Al mattino presto, tanto presto, il tempo è una lingua che si allunga, si arrotola e si srotola dilatandosi con una discontinuità che è solo apparente. Un serpente dalle spire viscide eppure irresistibili.
Ma al mattino presto le attese si confondono lo stesso con le attese di sempre.
Le riconosci subito, le persone che aspettano.
Un pullman, con le braccia incrociate e gli zaini poggiati agli stinchi.
Un piatto al ristorante, con il tovagliolo leggermente spostato a far spazio e le braccia poggiate ad angolo.
Un amico, con il telefono in mano e le risate in viso.
Un amore, con lo sguardo serio all'orizzonte ed un lampo negli occhi che dura il tempo di dirsi "eccoti".
Un esame all'università, con il nodo in gola e lo stomaco che si rimescola come l'acqua immobile quando ci immergi un pennello zeppo di colore da ripulire.
Ultimamente il mio gioco preferito è diventato provare a riconoscere le nuvole. Affacciata alla finestra del mio ufficio, in una delle micropause del pomeriggio, recrudescenze delle lezioni a scuola fanno riemergere nomi su nomi ma quello che per primo fa capolino è quello che, paradossalmente, da piccola, sembrava il più difficile da memorizzare.
È un gioco che sembra facile (guarda la foto ed associala a ciò che c'è in cielo; il più elementare dei rompicapi) ma nasconde insidie inaspettate.
Più cerchi dei dettagli che le renda riconoscibili, più si somigliano un po' tutte.
Va sempre un po' così: è nelle piccole cose che ci si perde.
Eppure, continuare a cercarle ed a provare, esorcizza la paura di quel serpente sibillante.
La esorcizza anche poter almeno guardare l'alba sul mare dal finestrino dell'auto.
E la esorcizza essere tornata a scrivere ed avere una spalla su cui nascondere le guance rigate di acqua e sale.
È stata una settimana durissima per mille motivi e faticosi saranno i giorni che stanno per iniziare, ma lo sconforto ha ceduto il passo al ricordo della notte che mi cullerà.
Profumo di lenzuola pulite, cuscini morbidi, un petto al quale accucciarsi ed un braccio stretto attorno alla vita.
Perché, certe attese, in due, sanno di speranza e fiducia.
Tutto il resto, stelle cadenti.
A chi non è come neve...
il serpente ricorre due volte in questo flusso di parole che ondeggiano tra il dentro e il fuori, tra ciò che vedi e ciò che senti, tra il personale e il generale (bello il passaggio sulle attese, con le braccia incrociate e gli zaini poggiati agli stinchi).
RispondiEliminaIl serpente, dicevo, credo simboleggi l'inquietudine che serpeggia in ognuno di noi e che solo le parole messe nere su bianco riescono ad ammansire fino a farlo diventare, per qualche istante almeno, acciambellato quieto come il gatto di casa.
massimolegnani
(orearovescio.wp)
Mi son resa conto, scrivendo da anni, che il modo migliore per dirmi quello che sento è provare a dargli una forma precisa, che sia un gesto o un profumo. L'attesa può essere disegnata in tanti modi ma quello che hai citato anche tu del mio post è la prima cosa che mi viene in mente. Così come il serpente che può essere tante cose: l'inquietudine di certe attese ma anche il tempo che striscia e non ti aspetta mai. Grazie mille per il passaggio
EliminaUn pensiero profondo sulla capacità di connettersi con il mondo in modi diversi.
RispondiEliminaEd il momenti diversi :)
EliminaAlcune attese si fanno sentire il doppio e il tempo sembra non passare mai. Ma tutto arriva, anche quello che si stava pazientemente aspettando.
RispondiEliminaUn abbraccio.
A volte è bello anche quello che succede durante l'attesa. A volte sarebbe bello che quello che stiamo aspettando non arrivasse mai.
EliminaUn abbraccio ❤️
Tornata a scrivere quello che vivi come in un'alba radiosa che esorcizza e purifica. Ti leggo consapevole oggi, lucida, col passo affaticato ma ricco di futuro, a riconoscere nuvole, offrire loro un nome nuovo, perdersi nei loro ghirigori e in respiro che respira assieme a te. Bentornata ma soprattutto, ben ritrovata.
RispondiEliminaI tuoi commenti sono sempre pezzi di poesie.
EliminaNon è stato facile il cammino degli ultimi tempi, mi rendo conto di quanto poco mi sia fidata di me e delle mie gambe, illusa che qualcuno potesse scalare al posto mio certe montagne (o che potesse portarmi in braccio). Essere consapevole, oggi, per me, significa essermi accorta del fatto che non ho montagne da scalare, solo passeggiate lievi in cui va bene anche inciampare. Non ho nulla per cui punirmi o per cui farmi punire dagli altri.
Il ben ritrovata lo sento tanto ❤️ grazie mille, un abbraccio :)
A me non piacciono le attese. E quelle lunghe e snervanti ancor meno. Le vicissitudini degli ultimi due anni l'hanno placata di molto la mia impazienza. S'impara molto aspettando, si investe, si cresce e si spera. E' faticoso ma insieme è meglio. Ti abbraccio.
RispondiEliminaIo le ho sempre odiate. Non temevo gli esami all'università ma quei momenti prima di uscire di casa e sentire il mio nome all'appello. Purtroppo a volte ci tocca comunque sopportarle quindi tanto vale trovare degli escamotage per migliorare l'umore.
EliminaMia mamma lo dice sempre che crescendo imparerò anche io l'arte della pazienza :) un bacione ❤️
Al mattino presto mi piace scendere dal mio paesello e percorrere le creuse che conducono tutte al mare.Cammino e osservo la natura intorno a me. I suoni mi rallegrano e la luce che inizia piano, piano ad illuminare la vita, mi rasserena. Da qualche anno sono in pensione e posso godermi anche la sospirata... calma.
RispondiEliminaAnche nelle giornate peggiori, camminare all'aria aperta dà un senso di leggerezza al cuore come poche altre cose al mondo, a mio avviso.
EliminaImmagino che poterlo fare con calma sia ancora più bello. Goditela tutta :)
il mattino presto finisce verso le due del pomeriggio. Non ho mai atteso a lungo perché ho sempre dilatato il tempo allo sfinimento. Sono arrivato sempre tardi, va dà sé, ma ho vissuto il periodo l'intanto. Non è stato mai facile, ma quell'abbraccio ritrovato la notte nel letto vale tutti gli attimi attesi o vissuti.
RispondiEliminaUn abbraccione
Io invece sono sempre in anticipo. Se non lo sono, mi sento in colpa per il ritardo. Ultimamente ho ripreso la bravura nel saper godere del qui ed ora. È qualcosa che per mesi ho provato invano a riafferrare. Spero che duri. Un abbraccio forte anche a te :)
EliminaChe bello ritrovarti qui.
RispondiEliminaCerte attese, in due, sanno di speranza e fiducia, è vero.
Ma anche da soli possono avere lo stesso sapore.
L'importante è non arrendersi mai.😘
Hai pienamente ragione, da soli forse dà ancora più soddisfazione per quella sensazione bellissima di poter contare su sé stessi :)
EliminaCiao, le attese in due sono meno lunghe e stressanti .Un sorriso,abbraccio ci ripara di tutte le ansie.
RispondiEliminaCiao Rakel
Benvenuta.
EliminaSi, se hai la persona giusta con cui condividerle è assolutamente così.
Un abbraccio e grazie del passaggio ;)
Non so, se non avessimo questo rimescolare tra la mente e il fare com sarebbe il nostro vivere. Sarebbe più semplice e più artificiale la nostra giornata senza questi rimbalsi
RispondiEliminaRingrazio sempre per la luce, la voglia di combattere in ogni mattina. Mi chiedo non manco mai questa energia
Esattamente come dici tu, sarebbe più semplice ma sicuramente tutto meno vero. Spero che le cose tornino presto ad essere come prima, o anche meglio, ma nel frattempo faccio questa scalata cercando di trovare la bellezza collaterale della salita. Un abbraccio e grazie mille
EliminaLe attese che piacciono, sono quelle che preannunciano una sicura gioia. Le altre, le trovo snervanti. Specie quelle che trovano una sintesi in aggettivi come POSITIVO, NEGATIVO. Ma anche in ambiti diversi, le attese mi mettono ansia. È così che va il mondo.
RispondiEliminaIl dono sta nell'avere un porto sicuro. Quando piove, splende il sole o tira vento, sai di non essere solo. Braccia forti che ti sostengono, e sentimenti autentici che ti scaldano...
Per quanto riguarda la forma delle nuvole, ci ho sempre visto quello che ci volevo vedere... ;-) ;-)
Ti auguro di stare bene, gentile Paola.
Sereno fine settimana.
RispondiElimina- È un gioco che sembra facile (guarda la foto ed associala a ciò che c'è in cielo; il più elementare dei rompicapi) ma nasconde insidie inaspettate.
Ho fatto un ragionamento un po inverso al tuo diversi anni fa ,ho guardato il cielo ed ho associato la foto della quotidianità...e non si è rivelato affatto un gioco ma una forma di benessere interiore.
Le attese in bene o in male mi hanno portato a ciò che oggi sono,e anche un incontro virtuale,un commento,una lettura come questo post acquisisce un senso speciale tra il voler dire e il voler ascoltare che magicamente si scambiano di posto .
Ciao Paola
In due si pesa di più ed è più facile resistere alla corrente che ci travolge.
RispondiEliminaBuona serata.
Il tuo senso sembra il mio, la tua attenzione quando incroci le vite degli altri e ne assorbi l'essenza è mirabile. Sa di neve.
RispondiEliminaMa sì, dopotutto "nelle piccole cose si nascondono le grandi verità" cit.
RispondiEliminaCiao Paola, ti auguro un Sereno Natale in compagnia delle persone che ami. Un abbraccio forte.
RispondiEliminaCara Paola ci tenevo a farti tanti auguri per questo Natale, possa essere felice e sereno ti mando un grande abbraccio
RispondiEliminaQualche giorno fa avevo lasciato un commento in cui ti auguravo Feste serene. Ci riprovo adesso visto che è scomparso. Buon Natale Paola, un abbraccio grande grande.
RispondiEliminaTi lascio i miei auguri di buon anno nuovo. Un abbraccio!
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