Ci sono tante cose che dovrei o potrei scrivere.
Ma lascio che stiano lì, a maturare fino al momento giusto, o ad affievolirsi fino a spegnersi completamente.
Ultimamente ho preso un'abitudine che mai avevo avuto.
Il pomeriggio, quando il sole scende abbastanza, mi sdraio sul balcone di casa.
Da quando sono piccola, l'ho scritto tantissime volte, quello spazio l'ho sempre e solo riservato a punto di osservazione del cielo stellato; non mi ha mai affascinato molto altro.
Ed è cominciato proprio così, in effetti, questo piccolo e personalissimo rito. Volevo guardare le stelle una sera in cui ero particolarmente inquieta, così ho preso un telo da mare e mi ci sono coricata su. Mi sono concentrata sulla sensazione della stoffa ruvida sulla pelle, in particolare sui piedi e sulle mani, e mi è piaciuto quel senso contrastante tra benessere e scomodità.
Il giorno dopo mi è venuto spontaneo ripeterlo, stavolta un po' prima che il buio arrivasse a portarsi con sé i propri lumini che tanto amo. E così piano, piano, ogni giorno rifaccio la stessa cosa; a volte di notte, finché non arriva il sonno, a volte solo per cinque minuti prima di cena.
Ogni volta è diversa ma comunque sempre uguale.
A volte leggo, a volte ascolto la musica, a volte semplicemente ascolto i miei pensieri.
A volte ci vado perché sono triste ed ho bisogno di metabolizzare bene il fatto che, in realtà, non ho motivo per esserlo.
A volte ci vado perché sono felice ed ho bisogno di ripetermi che ogni giorno c'è un piccolo pretesto per sentirmici.
A volte ho bisogno di spegnerci dentro una giornata proprio no. A volte per celebrare una giornata entusiasmante.
A volte chiudendo la porta che dà su quel balcone riesco a lasciar fuori degli strascichi che vorrei non avere; che in teoria non mi dovrebbero appartenere. A volte farlo non funziona e mi ritrovo piccoli e grandi fantasmi sbucare da tutte le parti.
A volte ci vado da sola per davvero.
A volte ci vado da sola ma per finta.
A volte ci vado in compagnia.
Ho chiesto ai miei nipotini, la settimana scorsa, di portarsi un telo a testa e di seguirmi. Mi hanno chiesto "Ma ci vieni tutti i giorni qui? Perché?". Ci siamo sdraiati tutti insieme, vicini, vicini ed abbiamo cominciato ad inventarci dei giochi, ad ascoltare un po' di musica o, semplicemente, a guardare il panorama che ci si stagliava di fronte.
Abbiamo trascorso così, senza nemmeno rendercene conto, delle ore piene e leggere alla fine delle quali ho risposto alla loro domanda "Visto perché?".
Oggi è uno di quei giorni in cui non so come ci tornerò.
Se da sola per davvero, da sola ma per finta o in compagnia. Se a spegnere una giornata no a celebrarne un'altra entusiasmante.
Però come ogni volta proverò a lasciare là quei fantasmi dispettosi.
Chissà, magari il Venerdì 17 mi porterà fortuna.
Buona giornata, a chi non è come neve...
A volte ci vado da sola per davvero.
A volte ci vado da sola ma per finta.
A volte ci vado in compagnia.
Ho chiesto ai miei nipotini, la settimana scorsa, di portarsi un telo a testa e di seguirmi. Mi hanno chiesto "Ma ci vieni tutti i giorni qui? Perché?". Ci siamo sdraiati tutti insieme, vicini, vicini ed abbiamo cominciato ad inventarci dei giochi, ad ascoltare un po' di musica o, semplicemente, a guardare il panorama che ci si stagliava di fronte.
Abbiamo trascorso così, senza nemmeno rendercene conto, delle ore piene e leggere alla fine delle quali ho risposto alla loro domanda "Visto perché?".
Oggi è uno di quei giorni in cui non so come ci tornerò.
Se da sola per davvero, da sola ma per finta o in compagnia. Se a spegnere una giornata no a celebrarne un'altra entusiasmante.
Però come ogni volta proverò a lasciare là quei fantasmi dispettosi.
Chissà, magari il Venerdì 17 mi porterà fortuna.
Buona giornata, a chi non è come neve...