venerdì 16 agosto 2019

All the right moves

Stanotte guardavo la luna. Era altissima, piena ed emanava un bagliore sconvolgente.
La guardavo e mi sono resa conto che non stavo pensando a nulla. Me ne sono resa conto quando ho cominciato a pensare.
Il cielo era sgombro ad eccezione di qualche nuvola scura, che, nel momento in cui io stavo osservando, passava proprio lì davanti a lei. E mi ha sconvolto, per la seconda volta, quello che stavo vedendo. Come se stessi scoprendo solo in quel momento, nella mia vita, quanto sia bello l'universo.

All'opera d'arte che sapienti mani divine hanno plasmato per i nostri occhi. Con i nostri occhi.
Avrei voluto pensare ad altro. Avrei voluto avere altro a cui pensare. Avrei voluto avere delle domande da pormi, perché forse in quel modo avrei trovato le risposte. Avrei voluto avere paure da affrontare, perché forse in quel silenzio avrei trovato il coraggio per farlo. Avrei voluto riconoscere i miei errori, perché forse nel buio avrei trovato la voglia di rimediare.

Invece sono rimasta là, assolutamente immobile, a pensare a come sia perfetta la concezione del mondo per cui, davanti alla luna, possono passeggiare tranquillamente delle nuvole scure su un cielo fatto a strati in cui tutto sembra una cosa sola ed invece ogni cosa è semplicemente sola a sé stessa.
Sono rimasta là, ancora assolutamente immobile, a pensare che questo non può essere un caso. Che quello che ci succede non è un caso. Che ogni passo ci ha portati da qualche parte, ogni sbaglio ad una soluzione, ogni bivio ad una nuova scelta.
E per la terza volta sono rimasta sconvolta all'idea che nella non casualità delle cose che ci accadono continuano ad aggiungersi motivi su motivi che non riusciamo a comprendere se non dopo che tutto è già accaduto.
Che tu prendi -o decidi di non prendere (e però anche quella poi lo diventa)- una scelta ed arrivi dove sei, ti guardi indietro e capisci perché lo hai fatto ma poi continui ad andare fino ad arrivare ad un nuovo bivio e ti volti di nuovo indietro ma stavolta ti rendi conto che è cambiato il tuo futuro ma in qualche modo anche il tuo passato.
Ed è straordinario perché pensiamo sempre che quello che abbiamo fatto ormai non possa trasformarsi ma è un errore perché invece cambia anche quello.
O forse è cambiato solo il modo in cui tu guardi.
Il modo in cui tu ti guardi.

Sto andando avanti. Continuo ad andare avanti.
Sto andando. Continuo ad andare.
Sto. Continuo.

Una buona giornata, a chi non è come neve...