martedì 23 agosto 2022

Da tutti i torti e le ragioni

L'unica cosa positiva di queste ferie è il mio tampone antigenico.

Tutti questi sforzi da quando la pandemia è iniziata per poi beccarmi il virus esattamente nella prima estate che avrei potuto passare davvero e pienamente senza alcun pensiero.
Cerco di affondare la tristezza mista ad un po' di rabbia tra tutti i libri che, se non altro, sto avendo il tempo di leggere, e per un po' funziona, il tempo di un sospiro con gli occhi sul calendario.

Mi chiedevo da quant'è che non scrivevo qui. Intendo scrivere davvero.
Mi è venuto in mente il viaggio a Malta di qualche mese fa, avrei voluto farne un post appositamente e poi, come sempre, il tempo mi è sfuggito tra le dite ed è rimasto incagliato tra tutte le cose che mi son capitate.

Invece è stato un viaggio bellissimo.
Bellissimo ancora prima che iniziasse, per il semplice fatto di essere nato come un'idea e di essersi trasformato in una prenotazione in pochissimo: giusto il tempo di scegliere la data migliore per incastrare compleanni, scadenze a lavoro e varie ed eventuali.
Non avevamo nemmeno la meta, in realtà. Sapevamo solo di voler andare. E c'è niente di più bello dell'avere qualcuno accanto che non è interessato al dove, ma solo ad avere te al proprio fianco? E c'è niente di più soddisfacente di veder immediatamente trasformata in un biglietto una promessa appena fatta, senza lasciarla lì ad appassire come un fiore tra le pagine ingiallite di un libro mai più riaperto?

Così, accomodata la logistica del quando, il dove è venuto quasi per caso. Una meta vicina, che ci permettesse di non sprecare tempo in spostamenti interminabili e che, possibilmente, avverasse uno dei miei obiettivi dell'anno: andare all'estero per la prima volta.

"Amore, ma perché abbiamo escluso Malta?"
"Hai fatto tutto tu :D"
Un click dopo era già tutto pronto.

È stato divertente tutto.
Il viaggio dentro il viaggio, per raggiungere l'aeroporto, con le briciole del mio panino sparse per tutta l'adorata macchina del mio randagio, che ne è gelosissimo ma che nulla può contro le mie merendine disordinate;
La partita al calcio balilla, gioco che, modestamente, è il mio cavallo di battaglia ed a cui ho vinto grazie alle mie rollate micidiali;
La mia fifa sull'aereo, per la mia prima volta, e le prese in giro del mio randagio che se la rideva sotto ai baffi ma che mai mi ha separato dalla sua stretta rassicurante.
E poi le foto bellissime scattate tra i sedili, quelle del ritorno con le luci delle città di notte, le patatine mangiate tutte insieme prima dell'imbarco per non averle in borsa, il terrore all'ultimo step in aeroporto per i green pass non validi (ed invece poi, ovviamente, lo erano).
Ed ancora, la gentilezza di un ragazzo che ci ha aiutato a trovare il taxi, il trauma di stare in macchina con la guida dal lato opposto, le chiacchiere coi tassisti, quelli con la proprietaria dell'albergo, le passeggiate tra le stradine tranquille, le cene al Papa's, la gara guardata al Mc e la rabbia per l'uscita di Max. La cioccolata calda da Starbucks, le foto all'acquario, la fuga sotto la pioggia ed il vento, la visita alla Cattedrale di San Giovanni e le risate fino alle lacrime che quel ricordo ci regala, il vento a Mdina, le buste piene di schifezze comprate al supermercato, il bagno caldo -troppo per il randagio- nella vasca al centro della stanza, le docce abbracciati, le sveglie presto, la colazione infinta, la litigata dell'ultima sera, l'amore di ogni notte, Google Maps, il bagno con la porta a vetri, il cinema tutto per noi.

È stato amore e complicità ed ho amato questo viaggio per questo motivo, ma sarei scorretta se non parlassi anche della bellezza della città in sè.
Dell'intimità delle vie di Siġġiewi che un po' mi han ricordato quelle familiari e della semplicità con la quale ci siamo potuti spostare ovunque partendo dal nostro bellissimo hotel;
Della storia che si respira ad ogni angolo di La Valletta, dove tutto è un buon pretesto per tornare indietro agli anni bellici dentro le mura della città; delle chiesette e cattedrali ricche di affreschi, quadri ed opere;
Di Mdina e Rabat, due labirinti intinti nel giallo caldo del sole, che si legano l'una all'altra e non sai dove finisce la prima ed inizia la seconda;
Di tutto il versante Nord dell'isoletta, brulicante di vita, intrattenimento, turisti.
Ed ovviamente l'acquario, che mi ha rubato il cuore -perché il mio cuore è nell'acqua e forse è per quello che mi sono innamorata di chi il mare ce lo ha negli occhi-, e di cui custodisco le foto più belle -che mi fanno male gli zigomi a forza di sorridere, riguardandole-.

E vorrei essere lì, adesso, di nuovo, ma la verità è che "lì" potrebbe essere ovunque, anche qui, perché l'unica cosa che mi spinge, che mi muove, con una forza che non so misurare, è lui.
Ogni giorno più del precedente, senza nessuna spiegazione sul perché proprio me, proprio lui, ma con dietro tutte le ragioni corrette.
Un balsamo dolcissimo che mette a tacere tutti i tormenti delle mie piaghe.

Allora buona quarantena a me e buona estate a voi.

A chi non è come neve...

sabato 6 agosto 2022

Soltanto correre

Voglio ricordarmene.
Solo di questo.
Delle farfalle nello stomaco.
Dell'ansia dell'attesa.
Delle giornate a pensare "ce la faccio, cavolo se ce la faccio" e di quelle in cui "non posso, non riesco, sarà un disastro!".
Dello sconforto due giorni prima.
Della tensione sciogliersi e scomparire quello subito prima.
Dell'entusiasmo al mio nome all'appello.
Dell'impazienza sentendo l'avvicinarsi del mio turno.

E poi è tutto corso via.
Mesi di libri sparsi, fotocopie, penne colorate, schemi, riassunti, passeggiate in camera a ripassare, tutto sciolto in un paio di domande ben assestate e risposte altrettanto messe al posto giusto.
Ché avevo deciso di non dirlo a nessuno fintanto che non fossero usciti i risultati con un esito positivo, ma appena finita l'interrogazione ero così leggera, così sicura di quello che avevo appena fatto che mi si è letto in faccia e non ho resistito, l'ho subito sciorinato alla mia famiglia.

E mi hanno risposto di aspettare per scaramanzia comunque l'esito ufficiale ma io non avevo dubbi sul fatto che sarei stata abilitata.
E quando ho visto il voto accanto al mio cognome, però, la sorpresa è arrivata comunque.

Mi sono abilitata.
Dopo mesi passati in camera a studiare subito dopo il lavoro; dopo uscite rinunciate per non rubare tempo alle nozioni, agli articoli del codice civile, alle poste di bilancio; dopo qualche tira e molla con la forza di volontà, finalmente posso dirlo.
Mi sono abilitata.
Che lavoro fai?
Quello che scrivevo sul diario di scuola alle medie continuando la frase "da grande farò...".
Che lavoro fai?
Quello che, dopo la laurea, "no, tutto ma non quello".
Sempre lo stesso.

Mamma, papà, sorelline, ce l'ho fatta: sono ufficialmente una commercialista!

E certo, la mia vita non è cambiata dopo l'esame ma è un piccolo passo verso il mio futuro, verso un sentiero che mi sembrava così incerto fino a qualche anno fa, ed invece adesso è tutto meravigliosamente chiaro.

Non ho festeggiato. Non ho fatto una cena sontuosa con tutta la mia famiglia, né con i miei amici, né con chi mi ha accompagnata in questi mesi.
Mi sono "accontentata" di me stessa, del peso che ho lasciato indietro.
Mi sono resa orgogliosa e mi sono sentita veramente soddisfatta di esserci arrivata senza compromessi, senza sotterfugi, solo davvero tanto sacrificio e devozione.
L'ho fatto per me e per me ho festeggiato, in silenzio.

E poi si, lo devo dire, sempre in silenzio e sempre da sola, un po' me la sono proprio tirata per aver preso il voto più alto di tutti.

Me lo voglio proprio ricordare quel momento.
Di quella montagna che sembrava insormontabile e che invece ho conquistato con quello che, col senno di poi, ho sentito essere un semplice passetto.

Me lo voglio ricordare per tutti i passetti ancora enormi che avrò di fronte.

E quindi ora che progetti hai?
Beh, adesso si studia per l'esame da Revisore...e poi, perché no, un bel master?!

Buona passeggiata, a chi non è come neve...