Sono quasi vicino alla boa quando mi chiedo dal nulla da dove nasca il mio sentirmi così a mio agio in acqua. Molte delle persone che conosco hanno timore del mare aperto, di essere al largo, ed invece, per me, è forse l'unica cosa della quale non ho mai avuto istintivamente paura. Chi me lo ha insegnato? Considerando che mia madre non sa nuotare e che da piccole papà non veniva quasi mai in spiaggia con noi (ecco, l'odio per il caldo ed il sole l'ho preso tutto da lui invece, decisamente)?
Mi ci interrogo tra una bracciata e l'altra, mentre il fondale diventa sempre più sabbioso e profondo.
Perché è così il mare tra le cui onde sono cresciuta; l'unico mare che per me è l'emblema dell'essere mare. Rocce e ciottoli sulla riva che lasciano all'improvviso il posto alla sabbia e quando la vedi capisci già di non avere più un appiglio su cui poggiare i piedi e camminare. Perché per me il mare è questo: smettere di toccare dopo aver fatto appena un paio di passi, e mi è inconcepibile pensare che ci siano mari del tutto diversi dal mio. Mari dove ci sono metri e metri sempre percorribili a piedi. Inconcepibile.
Mi sposto con questi pensieri in testa per fare spazio ad un ragazzo che nuota con gli occhialini schiacciati sul naso. Alle mie domande del momento se ne aggiunge un'altra nuova. Perché nuota così vicino alle boe? Esattamente parallelo alla lunga corda a cui sono attaccate? Forse per essere sicuro di star seguendo con precisione una certa linea immaginaria?
Mi supera ed io ritorno al mio posto, poi indietreggio ancora per liberare la sua traiettoria appena mi rendo conto che probabilmente sta per tornare indietro.
Lo osservo perché fa movimenti precisi, metodici, spostando appena l'acqua ad ogni falcata delle braccia.
Mi avvicino alla riva, con le spalle rivolte al sole, i gomiti ben conficcati tra le pietre per rimanere ferma tra le onde che mi si riversano piano addosso e comincio a sorridere pensando "no, io e Claudio decisamente siamo poco precisi e metodici quando ci troviamo in acqua insieme".
Mi viene spontaneo pensarlo.
Quando gli stringo le gambe attorno al busto e lui mi solleva leggera e non dice nulla perché tutto quello che c'è da dire se lo dicono i nostri occhi.
Non c'è nessun posto al mondo in cui vorrei essere se non qui, con te.
Non c'è nessun'altra persona al mondo che vorrei tra le mie braccia se non te, qui, con me.
Che in effetti le frasi romantiche ad alta voce non sono il suo forte.
Tutto quel che vuole dirmi, me lo dice coi gesti. E non ne sceglie mai di convenzionali.
La prima volta che ha fatto quel suo gesto che poi è diventato il mio preferito, ho capito subito che sarebbe stata una cosa solo sua. Che non lo avrei mai trovato in nessun altro e che in nessun altro lo potrei cercare mai più.
Me lo dice accarezzandomi il volto e non è mai una carezza banale; quella con cui una mano si accosta ad una guancia. Mai.
È una mano che si apre completamente sul mio viso e lo sovrasta tutto, dalla fronte al mento, schiudendosi sul naso. Ed ogni volta in cui lo fa, socchiude appena gli occhi azzurri, come se volesse sentirmi e vedermi solo con quella mano ed io li chiudo tutti a mia volta per sentirlo solo attraverso le nostre pelli ed il sorriso che inevitabile mi affiora sulle labbra.
Ogni tanto gli bacio il palmo, altre volte mi sembra già tutto perfetto così com'è e rimango ferma finché non si stacca da me.
Me lo dice dandomi i pizzicotti che mi fanno sempre ridere e che buona parte delle volte mi lasciano un leggero segno sulla pelle bianchissima. Ed ogni volta che faccio finta di protestare mi promette che "la prossima volta te ne farò di più amore, tranquilla" e per suggellare la promessa in questione mi stampa piano un morso sulle cosce, sulla spalla, sul sedere.
Me lo dice anche tutte le volte in cui siamo insieme e fa una battuta che sa mi farà morire dal ridere. E non gli viene proprio difficile riuscirci, cretino com'è. E lo sento quanto gli piace vedermi così grazie a lui ed alle cose che dice che fa.
Ed ogni sorriso è una botta di spugna sulle liti ed incomprensioni dei mesi precedenti.
Ed ogni "ti amo" a bocca chiusa è un passo in più l'uno nel cuore dell'altra.
Ed il tempo di mettere in fila ognuno di questi pensieri le mie mani si son abituate all'acqua e le dita si son riempite di quelle pieghe buffe che fan sempre ridere le mie nipotine.
Torno sulla sabbia che è il cielo è già quasi rosa all'orizzonte ed aspetto di asciugarmi continuando a pensare con un sospiro liberatorio che non mi manca proprio nulla, mi mancavi solo tu ed ora che ci sei "il tempo lo misuro solo così, con te"
Buon inizio di Settembre, a chi non è come neve...