Vado affrontando un giorno si ed uno no silenziose crisi esistenziali random che non hanno nulla a che fare con qualcosa in particolare che è successa.
Piuttosto, se qualcuno lo chiedesse, risponderei con pacata rassegnazione che "è successo Paola".
No, sarei più specifica.
"È successo Paola S." -la S. fa tutta la differenza evidentemente; o la farà il punto subito dopo-.
Una delle ultime volte avevo deciso di evitare di invocare la Paola (vedete, qui la S non serve; evidentemente nemmeno il punto dopo) del futuro per venirmi a prendere un attimo a schiaffi e, piuttosto, di concentrare tutti i flussi di coscienza di quella del presente (cavolo, no, adesso però c'è da tornare a Paola S.) dentro la mia agendina.
Ché magari può sembrare una cosa ripetitiva ed invece non mi capitava forse da anni di scrivere in quel modo.
Quello in cui smetti di usare asterischi, filtri, censure e ti dici una volta per tutte quello che vorresti sentirti dire ma fai finta di non averne bisogno perché tu sei fatta così e se non c'è scritto allora non esiste. E se non esiste allora piano, piano col tempo sbiadisce e se col tempo piano, piano sbiadisce non avrai possibilità alcuna di richiamarla alla memoria. Ed allora in quel momento smetterà di esistere davvero, definitivamente.
Comunque pare che questo parlare con le proprie personalità multiple funzioni abbastanza bene dal momento che dopo quella decina di pagine riempite di una scrittura incomprensibile ai più il mio essere sembrava essersi alleggerito.
Si, mi sono data un morso; mi sono assaggiata.
Ed all'inizio mi ha colpito scoprire di essere leggermente amara; di quell'amaro che ti si appiccica in fondo alla lingua e ti fa arricciare un secondo il naso. Ma, soprattutto, mi ha colpito il piacevole retrogusto dolce che mi sono lasciata alla fine. Che tutto sommato ho un buon sapore.
Meglio di quando stili buoni propositi che magari buoni lo sono davvero ma spesso incompatibili con la tua natura (ah, ecco, forse S. si avvicina meglio di quanto sembri esattamente a quella; alla mia natura); che poi ti ritrovi a darti della stupidina per averli violati quando invece lo sei stata ad averli proposti sapendo benissimo che tu non sei così, non sei quello. O quella.
Ma oggi non mi va proprio.
Non mi va proprio di farmi domande, non mi va di darmi risposte.
Mi sono sforzata così tanto in questi mesi di tirare fuori la parte migliore...
Delle mie giornate, delle mie tristezze, dei miei "no", delle mie arrabbiature, delle mie piccole sconfitte.
Mi sono sforzata con dedizione e passione, le stesse che si usano per fare l'amore.
Ma oggi no.
Oggi non mi va di inventarmi momenti "si" per levarmi dalla pelle quelli "decisamente non si"; non mi va di spiegarmi dentro un'agenda o tuffandomi dentro un paio di occhi comprensivi. Non mi va di chiudere i miei e riaprirli con una nuova dose di comprensione, di indulgenza.
Sono seduta a gambe nude sul pavimento di granito.
Che è successo?
È successo Paola S.
Buona giornata, a chi non è come neve...