Quel momento in cui il bianco si congiunge col nero, la notte con il giorno, il bello con il brutto, la vita con la morte.
Non è iniziato nel migliore dei modi quest’anno per me o per la mia famiglia, per la ragione che dovreste ricordare.
È stato un duro colpo per tutti noi perdere una persona che ci accompagnava praticamente da sempre anche se certe cose sono inevitabili, dettate da tutte le leggi che regolano questo Universo. È che semplicemente quando tocca proprio a noi ce ne sorprendiamo come se fosse una cosa impossibile.
Ed è qui che entra in gioco il destino, o il karma, o Dio, o la coincidenza o il caso.
Proprio in quei momenti lì, in quegli esatti giorni, il nero si è congiunto col bianco, il giorno con la notte, il brutto con il bello e la morte con la vita.
Perché esattamente mentre un cuore smetteva di battere uno nuovo aveva già iniziato a prendere forma.
Stavo facendo un incubo terribile quella notte, terribile, da cui mi sono svegliata col cuore a mille e la schiena sudata. Sognavo che a mio padre stava per succedere qualcosa di brutto e, appena sveglia, noto con paura che il mio telefono segnala delle chiamate perse da una delle mie sorelle. Apro la connessione e, con la mente ancora annebbiata, scorgo sulla nostra chat più di cento messaggi. Non so cosa aspettarmi e comincio a scorrere senza leggere alla ricerca non so nemmeno io di cosa.
E poi all'improvviso, senza che nessuno potesse immaginarlo, eccola proprio là: tra le mille parole delle mie sorelle fa capolino l’immagine di un nuovo cuoricino, immortalato nero su bianco su un foglio traslucido che è la sua prima ecografia.
Chiedo come sia possibile che la futura mamma se ne sia accorta solo in quel momento scoprendo che, in realtà, è già quasi a metà della gravidanza lasciando poi che le domande si sostituiscano alla gioia ed all'emozione di diventare per la quarta volta zia.
Ed in quel momento in cui, per fortuna, l’incubo che avevo fatto quella notte è ormai un lontano ricordo mi viene in mente un altro sogno, fatto qualche settimana prima. Un sogno in cui, incredibilmente, c’era proprio quella mia sorella a cui dicevo che era incinta e lei mi rispondeva che non era possibile che lo fosse e chiedeva se si vedesse il pancione alle altre sorelle ed io invece insistevo nel dirle che stava aspettando una bimba (in realtà devo essere sincera, non mi ricordo se dicevo esattamente anche il sesso, ma giurerei di si).
Da quel momento in poi è stato tutto un susseguirsi di preparativi ed acquisti e riunioni per la scelta del nome una volta avuta la conferma che si tratterà di una Fagiolina (praticamente ormai l’abbiamo battezzata così). E poi ancora gare a chi la sente scalciare di più, a chi le farà i regali più belli, ricerche per capire quali sono gli alimenti migliori per mantenere sotto controllo questo o quel valore, discussioni con la (ancora per poco) più piccola dei miei nipotini per decidere se accetterà questa nascita con serenità o con un pizzico di gelosia (siamo passati dal “deve stare chiusa nello studio o in ufficio con sua mamma, a casa con nonna solo io” al “avrò una cuginetta tutta mia. Però deve fare tutto quello che dico io perché io sono più grande”).
Insomma, giornate piene di tutto quello che un futuro pargolo porta con sé.
Ed ora vi ho anche svelato il mistero che aleggiava sul famoso post che tardavo a pubblicare, sperando di non aver disilluso le aspettative. Perché certo, per voi magari sarebbe stato più emozionante scoprire altro ma per una zia (direi ormai anche una zia esperta) ogni fiocco, azzurro o rosa che sia, è un dono bellissimo dal cielo. Soprattutto in certi momenti.
We are waiting for you, Karol Maria ❤❤
Una buona giornata, a chi non è come neve…