Mi sono agitata davvero meno del previsto. La parte peggiore è stata forse l'attesa di due ore in macchina prima di arrivare all'Università con la mia famiglia, Maurizio e le canzoni inascoltabili del CD di papà.
Aspettare non è davvero mai stato il mio forte.
Siamo arrivati con il giusto anticipo ed abbiamo trovato l'aula al primo colpo, perché previdentemente giorni fa avevo fatto un giro di ricognizione. Poi è successo tutto in fretta. Hanno scavalcato l'ordine alfabetico ed io mi sono ritrovata tra le prime. Che non mi è dispiaciuto ma purtroppo mia sorella maggiore non ha fatto in tempo ad entrare e non ha potuto assistere alla discussione. E' stata l'unica nota dolente della giornata e lei si è commossa tanto per il dispiacere.
Ho esposto il mio discorso che ho preparato davvero nel giro di qualche ora, con la voce tremante e la toga svolazzante. Poi finalmente la Commissione si alza in piedi davanti a me e mi proclama dottoressa.
Mi sono sentita benissimo, felice e finalmente libera.
Indosso finalmente la mia corona d'alloro che all'inizio mi scivola ma poi capisco come fare.
Occupo la scalinata per le foto con tutte le mie sorelle e tutti i miei cognati, i bimbetti bellissimi e gli amici felici per me (loro assolutamente si). Ed ovviamente con il mio fidanzato.
Penso di venire discretamente bene nella maggior parte delle foto, anche se non so mai che espressione adottare di fronte ad una fotocamera. Ma ormai è fatta.
Quelle in cui sono uscita male possono essere rimpiazzate da quelle di stasera, perché festeggiare dopo 4 ore di viaggio e senza aver pranzato per l'emozione non ci era sembrata una buona idea.
Faccio giusto in tempo a finire i pasticcini e regalare le bomboniere a chi non ci sarà al mio paese oggi, che inizia a piovere.
I miei capelli ed il trucco ringraziano il tempismo e camminando sul ponte, quando l'adrenalina comincia a finire, mi rendo conto che i miei piedi stanno soffrendo da morire.
Mi arrampico come posso al braccio di Maurizio supplicandolo di prendermi in braccio o fermarci ogni tanto per arrivare alla macchina.
Poi in autostrada scoppia proprio la tempesta e con impazienza conto le ore prima di poter mettere finalmente qualcosa sotto i denti. Tolgo le scarpe e mi accoccolo a Maurizio sul sedile, mentre le canzoni di papà finalmente migliorano.
Mi sento già più snob ma solo per ridere ed infatti, appena indossato il pigiama, ne approfitto per scattare ancora qualche foto incoronata dall'alloro complice mio cognato che 'più abito da sera di questo non si può'.
Sono stanchissima ed alle 23 mi addormento immediatamente. Non prima di essere andata a trovare Maurizio e passare con lui le ultime ore da sveglia della giornata.
Adesso lui è al mio fianco e mi controlla il telefono perché "lui non è assolutamente geloso e non è tipo che fa queste cose, ma ne approfitta mentre io scrivo". Intanto fuori sono cominciati i tuoni ma non mi importa, perché io mi sono laureata, gne, gne, gne.
Tensione apparentemente inesistente mentre andiamo e cravatta tendente al rosso sennò niente invito |
Foto da dottoressa in cui sono uscita malissimo ma Maurizio mi sta minacciando |
Buona giornata, a chi non è come neve...