mercoledì 19 ottobre 2022

Anche quando l'orchestra scompare

Questa cosa dell’avere due risultati diversi utilizzando la stessa, identica ricetta dei miei biscotti preferiti, non l’ho mai capita.
Ho capito, però, come rendere perfetta la mia.

Non quella dei biscotti, non mi fraintendete, che quelli non li so proprio fare.

In pratica il trucco è trovare qualcuno che ti faccia sentire a proprio agio con i suoi difetti.
Se pensate che sia una cosa banale e scontata, allora ho una bella notizia per voi: siete veramente tanto fortunati.
Per me la questione, e ci ho messo veramente tanto ad elaborarla, è stata, per un periodo di tempo altrettanto lungo, una spada di Damocle invisibile, sospesa su un filo invisibile, esattamente all’altezza della gola -visibile-.

L’Universo ha pensato bene di curarmi attraverso una terapia d’urto, piazzandomi, insomma, nel mezzo del cammin, esattamente qualcuno che fosse diametralmente opposto a me.
Stoicamente intestardito a sbarrarmi la strada, il mio Randagio ha deciso che da lì, no, proprio non sarei scappata –non senza di lui, almeno- in barba alle mie fisime mentali ed ai miei dogmi.
Ha cominciato con cautela, questo devo ammetterlo, un po’ come la goccia cinese che ti arriva addosso ed inizialmente non la percepisci nemmeno, con il suo ritmo lento ma costante, inesorabile.
Ha cominciato cercando di sondare il terreno –che non prometteva niente di buono, ché ero nella fase in cui le mie ricerche Google suonavano tutte un po’ “come fare un figlio da sola”-, ha capito che non c’era molto da fare e quindi ha fatto l’unica cosa fattibile: tutto.
Ci piace raccontare questo pezzo di storia in modo romantico “si, beh, sai com’è, m’ha presa per sfinimento”.
La verità è che, sta gocciolina, si era proprio impuntata –anche questo resta un mistero che sto ancora cercando di risolvere: perché proprio io?- ed ha fatto l’impossibile per scavicchiarmi il cranio.
E non è che il suo compito si sia esaurito lì, così. Anzi, il punto di arrivo era solo l’inizio.

Innamorarmi di lui è stato proprio, letteralmente, così:
“Non possiamo stare insieme, buonanotte”
“Buongiorno, ti ricordi la buonanotte di ieri? Beh, si, sai… alla fine mi sa che ti amo”.
Così inaspettato che per un po' siamo stati in due a non crederci.
Ma dicevo, come alla fine è prevedibile, l'inizio è stato solo l'inizio.

La vera stregoneria, appunto, è stata farmi innamorare di tutte le cose completamente opposte a me, che mai avrei pensato di poter anche solo tollerare, e che ho sempre considerato dei difetti nell'altro.
Ancora son segretamente -ma per essere un segreto lo san un po' tutti- convinta che in casa sua troverò una bambolina con le mie sembianze e qualche filtro d'amore.
Perché il modo in cui ha scosso tutte le mie convinzioni, disintegrato tutte le mie paure, sotterrato ogni mio potenziale pregiudizio, non può essere di questo mondo.

Così, lo ammetto, ogni tanto mi sfrego gli occhi per avere l'assoluta certezza che quel che vedo è reale.
Che quel burbero con gli occhi azzurri e la barba folta e nera -e bianca, però quella parte dice essere colpa mia che lo stresso, ma fintanto che non avrò prova scientifica del fatto mi professerò innocente- ha in realtà un cuore enorme, più grande delle montagne che ha scalato per arrivare al mio.
Che un decennio fa proprio noi due eravamo seduti agli stessi banchi ed io gli passavo i compiti e lo stressavo perché giocasse alle domande al contrario di Avanti un altro con me ed ora, sempre proprio noi, programmiamo il futuro insieme. 
Che sta sempre a lamentarsi di quanto non gli piacciano le robe sdolcinate e poi quando dormiamo insieme me lo trovo sempre appiccicato come un francobollo, non importa quanto la mia testa gli atrofizzi il braccio o di quante volte mi svegli durante la notte.
Che siamo partiti da un "ti ricordi di me?" e siam finiti al cominciare a programmare concretamente una casa ed una cerimonia insieme.
Che io ero quella del "quel che è mio, è mio; quel che tuo è tuo" ed ora invece mischiamo pelle, nei, saliva e conti correnti.

Ci penso adesso, dopo un fine settimana durissimo, che sarebbe dovuto essere altro ma che si è concluso con un pensiero che ormai mi accompagna praticamente sempre.
Quello giusto

Buona notte, a chi non è come neve...