Il seguente post potrebbe urtare la sensibilità di molti.
Prego i lettori particolarmente sensibili di non andare oltre.
Ogni riferimento a cose o persone* è puramente casuale.
La paura arriva quando ti rendi conto che qualcosa che non credevi, che non volevi, in realtà è lì. Accanto a te. Silenziosa.
La straziante storia che sto per riportare inizia proprio così.
Un giorno, quando nasce, spesso non preannuncia quello che starà per portar con sé.
Così ti svegli con il temporale e magari sarà il giorno più bello della tua vita.
O magari apri gli occhi piena di energia, di voglia di fare e al pomeriggio sei disillusa già, disincantata.
E' questo il bello, no?Un continuo pacchetto-regalo da scartare.
Stai accoccolato alla tua quotidianità, scostando la tendina su un mondo che corre via e costruisce quello che un attimo prima ha distrutto, protetto dal vetro della tua familiare stanza. Finché uno strappo non ti scaraventa in un'altra realtà.
Violento e deciso.
Si, miei cari lettori. Seppur ciò non coincide (a mio avviso) con l'impronta che ho cercato sempre di dare al mio blog, voglio lasciare impressa a memoria mia e vostra, la testimonianza di un uomo* che della propria vita avrebbe voluto realizzare una vera e propria opera d'arte, ritrovandosi, invece inerme e disarmato.
Ebbene, è evidente che quando si ha una certa età sarebbe meglio non sfidare le proprie ossa, i propri muscoli, pena dolorosi acciacchi e scricchiolii pronti a tormentarti per giorni e giorni, dando vita ad una vera e propria sofferta convalescenza. Ma quando ci si sente forti, sicuri di sé stessi, cosa volete che importi delle raccomandazioni?Degli ostacoli che il nostro corpo cerca di imporci?
Ed ecco allora che quando il nostro uomo*, anzi. Ed ecco, allora, quando il nostro Uomo* ha deciso di affrontare coraggiosamente un destino che NON PUO' essere stato già scritto senza il proprio consenso, accade quello che non vi sareste mai aspettati.
Tutti sanno che i pesi vanno sollevati mantenendo una giusta postura. Ciò implica il dover piegare le ginocchia abbassandosi, senza invece curvare la schiena su cui ricadrebbe tutto il peso e lo sforzo. Ma noi siamo avanti, gente. Noi stiamo parlando di Lui* ed allora è solo un lampo. Un barlume di luce in un buco nero. Una nota di violino stridente nel silenzio della notte.
Uno strappo muscolare lacerante un corpo già stato deriso troppe volte da Madre Natura.
Uno strappo acuto che toglie il respiro al nostro Giuditto* (questo il nome di fantasia scelto per tutelare l'identità del protagonista) che però non ci sta a piegarsi al dolore ed imperterrito, dopo un attimo sdraiato, decide di muovere subito un primo passo verso quello che sarò il nuovo futuro.
Ma stavolta il male è più forte di lui. Stavolta lo scemotto, ehm, scusate, Giuditto* non può non cedere ad una settimana di riposo perché troppo sofferente.
E d'altronde cosa sarebbe una storia senza peripezie?Senza ostacoli, coraggio e paura?E soprattutto, cosa avrebbe più senso se non ci fossi io a deridere il mio cavaliere* pubblicamente?
Lo so, lo so. Questo racconto toglie il fiato e non stento a credere che molti di voi staranno incrociando le dita per il nostro Giuditto*, col cuore che batte a mille e gli occhi pronti a lasciar scivolare via fiumi di lacrime al solo pensiero che il nostro protagonista potrebbe...no, non ce la faccio neanche a scriverlo.
E d'altronde non serve!
Attenzione, un urlo fragoroso che si alza dalla folla ed eccolo!!
Proprio come Massimo Decimo Meridio che annuncia la propria vendetta in questa vita o nell'altra, Giuditto* ce la fa!
In piedi, ammaccato non distrutto, raccoglie gli applausi dei propri sostenitori e li ringrazia uno ad uno.
Perché Giuditto è e deve essere un esempio per noi tutti.
La dimostrazione di potercela fare anche quando tutto sembra spingerci a mollare. Ad arrenderci.
Anche quando sembriamo un sacco di patate buttato su un letto o un cadavere da punzecchiare col bastone, possiamo farcela. Possiamo.
Perché, in fondo, tutti siamo un po' Giuditto*
Ebbene, è evidente che quando si ha una certa età sarebbe meglio non sfidare le proprie ossa, i propri muscoli, pena dolorosi acciacchi e scricchiolii pronti a tormentarti per giorni e giorni, dando vita ad una vera e propria sofferta convalescenza. Ma quando ci si sente forti, sicuri di sé stessi, cosa volete che importi delle raccomandazioni?Degli ostacoli che il nostro corpo cerca di imporci?
Ed ecco allora che quando il nostro uomo*, anzi. Ed ecco, allora, quando il nostro Uomo* ha deciso di affrontare coraggiosamente un destino che NON PUO' essere stato già scritto senza il proprio consenso, accade quello che non vi sareste mai aspettati.
Tutti sanno che i pesi vanno sollevati mantenendo una giusta postura. Ciò implica il dover piegare le ginocchia abbassandosi, senza invece curvare la schiena su cui ricadrebbe tutto il peso e lo sforzo. Ma noi siamo avanti, gente. Noi stiamo parlando di Lui* ed allora è solo un lampo. Un barlume di luce in un buco nero. Una nota di violino stridente nel silenzio della notte.
Uno strappo muscolare lacerante un corpo già stato deriso troppe volte da Madre Natura.
Uno strappo acuto che toglie il respiro al nostro Giuditto* (questo il nome di fantasia scelto per tutelare l'identità del protagonista) che però non ci sta a piegarsi al dolore ed imperterrito, dopo un attimo sdraiato, decide di muovere subito un primo passo verso quello che sarò il nuovo futuro.
Ma stavolta il male è più forte di lui. Stavolta lo scemotto, ehm, scusate, Giuditto* non può non cedere ad una settimana di riposo perché troppo sofferente.
E d'altronde cosa sarebbe una storia senza peripezie?Senza ostacoli, coraggio e paura?E soprattutto, cosa avrebbe più senso se non ci fossi io a deridere il mio cavaliere* pubblicamente?
Lo so, lo so. Questo racconto toglie il fiato e non stento a credere che molti di voi staranno incrociando le dita per il nostro Giuditto*, col cuore che batte a mille e gli occhi pronti a lasciar scivolare via fiumi di lacrime al solo pensiero che il nostro protagonista potrebbe...no, non ce la faccio neanche a scriverlo.
E d'altronde non serve!
Attenzione, un urlo fragoroso che si alza dalla folla ed eccolo!!
Proprio come Massimo Decimo Meridio che annuncia la propria vendetta in questa vita o nell'altra, Giuditto* ce la fa!
In piedi, ammaccato non distrutto, raccoglie gli applausi dei propri sostenitori e li ringrazia uno ad uno.
Perché Giuditto è e deve essere un esempio per noi tutti.
La dimostrazione di potercela fare anche quando tutto sembra spingerci a mollare. Ad arrenderci.
Anche quando sembriamo un sacco di patate buttato su un letto o un cadavere da punzecchiare col bastone, possiamo farcela. Possiamo.
Perché, in fondo, tutti siamo un po' Giuditto*
*Ancora, qualsiasi riferimento a cose o persone è assolutamente casuale. Nel mio post non sto parlando di un romano babbonchio che una volta ha osato prendermi in giro su un proprio post ed a cui ho giurato una lenta ed atroce vendetta. Ed il suddetto non ha preso una strappo muscolare alzando un peso abbastanza consistente tenendo una postura scorrettissima, scatenando la mia ilarità non prima di un po' di coccole, eh. Mica sono un mostro.
Una buona giornata, a chi non è come neve...