Una goccia.
Per chi pensa di poterti dire quello che devi provare.
Quando sei arrabbiata e ti dicono che sei folle.
Quando sei triste e ti dicono che è colpa tua.
Quando ti senti incompresa e ti dicono che menti.
Una goccia.
Per il tempo che non ti lascia il tempo.
Quando devi farcela e non hai il tempo di farlo.
Quando devi correre e non hai il tempo di arrivare.
Quando devi stare qui e non hai il tempo di aspettare.
Una goccia.
Per la paura di avere paura.
Quando non conosci quello che hai di fronte ma devi conviverci.
Quando non sai quello che avrai poi ma devi cominciare a progettarlo.
Quando non sai in che stazione ti trovi ma devi prendere un treno.
Una goccia.
Per le cose che hai da dire ma non dici.
Quando conosci le parole giuste ma non chi le ascolti.
Quando i pensieri sono al proprio posto ma i posti sono tutti vuoti.
Quando hai il sorriso adatto ma il momento non arriva mai.
Una goccia.
Per ogni cosa che fai.
Una goccia.
Per ogni cosa che dovresti fare.
Una goccia.
Per ogni cosa che vorresti fare.
Una goccia.
Una goccia dietro l'altra.
Poi il diluvio. Ed è già arrivata.
Buona fine, a chi non è come neve...
domenica 27 novembre 2016
venerdì 18 novembre 2016
Welcome to level 3 2.0!!!
Ebbene si, le candeline numero 23 sono state spente otto giorni fa.
Non è vero, sono state spente due volte otto giorni fa e di nuovo Domenica sera.
Alle 00.00 del 10 (ce l'ho la faccia di una che è nata il 10, vero?) dalla porta della mia cucina spuntano due delle mie coinquiline, cui per comodità darò i nomi in codice di N-Di-Quattromiglia e Pandora, con un cornetto ripieno di Nutella ed una candelina magica, di quelle che si riaccendono a tradimento e ti fanno svenire a forza di soffiare. Ovviamente per l'occasione eravamo tutte elegantissime: pigiami, plaid e pantofole improbabili ai piedi, perché ci tenevamo che le foto rendessero giustizia alla nostra bellezza.
La sera stessa, poi, mi è toccato spegnere un'altra bella coppia di numerini perché il mio bel Romano nel suo lungo viaggio ha portato con sé una sorpresina al cioccolato tutta per me.
Insieme alla torta anche i regali da parte di sua mamma, che posso anche chiamare ormai mia suocera, perché io sono del Sud ed al Sud si può eccome, e soprattutto un altro pensiero suo per me bellissimo che mi ha resa stra-felice.
Si tratta di una copia del libro di Tiziano, "Trent'anni ed una chiacchierata con papà", che posseggo già ma che mi ha fatto lo stesso piacere ricevere per tre motivi. Il primo è che Tiziano è sempre ben gradito, ovviamente 😃 ; il secondo è che sul primo foglio c'è una firma che è in tutto e per tutto identica a quella vera del mio amato cantautore e per questo, nel dubbio, il mio Romano non se lo è lasciato sfuggire. In terzo luogo, e soprattutto, mi ha toccato il cuore ricevere da Lui qualcosa che per me è molto importante perché mi ha dato davvero la sensazione splendida che ormai sia nel mio mondo ed io sia completamente nel suo. Non so se ben mi spiego, ma ho subito pensato che ha preso per me qualcosa che è davvero mio.
Ma soprattutto, le ultime candeline di questo compleanno le ho spente ancora grazie a N-Di-Quattromiglia, Pandora e finalmente in aggiunta Lorenza, l'altra coinquilina ancora.
Mi hanno sorpresa con le solite candeline traditrici sopra una buonissima torta al cioccolato. Abbiamo riso tantissimo mentre mi truccavano eccezionalmente per l'occasione, scattavano foto a tradimento ed il romano assisteva divertito alla trasformazione in donna in carriera dell'Est con tanto di pelliccia.
Abbiamo riso tantissimo durante la cena, quando ci siamo sorprendentemente riempite di pizza, nonostante pensavamo che ne avessimo presa un po' troppa.
Ho sorriso tanto quando ho scartato il bellissimo regalo che hanno scelto per me, soprattutto perché il regalo che mi hanno fatto è stato ben più di un bracciale luminosissimo con un delicatissimo fiocco di neve. Perché oltre quei ciondoli, seppur bellissimi, ho trovato dentro tutto il tempo che hanno speso per decidere cosa prendermi. Tutti i libri che hanno letto quando pensavano di regalarmene uno con la giusta trama; tutti i giri fatti per cercare qualcosa che fosse giusto per me. Ed a me ha fatto tanta tenerezza, perché avrebbero potuto accontentarsi di scegliere la prima cosa capitata a tiro ed invece no.
Ho sorriso tanto quando ho capito, in mezzo a tutti i pomeriggi passati in cucina a parlare, sparlare, mangiare schifezze, tra le notti insonni a cantare canzoni improbabili, a scegliere film inguardabili, ad improvvisare battute squallide, che più che delle coinquiline ho trovato delle Amiche.
Ed anche se, lo sanno, non amo i contatti affettuosi, le smancerie e robe simili, penso che un giorno mi mancheranno le nostre figuracce al supermercato con gli autisti di passaggio, le litigate con quella o questa persona, le ricette immangiabili ed i dolcini ad ogni ora del giorno e della notte.
Però è presto per la malinconia, perché abbiamo davanti ancora tanti mesi da spendere tra esami, bollette, pulizie e pigiami diversamente sexy, per cui semplicemente oggi silenziosamente le ringrazio per essere diventate le compagne e le compagnie migliori che potessero capitarmi durante questo viaggio verso un futuro che con tanti sacrifici, ognuno a modo proprio, stiamo cercando di costruirci.
...Allora grazie per ieri, per oggi e sicuramente per domani...
Una buona serata, a chi non è come neve...
Non è vero, sono state spente due volte otto giorni fa e di nuovo Domenica sera.
Alle 00.00 del 10 (ce l'ho la faccia di una che è nata il 10, vero?) dalla porta della mia cucina spuntano due delle mie coinquiline, cui per comodità darò i nomi in codice di N-Di-Quattromiglia e Pandora, con un cornetto ripieno di Nutella ed una candelina magica, di quelle che si riaccendono a tradimento e ti fanno svenire a forza di soffiare. Ovviamente per l'occasione eravamo tutte elegantissime: pigiami, plaid e pantofole improbabili ai piedi, perché ci tenevamo che le foto rendessero giustizia alla nostra bellezza.
La sera stessa, poi, mi è toccato spegnere un'altra bella coppia di numerini perché il mio bel Romano nel suo lungo viaggio ha portato con sé una sorpresina al cioccolato tutta per me.
Insieme alla torta anche i regali da parte di sua mamma, che posso anche chiamare ormai mia suocera, perché io sono del Sud ed al Sud si può eccome, e soprattutto un altro pensiero suo per me bellissimo che mi ha resa stra-felice.
Si tratta di una copia del libro di Tiziano, "Trent'anni ed una chiacchierata con papà", che posseggo già ma che mi ha fatto lo stesso piacere ricevere per tre motivi. Il primo è che Tiziano è sempre ben gradito, ovviamente 😃 ; il secondo è che sul primo foglio c'è una firma che è in tutto e per tutto identica a quella vera del mio amato cantautore e per questo, nel dubbio, il mio Romano non se lo è lasciato sfuggire. In terzo luogo, e soprattutto, mi ha toccato il cuore ricevere da Lui qualcosa che per me è molto importante perché mi ha dato davvero la sensazione splendida che ormai sia nel mio mondo ed io sia completamente nel suo. Non so se ben mi spiego, ma ho subito pensato che ha preso per me qualcosa che è davvero mio.
Ma soprattutto, le ultime candeline di questo compleanno le ho spente ancora grazie a N-Di-Quattromiglia, Pandora e finalmente in aggiunta Lorenza, l'altra coinquilina ancora.
Mi hanno sorpresa con le solite candeline traditrici sopra una buonissima torta al cioccolato. Abbiamo riso tantissimo mentre mi truccavano eccezionalmente per l'occasione, scattavano foto a tradimento ed il romano assisteva divertito alla trasformazione in donna in carriera dell'Est con tanto di pelliccia.
Abbiamo riso tantissimo durante la cena, quando ci siamo sorprendentemente riempite di pizza, nonostante pensavamo che ne avessimo presa un po' troppa.
Ho sorriso tanto quando ho scartato il bellissimo regalo che hanno scelto per me, soprattutto perché il regalo che mi hanno fatto è stato ben più di un bracciale luminosissimo con un delicatissimo fiocco di neve. Perché oltre quei ciondoli, seppur bellissimi, ho trovato dentro tutto il tempo che hanno speso per decidere cosa prendermi. Tutti i libri che hanno letto quando pensavano di regalarmene uno con la giusta trama; tutti i giri fatti per cercare qualcosa che fosse giusto per me. Ed a me ha fatto tanta tenerezza, perché avrebbero potuto accontentarsi di scegliere la prima cosa capitata a tiro ed invece no.
Ho sorriso tanto quando ho capito, in mezzo a tutti i pomeriggi passati in cucina a parlare, sparlare, mangiare schifezze, tra le notti insonni a cantare canzoni improbabili, a scegliere film inguardabili, ad improvvisare battute squallide, che più che delle coinquiline ho trovato delle Amiche.
Ed anche se, lo sanno, non amo i contatti affettuosi, le smancerie e robe simili, penso che un giorno mi mancheranno le nostre figuracce al supermercato con gli autisti di passaggio, le litigate con quella o questa persona, le ricette immangiabili ed i dolcini ad ogni ora del giorno e della notte.
Però è presto per la malinconia, perché abbiamo davanti ancora tanti mesi da spendere tra esami, bollette, pulizie e pigiami diversamente sexy, per cui semplicemente oggi silenziosamente le ringrazio per essere diventate le compagne e le compagnie migliori che potessero capitarmi durante questo viaggio verso un futuro che con tanti sacrifici, ognuno a modo proprio, stiamo cercando di costruirci.
...Allora grazie per ieri, per oggi e sicuramente per domani...
Una buona serata, a chi non è come neve...
lunedì 7 novembre 2016
...E' il mio Secondo Tempo...
Il primo era quello in cui il mio umore era impazzito e non riuscivo a placarmi in nessun modo esistente. Salvo poi una mattina svegliarmi e decidere che forse avevo di nuovo esagerato.
Il secondo è questo in cui ho capito che non c'è nulla di reale da temere; che quello che ho fin qui costruito -soprattutto dal momento che non l'ho fatto da sola- non può certo cadere giù come se niente fosse, per che cosa poi?
Il primo era quello in cui mi chiedevo che ne sarebbe stato del mio compleanno; quale sarebbe stato il mio umore e se sarebbe valsa la pena festeggiarlo.
Il secondo è questo in cui non vedo l'ora che arrivi Giovedì. Non tanto perché sono emozionata per la prospettiva di eventuali doni, quanto all'idea che sta per arrivare il regalo più bello di cui poi in realtà posso godere sempre.
Il primo era quello in cui avevo i capelli lunghi. Davvero parecchio lunghi. Ed io li amavo, anche se ogni tanto il nostro rapporto era difficile e non sapevamo accordarci.
Il secondo è questo in cui la parrucchiera cui mi sono rivolta ha deciso di fare tutt'altro rispetto a quello che le avevo chiesto. Così un "mi raccomando solo le doppie punte, non voglio cambiare la lunghezza assolutamente", è diventato un "no, ma ti sembrano corti, poi quando li asciughi vedrai!".
Così un taglio che andava ben oltre la metà della schiena è diventato un -almeno per i miei gusti- cortissimo taglio che arriva proprio a malapena all'altezza del seno.
E qui vorrei aprire una parentesi, perché questo taglio non voluto mi ha seriamente fatto versare tante di quelle lacrime di cuore, che quando mi ha visto mio padre mi ha detto che non mi aveva vista così sconvolta neanche per problemi di cuore.
Il secondo è questo in cui ho capito che non c'è nulla di reale da temere; che quello che ho fin qui costruito -soprattutto dal momento che non l'ho fatto da sola- non può certo cadere giù come se niente fosse, per che cosa poi?
Il primo era quello in cui mi chiedevo che ne sarebbe stato del mio compleanno; quale sarebbe stato il mio umore e se sarebbe valsa la pena festeggiarlo.
Il secondo è questo in cui non vedo l'ora che arrivi Giovedì. Non tanto perché sono emozionata per la prospettiva di eventuali doni, quanto all'idea che sta per arrivare il regalo più bello di cui poi in realtà posso godere sempre.
Il primo era quello in cui avevo i capelli lunghi. Davvero parecchio lunghi. Ed io li amavo, anche se ogni tanto il nostro rapporto era difficile e non sapevamo accordarci.
Il secondo è questo in cui la parrucchiera cui mi sono rivolta ha deciso di fare tutt'altro rispetto a quello che le avevo chiesto. Così un "mi raccomando solo le doppie punte, non voglio cambiare la lunghezza assolutamente", è diventato un "no, ma ti sembrano corti, poi quando li asciughi vedrai!".
Così un taglio che andava ben oltre la metà della schiena è diventato un -almeno per i miei gusti- cortissimo taglio che arriva proprio a malapena all'altezza del seno.
E qui vorrei aprire una parentesi, perché questo taglio non voluto mi ha seriamente fatto versare tante di quelle lacrime di cuore, che quando mi ha visto mio padre mi ha detto che non mi aveva vista così sconvolta neanche per problemi di cuore.
Tuttavia, il secondo tempo è anche quello in cui mi sono rassegnata a questo nuovo look.
No, in realtà guardo sempre le vecchie foto e mi chiedo come sia possibile che la parrucchiera in questione mi abbia fatto una cosa del genere nonostante io fossi stata davvero categorica, ma soprattutto come abbia potuto, davanti all'evidenza, dirmi che non era drastico come lo vedevo io.
E quello in cui mi dico che c'è di buono il fatto di poterli far ricrescere in modo più sano, dando loro l'attenzione che negli ultimi anni non avevo più prestato.
Il primo tempo era quello in cui mi sentivo svogliata e sopraffatta dalle cose da fare; in cui non volevo scrivere e non sapevo neanche cosa dire.
Il secondo è questo in cui, nonostante le cose da fare siano ancora molte e prossime a scadere, mi sento in grado di farcela, con la speranza anche di farle nel modo migliore; in cui nonostante le cose che sento valga la pena di dire sono non tantissime, voglio farlo lo stesso perché il blog rimane ancora il mio bellissimo posto in cui ritrovarvi e ritrovarmi.
Quindi presto vi aggiornerò sicuramente sull'altra parte del mio secondo tempo, quello in cui avrò un anno in più di vita e tante cose sicuramente belle da metterci dentro.
Un buon secondo tempo, a chi non è come neve...
giovedì 3 novembre 2016
...Ma non c'è luce, né una stella...
Quando ero alle elementari, la mia maestra di italiano ci assegnava spesso e volentieri dei temi con la stessa, unica traccia: penso e scrivo.
Penso e scrivo.
E' arrivato il gelo, nella mia città ed anche un pochino nelle mie giornate. Stanotte ho dormito per la prima volta con il piumone e quando mi ci sono infilata sotto, ho pensato che quella sensazione di caldo, di protezione, di morbido, non poteva arrivare in un momento migliore. Che era una piacevole scoperta averne bisogno.
Penso e scrivo.
Mi sono svegliata immotivatamente presto e mi sono cullata tra le lenzuola per un po' di minuti, chiedendomi se avessi avuto voglia di fare qualcosa nel frattempo. E la risposta è stata no. Ho fatto una colazione che definire tale è un delitto e poi ho ripassato qualcosa. Sono scappata per l'università quasi un'ora prima della lezione ed ho passato due ore con la mano dolente per le frasi dettate dal professore da scrivere di corsa e sono tornata a casa, con passo lento, anche se il passo lento io non lo sopporto e non mi si addice per nulla.
Penso e scrivo.
Sono arrivata a casa alle 15.20 per pranzare rigorosamente fuori orario.
Prima di entrare in casa mi sono lasciata andare sulle pareti dell'ascensore e mi sono guardata allo specchio in silenzio.
Dopo essere entrata in casa ed aver mangiato in pochi minuti, mi sono poggiata sul lavandino, davanti ai piatti sporchi, e sono scoppiata a piangere.
Odio piangere. No, odio ammettere che ogni tanto mi scappi da piangere. Perché piangere è intimo, piangere è solo mio, piangere non deve essere un racconto per fare pena o tenerezza agli altri. Piangere è un silenzio da tenere possibilmente nascosto.
Penso e scrivo.
Ho fatto le pulizie che dovevo fare, ho finito di farle ed ho usato il telefono. Poi l'ho spento, ho chiuso le luci, mi sono messa sul mio piumone e sono scoppiata di nuovo a piangere in silenzio, da sola.
Piangere non va raccontato, ma oggi lo racconto lo stesso senza rabbia, senza colpa, senza sentimento e senza ragione. Così come senza ragione ho pianto sentendomi come non mi sentivo da moltissimo tempo.
Poi, proprio realizzando che stavo facendo qualcosa che non c'era motivo di fare ho smesso, ho asciugato il viso con la manica della mia maglietta rossa, perché il rosso fa sempre bene, ed ho pensato che forse avrei voluto scrivere questo post.
Ho lasciato scorrere il mio pomeriggio finché non ho deciso di accendere il computer, nonostante l'idea che probabilmente starò scrivendo le cose sbagliare.
Penso e scrivo.
Oggi vorrei non pensare.
Buona serata, a chi non è come neve...
Penso e scrivo.
E' arrivato il gelo, nella mia città ed anche un pochino nelle mie giornate. Stanotte ho dormito per la prima volta con il piumone e quando mi ci sono infilata sotto, ho pensato che quella sensazione di caldo, di protezione, di morbido, non poteva arrivare in un momento migliore. Che era una piacevole scoperta averne bisogno.
Penso e scrivo.
Mi sono svegliata immotivatamente presto e mi sono cullata tra le lenzuola per un po' di minuti, chiedendomi se avessi avuto voglia di fare qualcosa nel frattempo. E la risposta è stata no. Ho fatto una colazione che definire tale è un delitto e poi ho ripassato qualcosa. Sono scappata per l'università quasi un'ora prima della lezione ed ho passato due ore con la mano dolente per le frasi dettate dal professore da scrivere di corsa e sono tornata a casa, con passo lento, anche se il passo lento io non lo sopporto e non mi si addice per nulla.
Penso e scrivo.
Sono arrivata a casa alle 15.20 per pranzare rigorosamente fuori orario.
Prima di entrare in casa mi sono lasciata andare sulle pareti dell'ascensore e mi sono guardata allo specchio in silenzio.
Dopo essere entrata in casa ed aver mangiato in pochi minuti, mi sono poggiata sul lavandino, davanti ai piatti sporchi, e sono scoppiata a piangere.
Odio piangere. No, odio ammettere che ogni tanto mi scappi da piangere. Perché piangere è intimo, piangere è solo mio, piangere non deve essere un racconto per fare pena o tenerezza agli altri. Piangere è un silenzio da tenere possibilmente nascosto.
Penso e scrivo.
Ho fatto le pulizie che dovevo fare, ho finito di farle ed ho usato il telefono. Poi l'ho spento, ho chiuso le luci, mi sono messa sul mio piumone e sono scoppiata di nuovo a piangere in silenzio, da sola.
Piangere non va raccontato, ma oggi lo racconto lo stesso senza rabbia, senza colpa, senza sentimento e senza ragione. Così come senza ragione ho pianto sentendomi come non mi sentivo da moltissimo tempo.
Poi, proprio realizzando che stavo facendo qualcosa che non c'era motivo di fare ho smesso, ho asciugato il viso con la manica della mia maglietta rossa, perché il rosso fa sempre bene, ed ho pensato che forse avrei voluto scrivere questo post.
Ho lasciato scorrere il mio pomeriggio finché non ho deciso di accendere il computer, nonostante l'idea che probabilmente starò scrivendo le cose sbagliare.
Penso e scrivo.
Oggi vorrei non pensare.
Buona serata, a chi non è come neve...
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