C'è una cosa di cui avrei dovuto scrivere mesi e mesi fa e non l'ho fatto.
La notte del 21 Luglio scorso non avevo chiuso occhio per niente; la mattina a lavoro era stata terribile e nel pomeriggio mi trascinavo una stanchezza pesantissima che mi ha fatto pensare una sola cosa: stanotte sono certa che riceverò la chiamata che aspetto con ansia da mesi.
E' arrivata la notte e con quella la chiamata che avevo previsto.
Nel cuore della notte il mio telefono squilla ed io so già cosa significa, non fa nemmeno in tempo ad arrivare alla prima nota che io ho già capito e risposto. Mia sorella si sta preparando ad avere il primo figlio ed io sono a km di distanza fregata dal fatto che tutti i miei piani sono impossibili da attuare a quell'ora della notte.
Niente treni, niente arei, in macchina non se ne parla.
Posso solo aspettare l'alba e prendere la prima freccia disponibile (ad un prezzo esorbitante che sono felice di pagare purché mi porti in tempo da lei) io, la mia valigia fatta alle 3 di notte e le mie fedeli occhiaie.
Parto da sola e mi informo minuto per minuto di quello che succede.
Mi si stringe il cuore quando mia sorella entra in sala parto ed io sto ancora su un treno che va veloce ma non abbastanza. Mi si stringe il cuore quando penso che manco solo io là eppure avevo fatto tutti i calcoli possibili per poterci arrivare in tempo. E poi quel nodo si scioglie e quello stesso cuore si riempie, nonostante tutto, quando vedo per la prima volta il suo visino. Posso solo ammirarlo, per il momento, da uno schermo, ma è bellissimo lo stesso quello che vedo.
Si dice che tutti i bambini siano stupendi ma dovete credermi, una neonata di questa bellezza raramente l'ho vista.
Piena di capelli, con un colorito già perfetto; che di solito il parto lascia un po' di tracce sul visino della creaturina venuta al mondo ma su di lei è stata fatta un'eccezione. Le manine perfette, le labbra rosse a cuoricino, un nasino da mordere.
Ma piccolissima, tanto che, appena la vedo finalmente di persona, chiedo ridendo alla neo-mamma "e l'altra metà della bimba dove l'hai lasciata?".
In braccio è come tenere una piuma, un pupazzetto che tutti facciamo a gara per avere addosso.
Un cuoricino che batte forte, un profumo che ti conquista al volo, la delicatezza di una pelle che non puoi descrivere in nessun modo se non con un aggettivo: perfetta.
Con il passare dei mesi Karol Maria è cresciuta tanto diventando di giorno in giorno più bella.
E se pensate che sia una zia di parte dovreste vedere una sua foto. O quanti sconosciuti si fermano in giro per ammirarla e complimentarsi con la mamma.
Il fatto che secondo me, poi, mi somigli anche un po' non c'entra nulla con quello che sto dicendo. Sono del tutto imparziale.
I genitori dicono che va bene se sarà come me nello studio, nella curiosità. Ma appena rispondo "beh, speriamo anche nel carattere" girano gli occhi e mi restituiscono un "no, ti prego, quello assolutamente no!". Ma che ne sanno loro?
La cosa veramente importante, però, è che a prescindere dal carattere, questa bimba -che già a pochi mesi detta legge, è furbetta e sembra aver capito parecchie cose prematuramente soprattutto su come ottenere quello che vuole quando vuole- senta ogni giorno quanto amore la circonda. Quello dei suoi genitori, quello dei nonni, quello dei suoi zii, quello dei cuginetti che hanno messo da parte una potenziale gelosia e la coccolano come se fossero dei mini-adulti ed avessero già capito che l'amore non fa altro che aumentare con un nuovo arrivato.
Ed il nostro è immenso, inarrivabile, mostrato con gli abbracci, i baci, le risate e perché no, ogni tanto con un bel regalino che non guasta mai.
Perché essere zie come lo siamo noi è anche un po' come essere delle mamme.
Ed è bellissimo. Assolutamente bellissimo.
Una buona serata, a chi non è come neve...