giovedì 26 aprile 2018

E gli rubava l'anima

Qualche mattina fa mi sono svegliata con un sonno pesantissimo addosso. Credevo, ero assolutamente convinta, che sull'orologio avrei trovato almeno l'ora di pranzo ed invece avevo dormito appena quelle otto ore che consigliano gli esperti.
Stavo sognando di fare la doccia, lo desideravo proprio, e mi sono catapultata nella realtà con così tanta fatica che, nel quasi meccanico gesto di prendere il telefono, ero convintissima di starmi sporgendo per prendere la cornetta della doccia (si, si chiama proprio cornetta!).

Non è stata una grande giornata, quella. Ero nervosissima, di quella rabbia che ti fa esplodere al minimo pretesto, che quasi anzi cerchi di proposito così da avere modo di farla traboccare. Sapete, quella cosa che ti fa ricordare che non hai un piano e che quello che avevi forse faceva acqua da tutte le parti? Bene, traslatela ad una che invece la mania del controllo ce l'ha cucita addosso ed immaginate la catastrofe.
Però, il giorno seguente è migliorato un po' e non so neanche io perché.
Forse il fatto di aver trovato un pretesto stupido -bikini e Batman- per fare pace con il mio Rrrromano, forse la consapevolezza di essermi sfogata abbastanza.
Metteteci anche che, non so come, hanno iniziato a succedermi cose belle.
O io ho iniziato a vederle io.

Per esempio, quando sono cominciate a sorpresa le prime note di una canzone che amo. Che istintivamente mi viene da chiudere gli occhi e di muovere la testa leggera, per assecondare la sua melodia. Quelle volte che la senti proprio con tutto il corpo, la canzone, non con le orecchie semplicemente.
Per esempio, quando ho divorato un libro dietro l'altro, e tra questi ne è uscito uno, un monologo, che avevo sempre desiderato acquistare e non lo avevo mai fatto ed ora invece è nella mia libreria virtuale e mi rende felice la consapevolezza, forse, di averlo letto nel momento giusto.
Per esempio, aver visto per la prima volta Giove con il mio telescopio. Non mi ero accorta che fuori, quella sera, non facesse per nulla freddo; non mi ero accorta neanche che il pianeta fosse finalmente in un punto visibile. In realtà stavo semplicemente guardando una stella, Arturo, perché Sirio non la potevo prendere, ed all'improvviso ho notato quel punto fermo. Sono scattata proprio entusiasta perché una stella brilla, un pianeta resta immobile nella propria luce, ed allora mi è bastato poco per riconoscerlo.
Credevo sarebbe stato complicato, perché io non è che abbia una grande mira, ed invece mi ci è voluto un attimo. Ero emozionata, anche se io mi emoziono sempre di fronte al cielo notturno; c'è poco da fare, è una cosa che amo e che mi rende felice come poche altre. Ero curiosa di scoprire, in primo luogo, quanto potessi vedere con la potenza del mio telescopio. Non per la paura di essere delusa, né col desiderio di vedere di più. Solo pura curiosità per la piccola scoperta personale che stavo per compiere.
Mi è piaciuto tantissimo. 
Non è possibile, con quello che ho ora, vedere proprio i colori esatti del pianeta, ma concentrando la vista si possono scorgere le striature che lo contraddistinguono. Soprattutto quello che mi ha lasciata appiccicata allo spettacolo notturno è stata la parvenza di sospensione di Giove dentro i propri satelliti.
A vederli sembrano quattro stelle qualunque, ma si distinguono nitidamente e si comprende subito, invece, la loro natura. E dicevo, appunto, sarà per la loro posizione, sarà per i miei occhi, che sembra che Giove sia sospeso tra di loro. Proprio come se fosse possibile disegnare, per uno sguardo a migliaia e migliaia di km, la distanza tra questi quattro corpi celesti; come se quello che dovrebbe essere il protagonista della scena, in realtà, fosse stato calato con un filo invisibile solo in un secondo momento e fosse rimasto là, fermo al proprio posto, galleggiante. Come se ci si aspettasse, da un momento all'altro, di vederlo muovere al pizzico del filo invisibile che lo sostiene per magia, appeso al tetto dell'universo.
Ho provato a scattare una foto di quello che stavo vedendo, ma l'obiettivo non riusciva a restituire la bellezza che, almeno io, ho scorto in quell'angolo nero così distante da noi. In realtà non mi è neppure dispiaciuto; è come quando si ha un tesoro prezioso e non c'è bisogno di mostrarlo a tutti, lo si tiene solo per sé, per non sciuparlo.

Ed infine, per esempio, quando ho potuto programmare finalmente il prossimo incontro con il mio Rrrromano che per me è satellite, pianeta, cielo ed universo intero. Perché quando nonostante tutto si ha la prospettiva di quello che potrebbe essere, di quello che sarà, allora anche quello che ancora non è, è bello più di prima.

Una buona serata, a chi non è come neve...

venerdì 20 aprile 2018

Di un battito nel petto

Qual è il sapore della rabbia? Ed il colore della tristezza, la consistenza della felicità? Le ho provate tutte, queste emozioni, ma quella che so riconoscere meglio con un senso in particolare è la nostalgia.
Sono sicura di averlo detto già, se non qui nei miei diari, ma non mi importa. È una cosa che sento il bisogno di ripetere ciclicamente, che mi parte proprio da dentro e non mi sorprenderei se, andando a sbirciare indietro, scoprissi di aver usato le medesime parole.

La mia nostalgia ha l'odore della primavera, dei gelsomini che amo annusare fino a riempirmi l'ultimo centimetro libero dei polmoni. Ha il colore delle belle giornate che entrano dalle persiane delle mie finestre accompagnate dal canto degli uccellini, ogni tanto intervallato dal passaggio delle macchine nella strada quasi sempre deserta che fiancheggia il verde che fa da sfondo al retro di casa mia.
Non so quando questa emozione, questo sentimento, ha assunto queste caratteristiche per me. Mi ricordo il motivo, però. Mi ricordo quanto desiderassi con tutto il cuore cambiare una certa parte della mia vita, tornare indietro e rimettere a posto dei tasselli che erano rimasti invece sparpagliati e che mal si addicevano alla mia mania di controllo e ordine.

Mi fa sorridere pensare a quanto fossi piccola, perché in realtà lo ero davvero. Quando credevo che fosse già tutto scritto ed invece tutto sarebbe cambiato davvero e stavolta non più tornando al passato anche se, pure per quello, avrei avuto modo di chiudere il cerchio che sentivo era rimasto ancora incompleto.
Non ero ancora vicina a quello che sono poi diventata, neanche sapevo di volerlo in realtà. Però quel profumo mi suggeriva da lontano che sarebbe poi arrivata quella ventata improvvisa di vita di cui avevo necessità. Come quelle vocine che partono da una parte lontana e nascosta della tua testa e ti guidano quando pensi che tu stia procedendo a caso, senza conoscere la strada. Solo che io non avevo le vocine, avevo questo profumo. E forse allora si potrebbe pensare che non si tratta di nostalgia, ma per me è quello.
Avevo nostalgia per qualcosa che non sapevo ancora avrei vissuto, per qualcosa che non avevo neanche mai immaginato seppur adesso mi rendo conto di quanto già la volessi con ogni fibra del mio essere.

Credevo che a questo punto della mia vita, visto che il conseguimento della laurea finale ti porta necessariamente di fronte a delle nuove strade o comunque ti obbliga a lasciare quelle vecchie che fino ad ora avevi percorso, sarei stata nel pieno degli attacchi di panico. Con le crisi esistenziali a tenermi sveglia ed a portarmi domande senza risposte sospese in aria, proprio come quando stavo per iniziarla, l'università, ed erano cominciate le paure, i pianti perché sentivo di essere impreparata a quella indipendenza, a quella necessità di poter contare solo su di me in una città così lontana dalla mia famiglia, dalle mie sorelline. Invece giorno dopo giorno ho capito che amavo i miei spazi, che non ero sola e non lo ero anche perché potevo fidarmi di me stessa ed ogni volta che salivo su quel pullman, che mi faceva tanto paura pure lui perché potenziale mezzo in grado di farmi perdere, mi sentivo un po' più grande e orgogliosa di quello che stavo facendo. E pazienza se quasi tutti gli altri sembravano più avanti, più a loro agio, più preparati. Io ho imparato poco a poco e questo non mi ha fatto mai sentire "meno", anzi.
E, dicevo, oggi quella consapevolezza di aver imparato come si procede a crescere, mi fa avere un po' meno paura e mi fa pensare che posso anche permettermi di sbagliare, purché serva ad insegnarmi qualcosa in più di me, del mondo, della vita.

Però certo, ovviamente è meglio se riuscissi al primo colpo senza errori ma chi lo dice, poi, cos'è uno sbaglio?
Intanto mi godo questo profumo che sa di cose che conosco già e che, soprattutto, sa di cose che sto per fare ed imparare senza conoscerle, forte della consapevolezza che non sono sola ma, soprattutto, che non lo sono grazie alla persona giusta.

Una buona serata, a chi non è come neve...


martedì 17 aprile 2018

Trama sintetica di una giornata storica 2.0

La sveglia non ha fatto neanche in tempo a suonare perché i miei occhi erano chiusi ma la mente attiva da un po'. Un bel po'. Ma non c'era assolutamente spazio per la stanchezza, bisognava lasciare tutto lo spazio possibile a calma, trucco e parrucco.
Colori leggeri sugli occhi e vestito sobrio, come richiesto dalla circostanza. E poi ore in macchina per raggiungere il punto di arrivo.
Viaggio condiviso in macchina con mio cognato alla guida, mia suocera, mia sorella ed il mio fidanzato, per lasciare il resto della ciurma nell'altra auto.
Molta agitazione, ché dovete sapere che quando mi sveglio ed è ancora praticamente notte il mio stomaco reagisce peggio dei miei occhi e il senso di fame senza appetito mi risale addosso sotto forma di una sensazione terribile. Infatti le ore in quella macchina sono state terribili per me, passate provando a gestire il respiro con il nodo in gola che faceva su e giù fino al cervello a riscendere i piedi.

Abbiamo sbagliato strada, beccato un incidente, ma questo ci ha rubato solo pochi minuti di ritardo perché l'arrivo è stato puntualissimo. Ed in quel momento, quell'esatto momento in cui il mio piede si è posato sul suolo universitario è stato come risvegliarmi. Nessun senso di malessere, solo la calma più assoluta.
Siamo stati chiamati in ordine alfabetico, con un ordine ed una organizzazione assolutamente migliore della volta scorsa. Prima di entrare per la discussione vera e propria siamo stati accomodati in una stanza e siamo stati chiusi a chiave dentro (si, a chiave e non so perché). Mi sono sembrata la più tranquilla dei presenti, dichiaratemene ma anche dentro.
Ero sicura di me, felice di quello che stava per succedere. Non avevo ripassato né il giorno prima, che era stato sfruttato per un altro mini (insomma mini!) viaggio in macchina con la famiglia del mio Rrrromano per andare a vedere i bellissimi Bronzi di Riace, né quello prima ancora però ero lo stesso tranquilla e mi sentivo comunque ferrata su tutto. Sul mio lavoro svolto con dedizione e piacere, impegno e sacrificio. Non ero più neanche preoccupata del voto finale, pensiero che invece mi aveva tormentato per tutti i giorni prima.
Mi era pure tornato l'appetito.

Sono stata chiama, ho sentito il mio nome ed ho indossato la toga. Sono entrata sorridendo, davvero felice, ho salutato la commissione, ho sorriso a ognuno di loro ed a tutti quelli che erano là per me, amici e parenti, durante il tragitto per sedermi.
Alla triennale sentivo la mia stessa voce tremare; ieri invece ero assolutamente a mio agio, non avevo il cuore a mille e sentivo di star facendo una cosa davvero bella. Ero felice anche di vedere la mia relatrice serena e di vedere annuire un altro membro della commissione in particolare.
Quando i docenti sono usciti per decidere il voto finale sono rimasta seduta e mi sono voltata a ridere con le mie amiche, a mettermi in posa per le foto ed a controllare che ci fossero tutti. Ho anche scorto la commozione negli occhi di una delle mie sorelle. Se una di loro non fosse rimasta bloccata a lavoro (questa è stata l'unica pecca della giornata) probabilmente ne avrei scorte ancora di più.
E poi finalmente il momento più atteso. Il presidente è entrato ed ha pronunciato le parole, e soprattutto, i numerini magici.

"...Dottore Magistrale in Economia Aziendale con punteggio 110 su 110..." ed il mio cuore si è fermato un attimo finché non è arrivata la parte finale "con attribuzione della lode".
Ed allora si, in quel momento anche il mio cuore ha fatto una piccola capriola e l'emozione è uscita con una piccola lacrima che però si è fermata proprio in tempo per non sbavarmi la matita (che già non so metterla) e per lasciarmi firmare i documenti ufficiali.

Da qui in poi gli auguri delle persone più importanti della mia vita, tra amicizie e famiglia, foto su foto in cui chissà come sono venuta, corona d'alloro in testa alternata anche al tocco, toga più bella di quella usata per la discussione, pasticcini, bottiglie da bere.
E poi un altro viaggio di ritorno, un pomeriggio in cui avrei voluto dormire ma non c'è stato il tempo necessario, un cambio di abito perché stavolta era concesso uno stile più sbarazzino ed addirittura un cambio di trucco per lo stesso motivo.
Una cena per festeggiarmi, ancora foto stavolta con tutte le mie sorelle al completo ed i bambini, l'apertura dei regali, una lettera dolce da parte del mio papà: poche parole, scritte praticamente mentre stava lavorando nelle poche ore intercorse tra il ritorno da Cosenza e la cena, ma che mi hanno trasmesso quello che dovevano.
Un video simpaticissimo da parte del mio Rrrrromano, che però mi ha anche romanticamente regalato dei palloncini col mio nome, delle cornici con le nostre foto, le scintille cuoriciose oltre, ovviamente, al regalo ufficiale.

Insomma, una giornata davvero storica e ricca di aneddoti che non faccio in tempo proprio a raccontare in un unico post. Vi basti pensare che è stato tutto bellissimo, che sono stata circondata da amore e felicità, risate ed attenzioni da parte della mia famiglia stupenda e dei miei amici sinceri. È stato intenso e gratificante e mi ha fatto sentire importante e fortunata come nessuno al mondo.
E spero di aver fatto sentire così anche le persone che erano accanto a me.

Ed anche a voi che in minima parte coi miei post vi siete sorbiti le mie ansie e le mie introspezioni grazie di aver letto anche questo 😊😊😊

Una buona giornata, a chi non è come neve...

giovedì 12 aprile 2018

Timori di normalità

In questi ultimi giorni mi sveglio praticamente sempre con quella sensazione di emozione e di "su e giù per lo stomaco" che ti dà la giusta spinta per non farti rimanere a poltrire a letto; quella, insomma, dell'attesa che ti ricorda che sei là-là ma allo stesso tempo ancora manca un po' e quindi devi stringere i denti e contare fino a 10.

Fuori, ieri ed oggi, si sentivano gli uccellini cantare, il profumo buonissimo dei gelsomini ed il sole splendeva tranquillo, indisturbato da nuvole o vento mentre le lucertole kamikaze aspettavano di lanciarsi addosso: degne giornate primaverili che però sono in netto contrasto con il fatto che la notte sento ancora piacere nel dormire con i piumoni ed il pigiama pesante e coccoloso.
Insomma, tutto nella norma rispetto alla pazzia del clima perché ormai lo sanno tutti che non esistono più le mezze stagioni.

A parte questa breve parentesi sul tempo, in realtà non è che abbia molto da dire oppure ce l'ho ma sto aspettando un momento migliore per poterlo fare. Eppure mi andava lo stesso di scrivere, forse per compensare la lunga assenza che ha afflitto il mio bellissimo blog e che però mi ha permesso di collezionare pensieri su pensieri.
Per esempio, sugli appunti del mio telefono ho messo su una mini-lista di cose che vorrei trasformare in post, però anche se a grandi linee so quello che vorrei dire devo comunque aspettare il momento giusto, l'ispirazione adatta per dirle con le parole migliori. 
È sempre stato così per me, solo post di istinto. Solo parole di istinto.
Infatti il più delle volte scrivo per tenermi a bada, oltre che per ricordare. Ma lo stesso deve valere anche per i momenti tranquilli.

Tra l'altro, mesi fa ho sorpreso i miei amici comunicando loro che quando serve mi cimento nei lavori campagnoli, aiutando nella suddetta attività gli altri componenti della mia famiglia. E mi ha fatto sorridere perché immaginavo che loro mi vedessero un po' come una di quelle ragazze semplici, a posto, ma che comunque sono troppo delicate per volersi anche solo dedicare a cose del genere.
Non posso avere dubbi sul fatto che non mi ritenevano una snob, che se molti di quelli che mi incrociano una sola volta nella vita potrebbero pensare che sono una di quelle persone che vive mezzo metro sopra il suolo loro mi conoscono ormai da più di un decennio e sanno che, al contrario ed appunto, io sono una di quelle che dice sempre grazie a tutti, anche all'autista del pullman (grazie di avermi portata in città sana e salva?) o a quelli che si fermano con l'auto di fronte alle strisce pedonali.
E tutto questo perché l'ho pensato e, soprattutto, perché lo sto dicendo? Per informarvi che in questo ultimo periodo, complice il fatto che ormai l'università sta lentamente sfumando e ho diverso tempo libero, ho imparato una lodevole attività: quella della fabbricazione delle spine di corrente. Ora non chiediamoci come e perché, accontentiamoci del fatto che sono in grado di farlo senza mandare in corto circuito il sistema elettrico. E se voleste commentare dicendo che è semplicissimo beh, non fatelo perché come lo faccio io non lo sa fare nessuno!

Un'attività a cui vorrei invece dedicarmi ma ancora non posso come si dovrebbe è quella relativa alle mie amate stelle: perché tutte le volte in cui c'era il clima adatto per usare il telescopio il cielo era super coperto, mentre quando il cielo si presta alla cosa fuori il gelo la fa da padrone ed anche con tutta la buona volontà non riesco a sopportare quelle lame di vento che mi entrano fino a dentro l'anima.
Ma non dubito che il caldo e la primavera finalmente torneranno ad assecondarmi anche nelle ore notturne.

Detta questa serie di cose inutili e certamente non entusiasmanti ed interessanti, vi lascio con la promessa (e lo so che sarà così) che la prossima volta vi racconterò qualcosa di più importante sicuramente.

Una buona serata, a chi non è come neve...

sabato 7 aprile 2018

For the day that they feel good. My World Award 2018

Colgo a tempo record l'occasione di rispondere alle domande che mi ha proposto il buon Riccardo che, simpaticamente, ha voluto accelerare il post senza "aspettare il mio prossimo di Maggio". Che tanto invece avrei scritto lo stesso a breve, ma in questo modo posso farlo con spensieratezza. Gli aggiornamenti sulla mia vita li rimando quindi di un pochino 😊.

Come accade spesso per queste iniziative ci sono delle regole, che io violerò tutte o in parte.
1.Seguire e taggare il blog che ti ha nominato -> Ciao Riccardo
2.Rispondere alle sue 10 domande -> Si, lo farò.
3.Nominare a tua volta 10 blogger -> No, nominerò nessuno o tutti, in base ai punti di vista!
4.Formulare altre 10 domande per i tuoi blogger nominati. Le domande possono essere su VITA PRIVATA, VIAGGI, CINEMA, ESTETICA, MUSICA, SERIE TV, LIBRI e CIBO -> Si, posso farcela
5.Informare i tuoi blogger della nomination -> Vedi regola numero 3

Ed ecco, quindi, le domande di Riccardo con relative mie risposte:

1. CIBO: quale tra questi primi di Antonino Cannavacciuolo sceglieresti?
a) Linguina di Gragnano, calamaretti, salsa al pane di segale.
b) Riso Carnaroli all'olio, vongole, timo e limone.
c) Plin di anatra, zuppetta di fegato grasso, latte di bufala.
d) "Pasta e fiori", crema fresca di capra, crudo di seppie, colatura di insalata di pomodoro.
e) Spaghetto grigliato, lumache e scarola.
f) Tagliatelle di fagioli, bottarga di tonno e limone.

Beh, dovete sapere che io ho dei gusti, in termini di cibo, molto selettivi quindi è difficile trovare qualcosa che mi piaccia. Tra queste cose non mangerei nessuna, se proprio dovessi scegliere qualcosa da provare ad assaggiare mi butterei sulla f, quindi le tagliatelle. Però ecco, per me una bella pizza è sempre la risposta a tutto!

2. CIBO: preferisci i ravioli (ripieno ricotta-burro) oppure i tortellini (ripieno di carne, mortadella ecc.)?

Come pasta preferisco i tortellini, ma amo molto il ripieno di ricotta e il condimento col burro. Però in questo momento mangerei più volentieri i tortellini ripieni di carne.

3. VIAGGI: Qual è stata la tua gita scolastica più bella?

Risposta terribile: la mia classe alle superiori non ha mai voluto fare alcuna gita, neanche quella di quinto superiore. Tristezza.
Comunque alle medie ricordo la gita a Firenze molto bella e c'era anche la mia migliore amica. Davvero divertente anche se ero ancora piuttosto piccola.

4. SERIE TV: di quale 'prodotto' di fantasia ti piacerebbe vedere una serie tv? (anche a cartone animato. Es., per me una bella serie su Lupo Solitario o un bel remake di M.A.S.K.!)

(A parte che prima di aprire il link credevo che si parlasse di "The mask", ahah). Comunque in realtà non saprei, più che altro non mi viene in mente un prodotto di fantasia che mi sia piaciuto particolarmente, in questo momento...

5. LIBRI: quale libro con relativa recensione scolastica ricordi con più affetto? (del tipo: ho scoperto grazie alla prof un libro bellissimo, oppure il libro mi è piaciuto così tanto che ho fatto una super recensione che mi ha permesso di prendere un bellissimo voto).

Alle medie ho partecipato ad una gara di lettura che presupponeva proprio leggere e riassumere i testi di determinati libri, ma erano proprio per ragazzini e quindi non ho alcun ricordo di qualcosa di meraviglioso che ho letto. Alle superiori, invece, ho frequentato un istituto tecnico e quindi la lettura non era assolutamente il compito principale che ci veniva assegnato.
Comunque devo dire che io ero sempre la prima (ed in realtà l'unica) quando si trattava di recensire/parlare dei poemi epici, dei Promessi Sposi e della Divina Commedia. In particolare relativamente a quest'ultima nutro un certo fascino...vi immaginate, tutta una storia geniale scritta in rima, una meraviglia!

6. ESTETICA: in questo momento come stai portando i capelli?

Risponderò in tutte le accezioni possibili: lunghi, castani, mossi e legati  (perché quando faccio qualcosa mi si impicciano ma non vi taglierò mai, io vi amo amori miei, crescete, CRESCETEEEE LIBERIIII)

7. VITA PRIVATA: fai l'elemosina ai questuanti?

Niente, per un attimo ho creduto che Riccardo mi chiedesse se io la chiedessi a loro!
Comunque no, quando qualcuno per strada mi chiede qualcosina il più delle volte mi dispiace dire di no però se si tratta di chiesa ed affini assolutamente no. In questo caso dovrebbero essere loro a farla a me, come scritto nel primo rigo :)

8. VITA PRIVATA: quando sei in spiaggia cosa ti dà più fastidio?
A parte che ci sia tanta gente, il sole ed il caldo la cosa che mi dà più fastidio è il non saper scegliere i costumi: così quando sono nel camerino del negozio penso che vada tutto bene, quando vado al mare, poi, mi rendo conto di aver comprato costumi sempre troppo scollati e quindi sto costantemente con l'ansia di rimanere mezza nuda davanti a tutti. Il terrore si triplica quando sto in acqua in balia delle onde.

9. CINEMA\TV: se fossi costretto\a a scegliere tra un film splatterissimo con budelle, smembramenti e vomito e un film porno, cosa guarderesti?

Non sarebbero una costrizione, per me, gli splatter. Anzi, ci fossero film horror degni di nota (l'ultimo che ho visto "Veronica" è stato recensito benissimo ed è assolutamente terribile, veramente noioso e brutto!).

10. MUSICA: con quale cantante famoso ti piacerebbe fare un duetto?

Sono stonatissima, comunque ovviamente con Tiziano e così lui canterebbe ed io rimarrei là mezza svenuta a sbavargli dietro con Maurizio che mi tira da una gamba per riportarmi a casa.

Per quanto riguarda le nomination gradirei che tutti rispondessero, così da non obbligare nessuno in particolare ma tutti in generale 😈

E le mie, o meglio vostre, domande sono le seguenti:

1. Vita privata: l'ultimo messaggio affettuoso/dolce ricevuto?
2. Vita privata: il lavoro che, quando avevi 18 anni, pensavi di voler fare da grande?
3. Cinema: il film che, vedendolo, "vorrei che fosse la mia vita!"?
4. Musica: la canzone che mai avresti dovuto dedicare a quella persona?
5. Musica: la canzone peggiore che, invece, hanno dedicato a te?
6. Estetica: donne, la ceretta negli uomini si o no? uomini, e quindi voi la fate o meno? 
7. Tv: il cartone animato che vedevi sempre da piccolo/a e che oggi ti ha fatto capire che avevi veramente problemi se ti piaceva quella roba? 
8. Vita privata: quell'argomento su cui proprio non ne capisci nulla; sei così ignorante in materia che le figuracce che hai collezionato a causa sua sono infinite? (Tipo per me la geografia, che so giusto dov'è la Calabria ed ora anche il Lazio, ahah)
9. Viaggi: il posto più bello che hai visitato in Italia?
10. Vita privata: quella offesa che non hai mai dimenticato e che prima o poi vendicherai, oh si che la vendicherai?


Ringrazio ancora Riccardo che mi ha costretta a questo post e soprattutto voi che lo avete letto e che RISPONDERETE alle mie domande!

Una buona giornata, a chi non è come neve...