Mi sentivo triste ed abbattuta ma poi d’un tratto mi è venuta voglia di far cose che non facevo da una vita e mi è tornata un po’ di luce addosso.
Per il solo fatto di riscoprire che ancora le amo profondamente.
Ché Venerdì tornando verso l’ufficio mi son accorta del fatto che la Primavera è sbocciata all’improvviso in mille colori e già solo quello poteva bastare.
E poi però si sono aggiunte le zampette dei miei gattuzzi.
Le risate delle mie nipotine e delle mie sorelle.
I biscotti che faceva la nonna e la pizza che adesso invece sforna papà.


Chi lo ha deciso che regalare dei fiori debba equivalere a sradicarli per poi farci un mazzo tutto infiocchettato?
Costringendomi a convincermi che non mi piace farmi regalare dei fiori.
Regalami dei fiori su una distesa libera ed infinita.
Di verde e puntini colorati.
Portami a vederli lì dove sono nati (radici abbastanza forti da trattenermi) e lì poi dove rinasceranno.

Regalami le margherite.

Baciami ancora,
baciami ancora.

A chi non è come neve...

martedì 20 febbraio 2024

Il liquore di Binks

I buoni propositi del nuovo anno li ho già raggiunti tutti.

Perché non ne ho fatto nessuno.

È che lentamente tutto passa e quel che ci ha fatto soffrire torna a farsi f*tt*re piano, piano diventa una barchetta sempre più piccola destinata a sparire all’orizzonte.
E pensare s’era presentata come una crociera di lusso da mille ed una notte.

La settimana è stata infinita, ma Febbraio è praticamente già andato.
Io ho lavorato extra per tutto questo periodo ed ho fatto finta di non sapere di aver abbandonato le mie stelle, ma stasera proprio il post mi è esploso dentro al cuore.

È stato un anno proprio no, e questo s’era capito, con qualche lampo di gioia verso il finale, ma per la maggior parte del tempo, ho fatto fatica a stare a galla. Finché ho capito che proprio sola non ce l’avrei fatta ed ho cercato un salvagente che potesse darmi una visuale un po’ diversa.
È stata dura, durissima. Ed è stato particolare constatare come, sulla superficie, sembri sempre tutto uguale mentre dentro non c’è proprio più nulla di quello che avevi lasciato.
Ma devo dire di essere anche abbastanza soddisfatta della crescita che mi sono imposta.

Ci ho messo più tempo di quanto mi sarei dovuta? Si.
Sono perennemente fuori tempo massimo rispetto a tutti gli altri? Assolutamente SI.

Ma alla fine ci sono arrivata. Ed ho dedicato anche qualche momento per apprezzarne la bellezza collaterale (frase che da quel film non mi levo più dalla testa ogni volta che sono triste). Almeno ‘sta soddisfazione, su chi -inconsapevole- è sempre più veloce di me, me la son presa!

Ma insomma, cos’è che c’è scritto in questo post?
Che il profumo dei miei capelli mi fa da culla (è troppo buono, credetemi).
E lo smalto rosso è proprio fatto per stare sulle mie unghie.
Ah, e che ho acceso la candela ai frutti di bosco che era da anni intonsa in camera mia.

E comunque volevo anche dire che il mio star male è distruttivo solo nella misura in cui mi fa stare male.
Ma sono una grande sostenitrice del riciclo degli inerti: non ho mai visto nessun crollo senza un minimo di potenziale in termini di rinascita. È tra la polvere e la disfatta che si nascondono cause e soluzioni, spigoli ed opportunità.
E tutto mi si può dire ma non di certo che io non sia una buona ricercatrice -se mi ci metto, vi ritrovo pure l’ago nel pagliaio.
(È che non trovavo le parole).


A chi non è come neve...