domenica 15 settembre 2019

Ma non sono com'ero

Nel 2011 stavo per compiere 18 anni. Ed ero a due passi dal blog, se volessimo misurare ciascun passo con un anno.
"18 anni" per tutti è stato sinonimo di diverse cose ben specifiche: diploma di maturità, patente, lavoro, diritto di voto, università. In una parola sola: adulto.
In realtà per me, tutto questo, è stato vero solo in piccolissima parte, dal momento che ho compiuto gli anni a Novembre ed alcune di queste cose ho dovuto rimandarle all'anno nuovo.

Nel 2011, però, stava succedendo già qualcosa dentro di me, ben più significativo di un numero sulla carta d'identità. E questo è paradossale.
Perché voltandomi indietro vedevo dei passi che avevo compiuto da poco che servivano a costruire qualcosa, mentre guardandomi in avanti mi vedevo distruggere, ribellandomi a qualcosa che avevo lasciato quasi scrivessero concretamente per me.

Non so ben spiegare quel momento preciso della mia vita. Sentivo che qualcosa stava cambiando e che stava crescendo in me quel desiderio di fare la cosa sbagliata solo perché mi andava di farla, per la prima volta nella mia vita.
Ho quindi ceduto, perché con il passare degli anni ho capito che sempre meno sono in grado di contenere i miei sfoghi, particolarmente quando questi riguardano la rabbia o il mio pungiglione velenoso.

Quindi ho fatto quello che desideravo fare e per un certo periodo non mi sono neanche sentita in colpa, perché da un lato pensavo che fosse una giusta strada: volevo stare bene ed in quel modo credevo di riuscirci; dall'altro pensavo che mi fosse anche dovuto, una specie di rivalsa sulle cose che avevo dovuto sopportate. Che avevo voluto sopportare.
Solo in un secondo momento sono arrivati i sensi di colpa. E la paura ed un po' la vergogna.
Perché all'improvviso le persone su cui avevo fatto affidamento erano diventate i miei peggiori nemici. Ed io mi ero sentita così sola, così piccola, così stupida, così sbagliata.
Cercavo in tutti i modi qualcosa che potesse farmi tornare indietro ma il passato non si cancella e non si può men che meno riscrivere. Sono allora tornata a fare la cosa giusta, consapevole però che dentro di me qualcosa si era rotto e che non si sarebbe mai più potuto aggiustare.
Dicono che le cose fatte devono essere guardate sempre all'indietro ed io, facendolo, adesso capisco che non si era rotto niente; avevo solo finalmente liberato quello che mi sarebbe servito per il passo successivo.

Il 2011 è stato l'anno in cui ho cominciato a perdere molte delle mie "amicizie". Quelle che mi sono resa conto sarebbero state solo un numero in più, qualcosa di non sincero.
In realtà ci sarebbe voluto ancora più o meno qualche anno per perderle per sempre, però quello è stato il primo momento in cui davvero ho deciso chi mi sarei portata ancora nella vita e chi avrei abbandonato per strada. Sono passati otto anni (davvero?!così tanti?!) e non mi sono pentita di aver piantato quei semini perché tanto tempo dopo ho raccolto dei frutti sani, belli e giusti.
Quando mi guardo indietro a quel momento non sento più rabbia, risentimento. Non penso a cose del tipo "se solo avessi....se solo non avessi", penso solo che certe cose devono accadere e che c'è sempre una ragione, anche se potremmo arrivarci anche dopo tanti anni, a volte.

Ogni tanto rifletto solo sul fatto che è proprio strano il modo in cui sono arrivata ad ora. Se per esempio non avessi avuto certe paure probabilmente non avrei tagliato i ponti con le persone di cui sopra e sicuramente la mia vita sarebbe migliorata sensibilmente (e non per la presenza di queste fantomatiche amiche, solo per l'abbattimento di quel limite che è la paura) però d'altro canto, come ho ribadito, sarei stata circondata da molti visi assolutamente non sinceri. E quindi penso sia stato un buon prezzo da pagare.

Per combattere quelle stesse paure alla fine c'è sempre tempo, no?



Una buona giornata, a chi non è come neve...

24 commenti:

  1. Che c’è le tue amiche odiavano Tiziano Ferro?
    Scherzo...ma rifacendomi ai versi di una canzone ..”e straccio i fogli del mio passato, ma non li getto via .
    Per non scordare quello che ho dato ..” ti dico che hai fatto la cosa giusta!
    Dagli errori si impara e si esce più consapevoli se non forti.
    Dalle tue parole mi sembra che non hai rimorsi quindi non pensarci e vai avanti.
    Il tempo ti insegna a pesare le persone e valutarle per quel che sono.
    Son poche quelle sincere che rimangono ma stai sicura che saranno sempre al tuo fianco.
    Se son sincere ti diranno pure quando sbagli..te non le ascolterai mai ti vorranno bene lo stesso.
    Buona serata Paola

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahah non può stare nella stessa frase "mie amiche" e "odio per Tiziano" :-D
      Relativamente agli errori, ti ho mai detto che io sono una di quelle persone maledette che continuano a sbagliare ed a non imparare un bel niente dal passato? :-D Cioè, veramente, sono terribile xD
      Però sulle persone sincere hai perfettamente ragione. Sono poche ma ci sono, sono proprio dove devono essere e pronte ad arrabbiarsi ogni volta che faccio di testa mia.
      Pronte a prendermi quando cado
      Grazie Max :)

      Elimina
  2. L'importante è dopo aver sfacciata la sveglia saperla rimontare pezzo dopo pezzo.
    Ciao Paola.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io sono una maestra nel fare a pezzi le cose e ricomporle, proprio come i puzzle :-D

      Elimina
  3. neppure io sono com'ero. tutto meraviglioso, davvero. però ti invito a riflettere su una cosa: tiziano ferro no, ti prego :-)

    (non sono sensi di colpa, quelli sono imposti dall'imprinting. "non sei abbastanza" "sei stupida" "mi stai deludendo"). quelli che descrivi, secondo me, sono rimorsi. e se uno non dovrebbe mai mordersi, figurati rimordersi :-)

    (qualsiasi cosa tu abbia fatto, hai fatto benissimo. è roba tua, come potrebbe essere sbagliata?)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahaha l'hai sentita la canzone nuova?:-P

      Tu mi sopravvaluti Digito, io sono molto sbagliata e faccio cose molto sbagliate e poi cerco di rimediare nel modo sbagliato :D
      Però cavolo quanto mi diverto a prendere a morsi la vita. E se è il caso anche a rimorsi :-D

      Elimina
  4. E' la consapevolezza di quello che abbiamo vissuto ci rende quello che siamo.
    Sei ancora all'inizio del tuo percorso di vita ma non avere paura di ciò che abbiamo vissuto e delle scelte che abbiamo fatto apre al possibile e al domani che desideriamo.
    Un abbraccio ragazza bella.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Mariella :-*
      A volte io faccio fatica ad accettare il passato e non mi consola nemmeno il fatto che è grazie a quello che noi siamo dove siamo.
      In questo caso specifico, però, sono estremamente convinta e felice delle mie scelte.
      Infatti continuo a portarle avanti con orgoglio ed ostinazione :-D
      Grazie mille, un abbraccio forte :-*

      Elimina
  5. Il bello della vita è proprio questo evolverci in continuazione e chissà quante altre “trasformazioni” la vita ti offrirà, tutto fa vita. Buona serata Paola.
    sinforosa

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non hai idea di quanto sia cambiata già da quando ho scritto questo post a quando l'ho pubblicato.
      Spaventoso e bellissimo...
      Un abbraccio :-*

      Elimina
  6. Alcune volte, nella vita, bisogna anche fare la cosa sbagliata.
    Forse si impara più da quella che dai percorsi soavi e ben tracciati.
    Io sono sicura che quella deviazione ti sia servita, come ti sia servito rompere rapporti poco sinceri. E' meglio aver poche persone sincere intorno, che averne tante che non ci vogliono bene.
    Un abbraccio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io sono una grande sostenitrice del pochi ma buoni. Infatti sono parecchio selettiva sui rapporti che decido di portare avanti :)
      Mi dispiace per chi, invece, pensa che la quantità possa compensare la qualità. Pensa che tristezza....
      Un abbraccio e grazie mille :-*

      Elimina
  7. Il passato serve a renderci le persone che siamo oggi, e quindi non va mai rinnegato né cambiato.
    Se tu avessi fatto sempre e solo la cosa giusta, magari oggi non saresti qui, con noi e col tuo amato Maurizio.
    Quindi, evviva le scelte sbagliate. Ogni tanto.
    E lunga vita sempre a poche amicizie ma vere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono estremamente affascinata dal concetto di strada, lo sai? Dal fatto che quello che facciamo o che non facciamo o che decidiamo o non decidiamo ci porti in un posto piuttosto che in un altro. Chissà se saremmo finiti dove siamo in ogni caso?
      Non lo sapremo mai eppure me lo chiedo sempre :-D

      Elimina
  8. Nessun rimpianto, stop. Dopotutto dagli errori s'impara ;)

    RispondiElimina
  9. a 18 anni si cresce, talvolta ma non sempre. tu forse sei cambiata tanto col passaggio alla maggiore età

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono cambiata ancora di più negli ultimi tempo e, come dicevo a Sinfo la cosa è bellissima e spaventosa allo stesso tempo!

      Elimina
  10. Sul post ho due pensieri. Il primo riguarda una domanda: davvero la paura è così nemica?
    La paura è ciò che ci tiene lontano dai pericoli, è ciò che ci fa ponderare bene quando facciamo qualcosa..Quando decidiamo di fare qualcosa, se abbiamo usato il giusto mix di cuore, ragione e istinto, allora non dobbiamo avere nessun tipo di rimorso. Poi le cose possono anche andare male per ragioni che non dipendono strettamente da noi, forse neanche dagli altri.
    L'unica paura che non dobbiamo avere è quella delle conseguenze. Quando abbiamo inquadrato la questione e ponderato cosa fare, non dobbiamo avere paura di ciò che la nostra azione "scatenerà".

    Il secondo pensiero va invece al film Disney Pixar "Inside Out". Mi piace l'idea di crescita che sia legata alla "rottura", anzi alla distruzione proprio, delle isole che ci siamo costruiti nella mente. E' doloroso assistere alla distruzione delle nostre isole, ma dobbiamo avere la consapevolezza che essere rinasceranno, con una forma diversa.
    Pensiamo alle amicizie...I miei amici di infanzia non ci sono più nella mia vita, né potrebbero esserci..Poi dall'adolescenza alla maturità (età più matura) qualcuno rimane con noi.
    Comunque le isole vanno distrutte, per evolversi..e' peggio lasciarle in condizioni di degrado, senza luci e ingrigite.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho un rapporto di amore e di odio con la paura, davvero. Quando la sento la odio, quando non c'è mi manca. Proprio per il motivo che hai detto tu: può essere un indicatore, un modo per capire se quello che vogliamo lo vogliamo davvero, tanto da sfidarla, o se il nostro desiderio non era abbastanza forte da provarci.

      Bella la metafora sulle isole....io ho spesso distrutto nella mia vita, ma proprio tanto. Non ho paura più delle esplosioni fragorose, dei pezzi schizzati ovunque, della gente che scappa...Non ho più paura ma ho imparato a valutare con più calma quando vale la pena tenersi la propria isola o quando bisogna detonare- Che l'istinto a volte mi caccia nei guai :-D

      Elimina
  11. Ciao sono Chantal, che blog interessante!
    Anche io un pò di tempo fa avevo un blog poi per vari motivi l'ho dovuto chiudere, ma ora voglio rimettermi in gioco e ho aperto un nuovo blog. Ancora non c'è molto. Io ti seguo con molto piacere! Se ti va passa a trovarmi ne sarei davvero contenta.
    Ti aspetto, un abbraccio Chantal!

    www.chan-fol.blogspot.com

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Chantal,
      passo sicuramente a darci un'occhiata :D
      Benvenuta tra noi :-P

      Elimina

Io credo soltanto nella parola. La parola ferisce, la parola convince, la parola placa. Questo, per me, è il senso dello scrivere.