Si dovrebbe già sapere, qui sul mio blog, che io sono una di quelle persone che sogna ogni notte e poi al risveglio si ricorda tutti i particolari. E dovrei avervi detto che a volte è capitato di sognare numeri di telefono che sono riuscita anche ad annotarmi una volta desta (e si, grazie alla magia di WhatsApp uno di questi ho scoperto essere davvero esistente (e poi, grazie alla magia di Internet sono anche risalita al proprietario)). Ma questa è un'altra storia.
Perché molto più spesso faccio incubi la cui trama è più o meno ricorrente. Ed accanto ai veri e propri incubi (di quelli che ti fanno svegliare sudata, con la pelle che brucia ed il cuore a mille) ci sono anche i brutti sogni, quelli che non ti fanno proprio paura però ti lasciano un bel po' di fastidio addosso.
È di uno di questi che voglio parlarvi adesso.
Ormai non conto più le volte in cui l'ho fatto: i contorni tutti intorno non sono importanti, perché cambiano più o meno sempre ma a rimanere uguale è un dettaglio preciso. Sogno spesso, infatti, di avere dentro in bocca qualcosa di pastoso che non mi permette di parlare bene.
Non è che non riesca proprio ad aprire la bocca ma mi viene difficile scandire le parole e soprattutto, la cosa che mi da più fastidio, è la sensazione quasi fisica che provo nell'avere questa sostanza che mi riempie tutto il palato.
Non so identificare che cosa sia, è come un chewingum ma un po' più duro; non so dirvi di che colore sia e come ci finisca nella mia bocca, non lo vedo mai. Quello che vedo sempre è che non riesco a guardarmi allo specchio per scoprire di cosa si tratti, me lo chiedo anche nel sogno, però provo a toglierla e questa cosa un po' si sfiletta e mentre la tiro sento proprio che si stacca dal mio palato e però più la tolgo più sembra che non finisca mai. Alla fine mi sveglio ma senza aver adempiuto al mio scopo, quello di liberarmi finalmente di tutto.
Le prime volte che ho fatto questo sogno ero parecchio infastidita dal senso di disgusto che mi assaliva perché, come detto, era come se, durante il sonno, sentissi proprio davvero la bocca impastata e bloccata. Poi con il tempo ci ho fatto l'abitudine perché sognarlo a cadenza regolare un po' ti assuefa.
Ho cercato su Internet per curiosità ed ho scoperto essere un sogno che ricorre comunemente tra le persone. Dicono anche che sia una manifestazione del dormiente dell'incapacità di comunicare bene con l'esterno. E per quanto io sia una scettica per natura sono abbastanza affascinata dal mondo onirico e dai suoi potenziali significati.
Che io non sia una grande comunicatrice ormai si sa, soprattutto per chi mi conosce nella vita reale. Non perché non abbia cose da dire e non perché non troverei le parole adatte per farlo, nel caso.
È solo per mia natura, forse mischiata ad un po' di timidezza e ad un po' di riservatezza. Delle volte, dopo aver fatto questo sogno, mi sono detta "è vero, volevo dire quella cosa in più e non ci sono riuscita"; altre volte, invece, almeno consciamente ho deciso che no, il sogno non stava rispecchiando il mio stato d'animo del momento.
E non ho utilizzato una parola a caso nella riga precedente perché, andando oltre con le ricerche, ho trovato una domanda precisa di una signora che diceva esattamente di sentirsi invece schietta e portata alla comunicazione e l'esperto le chiedeva di valutare se ciò fosse vero anche nell'inconscio.
Per quanto io sia molto introspettiva non mi va e non mi è mai andato, per ora, di scavare per vedere se fosse davvero così fino in fondo. Forse anche perché alla fine mi basta quello che dico e quello che non dico. Ed almeno da sveglia la mia bocca è libera di esternare quello che sento e che preferisco.
Magari prima o poi mi sveglierò felice finalmente di aver tolto questa maledetta sostanza appiccicaticcia dai miei sogni. O magari quella sarà più testarda di me e mi costringerà a fare un giretto nel mio io più intimo. Ed allora mi perderò sicuro, che io ho un senso dell'orientamento pari a zero, peggio di quello solo la mia ignoranza in geografia.
Ma mica posso essere perfetta in tutto, no? L'importante è andarci vicino.
Una buona giornata, a chi non è come neve...