Il primo passo è spogliarsi.
Sbottonare insicurezze, una dopo l'altra, sentire l'addome e le spalle alleggerirsi, e scoprire che anche così non fa poi proprio così freddo.
Slacciare le paure legate alla vita, ai fianchi, che ci fanno sentire bene perché proprio su misura per noi, quasi disegnate addosso. Abituati ad averle lì, come nodo sicuro a cui aggrapparci, non ci rendiamo conto di quante volte siano più un cappio che una boa.
Sfilarsi i pregiudizi, partendo dai piedi, scivolare sulle caviglie sottili e scoprire poco a poco quanti ne avevamo addosso, come collant invisibili infilati uno sull'altro.
E rendersi conto, con sorpresa, che la maggior parte di loro era verso noi stessi, non verso gli altri.
Togliersi di dosso quel velo di inquietudine adagiato sulla pelle ed accarezzare il mondo con il proprio corpo nudo.
Accarezzare il corpo nudo con il proprio mondo.
Il primo passo è spogliarsi.
Riconoscere le proprie sfumature, le luci e le ombre, i lividi -le mie gambe ne son sempre piene- e non aver fretta di coprirsi ancora.
Ché solo così si può essere certi di poter scegliere, poi, i capi più adatti.
Il primo passo è spogliarsi.
Chi sei davanti allo specchio?
A chi non è come neve...