Cose degne di nota accadute negli ultimi undici giorni.
Il "degno di nota" deve essere rapportato al fatto che siamo chiusi in casa,
abbassate le aspettative, prego.
Pare che questa quarantena potrebbe servire a cambiare il modo di osservare le cose ed in particolare, spenderla in solitudine, dovrebbe aiutare il nostro lato riflessivo ed introspettivo. Io che dell'introspezione ho fatto un sano stile di vita non ho notato molto la differenza, però ho fatto una cosa molto carina (o inquietante, fate voi). Non l'ho fatta a causa dell'isolamento sociale cui siamo sottoposti, il fatto che sia accaduta proprio adesso è solo un simpatico gioco del tempismo cosmico. L'ho fatta perché in quel particolare giorno sentivo l'esigenza di farla, pensando ad alcuni momenti passati l'anno scorso.
Mi sono scritta una lettera. Ho scritto una lettera a me stessa, anche se non ho ben capito se dovrebbe essere rivolta a me in quanto me o ad una qualche me del futuro.
La considerazione che ho nei miei riguardi è riassumibile nella frase di partenza della lettera in questione "(...) anche se sei la persona più testarda che conosco, anche se tutte le tue scelte sono guidate dall'istinto, devo scriverti questa lettera (...)". E, sempre per la considerazione immutata, quasi alla fine della lettera mi spiego che "(...) È per questo che ti scrivo. Poiché sei la persona più testarda che conosco, poiché tutte le tue scelte sono guidate dall'istinto, io devo scriverti questa lettera (...)".
Lo so, io la sono la guida spirituale peggiore che potessi scegliere.
Pare che questa quarantena potrebbe servire a recuperare tutto il tempo perduto nella frenesia della vita quotidiana, dandoci la possibilità di fare tutte quelle cose che sogniamo ad occhi aperti e che i doveri dell'esistere ci costringono a rimandare.
Ed ho così concluso un libro stupendo sull'astrofisica che avevo colpevolmente accantonato per l'ennesima volta perché leggendolo avevo l'assoluta necessità di prendere anche appunti a riguardo ed ora che invece è tutto completo credo che lo rileggerò di nuovo per assicurarmi di aver assimilato tutti i concetti più difficili. Ne ho iniziato un altro sullo stesso argomento -in realtà probabilmente meno fruibile del primo ma a cui dedicherò altrettanto scrupolo nello stilare gli appunti più utili nel mio fedele quaderno.
Pare che questa quarantena ci renda comunque più vicini proprio per l'assurdo paradosso del tenerci lontani e che ci spinga a re-inventarci pur di non impazzire fissando per ore un soffitto bianco.
Io e mia sorella (l'unica che vive sotto il mio stesso tetto; per fortuna ho anche lei) abbiamo rinnovato la sua camera da letto, spostando mobili pensatissimi, riordinando il suo caos (non potete immaginare) con la musica a palla e le risate a piegarci i fianchi. Spostando il letto che era rimasto in più da lei, abbiamo recuperato un materasso...
Ora.
Immaginate due sorelle annoiate ma sempre briose con a disposizione due rampe di scale ed un materasso...che altro avrebbero dovuto fare?
Lo so che può sembrare irresponsabile ma vi assicuro che è stato meno pericoloso del previsto (ma troppo divertente, ve lo consiglio).
Sempre per lo stesso concetto del re-inventarsi abbiamo festeggiato a distanza il compleanno del più grande dei miei nipotini con una video chiamata piena di persone in cui si è finiti per capire il nulla ma che almeno ha fatto sorridere il bambino -ometto- che non ha spento le candeline da solo ma con una canzone cantata con la distorsione di undici diverse connessioni internet.
Pare che questa quarantena ci costringa anche ad aspettare osservando numeri e conteggi che speriamo si fermino ed indietreggino quando indicano contagiati e decessi e che ci auguriamo crescano quando indicano dimessi e guariti. Ma proprio perché sono certa che la conta assilla ognuno di noi praticamente ogni momento della giornata, per stavolta ho deciso di lasciare questo capitolo fuori dal mio non-resoconto non-settimanale.
Che per sperare c'è sempre tempo, modo e luogo.
Una buona quarantena, a chi non è come neve...