Quando finisce una relazione finisce molto più di un rapporto tra due persone.
Ti cambia la vita senza nemmeno rendertene conto con la stessa velocità e con la stessa lentezza messe insieme con cui ti è cambiata nel momento in cui la relazione era iniziata.
Finiscono le abitudini.
Quelle in cui si programmava in due; quelle in cui i biglietti erano comprati guardando agli impegni dell'altro; quelle in cui c'era sempre un treno da prendere ed un altro da aspettare.
Il buongiorno al mattino, la buonanotte alla sera, i che hai mangiato oggi, che mangeremo stasera.
Il nome in rubrica, le foto alle pareti, le pagine di un'agenda, i messaggi di una chat.
Non lo so quando ha iniziato a finire.
È una cosa che fa impazzire. Con la mente ci ho provato migliaia di volte a raggiungere quel momento esatto ma non ci son riuscita...È possibile addormentarsi di notte e svegliarsi al mattino con la consapevolezza che nel frattempo qualcosa ha fatto tutta la differenza del mondo?
Non lo so, non credo che qualcuno al mondo possa darmi questa risposta oppure che a questo punto possa essere davvero utile.
Forse certe cose devono solo accadere.
Ci ho pensato tanto all'opportunità di scrivere questo post. Forse avrei dovuto evitare di pubblicarlo o anche solo di scriverlo, o forse ho fatto bene perché averlo messo qui non cambia quello che è stato.
Qui dove tutto è iniziato adesso mi dilania il cuore e l'anima sapere che è anche tutto finito.
A volte mi chiedo se sia possibile essere fatti peggio di me. Me lo chiedo senza durezza nei miei confronti, senza delicatezza. Me lo chiedo come una constatazione, un dato di fatto.
A volte mi chiedo quanto possa davvero fare male il modo in cui parlo, la freddezza con cui sembra io mi esprima e che sono certa i miei interlocutori abbiano avvertito più di una volta.
Ma io non ho un altro modo di essere io ed anche adesso che mentre scrivo la tristezza trabocca dagli occhi, semplicemente la asciugo con le maniche della mia maglietta e faccio finta che non stia succedendo a me.
Non lo so perché ha iniziato a finire.
Era come se stessimo preparando insieme una torta; entrambi la volevamo esattamente nello stesso momento e dello stesso gusto. Avevamo già preparato tutto l'impasto, avevamo messo insieme tutti gli ingredienti necessari. Ne mancavano solo due. Solo io avevo il mio e solo lui aveva il suo.
Sapevamo che questo momento sarebbe arrivato, lo avevamo atteso e programmato fin dall'inizio, e proprio quando ci siamo trovati di fronte all'impasto perfetto...nessuno dei due è riuscito a cedere la propria parte. Era troppo grande...
Ed è iniziato un fiume di parole e di risentimento e rancore e rabbia e tristezza e senso di abbandono e solitudine ed ancora altra rabbia ed altro rancore ed altra tristezza da entrambe le parti. E si è accumulato tutto sulle spalle e poi sul cuore e non sono riuscita più a togliermelo di dosso ed a poco a poco ho capito che non potevo, non riuscivo più. Non avremmo retto...
Ho tradito le promesse che ci eravamo fatti, ho tradito la fiducia che ci eravamo scambiati, ho abbandonato i sogni che avevamo ben piegato dentro i nostri cassetti più cari ed i progetti che avevamo disegnato nella mente e nel cuore.
L'ho fatto per mesi in punta di piedi, piangendo di nascosto la notte o il pomeriggio perché non potevo accettare l'idea di star facendo quello che stavo facendo e poi sono esplosa quando i muri si sono moltiplicati e sono diventati sempre più alti.
Non hai avuto il coraggio di chiedermi le cose giuste ed io non ho avuto il coraggio di rispondere lo stesso.
Ho scelto con fermezza di chiudere la porta, ho agito senza delicatezza perché forse dimostrare la propria insensibilità in questi casi aiuta a vedere lucidamente chi hai di fronte ed a comprendere che non ne vale più la pena. Che non ne valgo più la pena.
E me lo dico senza durezza nei miei confronti, senza delicatezza. Me lo dico come una constatazione, un dato di fatto.
Ho riconosciuto i miei errori, ho dato loro un nome come si fa coi vecchi amici ma non m'è servito stilare una lista, perché è stato sufficiente fare i conti tra me e loro.
Avrei potuto agire in modo diverso, forse; non dubito che dall'altra parte qualcuno lo abbia pensato e lo stia pensando ancora, ma non ci sono riuscita, non ce l'ho fatta a non dare conto alla me stessa che sono sempre stata. Che sono sempre stata.
Ma a volte si toccano alcuni tasti che non possono essere scoperti; a volte ci sono delle regole tacite che devono essere rispettate e quando queste si infrangono, da qualsiasi parte arrivi la violazione, non c'è più modo di tornare indietro per sanarle.
Non lo so quando tutto ha iniziato a finire.
Ma era inutile torturarsi ancora in quel modo.
Era inutile cercare di scendere a dei compromessi che, in teoria, avremmo già dovuto raggiungere da tempo. Che, in realtà, pensavo avessimo.
Era inutile cercare di aggiustare qualcosa che si sarebbe rotto in qualsiasi altro momento più in là, facendo solo ancora più male, distruggendo i cocci già fragili per dei cocci ancora più piccoli, più aguzzi, più taglienti.
Mi sono sempre detta che quella cosa del "l'amore non basta" fosse una scemenza. Lo dicevo proprio fermamente, convinta, come si ripete un mantra.
Invece l'ho provato sulla mia pelle.
L'amore non basta, alcune volte.
Servono dei sacrifici ed in alcune storie questi sacrifici sono indispensabili ma così grandi che, senza nessuna colpa, nessuno dei due partner riesce a portarseli sulle spalle.
Che quando ci sono andata vicina, quando ci ho provato, è cominciato ad andare tutto male.
Forse quello è stato il momento in cui tutto è iniziato.
Il momento in cui tutto è finito.
Vorrei che le mie parole non ti torturassero.
Vorrei che il mio pensiero non ti tormentasse.
Vorrei che un giorno svegliandoti tu ti accorgessi che avevo ragione.
Vorrei ti restassero solo le cose belle.
Vorrei che tornassi su questo blog quando nel tuo cuore ci sarà ormai solo un bel ricordo, senza malinconia, senza dolore, senza tristezza, senza risentimento, senza pentimento.
Vorrei tornassi sul tuo quando sarai diventato una persona nuova, felice, con accanto qualcuno di giusto. Veramente giusto.
Vorrei non fosse successo a noi.
A chi non è come neve...
Non lo so, non credo che qualcuno al mondo possa darmi questa risposta oppure che a questo punto possa essere davvero utile.
Forse certe cose devono solo accadere.
Ci ho pensato tanto all'opportunità di scrivere questo post. Forse avrei dovuto evitare di pubblicarlo o anche solo di scriverlo, o forse ho fatto bene perché averlo messo qui non cambia quello che è stato.
Qui dove tutto è iniziato adesso mi dilania il cuore e l'anima sapere che è anche tutto finito.
A volte mi chiedo se sia possibile essere fatti peggio di me. Me lo chiedo senza durezza nei miei confronti, senza delicatezza. Me lo chiedo come una constatazione, un dato di fatto.
A volte mi chiedo quanto possa davvero fare male il modo in cui parlo, la freddezza con cui sembra io mi esprima e che sono certa i miei interlocutori abbiano avvertito più di una volta.
Ma io non ho un altro modo di essere io ed anche adesso che mentre scrivo la tristezza trabocca dagli occhi, semplicemente la asciugo con le maniche della mia maglietta e faccio finta che non stia succedendo a me.
Non lo so perché ha iniziato a finire.
Era come se stessimo preparando insieme una torta; entrambi la volevamo esattamente nello stesso momento e dello stesso gusto. Avevamo già preparato tutto l'impasto, avevamo messo insieme tutti gli ingredienti necessari. Ne mancavano solo due. Solo io avevo il mio e solo lui aveva il suo.
Sapevamo che questo momento sarebbe arrivato, lo avevamo atteso e programmato fin dall'inizio, e proprio quando ci siamo trovati di fronte all'impasto perfetto...nessuno dei due è riuscito a cedere la propria parte. Era troppo grande...
Ed è iniziato un fiume di parole e di risentimento e rancore e rabbia e tristezza e senso di abbandono e solitudine ed ancora altra rabbia ed altro rancore ed altra tristezza da entrambe le parti. E si è accumulato tutto sulle spalle e poi sul cuore e non sono riuscita più a togliermelo di dosso ed a poco a poco ho capito che non potevo, non riuscivo più. Non avremmo retto...
Ho tradito le promesse che ci eravamo fatti, ho tradito la fiducia che ci eravamo scambiati, ho abbandonato i sogni che avevamo ben piegato dentro i nostri cassetti più cari ed i progetti che avevamo disegnato nella mente e nel cuore.
L'ho fatto per mesi in punta di piedi, piangendo di nascosto la notte o il pomeriggio perché non potevo accettare l'idea di star facendo quello che stavo facendo e poi sono esplosa quando i muri si sono moltiplicati e sono diventati sempre più alti.
Non hai avuto il coraggio di chiedermi le cose giuste ed io non ho avuto il coraggio di rispondere lo stesso.
Ho scelto con fermezza di chiudere la porta, ho agito senza delicatezza perché forse dimostrare la propria insensibilità in questi casi aiuta a vedere lucidamente chi hai di fronte ed a comprendere che non ne vale più la pena. Che non ne valgo più la pena.
E me lo dico senza durezza nei miei confronti, senza delicatezza. Me lo dico come una constatazione, un dato di fatto.
Ho riconosciuto i miei errori, ho dato loro un nome come si fa coi vecchi amici ma non m'è servito stilare una lista, perché è stato sufficiente fare i conti tra me e loro.
Avrei potuto agire in modo diverso, forse; non dubito che dall'altra parte qualcuno lo abbia pensato e lo stia pensando ancora, ma non ci sono riuscita, non ce l'ho fatta a non dare conto alla me stessa che sono sempre stata. Che sono sempre stata.
Ma a volte si toccano alcuni tasti che non possono essere scoperti; a volte ci sono delle regole tacite che devono essere rispettate e quando queste si infrangono, da qualsiasi parte arrivi la violazione, non c'è più modo di tornare indietro per sanarle.
Non lo so quando tutto ha iniziato a finire.
Ma era inutile torturarsi ancora in quel modo.
Era inutile cercare di scendere a dei compromessi che, in teoria, avremmo già dovuto raggiungere da tempo. Che, in realtà, pensavo avessimo.
Era inutile cercare di aggiustare qualcosa che si sarebbe rotto in qualsiasi altro momento più in là, facendo solo ancora più male, distruggendo i cocci già fragili per dei cocci ancora più piccoli, più aguzzi, più taglienti.
Mi sono sempre detta che quella cosa del "l'amore non basta" fosse una scemenza. Lo dicevo proprio fermamente, convinta, come si ripete un mantra.
Invece l'ho provato sulla mia pelle.
L'amore non basta, alcune volte.
Servono dei sacrifici ed in alcune storie questi sacrifici sono indispensabili ma così grandi che, senza nessuna colpa, nessuno dei due partner riesce a portarseli sulle spalle.
Che quando ci sono andata vicina, quando ci ho provato, è cominciato ad andare tutto male.
Forse quello è stato il momento in cui tutto è iniziato.
Il momento in cui tutto è finito.
Vorrei che le mie parole non ti torturassero.
Vorrei che il mio pensiero non ti tormentasse.
Vorrei che un giorno svegliandoti tu ti accorgessi che avevo ragione.
Vorrei ti restassero solo le cose belle.
Vorrei che tornassi su questo blog quando nel tuo cuore ci sarà ormai solo un bel ricordo, senza malinconia, senza dolore, senza tristezza, senza risentimento, senza pentimento.
Vorrei tornassi sul tuo quando sarai diventato una persona nuova, felice, con accanto qualcuno di giusto. Veramente giusto.
Vorrei non fosse successo a noi.
A chi non è come neve...
...Che anche se non valgo niente, perlomeno a te...