Del perché sono di nuovo sparita e del perché non riesco a smettere di tornare.
Di quello che è successo alla mia vita negli ultimi mesi e di quello che probabilmente succederà.
Avevo promesso e non ho mantenuto. Sarei voluta ritornare assiduamente tra queste pagine ed invece ho finito per abbandonare anche quelle della mia agendina, per la prima volta dopo anni.
Eppure, il richiamo è sempre forte, anche quando manca il tempo, anche quando manca l’energia. Ed ultimamente mi sono mancati come l’aria entrambi.
Ho passato l’ultimo mese e mezzo circa dormendo su un divano con una mini-creatura in braccio. Perché si dà il caso che sia diventata di nuovo zia -ed intendo proprio di nuovo oltre all’ultima volta pochi mesi fa- e, di nuovo, causa cognato con lavoro fuori città, mi sono offerta di votare il mio già poco tempo libero a questa nuova stellina piombata nella mia famiglia.
Perché la sorella maggiore non tanto era convinta di dividere il lettone con questa semi-sconosciuta e non me la sentivo di lasciare la neo-mamma in balia di queste due scalmanate.
Così, tornata dal lavoro, quattro volte a settimana ho abbandonato il mio lettino (e delle ore di sonno decenti) per adempiere al mio dovere di zia dell’anno.
Ristabiliti gli equilibri fraterni, ho preso coscienza del fatto che, se voglio davvero fare un balzo in avanti nella crescita professionale, dovrò per forza rimettermi sui libri in misura costante e paziente e così la parte baby sitter post lavoro, è stata sostituita da uno studio intenso e più o meno proficuo.
Studio che per ora perdura nonostante, davvero, dopo una giornata tra scritture contabili e bilanci, tutto vorrei meno che dover imparare nuove nozioni a memoria.
Ho guardato con mani tremanti e cuore impazzito l’ultimo giro di Abu Dhabi che ha visto trionfare il mio arancione preferito.
Al di là delle polemiche sterili, degli haters e di tutto quello che volete metterci, è stato il trionfo del talento, del karma e dell’aggressività. Tutto quello per cui mi sono innamorata della F1, insomma.
You had not the rub of the green!
Continuo a scoprire ogni giorno, con sorpresa, di essere innamorata della persona di cui al post precedente.
Sorpresa non perché costui non dovrebbe meritare il mio sentimento, quanto perché si è trattata di una cosa inaspettata; molto più perché parliamo di qualcuno che nella mia vita c’era entrato anni fa in modo del tutto innocente e che, durante il tragitto, avevo casualmente perso per poi ritrovarmi altrettanto casualmente ancora sulla via del destino.
Scopriamo ogni giorno di poter stare insieme nonostante caratteri uguali e diversi, che si mordono e si rincorrono senza sentire la necessità, mai, di scavalcarsi a vicenda. Ed anche quando, ogni tanto, l’equilibrio traballa, la voglia di essere felici insieme riporta tutto al proprio posto.
Che ho scoperto si può stare con qualcuno accettando anche le cose che non sono come mi sarei aspettata.
Che ho aperto il cuore alle differenze, alle imperfezioni, sentendomi finalmente a mio agio con le mie ma anche con quelle altrui.
Che non è più questione di meriti, punizioni, ricompense. Ma di affinità, dialogo, apertura.
E così sono arrivata alla fine di questo 2021 in cui avrò letto poco, scritto meno del previsto ma in cui ho avuto modo di collezionare tanto di più ma mai abbastanza.
Allora non farò promesse questa volta, né liste dei buoni propositi.
Semplicemente, cercherò di coltivare nelle mie giornate piene, pigre, svogliate, veloci, la voglia di tornare. Fosse anche a piccoli passi.
Buone feste,
A chi non è come neve…