sabato 21 gennaio 2023

Alla Scooby-Doo

Giorno 21 del nuovo anno.

Capodanno trascorso con la febbre alta, coricata già alle 22 sul divano di mia sorella con il plaid e la testa tra le nuvole. E siccome i buoni propositi non si mollano mai, perché qui non si molla proprio niente, a distanza di settimane continuo ad avere gli strascichi di tosse e soprattutto raffreddore.

Ma non siamo qui per recriminare nulla. E nemmeno a leggere la mia cartella clinica.

Siamo qui perché non si molla proprio niente e quindi nemmeno il mio blog (anche se i commenti ed i post fermi a Novembre insinuano ben altro). Non lo so perché è diventato così difficile per me aggiornare (e non parlo solo dell'aspetto logistico, nonostante anche questo conti tantissimo) ma non riesco nemmeno ad immaginare di lasciare a brillare in solitaria e per sempre le mie amate stelline.

E se da una parte Paola S. sembra tacere più del dovuto, dall'altra, con il nuovo anno (ed in realtà già negli ultimi giorni di quello appena salutato) ha ritrovato la familiarità ed il bisogno di un aggiornamento intimo e giornaliero tra le righe di un'agendina assolutamente chiusa al resto del mondo intero, dopo averla abbandonata, ahilei, (quella proprio sì) per i 365 giorni precedenti.

Ed il bisogno, il piacere di quelle parole colorate che cullo dentro una copertina ad anelli, tra stickers e stelline (si, anche lì) stavolta non hanno il solo, nobilissimo fine di lasciare impresso un ricordo dopo l'altro, fosse anche solo di una giornata noiosa e triste (ed è questo il rimorso più grande per il 2022, che per la prima volta non potrò rivivere in questo modo che è il mio preferito in assoluto): stavolta ho risentito tutta la necessità di farlo per liberarmi, per sfogarmi, quasi per rileggere me stessa, oltre ai miei ricordi. 
Un modo per entrare in contatto con tutti quei pensieri che ultimamente mi tormentano e che, pur vedendoli chiaramente come nubi in tempesta, sembrano un po' più gestibili una volta vomitati dalla mia penna. 

Una terapia che ho capito di bramare esattamente nel momento in cui le pagine si sono colorate di frasi poco scelte ma sentite, forse per la prima volta senza pudore, senza bisogno di nascondere anche lì rabbia, tristezza ed introspezione.
Ché la verità è che tra quelle pagine son riuscita ad ammettere che, dopo un periodo grandioso, sono tornata a sentirmi, senza motivo, ancora fuori posto e fuori tempo.
E questo è paradossale e forse anche un po' ingrato da parte mia che, nei momenti di silenzio, mi rendo conto di avere veramente tutto dalla vita.

Forse è un po' lo scotto da pagare per essere così maniaca del controllo o forse la paura che sia tutto un po' troppo bello.
Nel frattempo mi riempio di post-it che mi ricordino che alla fine andrà tutto bene e se non andrà tutto bene...non sarà la fine.

Un buon fine settimana, a chi non è come neve...