venerdì 19 giugno 2020

Per gustarsi meglio

Vado affrontando un giorno si ed uno no silenziose crisi esistenziali random che non hanno nulla a che fare con qualcosa in particolare che è successa.
Piuttosto, se qualcuno lo chiedesse, risponderei con pacata rassegnazione che "è successo Paola".
No, sarei più specifica. 
"È successo Paola S." -la S. fa tutta la differenza evidentemente; o la farà il punto subito dopo-.

Una delle ultime volte avevo deciso di evitare di invocare la Paola (vedete, qui la S non serve; evidentemente nemmeno il punto dopo) del futuro per venirmi a prendere un attimo a schiaffi e, piuttosto, di concentrare tutti i flussi di coscienza di quella del presente (cavolo, no, adesso però c'è da tornare a Paola S.) dentro la mia agendina.
Ché magari può sembrare una cosa ripetitiva ed invece non mi capitava forse da anni di scrivere in quel modo.
Quello in cui smetti di usare asterischi, filtri, censure e ti dici una volta per tutte quello che vorresti sentirti dire ma fai finta di non averne bisogno perché tu sei fatta così e se non c'è scritto allora non esiste. E se non esiste allora piano, piano col tempo sbiadisce e se col tempo piano, piano sbiadisce non avrai possibilità alcuna di richiamarla alla memoria. Ed allora in quel momento smetterà di esistere davvero, definitivamente.
Comunque pare che questo parlare con le proprie personalità multiple funzioni abbastanza bene dal momento che dopo quella decina di pagine riempite di una scrittura incomprensibile ai più il mio essere sembrava essersi alleggerito.
Si, mi sono data un morso; mi sono assaggiata.
Ed all'inizio mi ha colpito scoprire di essere leggermente amara; di quell'amaro che ti si appiccica in fondo alla lingua e ti fa arricciare un secondo il naso. Ma, soprattutto, mi ha colpito il piacevole retrogusto dolce che mi sono lasciata alla fine. Che tutto sommato ho un buon sapore.

Meglio di quando stili buoni propositi che magari buoni lo sono davvero ma spesso incompatibili con la tua natura (ah, ecco, forse S. si avvicina meglio di quanto sembri esattamente a quella; alla mia natura); che poi ti ritrovi a darti della stupidina per averli violati quando invece lo sei stata ad averli proposti sapendo benissimo che tu non sei così, non sei quello. O quella.

Ma oggi non mi va proprio.
Non mi va proprio di farmi domande, non mi va di darmi risposte.
Mi sono sforzata così tanto in questi mesi di tirare fuori la parte migliore...
Delle mie giornate, delle mie tristezze, dei miei "no", delle mie arrabbiature, delle mie piccole sconfitte.
Mi sono sforzata con dedizione e passione, le stesse che si usano per fare l'amore.
Ma oggi no.
Oggi non mi va di inventarmi momenti "si" per levarmi dalla pelle quelli "decisamente non si"; non mi va di spiegarmi dentro un'agenda o tuffandomi dentro un paio di occhi comprensivi. Non mi va di chiudere i miei e riaprirli con una nuova dose di comprensione, di indulgenza.

Sono seduta a gambe nude sul pavimento di granito.
Che è successo?
È successo Paola S.

Buona giornata, a chi non è come neve...

lunedì 8 giugno 2020

Everything that kills me makes me feel alive

Un modo per auto-gestirsi bisogna pur trovarlo, alla fine.
La sobrietà della mia esistenza si riassume tutta nei miei ossimori. Più ho sonno, meno riesco a dormire, più sono stanca più cose riesco a fare. E viceversa, ovviamente
Mi sono svegliata prestissimo con addosso tutto il sonno del mondo. O almeno, questo è quello che il mio corpo credeva di aver sentito.
Eppure non riuscivo a richiudere gli occhi. Anzi, ho avuto la brillante idea di ricaricare l'attività cerebrale sparandomi della buona musica dritta, dritta nelle orecchie per un bel po'.
Finché ho cominciato a riflettere sul fatto che in tutti i modi mi stavo auto-chiedendo di tornare a riposare, di prendere un po' di fiato dalle ultime settimane che sono state appaganti ma super intense e non so perché ma per rilassarmi -tolte ovviamente le cuffiette e riacquistato il silenzio- ho cominciato a pensare ad una cosa in particolare.

Amo il calore, l'acqua calda, il confine tra coccola ed ustione.
Eppure quella mattina mi è venuto in mente il mare.
Mi si è riversato tutto addosso.

Ho iniziato a sentirlo prima sulla punta della dita dei piedi, esattamente come potrei fare se mi stessi per immergere adesso.
Saliva sulle caviglie, mi solleticava i polpacci, si fermava sulle ginocchia per poi risalire come quando cammini dalla riva alla parte via, via più profonda e ti si blocca un attimo il respiro per il contrasto tra la temperatura dell'acqua e quella del sole che picchia forte in testa; ti vengono i brividi a fior di pelle e ti si contrae per istinto tutto l'addome, il ventre schiacciato su sé stesso, le braccia leggermente sollevate a sfiorare coi gomiti la distesa d'acqua che ti avvolge al suo ritmo.
Ho continuato a camminare, ad occhi chiusi, lentamente, col freddo sempre più pressante e la mente sempre più leggera.
La gola circondata dall'acqua pulita, di un blu intenso che si lascia attraversare esattamente come il tuo corpo sta permettendo di fare al gelo circostante, un leggero peso sulle spalle, la schiena trafitta da centinaia di aghi che più ti muovi, più li senti e più aumentano il desiderio di non startene ferma.
I capelli cullati come in una ninna nanna, un solo passo per farti inghiottire completamente, ti prendi un attimo, ti riempi i polmoni, muovi le braccia intorno a te, ti solleticano anche in quel punto tutti gli aghi che ti stanno addosso, saltelli un po' a gambe unite sul posto per darti slancio, sorridi e poi.
Vai giù.

Mi sono addormentata.
Sott'acqua, bellissimo, leggera.
Per ore.

Non ho nemmeno sognato, ho completamente azzerato tutto, recuperato ogni piccola scarica elettrica del mio corpo e della mia mente, come se non stessi riposando così da chissà quanto tempo.
Sono riemersa ancora col sorriso, preceduta dalle bollicine d'aria liberate dai miei polmoni, ho ripreso tutto l'ossigeno di cui avevo bisogno, ho lasciato ancora per un po' il controllo del mio corpo al mare e poi sono uscita a sdraiarmi al sole.

Perché alla fine, un modo per auto-gestirsi bisogna pur trovarlo.

Una buona giornata, a chi non è come neve...