giovedì 24 gennaio 2019

The collateral beauty

Tutte le nonne del mondo sono speciali, però la mia lo era un po' di più.

Avete presente lo stereotipo della nonna che ti deve riempire di cibo a forza, stando sempre dietro ai fornelli? Ecco, dimenticatelo, almeno per un attimo. La mia non amava molto mangiare, anzi, si chiedeva come facesse certa gente a rimpinzarsi di cibo. Eppure la sua dispensa era sempre piena, e quando dico piena intendo che la parete di una stanza era adibita completamente allo scopo, quindi ogni volta che la riforniva ricordo distintamente che veniva subito da noi a comunicarci che "c'è tutto, vi ho comprato la pasta, c'è il tonno, la coca cola. E venite, venite a prenderli che dovete mangiare, venite" e poi, chiudendo la porta che separa la sua casa dalla mia, continuava ancora a ripetere, mentre si allontanava, quanto fosse importante che noi avessimo tutto.

Quando una persona manca si dice che tutti quelli che la conoscevano ne parlano bene anche se per tutta la vita l'hanno criticata; può essere che sia stato così anche per mia nonna però sono sicura che su una cosa nessuno può aver mentito: ci amava profondamente, come si può amare solo poche volte e poche persone nella vita. E questo lo diceva a tutti.
Diceva a tutti che le sue cinque nipoti "sono una più bella dell'altra, belle come il sole, studiose, educate".
Lo ricordava anche a noi praticamente ogni giorno, ogni volta che ci vedeva, "bella mia, stu fiuri meu, guardati chi faccicella bella". Ci ricordava nelle sue preghiere, perché era molto religiosa, e chiedeva a Dio di donarci fortuna, pace e salute "pe cent'anni" perché noi non facevamo male a nessuno e nessuno avrebbe dovuto farne a noi. 
Suo marito, mio nonno, è scomparso ormai tanti anni fa ed amandoci di cuore anche lui aveva passato a lei la raccomandazione di badare a noi, e lei, di rimando, adempiva a questo dovere con immensa gioia.

Lavorava tantissimo, ha fatto lavori fisicamente sfiancanti, che infatti purtroppo avevano mostrato le proprie conseguenze negli ultimi anni, ed anche dopo la pensione non si era risparmiata. Amava farlo, anche quando mamma la sgridava chiedendole di stare attenta, di godersi la vita ora che poteva, di smetterla di ammazzarsi, lei rispondeva "sono opere di bene, voglio farlo". Era una spendacciona, qualità che tra l'altro ha trasmesso ad una delle mie sorelle, ma per lei non comprava praticamente nulla: era tutto per noi.
Ogni volta che partivo per Cosenza ed andavo a salutarla lei mi diceva "ah parti? Aspetta un attimo" e col suo passo dissestato dalla operazione al femore di tanti anni prima, cercava di raggiungere in fretta la sua camera da letto dentro il cui armadio aveva la sua borsetta; rovistava un pochino e poi tirava fuori dei soldi. Io mi rifiutavo di prenderli, le dicevo che non li volevo e che non c'era bisogno di darmeli e lei rispondeva che "non è per bisogno, lo so che non ne hai bisogno, ma se i tuoi amici comprano qualcosa e tu la vuoi perché devi desiderarla e non poterla comprare?", e poi mi congedava con un bacio e il suo solito "vai figghia, vai ca paci e ca saluti, torna prestu".
Aveva un armadio pieno di pigiami nuovi, dovete credermi, proprio zeppo, dalle fantasie discutibili ma caldi e morbidi come le nuvole. Erano tutti della stessa, identica taglia; roba che il venditore deve aver pensato che questa nonnina avesse 30 nipoti belle in carne; roba che dentro uno di questi io ci sto almeno due volte. E quando ridendo però glielo facevamo notare lei rispondeva semplicemente che andavano benissimo, ché il pigiama mica deve stare "a farticchiu". 

Nonna aveva lavorato tanti anni anche a Roma, diceva di amarla e che se non fosse stato per nonno, che invece era attaccato alla terra d'origine, sarebbe rimasta ancora lì. Allora raccontava sempre di quando era vicino a Palestrina, della Madonna d'oro, della famiglia che la ospitava e presso cui faceva da baby-sitter e da tutto fare, diceva che le sarebbe piaciuto tornare, che era contenta di avere un nipote romano. Aveva origini umili, non aveva mica il diploma, non parlava bene italiano, perché in Calabria si parla il Calabrese miei cari, però si ricordava bene il "mortacci tua" della capitale. 
Amava anche guidare, lo ha fatto fino a qualche anno fa, amava la sua macchina e probabilmente il momento in cui ha dovuto, per causa di forza maggiore, lasciarla, è stato quello in cui la sua mente ha cominciato a faticare un po'. Andava in giro per la città a fare commissioni a chi, proprio nel momento del bisogno, non ha avuto alcun riguardo per lei. 
Al suo rientro, il più delle volte, trovavamo un vassoio coperto dalla carta rossa e le scritte gialle del nostro bar preferito e questo significava una cosa sola: "nonna ha comprato le brioche col gelato". Il gusto era sempre lo stesso, il cioccolato. Anche lei era golosa del cioccolato ma alla fine non lo mangiava neanche così spesso.
Una cosa invece non poteva mancare sulla sua tavola, nella sua cucina: da bere.
Ve la immaginate una nonnina che ama la birra, gli amari, il cognac? Beh, la mia era così, diceva che ogni tanto faceva bene, che non serviva ubriacarsi.

Mi sono resa conto che in fondo nonna è stata una donna coraggiosa, forte nonostante il suo fisico esilissimo. Ha sempre e solo lavorato, provvedendo al marito ed alla figlia, viziando tutte le sue nipoti e non solo. Viaggiava da sola in un'epoca in cui le donne erano associate prevalentemente alla figura della casalinga; si muoveva a proprio agio in queste terre aspre, piene di verde e di frutti da coltivare con fatica; aveva cura dei grossi animali che erano l'orgoglio di nonno e che ha tenuto finché quest'ultimo non ha avuto più le forze per andarli anche solo a vedere.
Era una donna tradizionale ma neanche tanto; ricordava, a distanza di decenni, il suo grande amore ancora con le lacrime agli occhi, eppure non aveva mai badato all'usanza dei vestiti neri in sua memoria per anni ed anni. A dirla tutta, il nero non le piaceva proprio e diceva anche a noi di portare possibilmente colori allegri nella quotidianità. Ci raccontava emozionata di quanto fosse anche nonno orgoglioso di noi, di quanto ci tenesse che almeno una diventasse dottoressa, ed io ci ero riuscita, ma non "dottoressa di malati, dottoressa di commerciu". Non aveva fatto una piega quando le mie sorelle, invece di sposarsi in chiesa come da queste parti ai tempi sembrava necessario, erano andate a convivere, aveva solo detto che l'importante era volersi bene, di lasciar perdere la gente cattiva.

Lo sai, nonna, sono stata quella che ha pianto meno quando te ne sei andata. Non ce l'ho fatta neanche da sola a svuotare il mio dolore, nonostante me ne abbia portato tanto la tua scomparsa inaspettata. Ci ho provato e mi sono sentita come una bottiglietta piena di acqua, una di quelle che quando messe a testa giù, per la pressione del vuoto d'aria forse, riversano tutto il liquido in piccoli sorsi i quali per la violenza fanno rimbalzare leggermente la bottiglia stessa. Mi sono sentita così quando mi è venuto da scoppiare e poi però è passato dopo un attimo.
Non ce l'ho fatta neanche a pregare, anche se so che tu ci tenevi alla Fede; ci ho provato, ho fatto il segno della croce e poi non m'è venuto da dire niente. Ho solo pensato.
Sono stata l'unica a volere e riuscire a rimanere là mentre il legno chiaro di quel coperchio consacrava l'ultima volta in cui ti ho vista in carne ed ossa. Non ho pianto neanche là perché, per non impazzire, mi sono convinta che là dentro non c'eri tu, non ci sei tu. C'erano il tuo corpo forse, i tuoi capelli, i tuoi vestiti ma non tu.
E quando mamma, da sole, mi ha detto che sentiva un grande dolore proprio nel cuore le ho risposto quello che ormai è diventato il mio mantra ogni volta che sento gli occhi umidi: tu non sei qui com'eri prima, ma ci sei lo stesso.
Ci sarai quando vedremo un bella giornata di sole, quando sentiremo un profumo, quando il sole ci bacerà la pelle, quando ci guarderemo l'un, l'altra negli occhi che tanto ci somigliamo tutte ma una in particolare somiglia a te.
Non avrò paura di entrare in casa tua ed un giorno non sentire più il tuo profumo perché so che presto potremo scambiarci i ricordi di te e nonno senza tristezza, senza malinconia, solo con una grande serenità.
Non faremo nessuna fatica a ricordarci di te e dei tuoi insegnamenti, che già adesso ho raccontato solo una piccola parte di quello che sei stata per noi ed ogni volta che ci chiederanno di te risponderemo che si, ti abbiamo conosciuta e per fortuna non ci siamo limitati a quello...ti abbiamo vissuta per tanti anni, quelli più belli, in cui la tua figura è stata fondamentale ed ora semplicemente impareremo ad amarti ed a farci arrivare il tuo amore in un modo diverso ma non per questo meno forte.

Ciao nonnarella mia.

Una buona giornata, a chi non è come neve...

mercoledì 16 gennaio 2019

...Però dopo niente cambierà


Tornando a casa ero piena di buone intenzioni; avevo già una lunga lista di cose utili da fare però lo sappiamo tutti quanto possa essere sarcastica la vita. Che è quello che ti succede quando fai dei piani, no? Così dicono, almeno.
Allora avevo pensato di scrivere un post per raccontarvi di quello che è successo da quando ho messo piede in Calabria ma poi ho deciso di no, che non voglio scrivere qualcosa di triste, voglio scrivere delle cose positive che accadono anche durante una brutta esperienza.

Di quei momenti in cui ti rendi conto del fatto che davvero l’unico modo per fregar la morte è l’amore.
Perché ci sono delle fasi della vita in cui la notte stai sveglia in ospedale per guardare un nuovo esserino respirare emozionandoti ad ogni nuovo battito ed altre in cui, invece, stai sveglia per assicurarti che il respiro di un’altra persona, stavolta ben più grande, non si interrompa all'improvviso.
Ed in questa attesa non c’è nulla di bello, in realtà, però in qualche modo devi salvarti dalle lacrime, dalla paura, e lo fai dicendo a te stessa che stai concretizzando l’amore stringendo quella mano che per tanti anni ha guidato la tua quando ancora non sapevi neanche formulare una frase di senso compiuto.
Allora tutti i ricordi vengono a galla e si rincorrono l’un, l’altro d’improvviso come le stelle cadenti che tanto amo e che tanto mi fanno desiderare, e cerchi di condividerli con chi hai accanto di modo che anche quest’ultimo possa partecipare a questa gioia, sperando che possa arricchire di dettagli la tua memoria, strappando un sorriso qui e là a delle ore grigie e silenziose, altrimenti vuote.
Ti si alleggerisce il cuore pensando che non sei sola, che c’è qualcuno che può portare questo fardello insieme a te però poi regolarmente il peso diventa un po’ più grande se rifletti sul fatto che, in realtà, quella che state condividendo è solo tristezza. La paura dell’ignoto, la paura di una chiamata, la paura di addormentarsi e perdersi un attimo, l’attimo.

Però siamo arrivati fino a qui sperando, lottando, augurandoci che la nostra forza di rimando diventi anche la forza di tutti gli altri compagni di questa piccola, grande disavventura che è la morte che rincorre la vita.
Niente altro.
Allora continuiamo a credere, a volere, che per questa volta la gara la vinca la vita, perché è vero che un buon pezzo l’abbiamo già goduta a pieno ma è anche vero che per noi non sarà mai abbastanza.
Non sarà mai abbastanza per una figlia che sta stringendo la mano debole della propria mamma.
Non sarà mai abbastanza per una nipote che ha ancora qualcosa da raccontare alla propria nonnina.


Una buona serata, a chi non è come neve...

martedì 8 gennaio 2019

Hall of fame: il pieno di premi!

Torno finalmente da queste lunghe vacanze natalizie con un post per due bei premi che sono arrivati entrambi dalla mia cara Mariella e quindi, anche per ottimizzare i tempi, eccoci qui (che è un modo elegante per dire che sennò chissà quanto tempo farei passare prima di pubblicare, dato il mio ritmo).

Il primo tag, IL FRANKEN - MEME di NOCTURNIA ideato da Nick Parisi del blog NOCTURNIA, permette di far conoscere i blog che seguiamo dividendoli per categoria. È una cosa che mi piace molto perché ogni volta che leggo qualcuno che mi appassiona vorrei consigliarlo a tutti come una strillona! :-D

Le categorie sono le seguenti:

I must
In questo caso intendo non solo quelli che tutti dovrebbero leggere ma quelli che probabilmente quasi tutti seguono ormai J Un must in tutti i sensi, quindi.

Posto di bloggo: Che già solo per la genialità del nome del blog, merita. Ed in ogni caso dentro potete trovare tutto quello che vorreste leggere su un blog. Franco per il pagamento che mi devi dopo questa ci sentiamo in privato.

Mo O' Clock: Non credo che ci sia bisogno di presentazione per questo blog. MUST e basta! Moz si impegna tanto proponendoci sempre nuovi e curati contenuti, quindi bisogna premiarlo assolutamente.

Menzioni d’onore
Il Bazar del calcio: Per chi ama lo sport in questione ma non solo, per questo motivo una menzione d’onore: perché è davvero difficile coinvolgere tutti con un tema così specifico eppure Riccardo ci riesce! Correte a leggerlo se ancora non lo fate, su.

Chi scrive non muore mai: Claudia aggiorna quotidianamente il suo blog portando alla luce notizie di cronaca ma anche spunti derivanti della sua vita nei quali potete riconoscervi e farvi coinvolgere anche voi, ne sono sicura.

Le new entry
L'Agorà: Un blog in cui Daniele pubblica sempre nuove poesie dal tono delicato ma toccante sugli argomenti più disparati. Vale la pena leggerlo anche solo per avere degli spunti di riflessioni che magari non ti aspetti su delle cose che in realtà ti circondano già.

Digito Ergo Sum: Diventato uno dei miei blog preferiti, Digito offre con ironia disarmante tutto quello che gli viene in mente. Leggetelo assolutamente e state sicuri che mi ringrazierete (anche perché, seriamente, pensate che sennò avreste il coraggio di tornare qui e contraddire ME?)

I meritevoli di emergere
Karmaironico: Scoperto qualche mese fa (e che però ultimamente è anche un po’ scomparso) Karmaironico ha, anche lui, una intelligenza ed un’ironia sottilissima, di quelle che non può non piacere leggere.

Quelli che dovrebbero essere aggiornati con più frequenza
Righe libere: Questa in realtà è una minaccia caro Maurizio, torna ad aggiornare ed a commentarmi se non vuoi che i tuoi gadget di BTTF rimangano inavvertitamente offesi. Comunque per chi ormai non lo sapesse (Claudia, tu xD) è stato proprio il suo modo di scrivere a farmi innamorare di lui e quindi volete veramente perdervi un blog che ha rubato persino il mio cuoricino di marmo.

La cantadora e la Loba: Carolina scrive con delicatezza e prepotenza dei post veramente pieni. Pieni di tutto quello che un blog, per come lo intendo io, dovrebbe avere.

I desaparecidos
Per questa categoria non taggo nessuno ma non perché non ci siano blog meritevoli, più che altro perché sarebbe una lista immensa, quindi basta guardare sul mio blogroll tutti i blog che ho lasciato ma non più aggiornati.

Il secondo premio è invece un tag più classico in cui bisogna rispettare delle regole (ed io non lo farò, muahah):

1 - Ringraziare chi ti ha nominato fornendo il link al suo sito.
2 - Rispondere alle 11 domande e nominare altri 11 blogger che dovranno rispondere alle stesse o ad altre 11 domande.
4 - Informare gli 11 candidati commentando un loro post sui Social/ blog o taggandoli.
5 - Elencare le regole del premio e mostrare il logo del sole.

1) Di cosa parla il vostro blog e com'è strutturato?
Parla di me, anche se non così tanto come potrebbe sembrare e di quello che mi passa per la mente nel momento esatto in cui le mie dita toccano la tastiera. La struttura è quella mia mentale: tutto in ordine ma lo capisco solo io.

2) Passione vuol dire?
Rimanere svegli la notte a pensare che non importa della paura, della stanchezza o di null'altro, l'importante è arrivare LÌ.

3) Che cosa fate per rilassarvi?
Scrivo, leggo, ascolto qualcosa e quasi sempre una bella doccia bollente.

4) Qual è stato l'ultimo viaggio che avete fatto per piacere?
Roma, se non vale come risposta allora quello verso la Puglia.

5) Di solito viaggiate soli o in gruppo?
In coppia, generalmente.

6) Qual è il posto che sognate di visitare da sempre?
Londra. Ma ho paura che se ci vado poi non avrò il coraggio di tornare indietro.

7) Qual è l'ultimo libro che avete letto?
Ne leggo così tanti che non ho un ricordo cronologico, ma probabilmente uno degli ultimi (molto bello) è un e-book inglese che si chiama "Once gone (a Riley Paige Mystery)" di Blake Pierce.

8) Qual è il vostro genere di libri preferito?
Amo leggere tutto purché scritto bene. Mi sono sempre piaciuti i thriller/horror ma non disdegno i libri storici, biografici o i romanzi.

9) Quanto e cosa vi piace condividere delle vostre esperienze sui social?
Non ho social, comunque se li avessi condividerei probabilmente qualcosa di bello che ho fatto, visto o sentito.

10) Che rapporto avete con il luogo in cui vivete?
Di amore ed odio, come tutti i rapporti che si rispettino. Quando sono andata via per l'università mi mancava tantissimo, poi ad un tratto ha cominciato a starmi stretto insieme a molte delle persone che vi abitano. Oggi semplicemente lo apprezzo quando sono là e lo guardo da lontano con nostalgia quando vado via.

11) Cosa vi piacerebbe che venisse valorizzato?
Tutto, perché c'è tutto e non viene usato quasi niente. C'è la buona cucina, ci sono paesaggi bellissimi, c'è una enorme cultura, ci sono reperti storici importantissimi, è stata la culla di personaggi illustrissimi eppure in molti neanche lo sanno.



Come sempre invito tutti voi a rispondere alle domande, senza nominare nessuno nello specifico (così non rischio le maledizioni di qualcuno ma di tutti), e ringrazio ancora Mariella di Doremifa-sol, libri e caffè che non solo mi ha riservato questi premi, ma mi scrive sempre cose bellissime da me e non solo. Una donna davvero forte e simpatica, oltre che intelligente, che dovreste incontrare almeno virtualmente!

Una buona giornata, a chi non è come neve...